Ed
egli disse: "Io credo, Signore!". E si prostrò innanzi a lui e lo
adorò. Gv
9 Vs 38 Primo tema
Tema: Il
sogno e la realtà.
Argomenti: L’uomo è in diretto
ascolto col Figlio di Dio. Il fine dell’uomo condiziona la parola di Dio. L’attrazione del
Padre conduce a Cristo. I luoghi sbagliati e dedurre che Dio non esiste. Le cose esistono
indipendentemente da noi. “Occhio umano mai vide”. I sogni dell'uomo con i segni di Dio. Il segno di Dio è un
annuncio della presenza di Dio nel pensiero dell’uomo. La passione d'Assoluto dell'uomo. Rendere Assoluto il
relativo. La realtà di Dio. Estrapolazione della
realtà. Prima lettera ai corinzi.
12/Febbraio1989 Casa di preghiera Fossano
Siamo giunti al versetto 38 del capitolo nono di San
Giovanni.
Qui viene detto: "Egli", cioè quell'uomo cieco
guarito da Gesù, "Allora esclamò: "Credo Signore" e si prostrò
davanti a Lui e lo adorò.
Abbiamo ascoltato la conclusione alla quale Gesù condusse
quell'uomo dopo averlo guarito dalla sua cecità e dopo averlo fatto passare
attraverso il conflitto con gli uomini del tempio, con i farisei.
E la conclusione fu questa: "Il Figlio di Dio è
Colui che parla con te".
Cioè, è Colui che parla con ogni uomo.
Dicendo questo ci fa capire che interlocutore di ogni
uomo è il Figlio di Dio.
L'uomo è in diretto ascolto del Figlio di Dio.
Quindi non diciamo che sono le creature che parlano con
gli uomini.
Non diciamo che sono gli uomini che parlano con gli
uomini.
Non diciamo che sono gli uomini che parlano con noi.
Ma se vogliamo restare nella Parola di Dio, dobbiamo dire
che è il Figlio di Dio che parla con gli uomini, è il Figlio di Dio che parla
con ognuno di noi.
Noi siamo in continuazione in diretto rapporto con Dio.
Per cui il vero maestro di ogni uomo è Dio.
L'uomo è un essere alla scuola di Dio.
E Dio, pur facendo scuola a tutti gli uomini, parla
personalmente lezioni private con ogni uomo.
Ma abbiamo anche accennato al fatto che queste Parole di
Dio possono giungere a noi solo come parole, vuote di sostanza, vuote di
significato.
Ci siamo chiesti, quando è che una parola ha significato?
Una parola ha un significato per l'uomo in quanto lo
aiuta a camminare verso il suo fine.
Per cui è il fine che l'uomo ha in se che condiziona la
Parola di Dio.
Possiamo capire come l'uomo possa uccidere la Parola di
Dio e quindi capire perchè nel nostro mondo c'è Cristo che muore in croce.
La condizione perchè la Parola di Dio abbia significato
per l'uomo è che l'uomo abbia Dio come fine, ma se l'uomo ha un altro fine e
fintanto che ha un altro fine, la Parola di Dio giunge all'uomo, perchè la luce
risplende fra le tenebre, ma le tenebre non comprendono.
Le tenebre che rappresentano l'uomo che ha fini diversi
da Dio, le tenebre ascoltano, odono la Parola di Dio ma è parola senza
significato, senza sostanza, una parola che non dice niente a chi ha un fine
diverso.
Ed abbiamo visto che la condizione per avere Dio come
fine è quella di avere Dio come principio.
"Soltanto chi ha ascoltato il Padre viene a
Me", perchè chi ha ascoltato il Padre è attratto dal Padre e chi è
attratto dal Padre, avendo Dio come oggetto di attrazione, ha Dio come fine.
E soltanto quindi chi ha Dio come fine può andare a
Cristo, può ascoltare Cristo.
Può intendere il significato, la portata, il valore delle
parole di Cristo.
Abbiamo detto molte volte che si trova in quanto si cerca
una cosa nel suo luogo.
La Parola di Dio si trova in quanto la si cerca nel suo
luogo e il luogo della Parola di Dio è il Padre.
Perchè Gesù dice: "Non lo sapevate che Io mi debbo
trovare nelle cose del Padre mio?"
Quindi soltanto se noi cerchiamo la Parola di Dio nel
Padre e qui abbiamo il Padre con il Figlio, soltanto così noi evitiamo di
cercare una cosa nel luogo sbagliato.
Certamente quando cerchiamo qualcosa in un luogo
sbagliato, noi facciamo esperienza del non trovare.
E sopratutto quando facciamo esperienza del non trovare,
noi corriamo il rischio di dire: "Non esiste".
Perchè due sono le colpe dell'uomo: la prima è di cercare
qualcosa in un luogo sbagliato, ed è una responsabilità ed una colpa, perchè è
difetto di intelligenza.
Essere intelligenti è un dovere per ogni uomo.
L'intelligenza sta proprio nel capire il luogo dove si
trova una cosa.
L'intelligenza sta nel capire che Dio si trova soltanto
in Dio.
E non si può trovare altrove.
Ma poi c'è una seconda responsabilità e una seconda
colpa, più grave ancora della prima.
Ed è quella che non trovando, perchè si cerca in un luogo
sbagliato, si conclude dicendo che non esiste.
Perchè allora vuol dire che si fa dipendere l'esistenza
di una cosa dalla nostra esperienza.
Ora certamente non è la nostra esperienza che fa esistere
le cose.
Ma siamo noi che facciamo esperienza delle cose che
esistono.
Quindi noi non possiamo condizionare Dio all'uomo e dire
che se l'uomo non trova Dio, Dio non esiste.
Per questo dico che è una colpa più grave.
Quindi bisogna avere Dio come principio, perchè soltanto
avendo Dio come Creatore di tutte le cose si ha Dio come fine.
Soltanto avendo Dio come fine, si cerca Dio la nel suo
vero giusto luogo.
Allora si riceve la Parola di Dio con sostanza di quello
che essa vuole comunicare.
Ma ricevere la Parola di Dio vuol dire ricevere la parola
di un'altro da noi.
Parola quindi che arriva a noi per iniziativa di
un'altro, non per iniziativa nostra.
Quando noi parliamo di iniziativa nostra, ascoltiamo
parole nostre o parole di altri, ma non da Dio, noi incominciamo a sognare.
Il tema di oggi è: il sogno e la realtà.
E il pensiero guida per il nostro tema di oggi è quanto
scrive S.Paolo nella prima lettera ai Corinzi.
Quando dice: "Occhio umano mai vide, orecchio umano
mai udì le cose che Dio ha preparato per coloro che lo amano, per coloro che lo
cercano".
Dice: "Occhio umano mai vide, orecchio umano mai
udì".
Il che vuol dire che l'uomo da solo ........
E quindi l'uomo fintanto che ascolta parole di iniziativa
sua non può assolutamente giungere a vedere le cose che Dio ha preparato per
coloro che lo amano.
Gesù stesso dice: "Dove Io sono, voi non potete
venire", quindi i vostri orecchi non possono ascoltare, i vostri occhi non
possono vedere.
Non possono vedere le cose che il Figlio di Dio vede.
Con questo forse esclude l'uomo?
Anzi!
Dio ha creato l'uomo perchè possa giungere a vedere le
cose di Dio.
S.Paolo dice: "Le cose che Dio ha preparato per
coloro che lo amano."
"Preparato", quindi ecco l'eredità.
L'eredità che Dio vuole per ogni uomo.
"Dio vuole che tutti si salvino e giungano a
conoscere la verità."
Però c'è anche Dio che dice: "Dove Io sono voi non
potete venire".
Tutte le parole che Gesù dice non le dice per escluderci
ma le dice per includerci.
Per introdurci, per farci capire quali sono le
condizioni.
Perchè Dio si conosce solo per mezzo di Dio.
L'Assoluto si trova soltanto con l'Assoluto.
Dio si trova soltanto nel Pensiero di Dio, per mezzo del
Pensiero di Dio.
Quindi, fintanto che noi ascoltiamo parole nostre, noi
sogniamo.
Ma dobbiamo chiederci perchè l'uomo sogna.
E che cosa è un sogno?
Che cosa è questo sognare degli uomini?
Tutti gli uomini sognano.
E tutti i guai derivano dal fatto che gli uomini sognando
tendono a realizzare i loro sogni.
Il sogno non è altro che l'estrapolazione di ciò di cui
l'uomo fa esperienza.
L'uomo gusta, fa esperienza di qualche cosa, gioisce di
qualcos'altro...sono tutti segni di Dio, è la creazione, è Dio che fa giungere
all'uomo la creazione.
E cosa è questa creazione?
E cosa sono questi segni?
I segni di Dio non sono Dio.
I segni sono manifestazioni, annunci della presenza di
Dio nel pensiero dell'uomo.
È Dio che si annuncia all'uomo.
Gli annunci, i segni, la creazione, le Parole di Dio sono
luce che risplende nelle tenebre, nel pensiero dell'uomo.
Dio essendo onnipotente, si annuncia anche al pensiero
dell'uomo.
All'io dell'uomo.
Per cui l'uomo non può ignorare.
Perchè Dio si annuncia.
Ma perchè l'uomo sogna?
L'uomo proprio per la presenza di Dio che porta in sé, è
una passione di Assoluto.
E proprio per questa passione di Assoluto, l'uomo corre
il rischio di sognare.
Cioè corre il rischio di estrapolare.
Cioè, corre il rischio di estendere all'infinito,
all'Assoluto (passione d'Assoluto) quello che lui esperimenta, quello che lui tocca,
la creazione, la creazione stessa di Dio, i segni di Dio.
La gioia che lui ha provato un giorno, questa si
trasforma per lui in sogno.
Il piacere che lui ha provato un giorno, opera di Dio,
creazione di Dio, sposato alla passione di Assoluto diventa sogno e il cerchio
si chiude.
L'uomo sognando adesso, tende a trasformare in Assoluto,
in infinito, in eterno quel piacere o quella gioia che lui ha esperimentato,
provando qualcosa della creazione di Dio.
Ma tutti i sogni dell'uomo finiscono all'alba.
