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Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: "Mi pose del fango sugli gli occhi, mi sono lavato e adesso vedo".  Gv 9 Vs 15


Titolo: L'incontro fra i tempi dell'anima e della creazione.


Argomenti: I tempi dell'anima e della creazione. Il significato del cieco e dei farisei. L'uomo e Dio unificano. Il compimento in Dio: la terra diventa cielo. L'inevitabile scontro Dio/Uomo. Lo scandalo e l'interrogazione. Perché nasce l'interrogazione? L'interrogazione è una scintilla.


 

19/ Luglio/1987 Casa di preghiera Fossano.


Ci troviamo nel versetto quindici del capitolo nono di San Giovanni.

Dove si dice: "I farisei, di nuovo interrogarono quel cieco guarito da Gesù in che modo avesse avuto la vista, ed egli rispose loro: mi pose del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo".

Anche qui è Vangelo, è Parola di Dio e dobbiamo chiederci quale significato, quale lezione Dio vuole dare a noi, a ognuno di noi personalmente attraverso questo fatto.

Quel cieco, nato cieco dalla nascita, guarito da Gesù e guarito da Gesù in quel modo e guarito in giorno di sabato, a questo punto viene condotto alla presenza dei farisei, l'autorità di allora.

A tu per tu per sentire da loro un giudizio, è condotto non è lui che va, è condotto.

C'è una lezione di Dio.

Le domeniche precedenti noi abbiamo visto i tempi dell'anima e abbiamo visto come questi tempi dell'anima si concludano o verso la formazione della capacità di conoscere Dio, capacità che non si forma senza di noi e che è il paradiso, oppure verso l'incapacità, l'impossibilità di conoscere Dio ed è l'inferno.

Tutto questo cammino avviene sotto la pressione delle Parole di Dio che interrogano l'uomo e che interrogandolo gli propongono l'impegno di pensare a Dio, perché solo da Dio si forma la capacità di conoscere Dio.

E poi abbiamo visto i tempi della creazione e i tempi della creazione vanno anch'essi verso un complimento e il compimento abbiamo visto è il sabato.

Il sabato che è il riposo di Dio, cioè il luogo in cui tutte le cose create da Dio trovano la loro pienezza, il loro compimento, la loro giustificazione e la giustificazione di tutte le cose è in Dio, Dio è il Principio e Dio è il Fine e in Lui c'è la ragione di tutte le cose.

Abbiamo visto che questo sabato, questo compimento di tutta la creazione, avviene indipendentemente dall'uomo, mentre i tempi dell'anima non avvengono indipendentemente dall'uomo.

Poiché i tempi della creazione avvengono indipendentemente dall'uomo e il tempo passa indipendentemente da noi, sia che noi lo vogliamo, sia che non lo vogliamo e i tempi della creazione avvengono indipendentemente da noi, può succedere che noi veniamo a trovarci nel sabato con la piena occupazione in Dio.

Poiché tutto nel sabato si riposa in Dio, quindi tutto è rapportato a Dio, tutto serve a Dio nel sabato, mentre nei giorni precedenti  tutto può essere strumentalizzato ad altri fini, perché nei giorni precedenti le cose non sono compiute e quando le cose non sono compiute possono essere fatte servire ad altri fini, l'uomo può strumentalizzare la terra, può strumentalizzare le creature, fintanto che le creature non sono arrivate al loro compimento.

Ma quando le creature sono arrivate al loro compimento, tutte le creature servono solo Dio, appartengono solo a Dio e a questo punto non si lasciano più strumentalizzare per nessun altro fine, succede che l'uomo viene a trovarsi in una grande vacanza o meglio in una grande disoccupazione.

Poiché le creature non hanno più bisogno di lui, non si lasciano più strumentalizzare, perché servono soltanto più Dio e l'uomo se a questo punto non è maturato nel pensare a Dio e nel raccogliere tutte le cose in Dio, viene a trovarsi in una grande vacanza che è una tragedia, poiché nessuno più ha bisogno di lui, nessuno più lo conosce, per cui diventa inutile.

Allora il sabato, conclusione di tutta la creazione di Dio, indipendentemente dall'uomo, va verso queste due grandi conclusioni o l'uomo diventa tutto Pensiero di Dio èd è tutto occupato in Dio o l'uomo diventa un grande disoccupato in Dio in cui non sa più cosa fare, è il regno di Dio che rigetta colui che non ha conosciuto il suo Signore, che non ha conosciuto il suo Dio.

Questo avviene indipendentemente dall'uomo.

Abbiamo visto questi due tempi.

Il tempo dell'anima e il tempo della creazione.

Oggi dobbiamo vedere il punto d'incontro di questi due tempi.

Poiché questi due tempi confluiscono verso un punto e un punto di incontro.

