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E gli disse: "Va a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Gv 9 Vs 7 Primo tema.


Titolo: Le acque di Siloe.


Argomenti: La cecità dell'uomo è voluta da Dio. L'uomo è cieco perché non vede il significato delle cose. La cecità dell'uomo rivela il suo destino. La via per arrivare alla Luce. I desideri sporcano l'uomo. Lavarsi vuol dire purificarsi dai desideri del mondo. Dio nell'uomo ha unito la terra alla Sua opera. L'Intenzione di Dio è il Mandato di Dio. Immergersi nelle acque di Siloe, vuol dire comprendere la situazione dell'uomo nel Pensiero di Dio.


 

22/marzo/1987  Casa di preghiera Fossano


 - Esposizione di Luigi Bracco -


Siamo giunti al versetto sette e Gesù dice a quell'uomo che era cieco dalla nascita: "Va a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Mandato, Inviato), quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva".

Qui abbiamo questo concetto principale: "Va, lavati nella piscina di Siloe che vuol dire mandato".

Quell'uomo andò, si lavò e ritornò che ci vedeva.

Il tema si oggi è: "Le acque di Siloe".

Questa è Parola di Dio e anche qui dobbiamo chiederci qual è il significato, la lezione per la nostra vita essenziale, interiore spirituale, che Gesù vuole darci con questo fatto.

Sopratutto con queste sue parole.

Che cosa Dio ci vuol manifestare di Sé attraverso quest’avvenimento?

Gesù aveva fatto del fango con la saliva e poi l'aveva posto sugli occhi ciechi di quell'uomo.

E abbiamo visto domenica scorsa il significato di questo fatto.

La conferma che Gesù non vuole...

D'altronde l'aveva già detto precedentemente quando i suoi discepoli gli avevano chiesto: "Chi ha peccato? Lui o i suoi genitori dal nascere cieco".

E Lui già aveva detto: "Né lui, né i suoi genitori hanno peccato, ma è così perchè si manifestino le opere di Dio".

Gesù ponendo quel fango ha voluto significare che Lui stesso confermava la cecità di quell'uomo, che non era effetto di colpa o di peccato, ma che rientrava nel disegno di Dio.

L'uomo è cieco perchè ha gli occhi pieni di terra.

E Gesù riempiendo, coprendo  di terra gli occhi di quel cieco, ha voluto confermare che Lui stesso voleva questa situazione qui in quel luogo.

Tutte le situazioni in cui gli uomini si trovano, in cui noi ci troviamo, non dobbiamo mai riferirle a peccato o a colpa.

Ma in tutto (Dio solo è il Creatore), in tutto noi dobbiamo vedere la Volontà di Dio.

È Dio che vuole questo.

Però se Dio vuole che l'uomo abbia gli occhi pieni di terra, non vuole che l'uomo viva con gli occhi pieni di terra.

L'uomo è cieco ma la sua cecità ha uno scopo ben preciso.

Gesù dice che l'uomo è cieco non per il peccato.

Lo dirà poi ancora all'ultimo.

Dice: "Se foste ciechi, non sareste in colpa".

Quindi l'uomo è cieco non a causa del peccato.

Quindi è inutile analizzare per giustificare la cecità dell'uomo con il fatto del peccato.

Gesù dice: "Perchè siano manifeste in lui le opere di Dio".

L'uomo è cieco perchè vede la terra, vede le cose del mondo, ma non vede il significato, non vede il perchè delle cose.

L'animale vede le cose della terra ma l'animale non è cieco.

Noi vediamo le cose della terra e ci accorgiamo di essere ciechi.

Noi ci accorgiamo del mistero che ci circonda.

Tutto l'universo è immerso nel mistero.

Su tutto grava un punto interrogativo.

Sulla stessa nostra vita grava questo punto interrogativo.

Perchè si nasce?

Perchè si muore?

Perchè si soffre?

Perché si corre?

Perché si sta fermi?

Perchè tutti i fatti avvengono?

Perchè la storia?

Perchè questo e perchè quello?

Perchè esiste il mondo così?

Perchè è fatto così?

Come mai l'uomo avverte questo?

Cioè l'uomo sa di essere cieco

E soffre, patisce di essere cieco, cioè soffre e patisce di non capire.

La cecità in cui si trova l'uomo sta nel fatto che l'uomo vede le cose ma, non capisce il significato delle cose, il perchè delle cose.

È un grande segno questa cecità qui dell'uomo.

Ed il segno è questo: nella cecità dell'uomo si rivela il destino dell'uomo.

Si rivela la vocazione dell'uomo.

Quindi la cecità dell'uomo non è una aberrazione.

Ma è la significazione di una vocazione.

Se l'uomo non avesse come destino la luce non patirebbe la mancanza della luce.

L'animale che non ha per destino la luce non patisce la mancanza della luce.

Il primo grande significato della cecità dell'uomo è che l'uomo ha come destino la luce.

Possiamo dire che Dio ha creato l'uomo cieco, perchè l'ha destinato a essere Lui la luce dell'uomo.

È per questo che l'uomo esperimenta la notte in tutte le cose.

E fintanto che non trova Dio, l'uomo soffre patisce la privazione di Dio, la privazione di questa conoscenza.

Questo vuol dire che Dio creando l'uomo l'ha creato per essere illuminato da Lui e solo da Lui.

E proprio perchè l'ha destinato per questo, l'uomo, chiunque incontri che non sia Dio, patisce la mancanza della luce.

E fintanto che non trova Dio, patisce la mancanza della luce.

Quindi la cecità dell'uomo, il senso del mistero, questo non capire il senso di tutte le cose ha un grande significato, è un grande segno.

Ma se la luce è il destino dell'uomo, il fine, come l'uomo può arrivare a questo destino?

Come l'uomo può arrivare a questa luce?

Come l'uomo può trovare Dio?

Qui troviamo la significazione di quello che Gesù qui sta facendo.

Gesù dopo aver spalmato di fango, gli occhi di quell'uomo già cieco, quindi dopo avergli praticamente significato che Lui stesso confermava la situazione in cui lui si trovava, gli dice:"Và, lavati nella piscina di Siloe".

Ecco la via per arrivare alla luce.

Infatti quell'uomo andò, si lavo e tornò che ci vedeva.

Tutto questo è opera di Dio, Gesù aveva detto: "Quest'uomo è cieco affinché siano manifeste le opere di Dio".

Essendo l'uomo destinato alla luce, l'opera di Dio è per significare all'uomo la via che conduce alla luce.

La via attraverso la quale l'uomo può giungere alla luce del suo destino, al suo fine.

Qui abbiamo tracciata per tutti noi per ogni uomo la via.

Abbiamo detto che ogni uomo nella sua vera dimensione è cieco e quando crede di vedere, ritiene di vedere, qui è in situazione di peccato.

Quindi il peccato non sta nell'uomo cieco, il peccato sta nell'uomo che crede di vedere o che dice di vedere.

Qui abbiamo il come, la significazione della strada, il tracciamento della strada.

E abbiamo questa strada che è indicata da questi verbi: "Va, lavati nella piscina di Siloe".

Il problema è andare, lavarsi e poi le acque di Siloe.

Qui c'è una precisazione, dice  "Le acque di Siloe che vuol dire mandato".

Abbiamo detto che c'è la precisazione.

Gesù mandò quell'uomo cieco a lavarsi nella piscina di Siloe e c'è la precisazione: "Siloe che vuol dire mandato".

Ora prima di tutto: "Va e lavati".

Evidentemente si parla di lavarsi a uno che è sporco.

E allora il primo termine da approfondire è questo sporco.

Cosa significa questo sporco?

Sporco, inquinato.

È ciò che l'uomo raccoglie camminando in terra.

Gesù dice: "Chi ha fatto il bagno non ha bisogno di essere lavato, non ha bisogno che di lavarsi i piedi".

Dice: "I piedi si sporcano camminando in terra".

E perchè si sporcano?

È perchè l'uomo qualunque cosa veda o tocchi in terra, gli resta appiccicata, se la porta con se.

L'uomo diventa figlio delle sue opere e tutto ciò che vede o tocca, provoca in lui passioni e desideri.

Lo sporco, l'inquinamento è dato dal desiderio.

L'uomo puro è l'uomo che ha un desiderio unico.

E soltanto i puri di cuore possono vedere Dio: "Beati i puri di cuore perchè questi vedranno Dio".

Il che vuol dire che fintanto che c'è dello sporco nel cuore, questo ci rende incapaci a vedere Dio, quindi a vedere la nostra luce, ecco per cui c'è la notte.

Tutto quello che noi vediamo e tocchiamo nel mondo (tutto opera di Dio) senza riportarlo a Dio, senza cercare in Dio il significato, senza raccoglierlo in Dio, questo provoca in noi desideri.

E i desideri ci macchiano.

Già San Giovanni della croce diceva che quello che macchia l'anima dell'uomo sono i desideri.

Ecco allora questa necessità di lavarsi.

Lavarsi vuol dire quindi purificarsi.

Purificarsi da quei tanti desideri che si formano in noi guardando e toccando le cose del mondo.