Tutti i sogni dell'uomo, essendo una proiezione di cose
che l'uomo ha esperimentato, quindi di cose che l'uomo ha provato nel pensiero
del suo io, sono finite, sono limitate.
E per quanto lui cerchi di estenderle all'infinito, per
quanto lui le sogni, essendo limitate, finite, si concludono in cose finite.
Tramontano.
I sogni tramontano.
E l'uomo con tutti i suoi sogni conclude sempre con
delusione.
Cioè, tutti gli annunci di Dio giungono all'uomo
e l'uomo per la passione di Assoluto sogna e sogna tendendo a desiderarli,
sperando di poterli realizzare, per cui l'uomo tende a trasformare in Assoluto
tutto ciò che non è Assoluto.
Tutti questi sogni qui, che sono opera di Dio, non i
sogni ma i segni che Dio da all'uomo, da cui l'uomo trae i sogni, si concludono
in delusione, cioè non in presenza ma in vuoto in assenza.
Tutti gli annunci di Dio progrediscono verso l'assenza di
Dio.
Verso il vuoto.
Verso la non esperienza di Dio.
Dico, l'uomo che sogna per la passione di Assoluto
certamente si prepara una esperienza di vuoto, di fallimento, di delusione, di
assenza di Dio, quindi di angoscia, di disperazione di solitudine.
Qui abbiamo detto che il pensiero guida sono le parole di
S.Paolo: "Occhio umano mai vide, orecchio umano mai udì le cose che Dio ha
preparato".
"Ha preparato".
Ciò che Dio ha preparato per l'uomo non è sogno e non è
oggetto di sogno dell'uomo, è realtà.
La realtà di Dio è più bella dei sogni dell'uomo.
Più bella di tutto ciò che l'uomo può sognare.
Non è una affermazione gratuita.
Perchè tutti i sogni degli uomini, essendo costruiti su
dati finiti (segni di Dio) subiscono dei condizionamenti.
L'uomo che tende a rendere eterno un suo bene a un certo
momento si trova di fronte al bene che tramonta.
L'uomo che tende a rendere infinito qualche cosa di
finito, viene a trovarsi di fronte a un muro.
L'uomo che anche per intelligenza, nella ricerca della
scienza, tende a unificare tutto in un solo principio, in una sola legge, viene
a trovarsi di fronte alla impossibilità....c'è una parola molto dura nella
scrittura, Dio dice che rende ubriachi coloro che cercano di capire.
Ecco, i muri attraverso cui vanno a sbattere tutti i
sogni dell'uomo.
L'uomo non può ignorare questo tempo che passa nella sua
vita e che gli annulla tutto, gli porta via tutto.
Gli porta via tutti i sogni.
Per questo dico che la realtà che Dio ha preparato per
l'uomo è più grande di tutto quello che l'uomo può sognare.
Perchè tutto quello che l'uomo può sognare è
relativo al suo io, ma l'uomo in tutti i suoi sogni non può immaginare la
presenza di Dio.
L'uomo sogna in quanto riferisce le cose a quello che
sente, ai suoi sentimenti, a quello che arriva a lui indipendentemente da lui.
Quindi a tutto ciò che lui, sì esperimenta, ma non
conosce.
Perchè l'uomo che sogna su ciò che ha provato,
esperimentato, sentito, subito (tutta la creazione è ciò che l'uomo subisce)
non è illuminato, non è nella conoscenza.
Invece Dio ha fatto l'uomo per la conoscenza.
L'uomo non può capire le cose che gli provocano magari
piacere e per cui lo fanno sognare.
E non può capire le creature che gli danno gioia e vita,
le subisce, prova dei sentimenti, però non capisce, non sa perchè, non ha il
significato.
La realtà invece è conoscenza, la realtà è luce.
Ora, questa realtà che non è più dipendente dall'io dell'uomo
come sono dipendenti dall'io dell'uomo i sentimenti, questa realtà qui che si
chiama oggettiva, appunto perchè è indipendente dall'uomo, viene solo da Dio.
Ecco per cui dice: "Quello che Dio ha preparato per
coloro che lo amano".
Cioè per coloro che cercano Lui, che non pensano a se
stessi.
Perchè questa realtà viene da Dio, la realtà, non questa,
la Realtà.
La Realtà è superiore a quello che l'uomo prova, sente o
esperimenta.
E questa realtà è conoscibile, ma è conoscibile solo in
Dio e da Dio.
E questa realtà si concretizza in questo, ed è qui la
meraviglia, quella meraviglia che sorprenderà questo uomo cieco quando si sente
dire: "È Colui stesso che hai veduto e che ti parla".
La sorpresa, la meraviglia.
Ed è quella sorpresa e quella meraviglia che l'uomo non
si può minimamente sognare: Dio è Colui che gli sta parlando.
Dio è Colui che è presente a lui, che lo guarda, che lo
pensa, che gli parla.
Vediamo a questo punto, cosa dice San Paolo quando
afferma questo.
Lui dice nella prima lettera ai corinzi, capitolo due,
lui dice:
"Quelle cose che occhio umano mai vide, né orecchio
mai udì, ne mai entrarono in cuori di uomo, queste ha preparato Dio per coloro
che lo amano, ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello spirito, lo spirito infatti
scruta ogni cosa anche le profondità di Dio, chi conosce i segreti dell'uomo se
non lo spirito dell'uomo che è in lui? Così anche i segreti di Dio nessuno li
ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio".
E quanti, proprio su queste frasi qui, leggendo: " I
segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere", hanno concluso:
"Dio è inconoscibile, non si può conoscere, è confermato".
E va avanti e dice: "Noi non abbiamo ricevuto lo
spirito del mondo ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha
donato".
Quindi se nessun uomo può conoscere le cose di Dio,
certo, l'uomo non può conoscere le cose di Dio, Gesù stesso dice: "Dove Io
sono, voi non potete venire", però Gesù stesso dice: "Io vado a
prepararvi un posto affinché dove Io sono, la siate anche voi e possiate
vedere, vedere la mia gloria, vedere quello che vedo Io".
Quindi l'uomo non è escluso, anzi, dice che l'uomo non
può, però a coloro che cercano Dio, che lo amano, che superano se stessi, Dio
da il proprio spirito affinché possano conoscere tutti i segreti di Dio, tutto,
nulla escluso.
"E di queste cose noi parliamo non con con un
linguaggio suggerito dalla sapienza umana, ma insegnato dallo spirito,
esprimendo cose spirituali in termini spirituali, l'uomo naturale non comprende
le cose dello Spirito di Dio, sono fuorvianti per lui e non è capace di
intenderle perchè le si può giudicare solo per mezzo dello spirito.
L'uomo spirituale invece giudica ogni cosa senza poter
essere giudicato da nessuno.
Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Signore in modo
da poterlo dirigere?"
E conclude dicendo: "Noi abbiamo ricevuto il
pensiero di Cristo"
Ricevuto il pensiero di Cristo.
E.: Penso che la conclusione cui si
giunge....la gioia, il piacere dell'esperienza dei segni che giungono a noi,
uniti al bisogno di Assoluto che portiamo creano in noi questo sogno che è
terribilmente ingannatore....
Si perchè sognando tu tendi a realizzare fuori quello che
sogni dentro di te.
E.: Non so se tra noi c'è qualcuno che sia mai
stato cultore del romanticismo, ma certo che questa sera assistiamo proprio al
rovesciamento della realtà del romanticismo come possibilità ideologica o anche
solo culturale di aiutare l'esistenza dell'uomo al raggiungere un fine
positivo.
Perchè? Perchè i segni passano, i segni non
sono la realtà, sono il tramite della realtà, ma la cosa importante è che i
segni ci portano una parola personale.
Hai detto molto bene, una lezione privata.
Pensavo a quelli che hanno rifiutato l'invito a
nozze.
Cioè c'è un momento nella vita, una pienezza
dei tempi in cui Dio dice a noi una determinata parola, di fronte alla quale
noi siamo responsabili e di fronte alla quale noi siamo giudicati.
Non a tutti Gesù fa lo stesso discorso, a
Matteo che era odiatissimo e nella solitudine, non dice vendi tutto quello che
hai, gli dice "Seguimi", perchè in lui era già maturato qualcosa.
Gesù dice a un certo punto una parola a noi, di
fronte alla quale, se noi sappiamo superare il segno, realizziamo questa
comunione, il sogno diventa realtà..
Dio forma la nostra personalità senza
annullarla, però a questo punto tutta la creazione è superata e della creazione
fa parte anche lo stesso Cristo storico.
Tutto è visto come segno, nell'unica realtà in
cui si vede la ragione di essere di ogni cosa.
Si acquisisce l'intelligenza.
In questa intelligenza, della presenza di Dio in noi che
parla personalmente con ognuno di noi, si realizza, si constata che la realtà
di Dio supera tutti i nostri sogni possibili.
Perchè tutti i nostri sogni sono solo proiezioni di cose
che noi tocchiamo e esperimentiamo.
Ma il sogno della presenza di Dio lo possiamo ricevere
soltanto da Dio, perchè soltanto Dio ti fa capire questa realtà qui: che Lui è
presente in te, che parla personalmente con te perchè te lo fa conoscere.
La conoscenza viene soltanto da Dio mentre invece i sogni
vengono dai nostri sentimenti, sentimenti estrapolati con la passione
d'Assoluto in infinito eterno Assoluto.
Tu fai una estrapolazione di cose che senti nel pensiero
del tuo io, ma tu, nel pensiero del tuo io sei sempre tu che pensi, non ti
conosci mica pensato da-, non ti senti conosciuto da-.
Non ti accorgi di essere interlocutore della Parola di
Dio, sei sempre tu che sogni.
E.: Mi pareva ancora più grave di una
estrapolazione, mi pareva proprio di operare una trasformazione di sostanza di
un segno che è apparenza nella realtà.
Mi sembra più grave ancora.
È un cerchio chiuso, perchè c'è una realtà che arriva a
me ed indubbiamente essendo segno di Dio mi fa esperimentare gioia o dolore e
tutto quanto, io esperimentando un piacere, una gioia sogno, sogno in quanto
essendo passione di Assoluto, tendo a estrapolarlo e quindi a renderlo
all'infinito, a prolungarlo nell'eterno, per sempre, voglio realizzarlo per
sempre.
