I Giudei non
credettero affatto che egli fosse stato cieco e che avesse ricevuto la
vista, finché non chiamarono i genitori di colui ora vedeva. Gv 9 Vs 18
Titolo: Di fronte al varco.
Argomenti: La ricerca della propria identità dell'uomo. Passare
attraverso il Pensiero di Dio. Il sì e il no dell'uomo. La menzogna.
11/Ottobre/1987 Casa di preghiera
Fossano.
Siamo al versetto 18 del
capitolo nono di San Giovanni e qui dobbiamo soffermarci oggi.
Troviamo questa
dichiarazione: " I giudei però non credettero affatto che egli,(quell'uomo
cieco dalla nascita che era stato miracolosamente guarito da Gesù, in giorno di
sabato), fosse stato cieco e che avesse ricevuto la vista, finché non
chiamarono i genitori di colui che ora vedeva".
Anche questa è Parola del
Vangelo, quindi è una scena, un fatto che Dio ci presenta e se ce lo presenta
deve avere un significato.
Dio non fa nulla di
inutile, nulla di insignificante.
E se ha un significato ed è
Parola di Dio per noi, dobbiamo chiedere a Dio che ci aiuti a capire che cosa
vuole insegnare a noi attraverso questa scena.
Questa scena di uomini,
farisei, giudei, che non avendo creduto a Gesù, adesso sono portati a dubitare
che quell'uomo cieco dalla nascita fosse stato veramente cieco.
Si arriva a questo assurdo
per non credere che Gesù abbia fatto un miracolo.
Si arriva alla assurdità di
trasformare, di dubitare, di negare la realtà delle cose.
Quell'uomo era cieco dalla
nascita, era mendicante, era stato sempre mendicante sui gradini del tempio,
tutti l'avevano conosciuto, tutti lo conoscevano, eppure a un certo momento
dubitano che lui sia stato cieco.
Dobbiamo chiederci il
significato di questo fatto, poiché in realtà noi osserviamo con quanta
facilità l'uomo travisi la realtà delle cose, si arriva alla alienazione, si
arriva alla pazzia.
Perché tutto questo?
Quale significato ha?
Domenica scorsa abbiamo
visto che, San Giovanni nella sua prima lettera dice che tre sono coloro che
rendono testimonianza nel cielo: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, e
questi tre sono Uno e aggiunge che tre sono quelli che rendono testimonianza
in terra: l'acqua, il sangue e lo spirito e questi tre sono uno.
Ricordiamo che la terra
rappresenta tutto quello che è compatibile con il pensiero dell'io dell'uomo,
quindi le testimonianze in terra rappresentano la testimonianza che l'uomo
riceve nel pensiero del suo io.
Queste tre testimonianze
formano uno, queste tre testimonianze formano l'uomo.
L'uomo praticamente è
costituito: dalla testimonianza del mondo esterno, dalla testimonianza della
sua passione di Assoluto che porta in sé e dalla testimonianza del Pensiero di
Dio che porta in sé.
Abbiamo l'acqua è che il
mondo esterno, abbiamo il sangue che è questa passione di Assoluto che
caratterizza l'uomo ed abbiamo il Pensiero di Dio di cui l'uomo è portatore.
Ed è proprio per la
presenza di questo Pensiero di Dio di cui l'uomo è portatore dobbiamo il fatto
che la Verità abiti nell'uomo e non si trovi altrove.
La Verità non abita nelle
cose esteriori, Sant'Agostino dice che la Verità abita nell'uomo interiore, per
cui se tu vuoi trovare la Verità devi chiudere gli occhi al mondo esterno,
rientrare in te stesso e in te stesso cercarla tra i tuoi pensieri, perché tra
i tuoi pensieri c'è la Presenza di Dio, c'è il Pensiero di Dio.
La Verità di Dio abita
dentro di te e puoi trovarla solo dentro di te.
Domenica scorsa abbiamo
visto, considerando queste testimonianze che l'acqua e
il sangue, cioè tutto il mondo esterno e il mondo stesso della vita dell'uomo,
concludono di fronte a un muro, a un varco.
L'uomo che trascura Dio
perde l'identità di sé, poiché Dio essendo il Principio, il Creatore dell'uomo,
è Colui nel quale l'uomo ha la giustificazione di sé, di quello che egli è, del
suo vivere.