Noi nel pensiero del nostro io, in tutto quello che vediamo e tocchiamo, già avvertiamo la tentazione di possederlo, ecco il desiderio.

Il desiderio di possedere, di avere con noi.

È più si moltiplicano questi desideri e più noi veniamo a trovarci inquinati.

Perchè sono questi che impediscono a noi la disponibilità interiore per dedicarci a Dio, per occuparci di Dio, fino ad arrivare a vedere Dio a conoscere Dio.

Ma come fare per liberarci da questo sporco, da questo inquinamento, da questo rumore?

Quante volte noi confessiamo, riconosciamo che quando cerchiamo di metterci in silenzio per ascoltare Dio, perché Dio parla dentro di noi, noi avvertiamo il rumore.

Il rumore di tutti i fatti del mondo, il rumore di tutte le cose che abbiamo detto, ascoltato.

E come ci accorgiamo di come il rumore di tutte queste cose che sono entrate in noi, ci impedisce di ascoltare Dio!

È l'inquinamento.

Come fare per liberarci da questo rumore, per disinquinarci, per lavarci da questo sporco?

Gesù dice nella piscina di Siloe, nelle acque di Siloe.

Si, ma cosa significano queste acque di Siloe?

Il Vangelo ce lo precisa, Siloe vuol dire "mandato".

Mandato da chi?

Per capire dobbiamo tenere presente quale è la situazione dell'uomo a cui abbiamo già accennato le altre domeniche.

Dio creando l'uomo l'ha fatto dal fango della terra e qui troviamo il fango.

Dal fango della terra.

Per cui l'uomo è costituito da due grandi fattori: il fango della terra, la materia e l'opera di Dio.

L'uomo non è soltanto materia, fango terra.

L'uomo è fatto di terra ma l'opera è di Dio.

E se questo è ciò che costituisce l'uomo, bisogna sempre tenere presente la materia, il fango ma anche l'opera di Dio.

Se l'uomo trascura l'opera di Dio, se non tiene presente l'opera di Dio, quindi la presenza di Dio, l'uomo scopre di essere soltanto materia, soltanto fango.

Quindi l'uomo che trascura Dio tocca con mano a un certo momento di essere soltanto terra.

"Cenere sei e cenere ritornerai".

Terra sei e terra ritornerai, se tu trascuri Dio.

Ma, ho detto, l'uomo non è solo terra, Dio l'ha tratto dalla terra.

Ma l'opera è di Dio.

E Dio dice all'uomo: "Non dividere quello che Io ho unito".

Quindi Dio formando l'uomo ha unito due cose, ha unito la terra alla sua opera.

L'opera abbiamo detto è di Dio e l'uomo non deve disgiungerla.

Se la disgiunge trova solo terra, solo materia.

Trova la sua colpa.

L'uomo deve mantenere presente l'opera di Dio.

Ma se tiene presente l'opera di Dio cosa succede?

Succede che l'uomo deve assorbire tutto nell'opera di Dio.

Deve riconoscere che tutto è opera di Dio.

Quindi la situazione in cui l'uomo si trova, non la deve analizzare in se stesso.

Non deve attribuirla a una sua colpa.

O a colpe di altri, della società o del mondo.

Non deve attribuirla alla materia.

La situazione in cui l'uomo si trova, deve vederla come opera di Dio.

L'uomo è opera di Dio.

E se si vede come opera di Dio, l'uomo è tenuto a vedere in tutto l'Intenzione di Dio.

L'intenzione è ciò che viene da ciò che uno è.

L'intenzione viene dalla persona stessa.

E soltanto conoscendo la persona che conosciamo l'intenzione di quella persona.

Allora l'intenzione è il "mandato" da Dio.

Il Pensiero di Dio, l'Intenzione, il Fine per cui Dio opera, quello è il mandato di Dio.

Quella è Siloe, mandato.

Ora Gesù mandando quell'uomo a lavarsi nelle acque di Siloe, l'ha mandato a lavarsi nell'Intenzione di Dio.

L'Intenzione di Dio è il Cristo.

Quindi qui abbiamo la purificazione.

L'uomo si purifica in quanto si immerge e quindi porta il suo problema, la sua situazione nell'Intenzione di Dio.

La porta nel fine per cui Dio opera tutte le cose.

L'uomo si purifica lì, in quanto raccoglie tutto lì.

Ma il fatto di raccogliere tutto nell'Intenzione di Dio porta l'uomo a vedere, a guardare i suoi problemi, la sua situazione, il suo mondo, a vederlo con gli occhi pieni di cielo.

Perchè l'Intenzione di Dio è il cielo di Dio.

L'uomo, la sua stessa terra la deve guardare dal cielo.

Solo così il suo occhio diventa illuminato e diventa puro.

E quando l'occhio è puro, tutto diventa puro.

Anche tutto il nostro mondo, il nostro corpo, la nostra materia diventano pure.

Gesù stesso dice che "Luce del tuo corpo è il tuo occhio".

"Se il tuo occhio è puro tutto è chiaro per te".

Ma cosa è che rende l'occhio puro?

Abbiamo detto che luce dell'uomo è Dio.

"Se invece il tuo occhio è ottenebrato, quanto grandi saranno le tenebre del tuo mondo".

Quindi l'uomo può illuminare i suoi problemi, le sue situazioni soltanto in quanto si porta nel cielo di Dio.

In ciò che discende da Dio.

In ciò che è mandato da Dio nell'intenzione, nel fine di Dio.

Qui abbiamo la possibilità della purificazione.

"Quegli andò si lavò e tornò che ci vedeva".

Ho detto che Gesù qui traccia la via per giungere alla luce.

I suoi occhi erano ciechi dalla nascita, portò tutto il suo problema nella Intenzione di Dio, nelle Parole di Dio, in ciò che veniva da Dio, ritornò che ci vedeva, aveva trovato la sua luce.

Basta questo cenno per rendersi conto della grande differenza che c'è tra la Volontà di Dio e l'operare, le analisi degli uomini.

Qui immergersi nelle acque di Siloe vuol dire comprendere la situazione dell'uomo nel Pensiero di Dio.

Invece gli uomini tendono a giustificare, a capire la situazione degli uomini analizzando gli uomini.

Gli uomini tendono a giustificare tutto nel male.

A vedere il difetto, la zizzania, a criticare l'uomo.

O a mettere in evidenza il suo male, credendo che mettendo in evidenza il suo male si guarisca l'uomo.

L'uomo non si guarisce indicandogli il male, ma indicandogli il bene, collegandolo con Dio.

Perché la situazione in cui l'uomo si trova non è colpa dell'uomo ma è opera di Dio.

E l'opera di Dio può essere giustificata soltanto in Dio.

Quindi solo comprendendo la situazione in cui l'uomo si trova, (fosse anche peccatore) nel cielo di Dio, nell'Intenzione di Dio si guarisce l'uomo.

L'uomo si ammala perchè non vede la luce, non tocca niente di Dio.

"Solo che io possa toccare qualche cosa di Dio e sarei guarita".

L'uomo si cura e si guarisce come Gesù qui ha indicato che si cura e si guarisce.


 - Conversazione -


E.: È stato molto bello il concetto positivo della cecità: Dio crea l'uomo così, perchè lui sentendo l'esigenza di Dio, si impegni a recuperare il suo Principio da cui solo può avere la luce.

Luigi: E sopratutto la cecità rivela la vocazione dell'uomo.

Cioè, Dio vuole essere la luce dell'uomo.

E siccome Dio vuole essere la luce dell'uomo lo rende cieco in tutto ciò che non è Dio.

Perchè è Lui che vuole essere la luce dell'uomo.

Quindi rivela il destino dell'uomo.

E.: Diventa una cosa positiva questa cecità.

Luigi: Infatti Gesù dice: "Se foste ciechi non sareste in colpa".

L'uomo è in colpa in quanto scambia per luce quello che non è luce.

Allora qui c'è la colpa perchè trascura Dio.

Trascurando Dio allora per me la luce sono le creature, diventa il mondo.

Allora divento un animale, perchè l'animale non ha bisogno di luce.

La realtà per l'animale è quello che vede e si adegua a questo.

L'uomo se non tiene presente Dio, per lui, la realtà è il mondo e allora vive secondo il mondo e allora crede di vedere.

Non ha bisogno di luce qui.

E.: La cecità non conferma l'uomo in quel grado di cecità in cui Dio lo crea, la cecità può diventare sempre peggiore fino alla impossibilità di recuperare la luce, perchè l'uomo toccando le cose della terra che non conosce, viene da queste sempre più caricato e reso più schiavo.

Luigi: Per cui l'uomo è cieco però deve ascoltare.

L'uomo è cieco ma non è sordo, deve ascoltare la Parola di Dio.

La situazione in cui ti trovi con la tua cecità, non è quindi una colpa tua, ma è una situazione voluta da Dio.

Ma è voluta da Dio perchè tu cerchi la luce.

La Parola di Dio ti sollecita, non ti dice che devi restare cieco.

Qui Gesù non chiede mica: "Vuoi la luce?".

È implicito che l'uomo cieco desidera la luce.

La Parola di Dio mentre ti conferma che la situazione in cui tu ti trovi non è effetto di colpa, ti invita però a desiderare la luce.

