Fatti loro
incipit

Effettivamente mi chiamo Rodolfo Piglioli-Spada. Col trattino. In Gran Bretagna i nomi doppi col trattino indicavano famiglie di gran marca. Nel caso nostro ce lo inserì mio padre, che appunto aveva l'anglomania. Gliela potevo ancora leggere sul viso, sul labbro, sul baffo irrigidito, quando nel '50 andai a salutarlo, morto, a baciarlo in fronte. Non lo vedevo da anni.
Abbreviai la firma a Rodolfo Spada quando incominciai a scrivere per i giornali. Sono stato la grande rivelazione del giornalismo settimanale nel periodo seguente alla fine del dopoguerra. I miei articoli fecero la fortuna dell'azienda periodici che mi impiegò, sollevandola da una posizione di imminente bancarotta a tirature stupefacenti. Non ho dubbi su codesto punto. Non ho mai dubbi su nulla di quel che dico.
Mi sono ritirato nel Veneto, che conosco pochissimo, a Brusò (credo siamo in provincia di Padova) e mi dispongo a riordinare le idee e i programmi. Abito in due stanze d'una piccola villa dimolto trascurata, con facciata palladiana arrugginita, nell'entroterra fra pioppi. Proprietà di Angelantonio Fornasier, industriale e genio, mio amico, che doveva essersi dimenticato di possederla. Glielo rammentai io e mi fece: "Sei sicuro? E allora va', va' là". Non pago affitto e mi nutro bene con pochissimo. Date le spese minime, con il denaro che ho potrei sostenere qui dieci anni di clandestinità. Fornasier e il suo figliolo sono i soli a sapere ch'io son qui.
Non ho pazienza per le descrizioni di natura che trovo inutili. In ogni modo, di qui, con un nulla di fatica per me (sono secco e minuto ma fatto di fili d'acciaio), in due ore a piedi per campi, e poi vagando per canali deserti a remi incrociati, con arte bimillenaria che io, sportivo polivalente, apprenderò subito, potrei raggiungere una valle da pesca e da caccia in botte, e là, nella casa che sta al centro, trovare ulteriore sicurezza; è tutto proprietà di Fornasier: una specie di sconfinato acquitrino il cui estremo orizzonte è formato da una linea sfumata e bizantina di case e campanili che sarebbe poi la città di Venezia.

[NOTA: Si tratta effettivamente della prima versione del primo capitolo di Domani improvvisamente (cfr con l'incipit del libro). Si nota, confrontando il testo, come il lavoro di limatura volto a integrare il racconto nel romanzo sia consistito nell'approfondire la personalità di Spada e il contesto della vicenda (qui non ci sono ancora riferimenti alla sua condizione di fuggiasco e braccato), e nel rifinire al meglio la prosa].

AA.VV.: Racconti Italiani, Selezione dal Reader's Digest, 1970