Se l'uomo trascura Dio,
come prima conseguenza esperimenta questo: l'uomo non sa più che cosa sia la
sua vita, a che cosa serva, non conosce più se stesso, perde il principio di
identità di sé.
In conseguenza di questo
l'uomo deve andare a cercare una giustificazione di sé, delle ragioni in cui
giustificare la sua esistenza, il suo vivere.
E queste ragioni poi l'uomo
le trova nel lavoro, nella carriera, nella figura, nella gloria, nel giudizio
degli altri eccetera, i campi, i buoi, la moglie.
E crede di essere
giustificato: "Abbini per giustificato", crede di giustificarsi così:
"Io questo lavoro, io ho questo impegno, io ho questa carriera, io ho
questi studi", tutte cose in cui l'uomo ritiene che sia giustificata la
sua vita.
Ma abbiamo visto, come
andando a fondo, arriva un certo momento in cui l'uomo viene a trovare che il
centro di tutto è soltanto il pensiero del suo io.
Tutto lo conduce sempre lì,
al pensiero del suo io.
Si trova di fronte al
vuoto, si trova di fronte al delitto, si trova di fronte alla morte, c'è sempre
questo ritorno, questa ripresentazione, questo muro del pensiero del suo io.
L'uomo cerca una causa e
trova i suoi effetti, cerca colui che lo fa essere e trova le sue opere, trova
la morte del Cristo. È l'uomo che l'ha ucciso e quindi viene sempre ricondotto
alla presenza del pensiero del suo io e ricondotto di fronte al pensiero del
suo io, si trova di fronte a questo muro: "Io chi sono? Che cosa ci sto a
fare? A che cosa serve la mia vita?".
Queste sono le due
testimonianze: la testimonianza dell'acqua e del sangue e abbiamo visto che
queste due testimonianze concludono di fronte a questo muro, in cui c'è un
varco, perché abbiamo una terza testimonianza dell'uomo sull'uomo.
L'uomo ricondotto sempre
nel pensiero del suo io, trova questa testimonianza: la testimonianza dello
spirito, la testimonianza del Pensiero di Dio che porta in sé.
Quindi abbiamo: la
testimonianza dell'acqua e del sangue, cioè la testimonianza della vita, la
testimonianza del mondo esterno che conducono sempre l'uomo di fronte al
Pensiero di Dio.
Lo riconducono di fronte a
questa parola: la Verità abita dentro di te.
Ecco abbiamo detto in
questo muro che un varco, il varco del Pensiero di Dio: è questo Pensiero di
Dio è dentro di te e in questo Pensiero di Dio c'è la Verità.
Quindi è inutile ritornare
a interrogare sempre le creature, interrogare gli uomini, interrogare la
storia, interrogare la filosofia, interrogare tutti problemi degli uomini della
politica, dell'economia, è perfettamente inutile perché tutte quante le
creature, tutta quanta la storia, tutti quanti gli avvenimenti, non fanno altro
che condurre l'uomo sempre di fronte a questo: la Verità è dentro di te.
Qui l'uomo deve rientrare
in se stesso se vuole trovare la Verità: c'è questo varco, c'è questo passaggio
obbligato in cui c'è la testimonianza dello spirito.
Quando si parla di
testimonianza, testimonianza data all'uomo, si tratta di un fatto che si
presenta all'uomo e che l'uomo non può smentire, perché ha ricevuto la
testimonianza cioè, lo può smentire, ma se lo smentisce si assume la
responsabilità.
L'uomo può dire no a ciò
che ha veduto, a ciò che ha constatato, l'uomo può dire la menzogna, può fare
la menzogna, però è responsabile della menzogna.
Quindi le testimonianze
arrivano all'uomo indipendentemente dall'uomo e lo rendono responsabile della
risposta.
La creazione è una testimonianza
all'uomo, certamente l'uomo non è il creatore delle cose, l'uomo può dire:
" Io sono quello che faccio tutto", ma tutti si metterebbero a
ridere.
L'uomo può illudersi, può
esaltarsi, può essere menzognero, però è in colpa, perché reca con sé la
testimonianza che lui non è il creatore.
L'uomo reca anche in sé la
testimonianza che il Creatore di tutte le cose è Dio, uno solo è Colui
che crea tutte le cose.
Non ci sono tanti creatori
uno solo il Creatore e l'uomo porta in sé questa testimonianza.
Può negarla ma, non può
cancellarla, può trascurarla, può offenderla, può bestemmiarla ma, non può
annullarla.