E.: Debbo vederla come opera di Dio...

Luigi: Come premessa per la luce.

E.: E contemporaneamente come impegno a cercare...

Luigi: Perchè la luce appartenendo ai doni maggiori non può essere donata se non là, dove è desiderata.

Allora Lui ti carica di fango, per farti desiderare la purificazione e la luce.

Perchè soltanto desiderandola, la puoi ottenere.

Ecco per cui l'uomo si trova in una situazione di cecità.

Perchè fintanto che non desidera la luce, non può ottenere la luce, perchè la luce viene data soltanto là, dove è invocata, desiderata, cercata.

E.:E vedendola come opera d Dio non può non interrogarsi sull'intenzione.

Luigi: Certo sul significato, dicendo: "È colpa mia" non interrogo più sull'Intenzione di Dio.

Ma se invece interrogo sull'Intenzione di Dio....

E.: Ma non posso neppure dire che è colpa mia o dell'ambiente.

Luigi: Sì ma posso dirlo e se lo dico è finito tutto.

Perchè attribuendolo a me, non fosse altro che al mio peccato o alla mia colpa, non cerco più il significato presso Dio.

E allora mi fermo.

Mi fermo alla mia cecità, mi rassegno alla mia cecità.

Mi rassegno alla notte.

Dio non ti ha messo nella notte perchè tu ti rassegni alla notte.

Devi capire che la notte in cui ti trovi è dinamica.

Cioè, questa notte va verso un'alba.

E.: Un'alba oppure una notte più buia.

Luigi: Ecco, ma allora sei in peccato.

E.: Cioè, c'è il rifiuto all'impegno a riconoscere l'Intenzione per cui Dio ci fa ciechi.

Luigi: Cioè non vai a lavarti nel "mandato da Dio".

Nell'Intenzione di Dio, nel Pensiero di Dio.

P.: La Parola di Dio che arriva all'uomo che si trova in una situazione di cecità, dà all'uomo la possibilità di collegare questa cecità nella causa, e nella causa la cecità è illuminata e quindi siamo illuminati.

Tu dici sempre ed è vero, che ci sono due situazioni attraverso le quali l'uomo può arrivare a Dio: intelligenza o esperienza. In tutte due le situazioni l'uomo è cieco, però c'è una diversità.

Dio crea l'uomo cieco, affinché l'uomo si apra a conoscere Lui ma l'uomo cieco comincia a vivere per le cose del mondo, l'Intenzione di Dio invece è una sola in tutte due le situazioni, aprire l'uomo all'interesse per conoscere Dio

Luigi: Si perchè tu non puoi separare la creatura dal Creatore.

Non devi!

A meno di fare un'ingiustizia.

Perchè la creatura non è opera tua.

La creazione non è opera tua.

La situazione in cui tu ti trovi non è opera tua.

Ecco perchè non devi attribuirla al tuo peccato.

Nemmeno al peccato come opera tua.

Perché tu dici: "Il peccato è opera mia".

No, la situazione in cui ti trovi è opera del Creatore.

Tu non disgiungere l'esistente dal Creatore.

Se non lo disgiungi dal Creatore necessariamente cerchi  il Pensiero, l'Intenzione, il significato del Creatore presso di  Lui.

Cioè vai a lavarti, a bagnarti alla piscina di Siloe.

E.: Quindi ogni anima nel suo cammino incontra la Parola di Dio che gli dice: "Va a bagnarti alla piscina di Siloe"?

Luigi: Certo, perchè la Parola di Dio si fa strada per i nostri passi verso la luce.

E.: Quindi questo cieco rappresenta ciascuno di noi.

Luigi: Ognuno di noi certamente.

E.: Ogni anima incontra la Parola di Dio che gli dice di purificarsi?

Luigi: Certamente.

Noi potremmo anche chiederci perchè Gesù incontrando quel cieco non lo ha guarito senza nessun altro mezzo.

Poteva guarirlo lì, come ha guarito quel paralitico nella piscina, invece ha messo il fango, gli ha detto : "Va a lavarti".

A un certo momento può restarci il dubbio che sia stato guarito dall'acqua di Siloe, oppure dal fango miracoloso, no questo è per tracciare la via ad ognuno di noi.

Siccome noi siamo portati in situazione di difetto ad attribuire questo alla mia colpa, oppure ai miei antenati o alla colpa della società.

Il Signore dice "No", Lui stesso ti pone il fango, quasi a dirti che Lui stesso ti acceca.

È volontà di Dio questa, Lui stesso ti dice: "Va e lavati nell'acqua" e questa acqua ha un significato, perchè vuol dire "mandato".

Vai quindi a bagnarti in ciò che viene da Dio, in ciò che discende da Dio.

E.: E quindi il non andare vuol dire rischiare di trovarsi in una maggior cecità.

Luigi: Certamente, è logico, qui è una cecità che diventa poi colpa.

"Se non avessi parlato non sareste in colpa".

Quindi prima che Lui parli, l'uomo non è in colpa.

È cieco ma non è in colpa.

Dal momento in cui Lui parla, se tu non lo ascolti, qui inizia la colpa.

Qui sei tu che scarti, scarti la pietra fondamentale.

X.:-----------------------------

Luigi: Ma dobbiamo lavarci in quello, questo lavarci che vuol dire immergerci.

Devi cioè portare i tuoi problemi, quelli che attualmente ti sporcano, devi portare la realtà dei tuoi problemi nel suo Pensiero, nella sua Parola, nell'Intenzione di Dio.

X.: E collegare.

Luigi: Collegare, cioè raccogliere tutto in questo Fine qui, Dio opera ogni cosa per portarci a conoscere Lui.

E quindi vedi tutte le cose come mezzi per arrivare a Lui.

Ordina tutte le cose in questo Fine qui.

Man mano che tu ordini tutte le cose nel Fine, tutto si purifica in te.

Noi siamo inquinati in quanto consideriamo le cose separate dal Fine.

Allora la cosa separata dal Fine mi inquina.

Perchè forma in me dei desideri.

Se considero una casa, una macchina,una creatura senza collegarla con Dio, divento desiderio della macchina, della casa, della creatura.

Il desiderio mi inquina ed è finito, non ho più quella purezza necessaria.

M.: Se uno tiene presente l'opera di Dio non pesa più il fango.

Luigi: No, perché lo considera come opera di Dio.

Invece se penso a me stesso inizio ad analizzarmi.

M.: Dà molto coraggio questo.

Luigi: Certo perchè tutto è opera di Dio.

Quindi qualunque sia la situazione in cui tu ti trovi, tu non dire: "Io ho sbagliato perché questo e quell'altro".

No, tu in quanto sei nella situazione in cui ti trovi, in quanto è la tua realtà è voluta da Dio.

Tutto ciò che esiste in quanto esiste è opera del Creatore.

Nulla esiste di tutto ciò che esiste che non sia voluto da Dio.

Tutto è voluto da Dio, tu parti da questo.

Allora se è voluto da Dio, allora che senso ha? Che significato ha?

Quale è l'Intenzione di Dio nel mettermi in questa situazione?

Se cerco l'intenzione già mi vado a lavare nella piscina di Siloe.

G.: Questa situazione di fango è voluta da Dio, però noi vivendo possiamo o sporcarci di più se non raccogliamo in Dio...oppure...

Luigi: Si ma allora io mi sporco in quanto non accetto da Dio.

Non la riconosco come opera di Dio.

Perchè il peccato sta nel non collegare con Dio.

Quindi se io considero la mia situazione e la collego con mie colpe, col mio peccato o con altre cause divido da Dio.

Allora il peccato sta lì, mi sporco in quel modo li.

Sono proprio io che voglio, perchè divido l'opera del Creatore dal Creatore, rubo quindi a Dio quello che Dio sta facendo, allora si capisce che non mi lavo più nella sua Intenzione, cioè mi lavo in quanto cerco la Sua Intenzione.

È la sua Intenzione che mi lava.

A.: Dando a Gesù tutti i nostri problemi...la risposta la si trova solo attraverso il suo Pensiero o è bastato lanciare la nostra domanda a Gesù a si aspetta la risposta?

Luigi: Dio richiede sempre il nostro pensiero, altrimenti diventa fasulla la cosa.

A.: Ma la risposta attraverso la domanda che ho fatto....

Luigi: Ma questa domanda deve diventare pensiero.

Il mio pensiero cioè deve essere sempre in attesa della risposta di Dio, non basta che io a parole abbia fatto la domanda e poi il mio pensiero se ne vada a zonzo.

Il mio pensiero deve restare in quella direzione lì.

Perchè Dio comunica i suoi doni attraverso il pensiero, non attraverso quello che dico con le labbra.

A.: Io non intendevo andare a zonzo col pensiero.

Intendevo questo, cioè una volta fatta la domanda sui propri problemi, la risposta si trova nel suo Pensiero ma non sono mai io, è sempre il verbo, il Pensiero di Dio in noi che ci dà questa risposa.

Luigi: Tu anche quando preghi col pensiero, non con le labbra, non sei tu che preghi, è il Pensiero di Dio in te che prega il Padre, quindi è il Figlio di Dio in te che prega il Padre.

