Era
in giorno di sabato il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva
aperto gli occhi. Gv 9 Vs 14
Titolo: Il
sabato sul mondo.
Argomenti: I
farisei e il sabato. I posti di blocco. Il sabato è compimento. La creazione è continua.
Il
compimento dell'opera di Dio è la sua conoscenza. I tempi della
creazione. Perché
la creazione è incompiuta. La
disoccupazione del sabato.
Domenica
12/Luglio/1987
Casa di preghiera Fossano
Siamo al versetto 14 del
capitolo nono di San Giovanni.
Qui si dice: "Era in giorno
di sabato che Gesù aveva fatto il fango e gli aveva aperto gli occhi".
Ci troviamo con quegli
uomini che avevano condotto dai farisei colui che era nato cieco e che era
stato guarito da Gesù.
E proprio di fronte ai farisei qui
il Vangelo ci fa notare che era in un giorno di sabato che Gesù aveva fatto il
fango e aveva guarito quel cieco.
Evidentemente questa
annotazione: "Era in un giorno di sabato" è per mettere in evidenza
qualche cosa che riguardava in modo particolare proprio quella situazione di
confronto con i farisei.
Infatti per i farisei, per
tutto il popolo ebraico di cui i farisei rappresentavano gli esponenti di
punta, l'autorità, per i farisei, il sabato era un giorno sacro cioè, era un
giorno in cui non si poteva preparare da mangiare, non si poteva lavorare, non
si poteva camminare oltre un certo numero di passi e non si potevano curare gli
uomini.
Quello che è strano è che
(l'abbiamo visto molte volte) Gesù proprio in giorno di sabato, fece molti dei
suoi miracoli e qui in modo particolare.
Non soltanto fece un
miracolo ma qui addirittura fece del fango, cioè si abbassò a terra, lavoro con
la terra per fare il fango, Lui che poteva guarire quel cieco con una sola sua
parola, cioè poteva evitare di creare una conflittualità con la mentalità del
sabato, una conflittualità con i farisei.
Qui sembra che di proposito
Lui voglia operare quel miracolo, proprio per rompere le uova nel paniere dei
farisei.
Direi che lo fa proprio di
proposito.
Se Lui poteva guarire quel cieco
senza fare niente, semplicemente con una parola e altrove lo fece, se Lui
poteva fare questo, c'è da chiedersi perché ha voluto guarirlo in quel modo,
facendo ciò che era proibito dalla legge, dalla tradizione, proibito
dall'autorità ufficiale, proibito fare.
Tutto ciò che Gesù fece, ha
un segno, ha un significato profondo per la nostra vita è essenziale.
Siccome tutto quello che
Lui fa, lo fa nell'Intenzione del Padre e l'Intenzione del Padre è quella di
salvare tutti gli uomini, tutti, anche i farisei, anche i ricchi, anche coloro
che sono soddisfatti, per salvare tutti, quindi evidentemente, tutte le cose
che Lui dice, tutte le cose che Lui fa, le dice e le fa per salvarci.
Ma se dice e le fa per
salvarci, evidentemente è perché il sabato in questo caso rappresenta un
rischio di perdizione.
Il
sabato è uno di quei famosi posti di blocco.
Abbiamo visto già domenica
scorsa come uno di questi posti di blocco sia quello di riferire all'autorità,
di cercare il giudizio dell'autorità anziché prendere su di noi il giogo di
Gesù, cioè prendere su di noi la responsabilità della verità, la responsabilità
di riferire tutto a Dio.
Il fatto di riferire le
cose all'autorità anziché prendere su di noi il peso, la responsabilità verso
la verità, già questo è un posto di blocco che impedisce a noi di accedere alla
verità, perché impedisce a noi la formazione della capacità di portare la
verità, la capacità di conoscere Dio.
Quello che abbiamo visto le
volte scorse è come tutta l'opera che Dio fa, tutte le parole che ci fa
arrivare, le fa arrivare per formare in noi la capacità di conoscerlo.
La capacità di conoscere
Dio è il paradiso.
Però noi corriamo il
rischio di non seguire, di non fare le Parole di Dio e abbiamo visto come non
facendo le Parole di Dio noi perdiamo la possibilità della formazione in noi
della capacità di conoscere Dio e l'impossibilità di conoscere Dio è l'inferno.
Quindi Dio opera per
suscitare in noi una scelta e la scelta è un atto personale.
La Parola di Dio che arriva
a noi è una proposta e proprio perché è proposta, richiede da noi una risposta
e non va sottomessa ad altro perché la massima autorità è data dalla verità.
Abbiamo visto come la
Parola di Dio giungendo a noi, crei in noi un mutamento, quindi susciti in noi
il tempo, ci sprofonda nel tempo, in un divenire.