Naturalmente questo non lo trovo attorno a me e allora
fatico tutta la vita per cercare di realizzarlo.
Invece la realizzazione si ha soltanto in Dio e da Dio,
nel Pensiero di Dio.
Dio è quello che fa la realtà oggettiva.
Soltanto che questa realtà supera infinitamente tutti i
nostri sogni possibili.
Perchè i nostri sogni includono sempre io che desidero,
ma non includono io che sono conosciuto, pensato da Dio.
Perchè sono io che sogno e quindi sono una entità.
Mentre invece con Dio mi accorgo di essere pensato da
Dio, guardato da Dio, è lì che trovo una realtà che è infinitamente superiore a
tutti i miei sogni possibili.
E.: L'estrapolazione può essere determinata da
un fattore di ignoranza all'inizio, però la creatura in realtà compie una
azione colpevole, in quanto a un certo momento per forza di cose mi rendo conto
che quel segno, quella creatura non dipende da me, non l'ho fatta io, ecco
perchè l'ignoranza a quel punto diventa colpevole.
L'uomo è come il bambino alto mezzo metro e
crede di essere Maciste, non lo sa ancora però quando si trova di fronte a
Maciste e continua a credere di essere lui Maciste, li si trova colpevole.
Si capisce, certo.
R.: Non mi pare una cosa assolutamente negativa
questa di voler sognare, cioè se io cerco di rendere Assoluto ciò che non è
Assoluto allora si.....
No ma si sogna per rendere Assoluto quello che non è
Assoluto.
R.: Ma anche con Dio possiamo sognare.
Infatti io ho detto molte volte; lasciate che gli uomini
sognino.
R.:Perchè se togliamo il sogno all'uomo gli
togliamo tutto.
Si capisce, infatti quando noi pensiamo di essere amati e
conosciuti...abbiamo questo bisogno di essere amati e conosciuti e incominciamo
a sognare con Dio...però la realtà di Dio supera infinitamente il mio sogno
possibile, perchè la realtà mi viene soltanto da Dio. Cioè, la realtà viene
soltanto da Dio....quello che io vedo e tocco, io la chiamo realtà ma non è
realtà, tant'è vero che non la conosco, quello che io vedo e tocco io lo sento
ma non lo conosco, invece la realtà si conosce, ma questa realtà che si conosce
viene soltanto da Dio, cioè è da Dio.
E questa realtà che viene da Dio, viene da Dio in quanto
Dio fa sua la cosa, cioè fa suo, ad esempio il mio pensiero.
Io non posso minimamente immaginare che il mio pensiero
sia Pensiero di Dio, soltanto Dio mi può convincere dicendo: "Questo è
mio".
R.: Ma io desidero.....
Il desiderio è sempre macchiato dalla mia soggettività,
io non posso mai avere la certezza, la realtà invece mi dà certezza, invece il
sogno non mi dà certezza, a un certo momento io posso credere di aver sognato
tutta la vita ma mi sono illuso, mi sono illuso che Dio ci fosse...ma nella
realtà non c'è stato....io mi illudo che le creature che muoiono continuino a
esserci, mi resta quel dubbio...io sogno, ma ci sono proprio? Non c'è nessuno
che mi possa liberare da questo dubbio perchè è nel pensiero del mio io.
Ora tutto quello che è nel pensiero del mio io è
macchiato di soggettivismo, l'oggettivo viene soltanto dalla realtà di Dio, dal
Dio Creatore, è Dio il principio dell'oggettività.
Presso Dio da Dio....facendo sua la cosa...e quando Lui
fa sua la cosa io non posso smentirlo...è sua!
È Dio che fa sacre le cose, fare sacro vuol dire fare
reale.
Quando Dio fa sua una cosa, te la fa reale, cioè te la fa
toccare con mano.
Ma questo farti toccare con mano che la cosa è reale non
ti fa più dubitare.
Non è più una espressione del tuo sogno, non sei più tu
che desideri.
La cosa ti viene da Dio.
Per questo dico che la realtà che viene da Dio e la
realtà viene solo da Dio, supera tutti i nostri sogni possibili.
Ed è più bella di tutti i nostri sogni.
R.: Quindi il nostro sogno si riduce poi a un
desiderare di vedere la luce.
E già, però bisogna avvicinarsi a Dio stando attenti, mai
lavorando di nostra fantasia, perchè noi macchiamo tutte le cose del pensiero
del nostro io e allora ci resta il dubbio, anche su Dio.
Devo sempre camminare invece su dei dati oggettivi, sulla
Parola di Dio che arriva a me per iniziativa di Dio, perchè come cade
l'iniziativa di Dio cade, è macchiata, non mi serve più.
Mi lascia nel dubbio.
È soltanto in quanto cammino su un dato che non dipende
da me allora qui sono condotto a trovare la realtà di Dio.
S.: Pensavo che Dio nella sua misericordia ci
sveglia dal sogno.
Lui ci ha dato la passione d'Assoluto, perchè?
Perchè la passione d'Assoluto deriva dalla presenza in
noi del suo spirito.
Dio sa benissimo che noi corriamo questo rischio di
sognare e sognare vuol dire estrapolare la nostra esperienza, per cui io vedo
una cosa e desidero avere quella cosa per sempre, tendo a possederla a farla
assoluta e fatico tutta la vita per renderla presente fino al giorno in cui
sbatto contro il muro ed è finito.
Ma perchè sbatto contro un muro? Perchè non ho capito il
significato di quel segno lì.
Quel segno lì non mi è stato dato perchè io cercassi di
renderlo Assoluto.
Quel segno lì mi è stato dato perchè io scopra cosa è
l'Assoluto.
Non sono io che devo fare l'Assoluto, ma sono io che devo
scoprire dove è l'Assoluto e cosa è l'Assoluto.
F.: Il cieco che si prostrò e lo adorò, vuol dire
che ha scoperto questa realtà di Dio?
No, questa sera abbiamo soltanto considerato questa
grande sorpresa.
F.: È il primo tema del versetto che abbiamo
trattato stasera?
Sogno e realtà.
F.: Quindi il sogno è sempre nel pensiero del
nostro io...
È una proiezione di ciò che tu tocchi, vedi esperimenti,
quindi evidentemente nel pensiero del tuo io.
Ma quello che tu vedi e tocchi, è Dio che te lo fa
vedere.
Tu vedi una rosa e dici: "Che bel fiore, adesso ne
voglio avere tutto un giardino".
Tu stai estrapolando, tu stai vivendo adesso per avere
tutte rose, passi tutta la tua vita ad avere delle rose, perchè di fronte a
quella rosa hai provato tanto piacere.
Tu fai estrapolazione.
Non cerchi cosa Dio ti vuol dire attraverso quella rosa.
Non cerchi il significato di quello che Dio ti ha dato,
cerchi di possederlo.
Qui stai estrapolando, stai cercando di rendere assoluta
una cosa che non devi toccare.
La rosa è bella, è segno di Dio, però non cercare di
possederla.
Cerca che cosa Dio ti vuol dire attraverso quella
bellezza.
Cerca Dio, cerca l'Assoluto, non cercare di rendere
Assoluto ciò che non è Assoluto.
F.: E se uno sogna questa esperienza....
Tutti i sogni dell'uomo finiscono all'alba.
Perchè tu non devi sognare, tu devi cercare il
significato di Dio attraverso il segno che Dio ti presenta.
Cioè devi cercare Dio.
Tutti i segni Dio ce li fa arrivare non perchè noi
abbiamo a tendere di renderli assoluti, ma perchè noi abbiamo a capire che cosa
è l'Assoluto.
C'è una energia dell'azione, quando tu sogni, tu tendi ad
agire per cercare di rendere Assoluto quello che ti sta scappando dalle mani.
Tu hai fatto una esperienza, magari anche spirituale
ieri, oggi tendi a possederla ma tu non la ritrovi più.
E più la cerchi e più la perdi.
Il tuo sogno ti inganna.
Se tu vuoi trovare di più, vai avanti perchè Dio è
davanti a te, non è dietro.
Tu non passerai mai, eternamente nello stesso punto.
Non ti puoi bagnare due volte nella stessa acqua di un
fiume.
Se tu vuoi ritrovarla, devi andare avanti, cioè devi
avvicinarti a Dio, perchè in Dio ritrovi tutto e di più ancora.
Dio ci fa passare le cose, perchè noi abbiamo a lanciarci
in Lui, non perchè noi ci impegniamo a recuperare le cose che abbiamo perso o
che stiamo perdendo.
F.: La luce viene da Dio, noi dobbiamo
desiderala, e in questo desiderio si sogna, si sogna di arrivare presto alla
conoscenza di Dio, questo non è un sogno nel pensiero del nostro io......
Abbiamo detto : 1-sogno, 2-perchè l'uomo sogna e 3-quali
sono i liniti dei sogni dell'uomo.
Abbiamo detto che il sogno dell'uomo è estrapolare (una
parola un po’ matematica ma non ne trovo un'altra) è tendere a rendere
Assoluto, infinito eterno, qualcosa che noi abbiamo esperimentato e che ci ha
dato gioia o procurato piacere.
Per cui noi tendiamo a prolungare questa gioia o questo
piacere il più che sia possibile.
E lo stiamo sognando.
Hai trovato un amore, sogni, e tendi adesso a realizzare
questo amore, ma realizzare quello che tu hai esperimentato nel pensiero del tuo
io: ti ha dato piacere.
È vero che anche tante esperienze con Dio che ci danno
piacere ci fanno correre questo rischio qui, cerchiamo di realizzarlo.
La realizzazione non avviene per opera nostra, la
realizzazione avviene per conoscenza di Dio.
Le cose quindi Dio te le fa arrivare non perchè tu le
abbia a perpetuare ma perchè abbia a scoprire cosa è l'eterno, cosa è
l'Assoluto, cos'è l'infinito, cos'è Dio.
T.: L'uomo naturale vive nella realtà con la
lettera minuscola, l'uomo spirituale vive nella realtà con la lettera
maiuscola...
Soltanto che la realtà minuscola diventa sogno nell'uomo.