A.: Però c'è anche un atto di responsabilizzazione da parte dell'io?

Luigi: La responsabilità sta in questo: in quanto guardi a Dio.

Dio chiede a te il pensiero.

A.: Guardando a Dio mi arriva la risposta...

Luigi: Ecco, se tu guardi sì, Lui chiede a te il  pensiero.

Dio è spirito, tutto il resto diventa materia.

Quindi Dio comunica a noi, attraverso la dedizione del nostro pensiero.

Ora, quando noi pensiamo Dio, il nostro pensiero si unisce al Pensiero di Dio.

Non siamo più noi che pensiamo Dio, è Dio che si fa pensare da noi.

Se ci fa aspettare, ci fa aspettare unicamente perchè in noi c'è dello sporco, dell'inquinamento e allora è necessaria la veglia, perchè attraverso la veglia noi ci disinquiniamo.

L'attesa ci purifica.

Quindi Dio ci fa aspettare fino a quel punto in cui in noi si è formata una situazione tale di purezza da poter ricevere quello che domandiamo.

Dio non si diverte mica a farci aspettare.

Se ci fa aspettare, ci fa aspettare unicamente perchè si formi in noi quella capacità, quel vuoto di tazza da poter ricevere il dono che noi gli chiediamo.

Noi il più delle volte siamo una tazza piena, noi chiediamo ma Lui non ci riempie la tazza, perchè la nostra tazza non può ricevere, è già piena, non può ricevere.

Se si donasse noi lo sprecheremmo.

Allora Lui aspetta che la tazza in noi si svuoti (veglia) in modo da diventare capace di ottenere, ricevere quello che Lui ci vuol donare e che noi stessi gli chiediamo.

Infatti Lui dice: "Chiedete e otterrete, perchè viene dato a colui che chiede e viene aperto a colui che bussa".

A.: Quindi tutto consiste nel dare e nell'aspettare.

Luigi: Dare ma, dare col pensiero che è interesse: va, bagnati, lavati in questa piscina di Siloe, quindi immergiti col pensiero nell'Intenzione di Dio, nel Pensiero di Dio.

Mettiti al sole, il sole ti fa diventare nero ma portati al sole, la tua responsabilità è questa, di metterti al sole.

Tu non puoi diventare nero se stai all'ombra.

Quindi guarda Dio e riceverai da Dio.

A.: Quindi lo stato dell'essere umano è questo, di fermarsi e di aspettare.

Luigi: Di orientarsi a-, di sapere che ogni cosa viene da-.

Tutto ti è dato da Dio perchè Lui è il Creatore, tutto aspettati da Dio, fa conto su Dio.

Tu entri nella luce in quanto fai conto su Dio.

Cosa vuol dire fare conto?

Guarda, sappi che quel dono ti viene da Lui.

Guarda Lui.

Aspettalo, veglia, potrai aspettare anche 50 anni, non importa, stai lì, perchè certamente arriverà.

Perchè l'attesa non è mai inutile, non è mai vana.

L'attesa è per formare in noi la capacità di ricevere quello che noi chiediamo.

F.: Il processo di purificazione è un percorso graduale, giorno per giorno.

Luigi: In quanto tu, la tua situazione la devi portare nell'Intenzione di Dio.

Quindi devi accettare la tua situazione come voluta da Dio, devi portarla nell'Intenzione di Dio.

Per cercare quale è il significato e il Pensiero di Dio, quello ti purifica.

F.: Ogni giorno devi portare la tua situazione.

Luigi: Quindi evitare sempre di analizzare la tua situazione attribuendola a ciò che non è Dio.

Non cercare di capire l'uomo attraverso l'uomo.

Perchè la luce dell'uomo è Dio.

Non cercare di conoscere la terra attraverso la terra.

Cerca di capire la terra attraverso il cielo.

Cerca di capire l'uomo attraverso Dio.

Quindi collega sempre.

L'uomo si salva non dicendogli: "Guarda che sei macchiato".

L'uomo non si salva facendogli vedere la zizzania o dicendogli che deve sradicare la zizzania perchè nel suo campo c'è la zizzania.

L'uomo non si salva così.

L'uomo si salva dicendogli: "Guarda che la situazione in cui ti trovi è voluta da Dio".

Cerca il Pensiero di Dio, perchè Dio ti ha messo in questa situazione.

Cerca l'intenzione di Dio, il Pensiero di Dio.

Man mano che cerchi il Pensiero di Dio, Dio ti libera dalla tua situazione, tutto cambia.

F.: Però qui il cieco non ha avuto bisogno di nessuno che gli indicasse la via per l'acqua.

Luigi: Sapeva benissimo dove era Siloe.

Chissa quante volte si sarà lavato in quella piscina di Siloe.

Chissà quante volte lo avranno condotto a lavarsi in quella piscina di Siloe.

F.: Siamo noi che dobbiamo saperlo.

Luigi: Noi dobbiamo saperlo.

Tanto è vero che Gesù rimprovera Maria e Giuseppe, quando lo cercano per tre giorni e non lo cercano dove Lui si trovava.

"Non sapevate che Io mi debbo trovare nelle cose del Padre mio?".

Quindi il luogo dobbiamo saperlo, l'intelligenza che Dio ci ha dato è proprio per sapere il luogo in cui Dio si trova.

I famosi funghi, se mi metto a cercare funghi in un campo di grano non li trovo, devi saperlo dove sono i funghi.

Altrimenti sei scemo se ti metti a cercare i funghi in piazza o in via Roma.

Quindi il luogo diventa il mezzo di comunicazione, il "trade de union" tra ciò che noi desideriamo trovare, la nostra situazione e l'oggetto che noi desideriamo trovare.

Quindi richiede intelligenza.

"Tu devi sapere dove puoi trovare il Figlio di Dio".

Dio è spirito, quindi non cercarlo in modi di essere, non cercarlo qui o andando là, non pensare di trovarlo facendo delle cose piuttosto che altre.

Dio è spirito e abita nel suo Pensiero e si trova lì.

F. E cercarlo li...

Luigi: Cercarlo nel suo luogo.

Una cosa si trova solo se la cerchi nel suo luogo.

Perchè il suo luogo ti è dato.

F. E fa cadere tutta la zizzania.

Luigi: Ti lava ti purifica e man mano che ti purifica tu vedi.

Vedi la luce.

Perchè la luce splende già, nella nostra notte Dio è presente.

Dio non è uno che va e viene.

F.: Anche l'Apocalisse dice di lavare le vesti.

Luigi: Certo, Certo.

X.: È la luce che ci purifica o già cercando ci purifichiamo?

Luigi: Già la ricerca ti purifica.

La ricerca orientata sulla Parola di Dio.

Quando la Parola di Dio mi orienta...in quanto uno cammina verso...man mano che cammina verso, si libera di tutto il resto.

Quando noi non sappiamo dove andare tutto ci sporca, tutto ci attrae e ci interessa.

Cioè, suscita in noi interesse, quindi ci macchia, noi diciamo che siamo macchiati dai desideri.

Quando uno è orientato incontrando questo e quell'altro dice: "Ah ma io ho fretta, devo andare là".

Ecco, qui abbiamo la purificazione.

La semplificazione mi spiego?

Perchè puro vuol dire semplice.

Uno è puro in quanto ha un amore unico.

Quando uno anzichè avere un amore unico ha tanti amori, lì abbiamo l'inquinamento.

Allora, cammina verso, verso la meta, il Fine.

È il Fine che ti libera, l'uomo non è determinato ne da ciò che ha fatto ne da ciò che è, l'uomo è determinato da ciò per cui vive.

Dal fine.

Succede che noi il più delle volte viviamo e non sappiamo neppure per cosa viviamo e allora siamo macchiati da tutto.

Qualunque cosa che noi vediamo: "Questo mi piace, quello è bello", e moltiplichiamo gli interessi.

La molteplicità di interessi ci sporca in tutto e questo ci rende incapaci di vedere la verità di Dio.

DDD.: L'uomo si sente cieco, lo riconosce e desidera la luce, questo desiderio prima o poi lo porterà alla luce.

Luigi: No prima o poi no!

DDD.: Il desiderio?

Luigi: Non basta mica il desiderio, bisogna cercare dove è la sorgente della luce.

Tutti quanti desiderano Dio, tutti quanti desiderano l'Assoluto, anche l'ateo cerca Dio, ma lo cercano dove non si trova, l'errore grande dell'uomo è che cerca la verità l'Assoluto, la vita, Dio, là dove Dio, la verità, l'Assoluto, la vita non ci sono.

Quindi non basta il desiderio, Gesù stesso dice:"Mi cercherete e non mi troverete, dove Io sono voi non potete venire".

Il che vuol dire che non basta il desiderio.

DDD. Il passaggio dalla cecità alla luce come si avverte? Perchè io oggi posso essere attratta da Dio, poi domani magari ricado.

Luigi: L'attrazione di per sé non è luce.

È il vedere la meta, è il sapere dove puoi trovare la luce che diventa già luce.

Se tu sai il luogo in cui tu puoi trovare la luce, anche se sei lontanissima già quello diventa luce.