La Verità è al di sopra
dell'uomo.
La Verità trascende l'uomo.
L'uomo può dire tutto
quello che vuole, la Verità è sempre lì fissa, ferma, come un macigno.
Tutte le parole che dicono
gli uomini non possono minimamente incrinare la Verità.
Questa è la testimonianza
che è data l'uomo, la testimonianza dello spirito.
In questo varco è
presentata all'uomo la condizione essenziale per prendere contatto con la
Verità ma, in quanto ci si presenta un varco, abbiamo soltanto due possibilità:
o si passa o non si passa.
Che cosa significa passare
attraverso questo varco?
Che cosa significa passare
attraverso questa testimonianza dello spirito?
E che cosa significa non
passare attraverso questa testimonianza dello spirito?
La testimonianza dello
spirito è questa: Dio, la Verità, abita dentro di te, c'è l'annuncia, ce lo
testimonia: tu puoi negarlo ma, non puoi cancellarlo.
La Verità abita dentro di te.
Puoi cercare per tutto il
mondo, correre, gridare, urlare, fare tutto quello che vuoi ma non trovi la
Verità: la Verità abita dentro di te.
Gli uomini sono tutti dei
terribili cercatori di Dio, anche gli atei sono dei terribili cercatori di Dio.
Tutti cercano Dio, tutti
cercano la sua luce, tutti hanno la passione della Verità tutti.
Tutti sbagliano perché
cercano la Verità dove non c'è, dove non può esserci, la cercano di un luogo
sbagliato.
Dico sempre che quando uno
va a cercare i funghi deve sapere il luogo dove si trovano i funghi e quando
uno va a cercare stelle alpine, deve sapere dove si trovano le stelle alpine,
non puoi cercare stelle alpine di pianura o in un campo di grano.
Quindi l'uomo è
responsabile del sapere dove si trova una cosa e deve cercarla lì, in quel
luogo.
Quindi sapendo che la
Verità, che Dio abita dentro di noi, questo è il luogo in cui lo si può
trovare, in cui si può passare attraverso questo varco, testimonianza dello
Spirito di Dio che l'uomo porta con sé.
Passare attraverso questo
varco vuol dire impegnarsi nel Pensiero di Dio, cercare nel Pensiero di Dio,
perché la Verità abita nel Pensiero di Dio.
Dunque la Verità abita
dentro l'uomo ma, dentro di sé, l'uomo trova dei sentimenti, trova tanti
pensieri, trova tante cose.
Trova anche il Pensiero di
Dio confuso fra tanti, confuso fra tante altre cose che l'uomo porta dentro di
sé, fra tanti pensieri, fra tanti sentimenti, fra tanti interessi.
L'uomo ha tutto un mondo
che porta dentro di sé.
L'uomo dentro di sé porta
tutto l'universo esterno, porta tutti i sentimenti che sono recati a lui da
tutte le creature e porta anche tutti i suoi interessi e la sua fede.
Fra tutte queste cose,
l'uomo porta anche il Pensiero di Dio.
Ora la Verità non abita in tutte
le altre cose, perché tutte le altre cose, interessi, sentimenti, sono tutte
una proiezione nell'uomo del mondo esterno.
Il Pensiero di Dio abita
nell'uomo indipendentemente dall'uomo.
Ĕ solo in questo Pensiero di
Dio che l'uomo deve impegnarsi se vuole trovare la verità: questo è il varco.
L'uomo può passare, o non
passare.
Quando è che passa e quando
è che non passa?
Non passa quando si impegna
in altro, quando dedica i suoi pensieri ad altro, quindi quando non cerca il
Pensiero di Dio, quando non dedica il suo pensiero al Pensiero di Dio per
trovare la Verità, per trovare quel Principio in cui c'è la giustificazione
della sua esistenza, in cui c'è la ragione della sua vita, in cui c'è il suo
creatore.
L'uomo non passa in quanto,
essendo stato portato di fronte a questo varco, anziché impegnarsi nel Pensiero
di Dio si impegna in altro, cerca altro.
E quali sono le
conseguenze?
Se l'uomo si dedica Dio, in
Dio trova la Verità, trova la giustificazione, trova la vita: conoscere Dio è
vivere.
Siccome la Verità non è
condizionata né dal tempo ne dà luogo, conoscere la Verità è partecipare di una
cosa che è eterna.