E dobbiamo vedere che cosa succede, che cosa avviene in questo punto d’incontro.

Abbiamo visto qui che nel cieco guarito da Gesù, condotto alla presenza dei farisei, già intuiamo il confluire di due mondi.

Poiché dobbiamo chiederci che cosa significhi questo cieco e dobbiamo anche chiederci che cosa significano questi farisei, quest’autorità davanti alla quale quel cieco guarito viene portata.

Il cieco guarito da Gesù rappresenta l'opera di Dio, è Gesù che l'ha guarito, rappresenta l'opera di Dio, quindi rappresenta lo sviluppo della creazione di Dio.

E i farisei cosa rappresentano?

I farisei rappresentano l'uomo fermo in un posto di blocco, in cui si ritiene certo sicuro.

Il fariseo rappresenta colui che è sicuro della sua regola, della sua istituzione, della sua legge, del suo rito, del suo sabato.

Qui il problema era il sabato.

Ma nel sabato troviamo la sintesi di tutta la legge del tempio, di tutte le istituzioni.

Cioè nel fariseo abbiamo l'uomo che pone la regola al posto della ricerca di Dio, che pone una ragione in cui giustifica, in cui si ritiene giustificato, quindi che pone una sua sicurezza, al posto della ricerca e della conoscenza di Dio.

Quindi abbiamo l'uomo che a questo punto, essendo sicuro esercita una autorità.

Impone la sua regola, poiché lui è sicuro a tutto il suo mondo, quindi rappresenta l'uomo che non si preoccupa più di capire, non si preoccupa più di cercare, non si preoccupa più di conoscere Dio ma si preoccupa di fare o meglio di trasformare il mondo secondo la sua sicurezza, di imporre al mondo il suo schema, le sue sicurezze, il suo sabato.

Queste figure del Vangelo, poiché Dio parla per ogni uomo, non le troviamo fuori di noi.

Quello che è fuori di noi è per noi, queste figure le troviamo dentro di noi, questi due mondi che sono due mentalità lì troviamo dentro di noi.

Abbiamo detto che il cieco rappresenta l'opera di Dio, indipendentemente dall'uomo.

Dio ha guarito quell'uomo cieco dalla nascita indipendentemente dall'uomo, l'ha guarito lontano dai farisei.

L'opera di Dio viene da lontano, avviene attraverso i sei giorni della creazione e poi a poco per volta questo cieco è condotto a contatto (punto d'incontro) con l'altra mentalità, a contatto con i farisei.

Abbiamo il tempo di Dio, della creazione di Dio.

Quindi è tutto un mondo fatto indipendentemente dall'uomo che ha poco per volta, man mano che il tempo passa, si avvicina, si avvicina all'uomo o meglio al punto in cui l'uomo è fermo.

È Dio che opera tutto.

L'uomo abbiamo detto, è una passione d'assoluto ma anche Dio è una passione d'assoluto.

Dio regnando non fa altro che convogliare tutto a Sé, che unificare tutto a Sé.

Gesù Figlio di Dio si dichiara come Colui che raccoglie tutto nel Padre, che è venuto a raccogliere tutto nel Padre e dice: "Chi con me non raccoglie".

Lui raccoglie, però dice: "Chi con me non raccoglie, disperde".

Le domeniche precedenti noi abbiamo visto la Parola di Dio che dice a tutti: "Non raccogliete tesori in terra, raccogliete tesori in cielo" è Parola di Dio.

Perché l'uomo abbiamo detto, è fatto, è costituito di terra e di cielo.

Il cielo è il luogo in cui tutto è riferito a Dio, tutto riportato Dio, tutto unificato in Dio.

La terra invece è un incompiuto in cui non si vede tutto riferito a Dio.

L'uomo, passione di assoluto corre il rischio di raccogliere tesori in terra, cioè di fare servire alla terra a se stesso e può farla servire perché la terra abbiamo detto, è un incompiuto.

Però Dio è una passione di assoluto, Dio opera e opera per unificare tutto a Sé.

Il che vuol dire che noi dobbiamo aspettarci (tempo della creazione, il sabato) il tutto compiuto in Dio e noi stessi stiamo andando indipendentemente da noi verso questo tutto compiuto.

È Dio che riporta tutto nella sua unità, cioè trasforma tutta la terra in suo cielo.

Questo avviene indipendentemente dall'uomo.

Però c'è la Parola di Dio che dice all'uomo: "Chi con me non raccoglie", quindi invita l'uomo a raccogliere come Dio raccoglie, come (!) Dio raccoglie.

Cioè a portare a compimento la terra nel cielo di Dio, a trasformarla in cielo di Dio e a trasformarla in cielo di Dio prima che Dio trasformi la terra in cielo di Dio, altrimenti resta fuori, resta disoccupato.