Ma solo il desiderio, solo il bisogno è un ammalato che si accorge della sua malattia ma non sa dove sbattere.

Non basta mica il desiderio, un affamato può morire di fame.

Non basta la sua fame per fargli trovare il pane.

DDD.: Ma come faccio?

Luigi: Debbo seguire quello che dice qui Gesù, prima di tutto accettare quello che mi dice, accettare la mia situazione.

La mia situazione così come sono è voluta da Dio.

Poi Lui mi dice: "Va, cammina", cammina verso che cosa? Va a lavarti.

Dove? Nella piscina di Siloe.

E cosa è questa piscina di Siloe?

È l'Intenzione di Dio, è quello che viene da Dio, dal cielo di Dio.

Portati in cielo e guarda la tua terra dal cielo.

Perchè la luce viene da Dio.

Ora Dio come faccio a trovarlo?

Ma Dio abita già in te, basta pensarlo per averlo presente.

Dio è l'unico essere, tutti gli altri esseri non basta pensarli per averli presenti.

Se io voglio trovare Ugo a un certo momento devo andare a casa di Ugo e suonare il campanello, non basta pensarlo.

Dio basta pensarlo.

Quindi nessuno di noi sarà giustificato dal fatto di non averlo trovato.

Perchè Dio si rende accessibile a tutti.

Dio è l'unico essere che basta pensarlo per averlo presente.

Chi pensa Dio forma già una sola cosa con Dio.

Tutti gli altri esistenti, angeli, creature, uomini e donne non basta pensarli per averli presenti.

E.: Gesù dice: "Abramo desiderò vedere il mio giorno, lo vide e ne gioì". Il desiderio ci fa sostanzialmente appartenere a quella realtà a cui tendiamo, senza il desiderio noi non ci muoviamo mica

Luigi: La fame è essenziale per mangiare, per trovare il pane ma non è sufficiente

E.: Abramo desiderò e vide: è desiderio.

N.: C'è un po’ di discrepanza tra il desiderio che intende uno e il desiderio che intende l'altro.

Il desiderio di guarire non è sufficiente, il desiderio di guarire attraverso la conoscenza di Dio, io credo, che diventi sufficiente, cioè il desiderio che è orientato.

E.: Ma il desiderio di Dio che non vuole arrivare alla conoscenza non è desiderio di Dio.

N.:Noi tante volte arriviamo  a capire di aver sbagliato tutto nella vita. Però non sappiamo cosa fare.

Nessuno ci dice la strada, cioè il desiderio deve essere orientato, il momento in cui è orientato, io credo possa essere sufficiente perchè è già luce, è attrazione nella direzione giusta, vedi la via davanti a te. Si capisce che puoi anche rifiutarti di seguirla. Ma se il desiderio è puro di seguire e di  seguire in quella direzione li non vedo perchè Dio debba ingannarlo.

Luigi: Comunque deve essere ben chiaro che non basta il desiderio, il desiderio è necessario ma non è sufficiente.

dobbiamo  tenere presente quello che dice Gesù: "Mi cercherete e non mi troverete, dove Io sono voi non potete venire".

Chi cerca desidera.

E.: Ma Lui lo fa anche con intento pedagogico, nel senso che se volete arrivare al Padre dovete...

Luigi: Ma certo è tutta pedagogia.

È tutto per farmi capire, altrimenti io credo che è il mio desiderio che mi ha fatto trovare, il tuo desiderio non ti ha fatto trovare un bel niente.

E anche la tua fame non basta per farti trovare.

Perchè se Dio non crea il pane, tu muori di fame.

La fame è necessaria perchè Dio mi può mandare il pane e io non avere fame.

Ti invita a nozze ma tu hai altro da fare.

Quindi Lui mi presenta magari il pane ma io non so cosa farmene.

Quindi la fame è necessaria ma non è sufficiente, altrimenti nessuno morirebbe di fame.

E quanti muoiono di fame?

Non basta mica la fame.

E.: Ma vedi la fame come bisogno è indeterminato, io posso orientarmi al pane ma posso anche orientarmi al prosciutto, mentre il desiderio ha un oggetto preciso ben definito.

N.: A me sembra che la differenza sia questa, uno può avere il desiderio di Assoluto e non sa cosa è l'Assoluto.

E.: O un bisogno.

N.: O bisogno, passione, quello che vuoi. Se invece tu hai individuato cosa è l'Assoluto, è un desiderio orientato, allora puoi, o è desiderio sincero o non è desiderio e allora....

P.: Si entra nel Regno di Dio riconoscendo che tutto è stato dono di Dio, se io ho in mente che basta il mio desiderio per ricevere, non posso entrare nel Regno di Dio, per quel motivo lì.

Se no Dio sarebbe obbligato a darci il pane ma Dio è libero.

Luigi: Gesù dice: "Vegliate" ma non basta vegliare, la veglia è necessaria e tu non ti devi stancare di vegliare, però tutta la tua veglia non fa mica arrivare il padrone.

T.: L'uomo è cieco per Volontà di Dio, però quando l'uomo non collega a Dio aumenta la sua cecità.

Luigi: E questo comincia a diventare colpa.

Il peccato sta nel non collegare con Dio.

T.: Però se l'uomo collega con Dio anche questa sua cecità.

Luigi: Fintanto che l'uomo ha la possibilità di collegare con Dio, tutto è voluto da Dio, anche la colpa.

Dio assorbe, capovolge le nostre colpe.

Dio capovolge nel suo cielo tutte le nostre colpe.

Qui è il vero perdono.

Perchè Dio prende su di Sé.

Se invece noi non colleghiamo con Dio, le nostre colpe restano colpe.

E non siamo guariti da uno che ci dice: "La tua colpa è lì".

L'individuazione della colpa non mi guarisce mica, sia chiaro.

P.: Ma l'obbedienza di questo cieco?

Luigi: Guarda che era cieco dalla nascita, quello vuole dire molto.

Vuol dire che è dalla nascita che lui ha sospirato questa luce qui.

Però con tutto il suo bisogno di luce certamente la luce non sarebbe arrivata, non bastava il solo desiderare, il solo fatto di essere cieco per arrivare alla luce, doveva incontrare il Cristo.

T.: Quando lei ha iniziato ha detto che bisogna cercare quello che Dio ci dice di Sé in queste parole e qui dice che bisogna cercare la Intenzione, è la stessa cosa?

Luigi: Si, quello che dice di Sé.

Dio opera per manifestare Se stesso.

E conoscere Dio è tutta la nostra vita.

È la nostra liberazione e la nostra purificazione.

Per cui Dio stesso è, sollecitazione invocazione, è purificazione nostra, è vita e liberazione.

Lui, sempre Lui.

Per cui in ogni situazione in cui mi trovo devo sapere che soltanto da Dio io posso ottenere qualche cosa.

Non dire che tu prima devi purificarti, che prima tu devi fare altro e poi troverai Dio, no.

Dal punto in cui ti trovi, fossi anche tu una prostituta, collegati subito con Dio, Dio ti libererà dalla tua prostituzione.

Ma non dire che prima devi liberarti dalla tua prostituzione e poi ti avvicini a Lui.

L'errore può essere questo.

P.: Quindi quando una creatura è orientata a cercare l'Intenzione...è già Dio che ha preso l'iniziativa....

Luigi: Si, perchè è Lui stesso che fa desiderare alla creatura di capire l'Intenzione sua.

Noi non avvertiremmo il desiderio di conoscere l'intenzione di quella persona se non fossimo già collegati con quella persona.

È la presenza di quella persona in noi, cioè, è l'interesse per quella persona che mi conduce a conoscere l'intenzione.

Perchè l'intenzione è poi quella che m’illumina.

Ho detto molte volte che soltanto conoscendo l'intenzione di una persona abbiamo la possibilità di capire tutto quello che fa quella persona.

Perchè conosco la finalità.

T.: Se non la capisco...

Luigi: Vuol dire che non ho interesse per quella persona.

Se sono nel pensiero del mio io naturalmente traviso tutto, perchè tutte le cose le interpreto a seconda delle mie intenzioni.

È lì l'errore.

L'Intenzione di Dio non è mai la nostra intenzione.

G.: La creatura è sporca, inquinata nel momento in cui è creata oppure quando si allontana dal Pensiero di Dio?

Luigi: La situazione in cui noi ci troviamo, sporchi quanto vogliamo, in quanto ci troviamo in questa situazione qui, attualmente, è voluta da Dio.

G.: E siamo sporchi.

Luigi: Siamo sporchi.

Lo sporco è dato dagli occhi pieni di terra, cioè da tutto ciò che non è Dio.

Tutto ciò che non è Dio, ci sporca.

Fintanto che non troviamo Dio, noi restiamo sporcati da tutte le cose.

Vedo una cosa e come la vedo desidero possederla.

E quello mi sporca.

G.: Ma essendo creazione di Dio...

Luigi: Ma appunto.

Ma questa è creazione di Dio, è Dio che ci fa toccare con mano la nostra situazione di cecità, la nostra situazione di sporco, per dire a noi: "Vatti a lavare".