E l'uomo poi corre dietro a questi sogni.
E correndo dietro a questi sogni fallisce.
T.: Ma questa realtà con la lettera maiuscola è
difficile da trovare....
Questa realtà con la lettera maiuscola la si vive
soltanto in quanto uno in tutte le cose che esperimenta e che trova tiene
presente Dio Creatore, non si ferma cioè solo a questa esperienza lineare: la
creazione e me, no, tengo presente Dio, la creazione, la creatura, quello che
Dio mi fa capitare e il mio io.
Tenendo presente Dio io cerco il significato.
Nella relazione tra la creatura e il mio io, la creatura,
il segno è molto importante, perchè mi dà un certo piacere e tendo quindi a
sognare li sopra, invece se tengo presente Dio scopro che il significato della
cosa è molto più importante della cosa stessa. Ora, la realtà maiuscola la
trovo nel significato `perchè mi viene soltanto da Dio.
L'oggettività mi viene da Dio.
.............L'animale non sogna mica, l'uomo perchè
sogna? Sogna perchè ha questa passione d'Assoluto.
Noi invece non dobbiamo lasciarci dominare da questa
passione d'Assoluto, dobbiamo cercare il significato, dove è l'Assoluto, cosa è
l'Assoluto.
Tutte le cose arrivano a noi, per segnalarci che c'è
l'Assoluto ma sopratutto per farci scoprire che cosa è l'Assoluto.
Noi quindi dobbiamo evitare di cercare di trasformare in
Assoluto quello che non è Assoluto ma sopratutto dobbiamo cercare di conoscere
che cosa è l'Assoluto.
U.: Se Dio ci fa intendere il significato di un
segno, quel segno per noi diventa realtà, se invece ci fermiamo al segno, quel
segno diventa sogno...
Cioè, quel sogno è esperienza tua: tocchi, vedi, gioisci,
quella è esperienza che fai tu, che Dio ti fa fare nel pensiero del tuo io,
tutti i giorni, noi siamo bombardati da opere di Dio e noi esperimentiamo che
questo ci piace o quello che non ci piace, tutte queste sono sensazioni, è Dio
che entra nel mio mondo e quindi sono annunci di Dio, sono segni diciamo: Dio
si fa sentire dalla creatura che sente ma non capisce, perchè la conoscenza
viene soltanto da Dio.
Quindi Dio si annuncia a te senza di te ma non ti dà la
conoscenza senza di te.
La conoscenza richiede di essere fatta in due. Se tu ti
senti chiamare da lontano...senti che c'è uno che ti chiama, poi a poco per
volta ti orienti, senti che la voce viene di la, tu conoscerai chi è che ti
chiama soltanto quando arriverai la.
E così è lo stesso con Dio.
Tutta la creazione è Dio che ci chiama da lontano,
personalmente però ci chiama.
Allora se tu corri dietro a questa voce e cerchi chi è
che ti fa giungere questa voce qui, tu arrivi a Dio.
E in Dio c'è la luce, la conoscenza e la Realtà.
La realtà viene solo da Dio.
Noi corriamo il rischio di fermarci ai segni e valutare
questi segni, segni che mi piacciono e segni che mi danno invece dolore,
tristezza, sofferenza.
Allora, quelli che mi piacciono mi fanno sognare, perchè
mi fanno sognare? Mi fanno sognare proprio perchè ho la passione dell'Assoluto
tendo adesso a trasformarli in Assoluto, trasformandoli in Assoluto, tutta la
mia passione si rivolge a trasformare in Assoluto le creature, i segni, le cose
che mi sono arrivate e qui perdo il contatto con Dio perchè non cerco più
l'Assoluto ma cerco di fare Assoluto quello che mi è piaciuto.
H.: Dio vive costantemente nella realtà....
Dio è la realtà.
Lui è l'essere, l'essere è la realtà.
H.: Anche i segni di Dio, in Dio sono realtà,
non sono segni finiti...
Certamente.
H.: Quindi il difetto non è nel segno ma è
nell'uomo...
Certo, è l'uomo che sposa il segno con la sua passione
d'Assoluto, ora sposandolo cosa fa? Tende a trasformare il segno in Assoluto,
ma questo avviene in quanto trascura Dio, se non trascura Dio invece cerca il
significato del segno.
Vedi in cosa consiste il peccato? Il peccato sta in
questo: fermarsi alla creatura, considerandola staccata da Dio.
Perchè peccato? Mica perchè Dio ti dice che quello è
peccato, è perchè ti impedisce di conoscere l'Assoluto e ti fa correre ad
impiccarti contro un muro.
G.: Se sogno delle cose materiali sono
costretta a estrapolare, se invece sogno le cose spirituali mi rimane il
dubbio, sono nel giusto, però mi rimane il dubbio....
Fintanto che Dio non fa sua la cosa, nella consacrazione
Dio fa sua la cosa e li ti forma la realtà, ma la realtà viene da-, tu non
esperimenti la realtà fintanto che tu vai a-. Tu esperimenti la realtà
oggettiva, indipendente da te quando questa viene da Dio, non quando vai a Dio.
Fintanto che tu vai a-, sei sempre tu che fai, invece la
realtà ti viene da-.
Dio solo e Dio Padre è la sorgente della luce cioè
sorgente della realtà, tutto ciò che non è Dio non è sorgente di realtà, per
cui lascia sempre in noi il dubbio che può diventare un dubbio eterno.
Dio essendo l'essere che è presente in noi, ci fa
costatare, tu constati e dici : "è vero", lo adori.
Ma tu non puoi dire che una cosa è vera se non la hai
presente.
Ora soltanto Dio è l'autore della presenza, noi tuttalpiù
diciamo che siamo presenti ma è un beato sogno.
Noi qui quello che vediamo di noi sono i corpi, ma quello
che vediamo di noi è già mutato, sono cose già passate, noi non vediamo mica il
presente, il presente è Dio. Solo Dio fa la presenza, per cui se noi non
vediamo le cose in Dio e da Dio noi non cogliamo mai la presenza.
Dio solo è l'autore della presenza, perchè Lui stesso è
il presente.
Quindi Dio è la sorgente della vera sicurezza, quella che
ti dà pace.
Ma fuori di Dio tu stai correndo dietro a un sogno perchè
stai correndo dietro a una cosa che ti è già scappata dalle mani.
Anche i nostri pensieri, non possiamo fermarli.
È soltanto in Dio che i pensieri sono stabili, non ti
scappano più, stai tranquilla.
G.: Allora il sogno è sempre iniziativa nostra,
anche se sogno Dio o la conoscenza di Dio?
No, se tu sogni la conoscenza di Dio in quanto ubbidisci
a Dio no. Se tu sposi la passione d'Assoluto a un segno di Dio tu sogni
malamente, ma se tu invece la tua passione di Assoluto la riferisci a Dio che è
causa della tua passione di Assoluto, allora il tuo sogno non è più un tuo
sogno, è Dio che ti fa sognare. Perchè tu sogni sulla Parola di Dio, Dio che ti
promette: "Un giorno mi conoscerai, un giorno mi scoprirai".Quindi tu
è sulla Sua promessa che sogni, tu qui fai conto su Dio e sulla Sua parola,
Abramo parte sulla parola.
Per questo dico di non togliere all'uomo il sogno, il
sogno però è il futuro ma l'uomo corre il rischio di trasformare in sogno
quello che esperimenta, quello che tocca mentre invece tutto ciò che l'uomo
esperimenta e tocca è per far scoprire all'uomo cosa è l'Assoluto.
DDD.:Quando scopro che del mio sogno non è
rimasto nulla sono spinta a cercare la realtà di Dio....
Non è detto, non è automatica la cosa.
Perchè noi possiamo essere delusi dal sogno e attribuire
la colpa di questa delusione a una creatura o a qualche cosa che non ha
risposto ai miei desideri e quindi non è sufficiente la delusione.
Se non sono in dialogo con Dio non bastano tutte le
delusioni che Dio mi fa esperimentare per infilare la via giusta...
DDD.:Ma se sbatto la testa....
Non basta mica, puoi sbattere la testa per l'eternità ma
non è sufficiente, non è automatica la cosa.
Non è esperimentando il negativo che io arrivo al
positivo, tu tocchi il fondo ma è un fondo che va all'infinito, non è mai un
fondo fondo per cui tu ti fermi e dici : "Ho toccato fondo e adesso mi
tiro su", no tu tocchi il fondo e non ti tiri su, nel modo più assoluto...
DDD.: Non posso trovare la realtà di Dio?
No, senza Dio assolutamente no, vai all'infinito nel
fondo, è un fondo che va all'infinito, cioè è un tendere al nulla senza
giungere mai al nulla, vai al nulla all'infinito, come si va all'essere, a Dio
all'infinito che diventa vita infinita così noi, nel pensiero del nostro io,
corriamo verso il rischio di tendere al nulla, non basta l'esperienza negativa
per salvarti, non è sufficiente. Assolutamente no, altrimenti tutti sarebbero
salvi, perchè tutti presto o tardi arrivano alle esperienze negative, alla
salvezza si giunge solo attraverso il positivo, solo attraverso la Parola di
Dio, se non si crede in Dio, non c'è non c'è niente da fare.
DDD.: Se il mio sogno si realizza io sono
tranquilla, non ho più desideri, invece se vedo che rimango sempre con un pugno
di mosche cercherò il motivo....
A non basta...tu cerchi il motivo e dirai che la colpa è
di quel tale che è un delinquente, tutto li.
Se non parti da Dio Creatore, non c'è nessuna soluzione
possibile, non c'è nessuna esperienza negativa che ti possa salvare, nel modo
più assoluto. Bisogna convincerci che non c'è nessuna esperienza negativa che
ci possa salvare.
N.:Io ho cambiato quel "sogno e
realtà" e ho messo illusione e realtà, così non c'è più la confusione con
l'altro sogno. Il sogno è con Dio, l'illusione è nel nostro io. Ed è da ringraziare
che proviamo la delusione, la frustrazione, tutto quello di negativo che
proviamo che è utilissimo però non è sufficente, è utilissimo se noi a un certo
punto ci apriamo a Dio.