Abbiamo detto una grande vacanza imposta.

Dio convoglia tutto a Sé ma anche l'uomo è una passione d'assoluto, quindi tende a unificare tutto in un suo fine.

Ora voi capite che quando due stanno raccogliendo tutto in una loro unità, arriva presto lo scontro.

Perché fintanto che sono lontani, uno raccoglie per conto suo, l'altro raccoglie per conto suo, tutto va bene, non si scontrano ma, siccome ognuno è una passione di unità e quindi tende a unificare tutto (mentalità che è la visione di tutto raccolto in un unico fine) l'uomo non può fare meno di raccogliere tutto in un unico fine, arriva un certo momento in cui l'uomo tende ad entrare in conflitto con Dio e non può farne a meno e Dio tende a entrare in conflitto con l'uomo e non può farne a meno.

Perché si toccano.

Qui è il punto d'incontro direi che qui è il punto in cui l'uomo può essere toccato, l'uomo diventa sensibile, perché là dove c'è il suo interesse principale, là dove l'uomo vive nelle sue sicurezze e fa scopo di vita, lì l'uomo può essere toccate e Dio tocca lì.

È il punto d'incontro e di scontro di due mondi.

Questo è il sabato e abbiamo visto che Gesù di proposito viola il sabato.

Poteva guarire quell'uomo cieco dalla nascita con una sola Parola, senza violare il sabato, l'ha fatto di proposito.

Ha violato il sabato.

Ha fatto ciò che in sabato non è lecito fare secondo la legge.

Ha preso del fango, ha usato la terra, ha lavorato, ha fatto camminare quell'uomo e non poteva farlo camminare.

Di sabato oltre un certo numero di passi non potevano camminare.

L'ha fatto andarsi a lavare.

Tutto di proposito, di proposito, perché doveva toccare i farisei.

Quindi lo faceva per salvare i farisei, lo faceva per scandalizzare i farisei, cioè lo faceva per scandalizzare quella mentalità che faceva consistere la salvezza nel rito, la salvezza nella regola, la salvezza in una istituzione.

Cioè quell'uomo che era sicuro.

Qui Dio opera per buttare in aria le sicurezze dell'uomo.

Le butta in aria per gettarlo in acqua in modo che torni a nuotare, per rimetterlo in cammino, per porlo di nuovo nella ricerca di Dio, cioè per farlo ritornare bambino.

L'uomo quando è chiuso nelle sue sicurezze è un adulto, non è più un bambino e Gesù dice: "Se non ritornate come bambini non potrete entrare nel regno di Dio".

E allora noi troviamo qui che Gesù ha guarito quell'uomo cieco dalla nascita in un giorno di sabato scandalizzando e poi l'ha portato, l'ha fatto portare alla presenza dei farisei che erano i veri ciechi dentro, nell'anima per sbloccare la loro situazione, per rompere, per scandalizzare.

Abbiamo detto come sottotitolo l'Aquila nel pollaio.

Cioè la Parola di Dio arriva un certo momento in cui ci butta tutto in aria ed è misericordia di Dio ed è per farci ritornare bambini ed è per farci ritornare in cammino verso la ricerca della conoscenza di Dio, per sbloccarci dalle nostre regole, dai nostri doveri, dalla nostra legge, delle nostre istituzioni.

Noi poniamo i nostri doveri al posto della ricerca della conoscenza di Dio.

Ecco sono i cedri del Libano che vengono abbattuti, sono le pietre del tempio che vengono abbattute non stanno più una sull'altra, la parola di Dio è questo e questo avviene nella vita di ognuno di noi.

Che cosa succede nell'uomo di fronte a questo scandalo, a quest’opera di Dio che scandalizza, che lo scandalizza?

Succede che l'uomo interroga.

Di fronte a ciò che lo scandalizza, l'uomo non capisce più, prima era sicuro perché esercitava un'autorità, adesso si trova di fronte a qualche cosa che non capisce più.

Lo scandalo è un inciampo, è una cosa che non è più secondo la nostra mentalità, secondo le nostre convinzioni.

È una cosa nuova.

È vero che l'uomo può anche verso di questa, esercitare l'autorità e noi vedremo lo sviluppo di questo incontro: a un certo momento buttano fuori, buttano via, gettando via quest'opera di Dio e ciò preannuncia già il Cristo che viene scartato e viene a morire in croce.

L'uomo può esercitare l'autorità delle sue ragioni, delle sue convinzioni, delle sue sicurezze sull'opera di Dio ma è lui che viene poi scartato, è lui che viene messo fuori, scartando resta scartato.

Oppure l'uomo può interrogare.

L'interrogazione è una meraviglia.

L'interrogazione nasce nel sesto giorno della creazione di Dio.