Perchè se io mi ritengo pulito, perchè sono come Dio mi ha voluto, mi ritengo pulito, se Lui mi dice: "Vatti a lavare" non lo capisco, non capisco perchè mi debba andare a lavare quando sono pulito.

Soltanto se Dio mi fa capire che sono sporco, allora capisco anche la ragione di ubbidire alla parola che Lui mi dice:"Lavati!".

Dio prima mi fa trovare in una situazione, poi mi dice una parola corrispondente a questa situazione.

Per cui in me c'è una certa ragione per ascoltare la parola.

Lui non mi fa cadere la parola dal cielo in modo che non la capisco.

La parola che Lui mi fa arrivare me la fa arrivare in modo che in me c'è una giustificazione.

"Ah è vero, perchè io sto in questa situazione qui."

Quindi ha una certa giustificazione.

Gesù gli ha posto il fango e poi gli ha detto: "Vatti a lavare", poteva dirgli di andarsi a lavare prima di mettergli il fango ma l'altro non avrebbe capito.

Lui poteva non avere in sé la forza di andarsi a lavare perchè poteva pensare di essere pulito.

Invece quello, con il fango negli occhi aveva una ragione per andarsi a lavare, non fosse altro che per togliersi il fango.

Quindi Dio ci carica di una certa situazione, di un problema, la nostra cecità per noi è un problema, Dio ci carica di problemi, però dice: "Non risolverlo con i tuoi mezzi, ma adesso il tuo problema portalo in Me".

Lui poteva benissimo non metterci nei problemi, non sporcarci.

Ma ci sporca perchè soltanto in quella situazione lì, possiamo essere capaci di ascoltarlo.

Cioè, possiamo partire, desiderare quella cosa che soltanto se desiderata può essere donata.

Perchè i doni maggiori di Dio, sopratutto la luce, possono essere donati, solo là dove sono desiderati, pensati.

Altrimenti non possono essere donati.

Quindi Dio ci dà tante cose: l'universo, la vita, eccetera, indipendentemente da noi, anche se noi non li desideriamo.

Noi siamo vivi, attualmente, apparentemente vivi indipendentemente da noi, nessuno ci ha chiesto: "Desideri la vita?".

Ma questa vita qui ci è data soltanto perchè Lui ci interroghi e ci chieda: "Desideri vivere?".

C'è una altra vita che ci aspetta.

Quest'altra vita non mi può essere donata se non la desidero.

Allora, Lui mi mette in situazione da poter desiderare ciò che soltanto desiderandolo lo posso ottenere.

J.: Allora se noi abbiamo presente questo, siamo in collegamento con Lui.

Se io attribuisco agli altri che so il fatto di essermi ferito...

Luigi: Oppure sono io che mi sono ferito è finito.

J.:Allora il mio pensiero va agli altri che mi feriscono e allora sono portata a giudicare.

Luigi: Cioè io collego una mia situazione (una mia ferita) con una altra causa, indipendente da Dio, quindi separo da Dio.

No, tu devi collegare quello che hai ricevuto con Dio, qualunque situazione.

Vedi come Dio ti libera dal peccato.

A un certo punto il nostro io vuole addirittura possedere le colpe....la colpa è mia, la colpa è mia!

E ci chiudiamo lì dentro.

Tutte le malattie psichiche derivano da questo fatto.

La grande liberazione di Dio è questa: "Guarda che è tutto opera mia".

Sapendo che tutto è opera di Dio adesso allora lo ragiono con Dio.

Perchè c'è una lezione personale, ma devi ragionarla con Dio.

Vatti a lavare nella piscina di Siloe.

J.: E sapendo che tutto mi viene da Lui allora devo collegare tutto con Dio.

Luigi: Si, devo collegare tutto con Lui e devo evitare di collegarlo con altro.

J.: E cammino sulla sua parola...

Luigi: Certo.

J.: Perchè dipende da Lui, se invece io penso che dipende dagli altri, allora.....

Luigi: Certo

N.:La situazione di cecità equivale a qualunque situazione negativa che noi esperimentiamo: di non libertà, di conflitto, di angoscia...

Luigi: Qualunque problema

N.: E quella è una situazione che può svegliarci al desiderio di essere guariti. E al desiderio di cercare nella direzione giusta. Il diventare consapevoli che quell'Assoluto che noi stiamo cercando è la verità di Dio.

Logico che non è sufficiente, perchè non siamo noi che creiamo la nostra salvezza.

La nostra salvezza ci viene sempre da Dio.

Tanta gente dice di aver sbagliato tutto nella vita e lì c'è il desiderio di guarire però non si sa dove andare a sbattere la testa.

Mentre invece c'è la volta in cui tu cominci ad essere orientato.

Allora ecco l'attrazione  che ti dice "Nessuno viene a Me se non è attratto dal Padre".

L'attrazione è la condizione necessaria; naturale che poi è necessaria la parola.

E la parola  ci viene solo da Cristo.

Mentre la colpa più grande è quella del cieco che crede di vedere.

Dio ci offre la possibilità di liberazione ma noi il più delle volte la rifiutiamo.

Quello è il peccato contro lo spirito.

Quello è inguaribile.

F.: È importante che Dio ci convinca che la nostra situazione è voluta da Dio.

Luigi: Perchè ne dubita?

Guardi che Dio è il Creatore.

Lui è il Creatore, non è stato, è!!

Dio è fuori dal tempo, allora non è stato il Creatore, ieri ha creato e oggi non crea più?

Se esistesse un granello di polvere o un avvenimento, oggi, di cronaca qualunque, che non fosse voluto da Dio, Dio non sarebbe più Dio, scomparirebbe come Dio.

Lui è il Creatore, altrimenti sarebbe sorpreso da un avvenimento che non ha voluto Lui.

E allora non è più Dio.

Dio ha in Sé la ragione di tutto.

È la verità.

Quindi ha in Sé la ragione di tutto, di tutto.

Un filo d'erba che spunta adesso, è voluto da Dio.

In Dio c'è la ragione del filo d'erba.

I.: Allora tutto il male che c'è nel mondo non è voluto da Satana?

Luigi: Satana è dentro di noi che divide.

Se Dio mi manda una caramella dico: "Signore come sei buono", se Dio mi manda una disgrazia non dico più grazie al Signore.

Qui per noi non è più il Signore, e allora noi sbagliamo tutto.

Allora, io attribuisco a Dio quello che conviene a me, quello che piace a me e invece quello che non piace a me, lo attribuisco al demonio, allora io divido, faccio due creatori.

Ora non ci sono due esseri in conflitto, Dio regna anche nell'inferno.

Dio regna in tutto, in cielo in terra in ogni luogo.

Quante volte diciamo nel Credo:"Dio Creatore di tutte le cose visibili ed invisibili".

Tutto, tutto, niente escluso.

F.: Pero il terrorismo le chiamano le opere di Satana.

Luigi: Tutto è voluto da Dio.

E più siamo distanti da Dio più Dio ci mette in situazioni di guerra, di conflitto, di terrorismo.

Per dire a noi: "Tu dove sei?"

È logico che se soltanto presso Dio c'è la pace, più sono lontano da Dio e più sono in un ambiente di guerra.

Ma l'ambiente di guerra è Dio che me lo mette, per farmi capire che sono lontano da Lui.

Presso Dio c'è pace.


 


E gli disse: "Và a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Gv 9 Vs 7   Secondo  tema


Titolo: La via della luce.


Argomenti: Differenza tra desiderio e salvezza.  Ogni uomo è cieco. Le diverse tappe per giungere alla luce.  È in grazia della Parola di Dio che si forma in noi il desiderio di Dio. Immergersi nella Realtà di Dio.


 

29/Marzo/1987  Casa di preghiera Fossano


- Esposizione di Luigi -


Restiamo ancora nel versetto sette dove si dice che Gesù, dopo aver fatto del fango con la saliva e averlo spalmato sugli occhi di quel cieco, gli disse: "Va e lavati nella piscina di Siloe" che vuol dire mandato.

"Quegli andò, si lavò e ritornò che ci vedeva".

Abbiamo visto domenica scorsa che le acque di questa piscina di Siloe (Siloe che vuol dire mandato), significano l'Intenzione di Dio, il Fine, il Pensiero di Dio.

E Gesù mandando quel cieco a lavarsi nelle acque di Siloe, ha significato per ognuno di noi (ogni uomo è cieco) che se vogliamo trovare la luce, dobbiamo andarci a lavare nell'Intenzione di Dio.

Andarci a lavare nell'Intenzione di Dio, non è desiderare di lavarci nell'Intenzione di Dio.

Domenica scorsa ci siamo soffermati sulla differenza che c'è tra il desiderio e la salvezza.

Non basta desiderare la salvezza per ottenere la salvezza.

Non basta desiderare di trovare Dio, per trovare Dio.

Certamente il desiderio è una cosa necessaria.

Necessaria sì, ma non sufficiente.

Poichè, Gesù stesso dice: "Mi cercherete e non mi troverete, dove Io sono voi non potete venire".

Poi basta pensarlo in relazione alle acque di Siloe, per capire quanta sia la differenza tra il desiderio e la realtà.

Non basta desiderare di lavarsi per essere lavati, c'è una grande differenza.