Ho detto sogno per dire che la realtà è superiore a tutti
i nostri sogni possibili anche nei riguardi di Dio. Anche quando noi sogniamo
Dio, la realtà di Dio certamente supererà infinitamente tutti i nostri sogni
possibili su Dio, perchè il sogno, l'immaginazione è sempre nel pensiero del
mio io, se Dio mi fa una promessa io sono sempre nel pensiero del mio io.
Quello che viene da Dio mi supera infinitamente, perchè è una novità, una
novità che mi viene dal "Tu", ora dal "Tu" mi viene una
presenza, una presenza che io con tutti i miei sogni non posso realizzare, rendere
presente.
P.: Questa esperienza di presenza si
concretizza soltanto in Dio e da Dio ed è una meraviglia o sorpresa come per
questo cieco, si concretizza quando la persona ha Dio come fine....se no
diventa parola vuota...
Si come quando ti dicono che quelli che sono morti sono
più vivi di noi....sono parole che non convincono, solo Dio ti convince della
realtà di queste parole.
P.: Se il sogno nel pensiero dell'io è
frustrato perchè le cose che sogno necessariamente crolleranno, l'altro sogno,
cioè sognare sulla Parola di Dio, questo sogno, questo desiderio è condizione
necessaria, è il fine.
È impegno con Dio, quando tu ti impegni con Dio non è che
tu faccia tanti sogni, tu ti impegni per capire, ora la Parola di Dio quando ti
arriva ti impegna a capire, ora tutto è Parola di Dio, impegnati a capire, non
sognare per cercare di rendere Assoluto quello che Dio ti ha fatto arrivare.
P.: Se invece tutto quello che Dio mi fa
arrivare lo offro a Dio e cerco il significato presso Lui, allora....
Cercare il significato è poi cercare la realtà, la realtà
che viene da Dio. Questo consacrare, fare sacro, vuol dire renderlo reale, ma
chi te lo rende reale, cioè te lo rende presente è Dio.
Dio è l'unico essere presente, tutti i segni di Dio, noi
li esperimentiamo come assenza, cioè noi arriviamo in ritardo, per cui
attualmente sembra che questo sia presente, io lo noto come presente ma è già
passato, poco o tanto, la velocità della luce, ma è già passato. La luce che io
vedo di una stella, arriva a me in ritardo, dico una stella ma è uguale per un
filo d'erba. Quella stella è passata ma io apparentemente la vedo. Quindi è una
percezione ritardata, perchè? Perchè il presente è solo Dio, tutto il resto
sono solo segni e i segni sono già passati.
Quindi noi facciamo un errore gravissimo quando cerchiamo
di recuperare il passato, noi dobbiamo scoprire il presente, ma il presente è
Dio e la presenza di Dio mi viene solo da Dio...ecco l'errore, non sono io che
debbo rendere presente, perchè Dio è già presente, se non fosse presente quando
sento parlare di Dio non capirei niente.
Se io capisco la parola "Dio" evidentemente è
perchè questa parola corrisponde con una presenza che porto dentro di me,
altrimenti non la capirei.
Quindi Dio è il presente, da questo presente io recupero
tutto il presente, perchè Dio è il presente, noi diciamo l'essere è il
presente, in questo essere presente noi troviamo la presenza di tutto, è Dio
che mi rende reale tutte le cose.
P.: Perchè in Lui tutto è eterno...
Tutto è presente.
P.: La realtà è superiore a qualunque sogno
dell'uomo perchè noi siamo fatti per la conoscenza e la realtà noi la
constateremo conoscendola e invece tutte le altre esperienze che possiamo
sognare noi le subiamo ma non le capiamo, rimaniamo frustrati.
Tutto quello che tu subisci non puoi conoscerlo, quindi
tutti i sentimenti, tutti i fatti che tu subisci, quelli non puoi conoscerli.
La conoscenza tu non la subisci, per questo non puoi
giungere alla conoscenza senza partecipazione personale, perchè la conoscenza
non si subisce, invece tutto quello che subisci tu non puoi conoscerlo, la
verità tu la trovi solo conoscendola quindi non la puoi subire e se la subisci
non la puoi più conoscere.
N.: Lo spirito scruta anche le profondità di
Dio e noi abbiamo ricevuto testimonianza.
Per conoscere le profondità di Dio, perchè S.Paolo dice
che Dio non ti ha dato lo spirito per conoscere le cose del mondo, ti ha dato
lo spirito per conoscere le cose di Dio.
F.: Gesù dice: "Dove Io sono voi non
potete venire" però dice anche: "Se resterete nelle mie parole
conoscerete la verità".
D.: È nel silenzio che la Parola di Dio si
trasforma in presenza.
DD.: Quando Dio si fa sentire il sogno non mi
interessa più.
È realtà, la constati, è presenza.
L.: Bisogna sempre vegliare per restare in
ascolto di Dio.
Vegliate sempre, pregate sempre, perchè Dio sta parlando
con te. Tu non puoi mai dire che qui Dio non ti parla, sia che tu sia in casa o
fuori, con questo o con quell'altro, è sempre Dio che ti parla.
S.: La realtà a cui siamo chiamati è
infinitamente superiore a tutti i nostri sogni.
Certamente anche superiore a tutti i nostri sogni
possibili nei riguardi di Dio. La realtà che ci viene da Dio ci supera
infinitamente.
E.: O ci convinciamo che solo avendo Dio come
principio e come fine possiamo realizzare la nostra formazione completa se no
saremo sempre costretti a debordare o a estrapolare diventando dei Don
Chisciotte disperati....
Sì perchè noi non possiamo annullare questa passione di
Assoluto che portiamo in noi, non la possiamo annullare perchè non è opera
nostra, quindi questa passione d'Assoluto necessariamente ci fa debordare,
soltanto che nel sogno ti resta il dubbio...
E.: Non solo, nel sogno ti resta ancora il
desiderio del sogno se non guardi Dio....
Si, tu il tuo sogno lo rinnovi all'infinito....ho
sbagliato qui ma adesso non sbaglio più....tu smetti di fumare e corri a
imbottirti di caramelle, invece delle caramelle mangi una altra cosa, sposti il
tuo sogno da una cosa all'altra ma non risolvi nulla....
P.: Svegliati tu che dormi...è proprio lo
svegliarci dai nostri sogni.
F.: Il luogo della Parola di Dio è nel Padre e
devo restare nell'iniziativa di Dio.
Solo quello che arriva da Dio è reale, ha il sigillo
della realtà, tutto il resto è macchiato da un certo sogno e mi lascia
sempre il dubbio e io non ne esco più. Non posso uscire da questo dubbio.
P.: Il vero sogno è impegno su dati oggettivi,
sulla Parola di Dio per conoscere Dio ed è la condizione per arrivare a
costatare questa sorpresa.
Cioè è impegno sulla Parola di Dio, altrimenti tu non
arrivi, tu senti la Parola di Dio ma per te è una parola vuota, sono soltanto
parole, non riesci a trovare la realtà di questo, il giorno in cui tu scoprissi
la realtà di queste parole qui, tu canti di gioia estasiata, infatti questo
cieco cade in adorazione appunto perchè ha constatato, ma ha constatato perchè
c'era in lui già il desiderio il fine.
La parola diventa reale se ti dice come arrivare a quello
che tu desideri, se tu non desideri quello sono solo parole vuote.
Ed
egli disse: "Io credo, Signore!". E si prostrò innanzi a Lui e lo
adorò. Gv 9 Vs 38 Secondo tema
Tema: La
sposa e lo sposo.
Argomenti: I sogni dell'uomo. L'unione dell'uomo
con le creature, anziché col Creatore. Potere e
dovere. L'Assoluto e il relativo. L'Assoluto non si può vedere nel pensiero del nostro io. La prostituzione. Sposare
la passione d'Assoluto con Dio o le creature. Cosa
è una persona? L'unione è data dal
pensiero.
19/Febbraio/1989 Casa di preghiera Fossano
Siamo il versetto 38 del capitolo nono di San Giovanni:
"Egli (cioè quell'uomo cieco guarito da Gesù) allora esclamò: credo
Signore e si prostrò davanti a Lui e lo adorò".
Abbiamo visto domenica scorsa la prima parte di questo
versetto, cioè la sorpresa.
"Esclamò", è la sorpresa di quest'uomo, guarito
da Gesù che si sente dire di fronte all'interrogazione che Gesù stesso gli
aveva fatto: "Credi tu nel Figlio di Dio?", si sente dire: "Il
Figlio di Dio è proprio Colui che parla con te".
Tre sono gli argomenti che troviamo in questo versetto:
A- La sorpresa ("Esclamò") su cui ci siamo
soffermati domenica scorsa.
B- "Credo, Signore", ed è l'argomento di oggi.
C- "Si prostrò davanti a Lui e lo adorò".
Abbiamo visto che l'uomo può correre il rischio di sposare
la sua passione di Assoluto con i segni che Dio gli manda di Sé.
Dio parla all'uomo e quindi si significa all'uomo e
l'uomo, volente o nolente riceve queste segnalazioni da parte di Dio, subisce i
segni di Dio.
Abbiamo anche visto che l'uomo è una passione di Assoluto
e proprio per questa passione di Assoluto, corre il rischio di sposare questa
sua passione di Assoluto con i segni che Dio manda di Sé.
I segni di Dio sono segni di Dio,
non sono Dio, quindi non sono l'Assoluto e l'uomo fa un errore grave a
scambiare i segni di Dio che subisce, che sente, che esperimenta, appunto
perché sono opera della creazione di Dio, fa un errore grave a scambiare questi
segni per l'Assoluto.
Corre questo rischio perché ha la passione dell'Assoluto,
ma fa un errore.
Fa un errore grave se scambia questi segni per
l'Assoluto, cioè se sposa, se unisce questa passione di Assoluto con i segni di
Dio, dà luogo ai sogni.
L'uomo può sognare.
E abbiamo visto che il sogno dell'uomo sta proprio nel
proiettare ciò che sente, ciò che esperimenta, di proiettare questo in Assoluto
e questo diventa sogno.
Poi attraverso il suo sogno tende a realizzare il suo
sogno e abbiamo il corto circuito e l'uomo resta bruciato.