Uno degli altri posti di
blocco è il sabato, cioè è il confondere il servizio verso Dio con un rito, con
la celebrazione di una festa, con una funzione, con un dovere da compiere,
anziché cercare di conoscere Dio.
Dio ci ha creati per
cercare di conoscerlo e questo è il massimo impegno per ogni creatura, questo è
il massimo dovere per ogni creatura, l'unica cosa necessaria alla quale ogni
creatura deve sottomettere tutto il resto, fosse anche l'autorità di un padre o
di una madre, fosse anche l'amore di una moglie, fosse anche il dovere verso i
figli, tutto va sottomesso a questo perché l'uomo è stato creato per questo,
questo è il suo destino.
Quindi l'uomo può illudersi
e quindi abbiamo i posti di blocco, di camminare verso Dio, di camminare verso
la salvezza, di essere giusto, facendo delle cose che invece (tipo il sabato)
gli creano un muro nel procedere verso la conoscenza di Dio.
Per questo Gesù qui operò
quello che secondo la legge, secondo la tradizione, secondo la regola del
sabato era proibito fare e quindi ha creato lo scandalo.
Ha creato lo scandalo nei
farisei e vedremo poi le conseguenze, perché arriveranno a dire: "Costui
non è da Dio poiché non ha rispettato il sabato".
Quindi il sabato diventa un
criterio per giudicare se uno è da Dio o se non nella Dio, si arriva a questo
capovolgimento, poco importa che abbia fatto il miracolo, poco importa che
abbia guarito un cieco dalla nascita, quello che importa è che non ha seguito
la legge, non è stato ossequiente al sabato e se non ha avuto il rispetto per
il sabato questo non è da Dio e se ha fatto un miracolo questo è opera del
demonio.
Quindi arriviamo al punto
in cui si ritiene che Gesù, Figlio di Dio sia demonio.
Tutto è lezione per
noi, non perché noi abbiamo a giudicare i farisei, a condannare una mentalità
di allora ma, perché questo è un rischio in cui può venirsi a trovare
personalmente ognuno di noi, cioè quello di ritenere di essere giusti secondo
Dio, di fare le opere di Dio in quanto si rispetta un sabato, in quanto si
compiono i nostri doveri, in quanto si ossequienti a una legge, a un rito.
Va bene, scartato il sabato
in questi termini adesso c'è da chiedersi che significato ha il sabato, qual è
il vero significa del sabato.
Che cosa voluto significare
Gesù oltre che rompere la mentalità di allora?
In ogni opera di Dio c'è
un'azione di contestazione alla mentalità dell'uomo ma soprattutto c'è
un'azione positiva ed è qui che noi dobbiamo cercare il significato, la
positività di quest'opera che Gesù fece verso quest'uomo cieco dalla nascita
che rappresenta tutti noi, facendo del fango, ponendogli il fango sugli occhi,
mandandolo a lavarsi nella piscina di Siloe e illuminandolo in giorno di
sabato, giorno di sabato.
Cosa rappresenta, cos'è
questo sabato?
La scrittura ci dice che
tutta la creazione di Dio avvenne attraverso sei giorni (i sei giorni della
creazione).
Il sesto giorno Dio formò
l'uomo dal fango.
Poi si conclude dicendo che
nel settimo giorno Dio si riposò da tutte le opere fatte.
Nel settimo giorno e il
settimo giorno è il sabato.
Sabato in ebraico vuol dire
compimento, vuol dire conclusione, vuol dire che in quel giorno Dio condusse
tutta la sua opera al compimento e qual è il compimento?
Cosa significa questo
compimento?
Dio opera tutte le cose per
farsi conoscere, Lui è il Principio, Lui è il Fine, tutte le opere che Dio fa
sono sue Parole e tutto il suo parlare è una manifestazione di Sé.
Quindi tutte le opere che Egli fa
nei sei giorni della sua creazione, hanno un fine ben preciso, un compimento,
tendono verso questo compimento e questo compimento è la conoscenza di Dio.
Dio opera ogni cosa per
farsi conoscere e la conoscenza di Dio è la vera vita.
Teniamo presente che la
creazione di Dio, poiché Dio è fuori del tempo, la creazione di Dio non è stata
in principio, non è stata fatta una volta è poi non è stata fatta, più la
creazione di Dio è continua.
Quello che nella Bibbia ci
viene detto come creazione di Dio, è rivelazione di quello che Dio fa, che
continua a fare ancora adesso.
I sei giorni della
creazione sono ancora adesso.
Tutti gli avvenimenti che
noi incontriamo ogni giorno, sono avvenimenti che arrivano attraverso i sei
giorni della creazione di Dio.
Ogni avvenimento arriva dalla
profondità della creazione e nel sesto giorno l'avvenimento arriva alla nostra
presenza, arriva da molto lontano, arriva attraverso quest'opera lunghissima
dei sei giorni della creazione di Dio, ma la creazione di Dio è continua.