Infatti Gesù dice che la
vita eterna sta nel conoscere Dio, sta nel conoscere la Verità: conoscere la
Verità è essere liberi. "Conoscere la Verità e la Verità vi farà
liberi".
Il che vuol dire che noi
non siamo liberi fintanto che non conosciamo la Verità, quindi è perfettamente
inutile sbandierare l'uomo come un essere libero.
L'uomo non è libero perché
sarebbe una contraddizione con quello che dice Gesù.
Se Gesù dice: "Sarete
liberi quando conoscerete la Verità", vuol dire che fintanto che non
conosciamo la Verità non dobbiamo vantarci di essere liberi.
Noi non siamo liberi.
Siamo tanto più schiavi quanto
più vantiamo e ci illudiamo di essere liberi.
Quindi la conoscenza della
Verità soltanto ci fa liberi.
La conoscenza della verità
ci porta al di là del tempo, ci porta in quello che è eterno, ci rende
partecipi di quello che è eterno.
Ma se l'uomo invece non
passa questo varco, non si impegna con Dio, quindi si impegna con altro, che
cosa succede? Qui dobbiamo osservare questo fatto, l'uomo quando giunge di
fronte a questo varco si trova di fronte a questi annunci: Dio esiste é il
Creatore, non sei tu il creatore, il Creatore è un Altro, Dio abita dentro di
te.
Quindi questa è Parola di
Dio, testimonianza all'uomo, in quanto è testimonianza è
parola, in quanto è parola è una proposta.
L'uomo si trova di fronte a
una proposta.
Quando l'uomo si trova di
fronte a una proposta non può non rispondere, necessariamente deve rispondere,
è costretto a rispondere: o sì o no.
Tutto il parlare dell'uomo,
se noi lo riducessimo ai minimi termini si rivelerebbe come soltanto un sì o un
no.
Il Signore dice: "Sia il
vostro parlare no,no,si, si, tutto il resto viene dal maligno".
Che cosa vuole dire sì o
dire no?
Certo non è a parole che si
dice sì o che si dice no.
Noi a parole possiamo dire
sì da mattina a sera, possiamo anche dire: "Signore io ti amo con tutto il
cuore" da mattina a sera.
Si dice veramente si, in
quanto si dedica il pensiero alla conoscenza di Dio, in quanto s'impegna il
nostro pensiero nel Pensiero di Dio.
Questo vuol dire sì.
Si dice no, in quanto s'impegna
il nostro pensiero, la nostra mente in altro.
Ora quando l'uomo riceve
una proposta, in quanto dà una risposta e necessariamente deve darla, non resta
più come prima.
Questo ci fa capire che
siccome tutti giorni noi siamo bombardati dalle Parole di Dio, perché ogni
avvenimento è una Parola di Dio, questo ci fa capire che la vita va avanti a
senso unico come il tempo.
Il tempo non va avanti e
indietro.
Noi possiamo far ritornare
l'orologio indietro ma la vita non ritorna indietro, il tempo fa a senso unico.
Anche la nostra vita va a
senso unico, anche i nostri pensieri vanno a senso unico.
Il che vuol dire che quando
siamo portati di fronte a questo varco, a questa proposta: Dio abita dentro di
te, la verità è dentro di te, dando una risposta (si o no) noi ci
qualifichiamo.
In conseguenza della
risposta che noi diamo noi siamo condizionati.
Condizionati da che cosa?
Condizionati dalla mente,
dal pensiero, non dalle parole, ma dal pensiero che abbiamo dedicato o che non
abbiamo dedicato a Dio.
E siamo determinati
soltanto da questo.
L'uomo diventa figlio delle
sue opere ma qui sta l'opera essenziale dell'uomo, la parola essenziale che
l'uomo dice: o si o no.
Non a parole, quello che
conta è la dedizione del nostro pensiero.
Se l'uomo si dedica al
Pensiero di Dio, per conoscere Dio, dice sì a Dio.
Se l'uomo si dedica ad
altro, dice no a Dio.
In conseguenza di questo,
nella mente adesso si è formato qualche cosa, per cui l'uomo incomincia vedere
tutta la realtà, tutto il mondo, tutta la vita, secondo la mente che porta con
sé.
Se lui con una mente ha aderito a Dio, incomincia a guardare le cose dal punto
di vista di Dio.
Ma se lui ha detto no, lui
incomincia a guardare le cose dal punto di vista del suo no, del suo rifiuto.