E qui c'è la colpa.
È stato l'argomento di domenica scorsa.
Argomento di oggi è proprio la considerazione di quest’unione che l'uomo fa con le creature anziché con
Dio.
Il tema è: la sposa e lo sposo.
Prendiamo come Pensiero guida per quest’argomento di
oggi, quello che si legge nella Genesi al capitolo sesto, dove si dice: "I
figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle e le preselo per
mogli, quante ne vollero".
E poi dice ancora: "Quando i figli di Dio si univano
alle figlie degli uomini e queste partorivano loro dei figli, nacquero uomini
giganti, famosi".
Troviamo in questo pensiero guida, quest’affermazione:
"I figli di Dio videro che le figlie degli uomini erano belle".
Con i figli di Dio si rappresenta questa passione di
Assoluto, si rappresenta l'anima, la nostra anima.
"Videro che le figlie degli uomini erano
belle", ecco i segni di Dio, i segni di Dio che arrivando a noi provocano
a noi piacere, bellezza e ci fanno correre il rischio di sposare il Figlio di
Dio, cioè la nostra anima, cioè la passione per l'Assoluto, a ciò che piace, a
ciò che è bello e quindi di tendere a trasformare in Assoluto, per il sogno che
la passione di Assoluto provoca sposando queste creature e quindi a volere
Assoluto ciò che Assoluto non può essere.
Qui c'è la colpa è qui c'è la responsabilità dell'uomo,
perché se l'uomo ha fame di Assoluto, non deve cercare di trasformare in
Assoluto ciò che Assoluto non è, ma deve cercare di scoprire che cosa è
l'Assoluto.
L'uomo può ma non deve.
Qui abbiamo il problema del rapporto
tra il potere e il dovere.
Perché l'uomo può e perché quello che può non corrisponde
con quello che deve?
Faccio molte volte l'esempio che l'uomo può salire tutta
la vita su un cipresso a cercare delle mele, può, però non deve.
L'uomo ha la passione di Assoluto e per la passione di
Assoluto può sognare l'Assoluto e può estendere, estrapolare in Assoluto ciò
che vede, tutto ciò che tocca, però non deve.
E che cos'è che determina questo dovere?
Il dovere è determinato dalla giustizia.
E la giustizia cos'è?
La giustizia è dare a ognuno il suo.
E cosa vuol dire dare a ognuno il suo?
Vuol dire che ciò che è relativo va trattato da relativo, ciò che è segno va trattato da segno, e
ciò che è Assoluto va trattato da Assoluto.
Tutti segni di Dio e quindi tutta la creazione, tutte le
creature che arrivano a noi, provocano in noi sentimenti di bellezza, di gioia,
di piacere, tutti i segni di Dio, tutti questi fatti sono relativi, non sono
Assoluti, sono relativi al nostro io.
Il nostro io sente, avverte queste cose per opera di Dio,
quindi non sono Assolute.
Quando noi diciamo che una cosa è Assoluta, è Assoluta in
quanto non è relativa al nostro io, trascende il nostro io, supera il nostro
io, esiste indipendentemente dal nostro io.
In quanto esiste al di sopra del nostro io, non può
essere toccata, non può essere vista dal nostro io, non può essere contemplata
dal pensiero del nostro io.
La Giustizia, da cui il dovere, sta nel non confondere
per Assoluto ciò che Assoluto non è, sta nel riconoscere ciò che è Assoluto.
L'Assoluto certamente non è dipendente dal nostro io, non
è in relazione con il nostro io.
Ma allora come possibile all'uomo accedere a ciò che non
vede e non tocca?
L'uomo vede, tocca, i segni di Dio, vede e tocca le creature
di Dio, perché Dio parla al pensiero dell'io dell'uomo e l'uomo sente ciò che
Dio gli dice.
Ma questo non è l'Assoluto.
L'Assoluto, l'uomo non lo può né vedere,
né toccare nel pensiero del suo io.
Ma allora forse ne è escluso?
D'altronde se non vede e non tocca non può nemmeno
pensarlo, come può allora l'uomo accedere all’Assoluto?
Resta il problema: forse l'uomo è escluso dall'Assoluto?
No, assolutamente no, perché ha la passione
dell'Assoluto.
Se Dio ha posto nell'uomo la passione dell'Assoluto, la
passione dell'eternità, la passione della Verità, Dio non ha creato questa
passione per prendere in giro l'uomo, per illudere l'uomo.
Dio è il fedele per caratteristica.
Dio è la Verità e la Verità è fedeltà.
Quindi se Dio creando l'uomo pone nell'uomo la passione
dell'Assoluto, questa passione è una promessa da parte di Dio, una garanzia che
l'uomo è stato creato per l'Assoluto.
Se è creato per l'Assoluto, l'uomo non deve prostituirsi
a ciò che Assoluto non è.
Entriamo nel tema della sposa e dello sposo.
Qui nasce il problema della prostituzione.
La prostituzione è una degradazione: l'uomo che è fatto
per Dio, non deve vivere per altro a Dio.
Tradire il proprio destino vuol dire prostituirsi.
Prostituirsi vuol dire gettarsi a terra, vivere per le
cose relative.
Prostituirsi vuol dire essere figli di Dio e sposare le
figlie degli uomini perché sono belle.
Ora il fatto che l'uomo non veda e non tocchi l'Assoluto
non è segno che sia escluso dall'Assoluto ma, è segno per indicare all'uomo come
si trova l'Assoluto.
Che l'uomo passi tutta la vita a cercare mele su un
larice e sbagli, non è detto che non sia stato creato per trovare le mele.
Il fatto che non trovi le mele cercandole su un larice è
segnalazione per dire all'uomo: "Guarda che le mele vanno cercate sul meno
e non sul larice".
Così che l'uomo abbia la passione dell’Assoluto, e che
sbagli sposando questa passione di Assoluto con le creature che sono relative,
questo non è motivo per dichiarare all'uomo che non è fatto per trovare
l'Assoluto ma, è segnalazione per dire che fintanto che sposa la sua passione
di Assoluto con ciò che non è Assoluto, si esclude dall'Assoluto, non trova
l'Assoluto.
Questo ci fa capire allora che l'Assoluto si trova
soltanto nell'Assoluto, non c'è altra via.
Non c'è altra via!
Dio si trova soltanto in Dio e per mezzo di Dio.
La nostra passione di Assoluto trova l'Assoluto soltanto
in quanto ha la possibilità di pensare l'Assoluto.
Se anziché pensare all'Assoluto noi, ci rivolgiamo a
pensare, a vivere per ciò che non è Assoluto, quindi a sposare la nostra
passione di Assoluto con le creature e a vivere per le creature, per ciò che
non è Assoluto, per ciò che non è Dio, noi ci prostituiamo, noi prostituiamo la
nostra anima.
Qui c'è la responsabilità dell'uomo, qui c'è la colpa
dell'uomo, come c'è responsabilità e c'è colpa dell'uomo, se questo cerca per
tutta la vita mele sopra un larice.
Allora, ed è stato l'argomento di domenica scorsa, l'uomo
non può con tutti i suoi segni, con tutti i suoi sforzi, con tutta la sua
immaginazione, non può nel modo più assoluto toccare, giungere a vedere quella
Realtà che si trova soltanto nell'Assoluto.
"Dove Io sono voi, non potete venire":
esclusione piena.
Quindi tutte le fatiche dell'uomo sono destinate a fallire
e tutti gli sforzi che l'uomo fa, quando unisce la sua passione di Assoluto a
ciò che Assoluto non è, certamente sono destinati a fargli esperimentare la
delusione, l'amarezza, il vuoto, l'assenza di ciò che egli sperava di trovare.
Ecco perché l'uomo esperimenta il niente, ecco perché
l'uomo esperimenta il vuoto della sua vita, la delusione: sbaglio di luogo.
Responsabilità perché: tu sapevi.
San Paolo dice ed è stato il pensiero guida di domenica
scorsa: "Occhio umano mai vide, orecchio umano ma udì quello che Dio ha
riservato a coloro che lo cercano", a coloro che cercano Lui, a coloro che
lo amano.
Dicendo "Occhio umano mai vide, orecchio umano mai
udì", dice che l'uomo non può giungere a toccare, vedere, esperimentare
quello che Dio ha riservato a coloro che lo cercano, a coloro che lo amano, che
lo cercano e che lo amano: cercano e amano Lui, l'Assoluto.
Ciò che Lui ha riservato, ciò che ha destinato a-.
I figli di Dio sono destinati all'Assoluto, sono
destinati a Dio.
Quindi soltanto coloro che cercano l'Assoluto giungono a
ciò cui Dio li ha destinati: che Dio ha riservato a coloro che lo cercano,
quindi che cercano l'Assoluto.
Dove?
Nell'Assoluto.
Ma tutti coloro che cercano l'Assoluto altrove
dall'Assoluto, quindi nella creazione, nelle creature, non giungono
all’Assoluto perché: "Occhio umano mai vide, orecchio umano mai udì".
Siamo nella situazione d’impossibilità, di frattura, di
rottura.
Non si può passare dalla terra al cielo, non si può
passare dal finito all'infinito.
L'infinito si trova con l'infinito, nell'infinito.
Abbiamo visto la prostituzione della sposa verso ciò che
non è il suo sposo, questa degradazione, questo rivolgere la propria passione
di Assoluto, la nostra anima che è passione di Assoluto, passione di Verità a
ciò che non è Assoluto.
Ma il problema è questo: cosa
vuol dire sposarsi?
Sposare la passione di Assoluto a-, cosa vuol dire?
E soprattutto come ci si sposa?
Sposare vuol dire unire e sposarsi vuol dire unirsi,
unirsi a un altro.
Ma cosa vuol dire unirsi a un altro?
Cosa vuol dire unirsi a Dio?
Cosa vuol dire unirsi all'Assoluto?
Dobbiamo chiederci prima di tutto che cos'è un altro.
Un altro è una persona.
Ora evidentemente, soltanto chi è persona può unirsi a
una persona.
Ma che cos'è una persona?
La persona è caratterizzata essenzialmente dalla
coscienza di ciò che ha presente, dalla consapevolezza di ciò che ha presente.
