Rosso veneziano (1975)
incipit

Benché fosse il pomeriggio del venerdì santo, Elena Partibon non era uscita a compiere il giro dei sette sepolcri; si era appartata in un salotto a leggere, aspettando che il fratello Giuliano arrivasse d'improvviso dalla casa della nonna ad annunciarne la morte. Nel dare l'annuncio Giuliano avrebbe avuto una faccia grave e timida come se la colpa della morte fosse un po' sua.
Oltre a uno dei gatti, la sola cosa in movimento che Elena aveva veduto durante il pomeriggio era il riflesso dell'acqua dal canale, quella specie di pulsazione, spettri di fiamme inquiete sulle pareti alte, sulle travature del soffitto. L'ingresso di Giuliano sarebbe stato perciò impressionante. "Dov'è papà?" avrebbe chiesto. E lei avrebbe detto: "Su in studio, si capisce, che dipinge", e Giuliano si sarebbe accostato, mormorando a capo basso: "È finita, sai", e quei riflessi d'acqua avrebbero continuato indisturbati sull'alto soffitto; e vi sarebbero state cose da dire; e tutte le norme familiari, conversazioni, ore di pranzo, sarebbero crollate.

P.M.Pasinetti: Rosso veneziano, Bompiani 1975.