Abbiamo detto che la creazione di Dio è continua e i sei giorni della creazione di Dio avvengono in ogni avvenimento che noi incontriamo nella nostra vita.

Nel sesto giorno Dio dice: "Facciamo l'uomo".

Nel sesto giorno succede che l'opera di Dio che Dio ha fatto attraverso i sei giorni, quest'opera qui viene portata a contatto con l'uomo e l'uomo chi è?

L'uomo è un essere che porta in sé la Verità, l'assoluto non lo sa, è una passione d'assoluto.

L'uomo porta in sé questa passione di unità e abbiamo visto questa passione di unità quali errori fa fare all'uomo.

L'uomo ha la passione di unificare tutto, di convogliare tutto in un unico fine.

La creazione di Dio che Dio fa indipendentemente dall'uomo, nel sesto giorno giunge a contatto con l'uomo, affinché l'uomo possa entrare nel settimo giorno (non si entra senza l'uomo) e qui nasce l'interrogazione.

Dio nel sesto giorno creò l'interrogazione nel suo universo e questa interrogazione è l'anima dell'uomo.

Il bambino è interrogazione nell'universo.

Ma cosa è questa interrogazione?

Perché nasce questa interrogazione?

L'interrogazione nasce proprio dall'avvicinamento di questi due mondi, il mondo della creazione di Dio, il mondo finito a contatto con l'infinito che l'uomo porta in sé.

Domenica scorsa abbiamo visto che da questo contatto nasce il tempo.

Il tempo nasce dall'io dell'uomo ma il tempo nasce nell'io dell'uomo perché nell'io dell'uomo c'è l'infinito di Dio, c'è la presenza di Dio.

Quindi la creazione di Dio finita, segni di Dio, giungendo a contatto con l'uomo che porta in sé l'infinito di Dio, provoca da questo contatto, l'interrogazione.

E l'interrogazione è la condizione per entrare nel sabato.

Perché attraverso l'interrogazione, l’uomo è portato a un salto di qualità.

Abbiamo detto due mondi che si avvicinano e a un certo momento entrano in contatto.

Dal contatto nasce la scintilla.

La scintilla che cos'è?

La scintilla è uno scambio di energia.

Quel corpo carico di più, comunica la sua carica al corpo carico di meno.

La scintilla è luce.

Una lampada che si accende è una scintilla.

Sono due poli che si avvicinano, scatta la scintilla.

L'interrogazione è una scintilla.

Attraverso questa scintilla c'è uno scambio da-, a-.

Nell'uomo attraverso l'interrogazione c'è questo passaggio, il passaggio dell'infinito che Dio è, al finito che l'uomo è e da questo passaggio, siccome l'infinito donandosi non si diminuisce, da questo passaggio noi abbiamo il finito che viene assorbito nell'infinito di Dio.

Quindi abbiamo nella creazione di Dio, nel piano di Dio, nel disegno di Dio, quest'opera stupenda e meravigliosa che è significata attraverso tutto lo sviluppo dell'energia, tutto il mondo è energia, che noi stessi vediamo nell'universo stesso.

Man mano che due corpi si avvicinano c'è lo scatto della scintilla.

Man mano che l'opera si avvicina all'uomo, c'è lo scatto di questa scintilla, questo passaggio, passaggio al sabato.

Sabato è il punto di contatto tra il tempo e l'infinito, non appartiene più al tempo, perché abbiamo detto che il sabato non ha più sera, quindi è un giorno eterno.

Però per l'uomo non si passa dal venerdì al sabato, dal sesto giorno al settimo, cioè non si passa dal finito all'infinito, non si passa dal temporaneo all'eterno senza l'interrogazione.

E quindi quando abbiamo detto che la frase di Gesù che dice a ognuno di noi: "Prendete su di voi il mio gioco", abbiamo detto che questo significa: "Prendete su di voi la responsabilità della Verità, su voi stessi" a questo punto significa: "Prendete su voi stessi la responsabilità di interrogare", perché soltanto attraverso l'interrogazione voi entrate nel giorno senza sera, nel sabato.



Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come avesse acquistato la vista. Ed egli disse loro: "Mi pose del fango sugli gli occhi, mi sono lavato e adesso vedo".  Gv 9 Vs 15


                                                       RIASSUNTO Domenica – Lunedì -


Argomenti: Raccogliere tesori in cielo – L’autorità e Dio – La ragione delle cose in Dio – Il sesto giorno – Il sabato dell’uomo e di Dio – La capacità di conoscere Dio – Il compimento della creazione – La linea della creazione e la linea dell’anima – L’interrogativo: punto di contatto tra finito e infinito – Interesse e interrogazione -


 

26/ Luglio /1987 Casa di preghiera Fossano.