Ci si unisce a un altro soltanto in quanto si ha la
possibilità di avere presente ciò che l'altro ha presente.
Se non abbiamo la possibilità di avere presente ciò che
l'altro ha presente, noi possiamo unirci in tutti modi di questo mondo,
fisicamente, sentimentalmente, idealmente, tutto quello che vogliamo, ma non ci
uniamo.
La persona è caratterizzata da questo: dalla
consapevolezza di ciò che ha presente, quindi solo se ho la possibilità di
avere presente ciò che l'altro ha presente mi unisco, altrimenti non mi unisco.
E se anche partecipassi a tutto il mondo dell'altra
persona, ma non partecipassi a tutto ciò che l'altro ha presente (anche a tutto
il mondo dell'altro), ma non mi unisco a ciò che l'altro ha presente,
consapevolmente presente, io subisco una reazione di rigetto, è come se
volessimo unirci al corpo di un essere senza unirci al pensiero di
quell'essere, a ciò che l'altro è: subiamo un'azione di rigetto, non possiamo
restare uniti.
Ogni mondo rigetta, non assimila, rigetta un altro mondo
se non riceve l'impronta dello stesso pensiero.
Ogni mondo è improntato da un pensiero, e ogni uomo è improntato
da un pensiero, e ogni persona è improntata da un pensiero.
Anche Dio è improntato da un Pensiero.
Noi non possiamo unirci all'Assoluto, a Dio, se non
possiamo guardare ciò che guarda Dio, dal punto di vista di Dio: è quello che
unisce.
Dobbiamo chiederci come?
Come è possibile questo?
Il mezzo per unirci, quindi il mezzo
per sposarci è uno solo: soltanto se noi abbiamo la possibilità di passare da
ciò che noi abbiamo presente a ciò che l'altro ha presente, quindi di uscire
dal nostro mondo: soltanto se noi abbiamo la possibilità di uscire dal nostro
mondo e da tutto ciò che noi abbiamo attualmente presente (presente quindi
creazione di Dio), da tutto ciò che è creazione di Dio nel mio io, nel nostro
io, soltanto se noi abbiamo la possibilità di superare tutto questo e di
guardare ciò che l'altro ha presente, noi abbiamo la possibilità di unione.
Qui abbiamo la sposa che si unisce allo Sposo, la
passione di Assoluto che si unisce all'Assoluto.
Come? Ci siamo chiesti.
La via è una sola: solo col pensiero.
Ѐ solo col pensiero che ci si sposa.
Ѐ solo col pensiero che ci si unisce.
Se non c'è il pensiero, tutte le unioni sono fasulle e
non tengono: c'è un'azione di rigetto che necessariamente a un certo momento fa
fuori colui che non si è unito col pensiero.
Ѐ soltanto col pensiero che noi possiamo uscire dal
nostro mondo.
Sentimenti, passioni, interessi, tutto quello che si
vuole, fanno parte del nostro mondo.
Noi possiamo uscire dal nostro mondo, come possiamo uscire
da questa stanza in un modo solo, col pensiero.
Quindi soltanto in quanto in noi c'è la possibilità di
pensare Dio e abbiamo la possibilità di pensare Dio se in noi c'è il Pensiero
di Dio, soltanto se noi, avendo in noi la possibilità di pensare Dio, cioè di
guardare dal punto di vista di Dio, di guardare ciò che ha presente Dio, il suo
stesso Pensiero, e avendone la possibilità lo facciamo, soltanto così noi
abbiamo la sposa che si unisce allo Sposo.
Qui questo cieco dice: "Credo Signore".
Ecco, credere è questo sposalizio, è quest’unione, è
questo Pensiero che aderisce.
E aderire cosa vuol dire?
Ѐ questo pensiero che passa dal mondo che noi abbiamo
presente, dal mondo che noi vediamo tocchiamo a ciò che l'altro ha presente.
Soltanto guardando a ciò che l'altro guarda, noi abbiamo
la possibilità di quest’unione, che è poi questo vero atto di fede che ci dà la
possibilità di vivere con Dio.
Ed
egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si prostrò innanzi a Lui e lo
adorò. Gv 9 Vs 38
Terzo tema
Tema: La fedeltà della
sposa: come si rimane nell'unione.
Argomenti: Cose visibili e cose
invisibili. Amare è immergersi nel pensiero dell'altro. Il luogo delle cose
invisibili. L'unione è determinata dal pensiero. Come restare nell'unione con Dio? Prostrarsi e adorare. Vedere la Presenza di
Dio. Come si rimane in un pensiero? Rendere universale un pensiero.
26/Febbraio/1989 Casa di preghiera
Fossano
Siamo sempre nel versetto 38, del capitolo nono di San
Giovanni.
Dove si dice: "Egli allora esclamò: credo Signore e
si prostrò davanti a Lui e lo adorò".
Le domeniche precedenti abbiamo visto le prime due parti.
Adesso ci rimane l'ultima parte di questo versetto, cioè:
"Si prostrò davanti a Lui e lo adorò".
Il tema di oggi è la fedeltà della sposa, cioè come si
rimane nell'unione.
Abbiamo visto che nell'uomo ci sono cose
visibili e cose invisibili.
Le cose visibili, sono quelle che vediamo con i nostri
occhi, udiamo con i nostri orecchi, tocchiamo con le nostre mani.
Le cose invisibili sono quelle che non è dato a noi né di
vedere, né udire, né toccare.
San Paolo dice: "Occhio umano mai vide, orecchio
umano mai udì le cose che Dio ha riservato per coloro che lo amano".
Dicendo questo ci fa capire che ci sono cose visibili che
l'occhio umano vede, cose che si odono dall'uomo ("Orecchio udì") e
ci sono cose invece che l'occhio umano non vede e non può vedere.
Abbiamo detto cose visibili e cose invisibili.
Ma forse che le cose invisibili sono impossibili?
No.
È sbagliato fare l'uguaglianza cose invisibili, uguale
cose impossibili.
È un errore.
È un errore perché la Parola stessa di Dio dice:
"Non cercate le cose visibili ma cercate le cose invisibili".
Ora, se la Parola di Dio dice a noi: "Non cercate le
cose visibili ma, cercate le cose invisibili", se la Parola di Dio ci
dice: "Cercate", vuol dire che le cose invisibili non sono
impossibili.
Altrimenti la Parola di Dio che è fedele e che dice:
"Cercate le cose invisibili", ci direbbe: "Cercate le cose che
non sono possibili".
Non solo ma, sempre la Parola di Dio, per mezzo di San
Paolo, qui dice: "Occhio umano mai vide, le cose che Dio ha riservato per
coloro che lo amano".
Questo ci fa capire che le cose invisibili sono
riservate, quindi possibili solo a coloro che amano Dio.
E cosa sono queste cose riservate a coloro che amano Dio,
cioè le cose invisibili?
Soprattutto è la conoscenza di Dio, la conoscenza della
Realtà di Dio, della Presenza di Dio, la conoscenza di quello che Dio è, la
conoscenza di Dio che parla personalmente con ogni uomo.
Queste sono cose invisibili ma non impossibili.
Anzi, sono cose che la Parola di Dio invita cercare e a
cercare al di sopra di tutto e prima di tutto: "Cercate prima di tutto il
Regno di Dio".
Quindi sono cose possibili ma, possibili solo a coloro
che amano Dio.
E amare cosa vuol dire?
Amare vuol dire immergersi nel pensiero di un altro.
Ecco, fintanto che noi siamo nel pensiero del nostro io,
noi vediamo certe cose e certe altre cose sono invisibili.
Ma se noi ascoltiamo la Parola di Dio e c'impegniamo
nelle cose invisibili, queste, sulla garanzia della Parola di Dio, diventano
possibili, perché niente è impossibile presso Dio.
Coloro che amano s'immergono nel pensiero di un altro, cioè nel Pensiero di Dio e presso Dio le
cose invisibili diventano possibili, accessibili: cose che Dio promette a
coloro che lo cercano e che lo cercano come va cercato.
Allora il problema dell'invisibilità non è un problema
d’impossibilità, perché faremmo menzognero Dio e la sua Parola, ma è un
problema di località, un problema di luogo: presso Dio è possibile trovare,
vedere, esperimentare le cose invisibili di Dio, che sono le cose eterne,
assolute, infinite, nel vedere le quali è la nostra luce, è la nostra pace, è
la nostra vita.
Proprio la Parola di Dio dice a noi che la nostra vita è
nascosta in Dio.
Evidentemente, se Dio fosse inconoscibile, impossibile a
noi, non ci sarebbe annunciato che la nostra vita è nascosta in Dio.
Dicendoci che è nascosta in Dio, ci indica il luogo: il
problema dell'invisibilità è un problema di luogo.
In Dio è possibile vedere, conoscere Dio e conoscendo
Dio, trovare la nostra vita, perché la nostra vita sta nel conoscere Dio: la
vita eterna, cioè la vita vera sta nel conoscere Dio.
Se Dio ci dice che la vita vera sta nel conoscere Dio,
non ci presenta una cosa impossibile, ci presenta una cosa possibile, anzi, ce
la mette come meta della nostra vita.
Allora il problema è di vedere le cose in Dio e da Dio.
Domenica scorsa, parlando del tema: la sposa e lo sposo, abbiamo rilevato che il problema è di vedere le cose da
Dio, perché soltanto vedendo le cose da Dio, ci si unisce Dio.
L'unione con un altro è determinata dalla possibilità di guardare
ciò che vede l'altro.
Questo è possibile soltanto in quanto si ha il pensiero e
non solo il pensiero ma il Pensiero di Dio.
È solo col Pensiero di Dio che noi possiamo uscire dal
nostro mondo, cioè dalle cose visibili e portarci a guardare e vedere le cose
dal punto di vista di Dio, a guardare da Dio.
Guardando da Dio, noi siamo con Dio, perché il principio
dell'unione sta nel guardare ciò che vede l'altro, nell'avere lo stesso fine
che ha l'altro, nell'avere lo stesso oggetto di pensiero che ha l'altro.
Quindi il problema dell'unione con Dio non è un problema
di sacrifici, né di volontà, né di sentimenti.