S'è detto che tutta la
creazione di Dio converge e si conclude nel sabato, questo per
dire che ancora oggi, ancora oggi, tutta l'opera che Dio fa e di cui fa noi
spettatori, testimoni, tutta quest'opera che Dio fa, converge verso un fine ben
preciso, verso un compimento e questo compimento è la conoscenza di Dio.
Se è detto che il
compimento è nel sabato, questo ci fa anche capire che tutte le cose che
giungono a noi sono incompiute.
È la lezione della lettura
di questa mattina, tutta la creazione è incompiuta e proprio perché incompiuta
è in attesa di essere portata a compimento: "Tutta la creazione geme e
soffre in ogni uomo in attesa di giungere al sabato perché è incompiuta".
Tutto quello che è
incompiuto è in situazione di sofferenza, di pena, di tristezza, perché tende al
compimento.
Quindi tutta la creazione,
ogni giorno della creazione di Dio, giunge a noi con questa pena, con questa
sofferenza, giunge a noi (ecco il pianto di tutta la creazione in noi), giunge
dicendo a noi: "Portaci a Dio perché il nostro compimento è in Dio".
"Soltanto se tu ci
porti a Dio, sul tuo altare, sull'altare della tua mente, ci consacri a Dio,
soltanto lì, noi giungiamo al nostro compimento e ti facciamo conoscere
Dio".
Poiché tutte le parole che
arrivano a noi, arrivano a noi per farci conoscere qualche cosa di Dio ma è
necessario che noi le portiamo a Dio.
Se noi dentro di noi non ci
raccogliamo nella preghiera del silenzio, non le portiamo sull'altare della
nostra mente, non giungiamo al compimento.
Anche qui abbiamo la
lezione del Vangelo di questa mattina, perché nel Vangelo di questa mattina si
parla del seminatore.
Quel seminatore che semina
e Gesù stesso commenta, la strada rappresenta coloro che ascoltano la Parola di
Dio ma non la capiscono, non pongono mente.
Non porre mente vuol dire
non la consacrano dentro di sé, non la portano a Dio per cui tutta la creazione
resta incompiuta interrotta in loro e quindi va perduta, e dice il demonio la
porta via.
Ecco tutta la creazione
arrivando a noi attraverso l'opera di Dio, chiede a noi di essere portata nel
sabato.
Il che vuol dire che il Dio
che si riposa nel sabato, dopo tutte le sue opere, è il Dio che ci invita a
entrare nella sua pace e questo ancora ci dice che non si entra nel sabato
senza di noi.
I sei giorni della
creazione di Dio sono fatti senza di noi ma nel sabato non si entra senza di
noi.
Infatti Gesù dice:
"Sforzatevi di entrare", cioè: "Sforzatevi di entrare nel
sabato", cioè sforzatevi di portare a compimento tutta la creazione di Dio
nel riposo di Dio.
E San Paolo dice che se
oggi tu odi la Parola di Dio, affrettati a entrare nella sua pace.
Entrare nella sua pace vuol
dire affrettati a capirla, a capire il significato e a capire il significato in
Dio, perché nel significato di Dio c'è la pace, la pace di Dio.
"Affrettati affinché
non avvenga come avvenne per il popolo eletto che a un certo momento fu
costretto a vagare per quarant'anni nel deserto e a morire nel deserto perché
non si affrettò quando arrivò sui confini della terra promessa a entrare nella
terra promessa, non ebbe fede sufficiente".
Noi abbiamo visto il tempo
dell'anima domenica scorsa o i tempi dell'anima e abbiamo visto come i tempi
dell'anima volgono verso due grandi fini a cui abbiamo accennato: la formazione
della capacità di conoscere Dio o la perdita della possibilità di conoscere
Dio, i tempi dell'anima.
Oggi dobbiamo vedere i tempi della
creazione, cioè i tempi dell'ambiente in cui si trova la nostra anima.
Poiché se la creazione
arriva a noi e ci sollecita a entrare nel sabato, in quanto ci sollecita
entrare nel sabato provoca in noi un tempo, cioè la creazione stessa viene
soggetta al tempo.
Poiché o la creazione è
raccolta da noi in Dio, oppure non è raccolta, non si può fare altrimenti.
In un modo o nell'altro
anche la creazione stessa diventa per noi una proposta e quindi se è soggetta
al tempo dobbiamo chiederci: la creazione dove va a finire? Verso quale meta?
È soggetta al tempo, tutto
quello che è soggetto al tempo è soggetto a un limite, a un fine.
La nostra anima è soggetta
a un fine, abbiamo detto capacità o impossibilità di conoscere Dio ma la
creazione dove va a finire?