Sta cercando una giustificazione:
"Io o i campi, i buoni, la moglie, non posso venire", cerca una
giustificazione ma, siccome tutto è orientato a Dio, perché tutto è fatto da
Dio, ecco che l'uomo per cercare di giustificare quello che non è
giustificabile deve alterare le cose.
Qui adesso succede una cosa
grande: nasce la menzogna.
L'uomo deve falsificare le
cose.
Quindi avendo detto no a
Dio, l'uomo resta condizionato dalla sua mente, resta marcato dalla sua mente.
Adesso la sua mente, quello
che lui porta dentro di sé, nel suo pensiero, marca anche tutta la creazione
attorno, tutti i fatti, tutti gli avvenimenti.
Adesso lui non può più
credere a quello che lui ha rifiutato ma, può credere soltanto a quello che è
secondo la sua mente.
Può credere soltanto a
quello che lui porta nella mente.
Ecco perché noi siamo
portati a credere a quello che corrisponde con i nostri pensieri, ma abbiamo
molta difficoltà a credere a ciò che non è in armonia con i nostri pensieri.
Questo ci fa capire che a un
certo momento tutto il mondo è visto sotto l'angolatura di quello che noi
portiamo in testa, di quello che noi portiamo nella nostra mente.
Se noi nella nostra mente
portiamo Dio, noi incominciamo a vedere tutto il mondo, tutti gli avvenimenti,
tutte le creature nella luce di Dio.
Allora qui noi vediamo
nella luce della Verità, perché tutto è fatto nel Pensiero di Dio.
Ma se dentro di noi, nella
nostra mente, non portiamo il Pensiero di Dio, noi incominciamo vedere tutte le
creature secondo il nostro pensiero sbagliato, ad interpretare tutte le cose
secondo il nostro pensiero sbagliato.
Allora siccome il nostro
pensiero è sbagliato perché non è entrato nel Pensiero di Dio, siamo costretti
a falsificare tutte le cose, incomincia la menzogna.
Ecco per cui qui troviamo
dei giudei, dei farisei, che a un certo momento non riescono più a credere che
quel cieco guarito da Gesù fosse veramente cieco.
Quindi noi restiamo marcati
dalla mente è la mente che interpreta al mondo.
È quello che portiamo nella
mente che ci dà la visione del mondo.
Ma questo non è un criterio
di Verità perché noi nella nostra mente possiamo avere gli errori.
È il Pensiero di Dio, se il
Pensiero di Dio c'è nella nostra mente, è la conoscenza di Dio, se la
conoscenza di Dio c'è nella nostra mente il vero criterio della Verità che
impedisce a noi di fare la menzogna.
Perché poi dopo fatta la
menzogna, siccome diventiamo figli di quello che facciamo, noi diventiamo figli
della menzogna.
Da lì viene l'alienazione e
dall'alienazione passiamo alla pazzia, alla demenza, il passo è breve.
Allora possiamo anche
capire perché c'è la pazzia nel mondo.
Questa visione non della
realtà delle cose, ma secondo i nostri pensieri.
La sorgente di tutto questo
deriva da un sì e da un no, detto nei nostri pensieri alla testimonianza dello
Spirito.
Spirito che dice a noi: la
Verità non abita fuori, tutto è un annuncio della Verità, ma non cercare fuori
la Verità di Dio, perché la Verità abita dentro di te, cercala dentro di te.
E dentro di te cercala tra
i tuoi pensieri e tra i tuoi pensieri, cercala nel Pensiero di Dio perché solo
lì abita la Verità.
Di nuovo
interrogarono il cieco: "Tu che cosa dici di Colui che ti ha aperto gli occhi?". Egli rispose: " È un profeta".
I Giudei non credettero affatto che egli fosse stato
cieco e che avesse ricevuto la vista, finché non chiamarono i genitori di
colui ora vedeva. Gv 9 Vs 17-18
RIASSUNTO
Argomenti: La grammatica del Vangelo. Imparare a leggere. Impegnare la mente nel pensiero di Dio. Pensati e non
pensanti. Interpretare nell’io la creazione.
La colpa dei peccati non commessi da noi. L’occasione
non fa l’uomo ladro. L’incompiuto in noi. L’aiuto
dei nemici. La solitudine. Traditi dai
nostri amori.
18/Ottobre/1987 Casa di preghiera Fossano.