Dico, il desiderio è necessario, è necessario desiderare di lavarsi, però non basta per essere lavati.

Qui Gesù ha fatto dipendere il dono della luce per quell'uomo cieco, dal lavarsi nella piscina di Siloe.

Quegli andò, si lavo, e ritornò che ci vedeva.

E il tema di oggi è proprio questo: La via della luce.

La via per giungere alla luce.

E la via per giungere alla luce la troviamo proprio in questi diversi momenti che sono caratterizzati da questo avvenimento.

Ogni uomo è cieco perchè, ogni uomo avverte il mistero.

Abbiamo già detto domenica scorsa che ogni uomo è immerso nella notte.

Ogni uomo si accorge della sua cecità, si accorge di non capire.

Anzi, diciamo che la tristezza di fondo, la tristezza esistenziale che caratterizza ogni uomo è proprio data da questo suo non capire.

Abbiamo anche detto che proprio questo testimonia il destino dell'uomo.

Perchè se l'uomo patisce e soffre per non capire e si accorge di non capire le cose, è segno che lui è fatto per la luce, destinato alla luce.

Ma quale è la via per giungere a questa luce?
Quanti cercano la luce e quanti non giungono alla luce?

Abbiamo detto che in questa scena, Gesù ha voluto caratterizzare le tappe per arrivare alla luce.

Perchè se in questo uomo  cieco dalla nascita è significato ogni uomo e se attraverso quegli avvenimenti quell'uomo cieco giunse, arrivò a trovare la luce per i suoi occhi, questo è scena, è Parola di Dio per ognuno di noi.

Poichè la Parola di Dio essendo universale vale per ogni tempo e per ogni luogo.

E se Gesù ha voluto caratterizzare attraverso queste tappe il dono della luce lo ha fatto per ognuno di noi.

Ed abbiamo già accennato come queste tappe siano determinate da prima di tutto, l'adesione, l'accoglienza della realtà in cui ogni uomo si trova.

Gesù spalmo di fango gli occhi di quel cieco prima di mandarlo a lavarsi, per dirgli: "Sono proprio Io che ti riempio gli occhi di terra".

I nostri occhi sono pieni di terra ma, questa situazione noi la dobbiamo riconoscere, la dobbiamo accogliere come creazione di Dio, Dio è il Creatore, quindi la situazione in cui noi oggi ci troviamo, non la dobbiamo giustificare né in fatti sociali, né in fatti di natura, né per colpa di qualcuno: è creazione di Dio.

Quindi è necessario non cercare di analizzare, di capire la creatura nella creatura.

Ma è necessario mettere la situazione stessa della creatura in rapporto al Creatore: opera di Dio.

Dico, questo è la condizione prima per poter ascoltare la Parola d Dio.

E dopo aver posto il fango sugli occhi di quel cieco, Gesù gli disse una parola: "Va e lavati".

Ecco, il secondo momento è questa Parola che arriva a noi e dice a noi di andare.

E allora il problema è capire il significato di questo "andare".

Evidentemente questo andare non è camminare con i nostri piedi.

È un camminare diverso.

L'andare è sempre un passare da-, a-.

Quindi è sempre superare un luogo in cui uno si trova.

Quel luogo stesso che abbiamo riconosciuto essere opera di Dio: la situazione in cui uno si trova.

Allora la situazione in cui uno si trova è opera di Dio.

Però la Parola di Dio ti dice: "Lascia la tua situazione e va", dove?

Gesù dice:"Va a lavarti nella piscina di Siloe".

"Va a lavarti".

Lavarsi vuol dire immergersi.

Ma anche qui, dopo aver superato la nostra situazione ed esserci impegnati in ciò che propone a noi la Parola di Dio, la Parola di Dio è la Parola di un essere che ci supera, che trascende la nostra situazione, supera la nostra mentalità e tutte le nostre conoscenze e quando giunge a noi, appunto perchè è Parola di Uno che ci trascende, invita noi a partire dal luogo in cui ci troviamo, dalla nostra terra e ad andare verso quel luogo che la Parola ci segnala, luogo però nel quale noi ancora non ci troviamo.

La Parola di Dio, appunto perchè è Parola di un Essere che ci trascende ci propone qualche cosa che noi non abbiamo trovato ancora.

La Parola di Dio, in quanto ci propone qualcosa che ancora non abbiamo, non conosciamo, pone in noi il desiderio.

È per grazia della Parola di Dio che si forma in noi il desiderio, in quanto la Parola di Dio ci presenta una cosa che ancora noi non abbiamo trovato, che ancora non conosciamo.

Quindi è grazia della Parola di Dio l'accettare la situazione in cui noi ci troviamo, è grazia della Parola di Dio, partire dalla situazione in cui noi ci troviamo, è grazia della Parola di Dio il desiderare ciò che la stessa Parola di Dio ci propone.

Queste sono le tappe iniziali per giungere alla luce.

Tappe che ognuno di noi deve percorrere.

Ma abbiamo detto fin dall'inizio che c'è una grande differenza tra il desiderare di lavarsi e il lavarsi.

La maggior parte della nostra vita nel campo dell'essenziale noi la consumiamo nel desiderio.

Ma il desiderio non ci salva.

Come il desiderio di lavarci non ci lava, bisogna trovare l'acqua per essere lavati.

Non soltanto trovarla, bisogna immergersi.

E allora il problema è, cosa significa immergersi nell'acqua?

Quest'acqua deve diventare per noi realtà.

E la realtà è tale in quanto si presenta a noi per essere scelta da noi.

Il desiderio è desiderio in quanto uno tende a-.

Tende verso una meta, tende verso qualche cosa.

Ma fintanto che questa meta qui, non si presenta a lui come realtà e fintanto che lui non si immerge in questa realtà qui, lui non è trasformato da questa realtà.

Quindi l'immersione in-, è quello che ci lava, quello che ci lava non è il desiderio ma è l'acqua.

L'immersione nell'acqua, non è più un desiderio, cioè non è più un partire da-.

Ma è un patire una realtà che uno si porta addosso.

E per patire questa realtà, bisogna averla trovata, averla presa su  di sé.

Bisogna che diventi una nostra realtà.

Cioè, bisogna immergersi in essa.

Questa acqua deve venire a contatto con noi per lavarci.

Ma lavare cosa vuol dire?

Lavare vuol dire purificare.

Abbiamo già accennato la volta scorsa che si parla di purificazione in quanto si ha presente qualche cosa di macchiato, qualcosa di sporco, qualcosa di inquinato.

Il macchiato, l'inquinato, è tutto ciò che occupa la nostra vita e che non è collegato con Dio e quindi è tutto ciò che noi giustifichiamo in altre cause anzichè riportare a Dio.

Teniamo presente che uno solo è il Creatore.

Quindi è uno solo che ha in Sé la ragione e quindi la giustificazione  di tutte le cose.

Quando noi giustifichiamo qualche cosa non riferendola a Dio ma riferendola  ad altro ecco che questo ci macchia.

Ci inquina.

La terra rappresenta appunto tutte queste cose in cui non si vede la presenza di Dio.

Il cielo è il luogo in cui si vede in tutto la presenza di Dio, si vede in tutto il Pensiero di Dio.

Il cielo di Dio è il Pensiero stesso di Dio.

La terra è il luogo in cui non si vede la presenza di Dio, si vede la presenza delle creature e tutto si attribuisce alle creature.

Si tende a giustificare tutto con l'opera delle creature, l'opera della natura, delle leggi, con l'opera del caso e tutto questo ci macchia, ci copre di terra e ci dà quel senso del mistero, il senso della notte, il senso del non capire.

Perchè si noi attribuiamo le cose agli uomini, agli animali, oppure alle leggi, ma perchè ci sono queste leggi?

Perchè il mondo è fatto così?

Perchè gli uomini si muovono così?

Perchè noi a un certo momento scopriamo che se gli uomini si muovono in un certo modo è perchè sono motivati da qualche cosa ma il più delle volte la motivazione a noi sfugge.

Dico, tutto questo ci macchia e ci inquina.

È una moltiplicazione di cause.

Mentre invece la luce viene dal vedere una causa unica.

Un unica ragione, una unica giustificazione.

Ecco, qui abbiamo già accennato su come si giunge alla luce.

La luce è effetto di semplicità.

Ecco l'effetto delle acqua  di Siloe.

L'acqua lava in quanto elimina tutto ciò che macchia.

E se tutto ciò che macchia è tutto ciò che è separato da Dio, è un'altro principio diverso da Dio  in cui noi cerchiamo di giustificare le creature le cose, l'acqua di Siloe lavandoci ci riporta tutto, ci fa riferire tutto a Dio.

Ci lava proprio in quanto ci conduce a vedere la giustificazione di ogni cosa in un unico principio: in Dio.

Riduce tutto all'unità.

Semplifica la nostra vita in un unico fine.

Quando c'è un unico fine, la creatura diventa semplice.

E quando c'è semplicità c'è trasparenza.

Una delle cose veramente trasparenti quando veramente è, è l'amore.

Perchè l'amore si caratterizza per questo: si ha un pensiero unico.

Amore è avere un unico pensiero.