Non ci si unisce a un altro con dei sentimenti, con una
volontà o con degli impegni, con dei voti.
Ci si unisce guardando ciò che guarda l'altro e soltanto
in quanto si ha la possibilità di guardare ciò che guarda l'altro.
Ed è per questo che ancora San Paolo dice: "Dio ha
dato a noi il suo Spirito", il suo Pensiero, lo ha dato per dare a noi la
possibilità di conoscere non le cose visibili, non le cose di questo mondo ma
di conoscere le cose di Dio, perché il Pensiero di Dio, lo Spirito di Dio,
penetra tutte le cose: anche i misteri di Dio.
È per questo che Dio ha dato a noi il suo Spirito: per
dare a noi la possibilità di penetrare tutte le cose, anche i segreti di Dio.
E tutto questo è Parola di Dio per ogni uomo.
Il che vuol dire che la cosa è accessibile a ogni uomo.
Questo è il problema della sposa e dello Sposo, cioè
dell'unione con Dio.
Ma proprio domenica si è accennato a: come restare in
questa unione?
Il "come" ci viene detto proprio in questa
terza parte di questo versetto 38 in cui si dice che quel cieco guarito da
Gesù, esclama: ""Credo Signore", dopo che Gesù gli propose:
"Credi tu nel Figlio di Dio?", e lui a sua volta interrogò dicendo:
"E chi è questo Figlio di Dio? e Gesù: "È proprio Colui che tu hai
veduto e che chi parla".
In quest’atto di fede abbiamo il problema dell'unione,
perché credere, abbiamo detto, vuol dire portarci a guardare dal punto di vista
di Dio.
Ma poi: "Si prostrò davanti a Lui e lo adorò".
Il problema è: come restare
nell'unione con Dio?
Il come, la via, c’è indicata qui:
prostrarsi e adorare.
Questo vuol dire prostrarsi?
E cosa vuol dire adorare?
Prostrarsi vuol dire sottomettersi totalmente a uno e
quindi vuol dire mettersi tutto a disposizione dell'altro.
Adorare vuol dire mettere in cima al monte, vuol dire
guardare solo a lui, vuol dire riferire tutto a lui.
Qui ci è indicata la via per restare con Dio.
Si entra nell'unione attraverso il pensiero.
Si resta nell'unione attraverso il pensiero.
Il primo argomento: entrare in unione, è rappresentato da
Gesù con la parabola delle vergini sagge e delle vergini stolte.
Le vergini sagge entrano con lo sposo: le vergini stolte
non possono entrare, perché quando bussano alla porta dello sposo, lo sposo non
c'è più: lo sposo è già entrato.
Da sole non possono entrare.
Hanno il desiderio di entrare, perché chiamano, bussano,
vogliono, però non basta.
Tutto questo ci fa capire che non basta il nostro
desiderio, non bastano i nostri sforzi, non basta la nostra volontà, i nostri
impegni, i nostri sacrifici, i nostri pianti.
Non basta questo per entrare nel Regno di Dio, per
entrare nell'unione con Dio, per trovare questa invisibile Presenza di Dio che
nessun uomo può negare ma, che nessun uomo da solo può trovare.
Tutti gli uomini sanno che il Creatore, Dio, è Presente
in tutto e in tutti.
Lo sanno però non lo vedono e non lo possono vedere.
Vedere la Presenza di Dio non è
dato all'uomo: appartiene alle cose invisibili.
Non è però negata all'uomo.
La Presenza di Dio si conosce soltanto in Dio, presso
Dio, con Dio.
Ecco perché non è possibile entrare in questa Presenza,
vedere questa Presenza, esperimentare questa Presenza all'uomo da solo.
Le vergini stolte bussano invano.
Gesù dice: "Mi cercherete ma non mi troverete,
perché dove Io sono voi non potete venire".
Il tema di oggi è la fedeltà della sposa.
L'argomento di domenica scorsa era la sposa e lo sposo,
oggi invece il problema è: come si rimane nell'unione.
Problema che si riferisce all'ultima parte di questo
versetto 38 in cui si dice che quel cieco guarito si prostrò davanti a Lui e lo
adorò.
Abbiamo detto che si rimane nell'unione attraverso questi
due verbi: prostrarsi davanti a Lui e adorare.
Abbiamo visto cosa vuol dire prostrarsi, cioè
sottomettere tutto a Lui.
Adorare vuol dire riferire tutto a Dio.
Il problema allora è: come si
rimane in un pensiero?
Un pensiero è una visione universale, unica.
Infatti, non si può pensare contemporaneamente a due
cose.
Un pensiero di per sé, è un infinito, ed essendo
infinito, tende a raccogliere tutto in sé, il che vuol dire che si rimane in un
pensiero soltanto in quanto si raccoglie tutto in esso, si sottomette tutto a
esso.
Non appena noi tratteniamo qualcosa, senza raccoglierla,
senza riportarla, senza sottometterla a quel pensiero, noi perdiamo la presenza
di quel pensiero.
Il problema dell'unione con Dio è come si rimane nel
Pensiero di Dio, in unione col Pensiero di Dio, perché il problema non è
l'unione con il Padre, il problema è l'unione con il Figlio, con il Pensiero di
Dio.
Principio di unione è guardare ciò cui guarda l'altro.
Ora guardare ciò cui guarda l'altro è pensare ciò cui pensa
l'altro, è avere il pensiero dell'altro.
Ciò che fa di noi l'unione con un pensiero è lo stesso
sguardo, lo stesso fine.
Guardando allo stesso fine sia ha lo stesso pensiero e
quindi si forma l'unità.
Il problema è: come si rimane nell'unione con il Figlio
di Dio.
A questo punto, proprio quando si forma in noi questo
problema, noi abbiamo Gesù che ci risponde con la parabola delle nozze.
Parabola di quel re che indice le nozze per suo figlio.
E quando si racconta questo nel Vangelo di San Matteo si
dice: "Gesù, rispondendo alle loro interrogazioni disse: il Regno di Dio è
simile a un re che fece le nozze per suo Figlio".
"Rispondendo" il che vuol dire che le parabole
significano momenti diversi del nostro cammino, man mano che ci avviciniamo a
Dio, alla conoscenza di Dio.
È su questo cammino che a un certo momento, il Regno di
Dio appare a noi come un re che fece le nozze per suo Figlio.
Abbiamo tante parabole del Signore: abbiamo la prima parabola
fondamentale che è la chiave per intendere le altre e abbiamo le successive.
Ma noi intendiamo le parabole soltanto in quanto
maturiamo in quel tempo in cui vediamo le parabole come una risposta a un
nostro problema.
La parabola delle nozze del figlio del re, noi la vediamo
come Regno di Dio, soltanto quando in noi matura il problema delle nozze con il
Figlio di Dio, cioè il problema dell'unione con il Pensiero di Dio, il problema
di come si rimane uniti al Pensiero di Dio: il problema della fedeltà della
sposa.
È l'abito per le nozze.
Si può entrare nella stanza delle nozze, quindi si può
anche giungere all'unione con Dio, con il Figlio di Dio ed essere cacciati
fuori, perché: "Come hai potuto tu entrare qui senz'abito delle
nozze?".
L'abito è la condizione per poter restare con-.
Se il pensare a ciò che guarda l'altro ci dà la
possibilità di unione con l'altro, è soltanto in quest’unione che noi abbiamo
la possibilità di restare, ma la possibilità di restare non è ancora la
realizzazione di questo restare, perché proprio in questa parabola delle nozze
del figlio del re, troviamo uno che entra nella stanza delle nozze ma non può
restare.
Per restare si richiedono due cose, che sono poi la stessa cosa: prima di tutto questa prostrazione davanti a Lui,
questo superamento di tutto di noi, di tutto il nostro mondo, cioè di tutte le
cose visibili, perché le cose visibili in quanto sono compatibili con il
pensiero del nostro io, per sottomettere tutto di noi a Dio.
E lo adorò: riferire tutto al Pensiero di Dio.
Si rimane in un pensiero in quanto si rende universale il
Pensiero.
Ma rendere universale un Pensiero vuol dire sottomettere
tutto a questo pensiero.
Soltanto quando avremo sottomesso tutto al Pensiero di
Dio, il Pensiero di Dio, il Figlio di Dio, consegnerà il Regno al Padre.
Allora soltanto nella misura in cui siamo fedeli a questa
unione, in quanto la sposa, quest'anima che Dio ha dato a noi con questa
passione di Assoluto, con questo bisogno di Verità, con questo bisogno di
conoscere Dio, sottomette tutti i suoi pensieri, tutti i suoi argomenti, tutta
la sua vita, tutto il suo mondo al Pensiero di Dio, cioè a cui guarda il
Pensiero di Dio, a ciò cui guarda il Figlio di Dio, possiamo restare
nell'unione col Figlio, e il Figlio di Dio guarda al Padre.
Soltanto sottomettendo tutto al Figlio si rimane in
unione con il Figlio e soltanto restando in unione con il Figlio si giunge alla
conoscenza del Padre, perché quando tutto viene sottomesso al Figlio di Dio e
quindi si realizza questa permanenza nell'unione con Dio, questa fedeltà in
Dio, soltanto così il Figlio consegna il Regno al Padre e dà a noi la
possibilità di conoscere il Padre, dalla cui conoscenza poi, lo stesso Figlio
di Dio ci fa giungere lo Spirito Santo, lo Spirito di Verità, cioè l'inserimento
della stessa nostra anima in una cosa sola con il Figlio nella Trinità di Dio
che è Verità eterna, e vita eterna per noi.
Ed
egli disse: "Io credo, Signore!". E gli si prostrò innanzi a Lui e lo
adorò. Gv 9 Vs 38 Riassunti
RIASSUNTI Domenica - Lunedì.
Argomenti: I limitati sogni dell’uomo
– Trasformare il relativo in assoluto – I sogni sbagliati – Restare nell’unione – La capacità di
raccogliere in Dio – Il sigillo della Verità – La purificazione del pensiero – I giorni non vissuti – La parola e la realtà
– Sentito dire e rapporto personale – La sorpresa – Sono Io che parlo con
te -
5/ Marzo /1989 Casa di preghiera
Fossano