|
P.M.P.
Più che altro io sono un compilatore. Per raccontare la storia
di Arrigo Paolotti, delle sue azioni e vicende come direttore esecutivo
del Centro e come uomo, e del suo decisivo viaggio europeo nel lontanissimo
1974, mi servirò di tre fonti: il Busa, il Lundquist, e lo
stesso Paolotti. Indicherò queste fonti in cima ai rispettivi
capitoli: Carte Busa, Carte Lundquist, Carte
Paolotti. Il mio sarà una specie di montaggio o di collage.
Tenterò un minimo di ordine, sforbicerò carte in un
punto per incollarle in un altro, ma questo non come mia azione
di disturbo o di commento (le carte parlano da sé), piuttosto
per tentare di chiarire le personalità degli individui e
lo svolgimento dei fatti entro quell'entità, del resto tanto
vaga, che è il tempo.
Busa scrive un italiano perfettamente scorrevole ma può darsi
che qualche lettore sia disturbato da un gusto per le rime, le allitterazioni
e altri giochi, che ogni tanto lo piglia come un tic, e che io credo
sia una maniera di nascondere, sotto arabeschi verbali, il senso
della disperazione. Capisco questo senso che Busa ha, perché,
in fondo, lo condivido.
Quanto a Lundquist, ciò che uso delle sue carte è
tratto da una specie di memoriale, in parte scritto, in parte trascritto
da registrazioni al magnetofono. Sven Lundquist vi si serve principalmente
dell'italiano che sa benissimo (lo parla con accento veneto) ma
in certi casi anche dello svedese e dell'inglese; conosco abbastanza
queste due lingue e credo che le mie traduzioni risulteranno completamente
mimetizzate.
Il padre di Sven, Alf Lundquist, ebbe un posto eminente all'Istituto
per l'Analisi del Linguaggio e della Comunicazione (me ne occupai
in un lavoro intitolato Il ponte dell'Accademia) nella
parte Ovest degli Stati Uniti d'America. Alf Lundquist, come risulta
anche dalle carte Paolotti, fino alla morte rimase là, non
più all'Istituto ma in un grande alloggio per vecchi di lusso,
detti anche convalescenti terminali. Suo figlio invece, il nostro
Sven, è adesso nella terra degli avi, la Svezia, degente
d'un comodo ospedale psichiatrico dove ha prodotto il memoriale
da me usato.
P.M.Pasinetti: Il
Centro, Rizzoli 1979.
|