E quando l'amore c'è, quando c'è, allora è trasparente.

Appunto perchè la creatura diventa semplice in un unico pensiero.

In un unico fine.

In una unica creatura.

Vive soltanto per.

Ora questo vivere soltanto per-, rende chiaro, rende trasparente.

Già il fatto della trasparenza ci fa capire in cosa consiste la luce.

Trasparenza-luce.

Ecco, la luce viene data dalla semplicità.

La semplicità viene in noi in quanto tendiamo a un unico fine.

Quanto più siamo semplici in questo unico fine, tanto più siamo trasparenti tanto più la luce si forma in noi.

Il problema centrale è un problema di pensieri.

Allora, quanto più i nostri pensieri sono orientati a un unico fine, tanto più i nostri pensieri diventano trasparenti e quindi si trasformano in luce.

Qui capiamo anche perchè i nostri pensieri sono tenebrosi.

Gesù dice che se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo mondo diventa illuminato.

Semplice cioè se tu guardi a una cosa sola.

L'uomo è semplice in quanto guarda a una cosa sola.

Ma quando l'uomo guarda a più cose, quando ha più interessi, quando ha più amori, l'uomo non è più semplice.

Allora diventa tenebroso.

Quando noi portiamo dentro di noi più interessi, noi non possiamo essere luminosi.

Siamo complicati, siamo tenebrosi.

E non possiamo farne a meno.

L'uomo è caratterizzato dal fine, dall'interesse che porta dentro di sé.

Qui possiamo anche capire come l'importante non è camminare con i nostri piedi.

L'importante è imparare a camminare con il pensiero.

Con il cervello.

Questo è quello che caratterizza veramente l'uomo.

L'uomo deve imparare a semplificare i suoi pensieri.

Cioè a immergere i suoi pensieri nelle acque della piscina di Siloe.

A bagnarsi in queste acque che sono l'Intenzione di Dio, il fine di Dio.

Il fine per cui Dio ci ha creato.

Abbiamo detto che  l'uomo patisce e soffre la notte, non si rassegna alla notte e con ciò testimonia di essere creato per la luce.

L'uomo proprio per questo giunge al suo fine alla sua pienezza soltanto in quanto giunge alla luce, soltanto in quanto cerca la luce.

Ecco, l'uomo è uomo in quanto percepisce la presenza dell'Assoluto.

In quanto porta in sé l'Assoluto.

È la caratteristica dell'uomo, quella che lo differenzia da tutte le altre creature, da tutti gli animali.

L'uomo è una passione di Assoluto perchè porta in sé l'Assoluto, è un portatore dell'Assoluto.

Tutto ciò che lui ama, vuole che sia Assoluto.

Però l'uomo vive in quanto tende all'Assoluto.

In quanto lo cerca.

E l'uomo giunge alla sua pienezza, quindi al suo fine in quanto giunge a comprendere l'Assoluto.

La pienezza della persona umana sta nel comprendere direttamente la verità.

Quando si parla di comprendere direttamente la verità vuol dire che l'uomo non attinge la  sua conoscenza per sentito dire da altri.

La pienezza della sua persona sta in quanto comprende direttamente la verità.

E se qui sta la perfezione e il fine dell'uomo, ciò significa che Dio offre, da ad ogni uomo la possibilità di giungere a conoscere direttamente il suo volto.

Gesù dice:"Conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi".

Dico, qui abbiamo la pienezza della persona umana.

Sul lato opposto di questa pienezza noi troviamo invece la persona robotizzata.

Robotizzata che vuol dire persona schiava.

L'uomo ridotto a un robot.

Cioè l'uomo che vive di sentito dire.

L'uomo che si lascia guidare da i suoi sentimenti, dal suo cuore (il cuore non è il pensiero), da quello che dicono gli altri, dalla figura, dalla società eccetera.

Qui abbiamo l'uomo robot.

E qui siamo proprio sul lato opposto a quella che è la pienezza della persona.

Ora,  questa pienezza che è la luce, che è la conoscenza di Dio diretta (personale) presuppone che nell'uomo si sia verificata la scelta personale della ricerca di Dio, bisogna che l'uomo si immerga nella ricerca della conoscenza di Dio come questo cieco si è immerso nelle acque di Siloe.

Ecco, è questa conoscenza di Dio che si ha nel Pensiero di Dio che è offerta dalla Parola di Dio ad ogni uomo.

Offerta.

Affinché l'uomo la possa desiderare.

Ma abbiamo detto già fin dall'inizio che non è sufficiente il desiderio.

È necessario che per l'uomo questo Pensiero di Dio, questa conoscenza di Dio divenga la sua realtà.

In modo da essere dominato da questa presenza.

Ma questa presenza, non diventa in lui presenza se non è scelta di vita, quindi una scelta personale.

Dio diventa il nostro Dio, il Dio personale solo, solo quando si è fatto oggetto di scelta da parte nostra e solo in quanto l'uomo lo ha scelto.

Il desiderio è necessario ma è  necessario che ciò che ci viene proposto divenga la realtà nostra in cui noi ci troviamo.

Ed è solo in quanto ci immergiamo in questa realtà che abbiamo la possibilità di trovare la luce.

È necessario desiderare, piangere invocare, è necessario ma la luce non viene a noi per il nostro desiderio.

Molte volte noi diciamo che aspettiamo che la luce ci venga da Dio, certo la luce viene da Dio, ma l'attesa non è un'attesa passiva.

L'attesa è un'attesa che è collaborazione.

La luce non viene a noi senza di noi.

È dono di Dio, ma non viene a noi senza di noi.

I figli di Dio nascono da Dio, ma non nascono in modo automatico da Dio, nascono per partecipazione personale.

Ecco, dico, la pienezza della persona.

In quanto c'è questa partecipazione personale.

E solo attraverso questo si giunge alla luce.


 - Conversazione -


P.: La Parola di Dio che arriva all'uomo che si trova nelle tenebre, dà all'uomo la possibilità di uscire dalle tenebre lavandosi nell'Intenzione di Dio e quindi nel Pensiero di Dio, scoprendo questa presenza oggettiva che è il Pensiero di Dio in noi.

Luigi: Scoprire non è ancora lavarsi.

Scoprire è trovare l'acqua, ma poi bisogna immergersi.

P.: Qui l'uomo viene fatto capace da Dio di permanere in questa presenza e di immergersi in questa presenza.

Luigi: E s’immerge in quanto?

P.: In quanto rimane in questa presenza.

Luigi: In quanto unifica, unifica tutto.

Ecco, si rimane in quanto si unifica.

La luce viene attraverso questa unificazione che è semplificazione.

Noi arriviamo a quest'acqua carichi di tanti principi, di tante causalità, di tante creature, di tante cose.

Tante cose che ci inquinano e che debbono essere semplificate nell'unico fine, che è poi l'unico principio.

Uno solo è il principio, uno solo è il fine.

Desiderare vuol dire tendere a- .

Ma essere lavati vuol dire ricevere da-.

Noi non siamo salvati dal desiderare.

Il desiderare è necessario per arrivare all'acqua, il desiderio è necessario, la sete è necessaria.

Però non basta il desiderio, la sete per dissetarmi.

Per dissetarmi ho bisogno dell'acqua.

Quindi la soddisfazione della sete viene da-, deriva da-.

Quindi la luce che mi salva viene da-, la luce che mi porta alla conoscenza viene da-.

Ma non mi viene da-, senza di me.

Quindi senza questa semplificazione di tutto.

P.: Per cui unificando tutto in Dio, per causa di Dio, l'uomo stesso viene fatto Pensiero di Dio, per cui viene fatto trasparente.

Luigi: Certo, i pensieri nostri diventano trasparenti, perchè è tutto un lavoro di pensiero.

Perchè si cammina, ci si lava, attraverso il pensiero.

Allora i pensieri unificati in Dio diventano trasparenti.

È Dio che li rende trasparenti.

Però la luce della trasparenza non arriva a noi senza di noi.

Questo cieco poteva desiderare di andare alla piscina di Siloe ma non andare.

Noi il più delle volte desideriamo ma non andiamo.

Ecco, l'acqua della piscina di Siloe deve diventare l'acqua in cui io mi trovo.

P.: L'acqua di Siloe che mi porta a vedere l'Intenzione di Dio in tutto.

Luigi: È la luce, perchè quando la luce è arrivata mi illumina tutto.

Perchè la caratteristica, una delle caratteristiche della luce è quella di trasformare tutto in luce.

La luce dove arriva illumina, cosa vuol dire illuminare? Trasforma in luce.

Quindi ogni oggetto, ricevendo la luce viene trasformato in luce.

Ecco perchè la luce smacchia o decolora.



E gli disse: "Va a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)". Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

Gv 9 Vs 6-7 Riassunti


 RIASSUNTI.


Argomenti: Prendere coscienza di essere ciechi – Avere in sé la ragione – Accettare la situazione

 in cui ci troviamo – La Madonna – L’orecchio – L’amore vince perdendo – Il fango – La molteplicità di amori – Le distrazioni – Dio è creatore di tutto – Guardare da Dio – L’inferno – La carne e lo spirito -  


 

5-6/ Aprile /1975