Verso quale conclusione?
Nella scrittura, parlando
di tutti gli altri giorni si dice che ogni giorno è fatto di mattina e di sera,
mentre quando si parla di sabato non si accenna più alla sera.
È un giorno senza sera, il
sabato è un giorno senza sera.
Un giorno molto diverso
dagli altri.
Senza sera vuol dire che è
senza tramonto, quindi senza fine.
Ecco, tutta la creazione
tende a un giorno senza fine, senza sera, non tramonta più.
Qui nel sabato abbiamo il
passaggio dal finito all'infinito, dal temporaneo all'eterno, dal relativo
all'assoluto.
Ma questo non avviene senza
l'uomo.
Noi dobbiamo chiederci come
avviene questo passaggio e se non avviene cosa succede?
Evidentemente i sei giorni
rappresentano un incompiuto.
Tutta la nostra terra,
tutto il nostro mondo è incompiuto.
In questo incompiuto però
c'è la Parola di Dio che dice: "Non raccogliere tesori in terra ma
raccogli tesori in cielo" e abbiamo visto domenica scorsa cosa vuol dire
questo raccogliere tesori in cielo.
Però succede che invece gli
uomini raccolgono tesori in terra.
Abbiamo detto che
raccogliere tesori in terra non è soltanto raccogliere denaro, vuol anche dire
accontentarsi dell'autorità, di quello che dice l'autorità, di quello che
dicono gli altri, anche questo è raccogliere tesori in terra.
Un altro raccogliere tesori
in terra è il sabato, il sabato inteso come rito, come dovere, come regola,
come legge.
Anche questo è raccogliere
tesori in terra.
La Parola di Dio ci dice di
raccogliere tesori in cielo.
Il cielo è il luogo in cui
tutto viene riferito a Dio.
La terra è luogo in cui non
si vedono le cose riferite a Dio e perché non si vedono le cose riferite a Dio?
Ci deve essere un significato.
Ogni opera di Dio ha un
significato.
Perché noi nella terra non
vediamo le cose riferite a Dio?
Dio le cose le presenta a
noi incompiute, per dare a noi la possibilità di portarle a compimento.
Cioè Dio presenta le opere sue,
la creazione, non riferita a Lui, per dare a noi la possibilità di riferirla a
Lui, quindi per renderci partecipi di quest'opera e se ci rende partecipi,
adesso qui si forma la capacità di conoscere Dio, perché anche noi abbiamo
partecipato.
Succede però un fatto che
proprio perché le cose sono incompiute, sono offerte a noi, sono offerte a noi
per essere riportate a Dio, noi anziché riportarle in Dio possiamo riportarle
ad altro, appunto perché sono offerte a noi.
E allora cosa succede?
Succede che noi possiamo
far servire la terra a dei fini diversi.
Cioè la terra è
caratterizzata da questo che può essere strumentalizzata da fini diversi da
Dio.
È opera di Dio, la
Parola di Dio dice a noi: "Raccogli tesori in cielo quindi riferisci tutte
le cose a Dio", però essendo incompiuta può essere riferita a altro.
Ecco perché gli uomini
preferiscono raccogliere tesori in terra anziché in cielo, perché raccogliendo
tesori in terra loro strumentalizzano, sfruttano la terra per il proprio io,
quindi c'è un interesse personale.
Quindi la terra essendo
incompiuta può essere sfruttata, può essere strumentalizzata, può essere
asservita a altri fini da Dio.
Questo fintanto che è
incompiuta.
Però abbiamo detto che la
terra è soggetta al tempo, tutta la creazione di Dio è soggetta al tempo e va
verso un fine.
Il fine è il sabato e il
sabato che cos'è?
Il sabato è tutto riferito
a Dio è il riposo di Dio, il riposo di Dio è tutto riferito a Dio.
Ma se anche la nostra terra
va verso un giorno in cui tutto è riferito a Dio cosa succede?
Succede una grande vacanza
o meglio una grande disoccupazione.
Le cose non possono più
essere strumentalizzate ad altri fini.
Le cose in un primo tempo
arrivava a noi e dicendoci: "Noi siamo di Dio, portaci a Dio", poi
arriva un giorno, il sabato, in cui le cose dicono a noi: "Noi siamo di
Dio, tu non puoi più farci niente" e se noi non abbiamo raccolto in Dio
prima, noi restiamo disoccupati, disoccupati dentro.
Nel giorno di sabato non
c'è più nessuno che abbia bisogno di noi.
Nel giorno di sabato non
c'è più nessuno che ci conosce.
Se noi non abbiamo servito
Dio, non ci sarà più nessuna creatura, non ci sarà più nessuno che avrà bisogno
del nostro servizio.
Perché nel sabato tutte le
cose sono di Dio, sono relative a Dio, se servono solo più per Dio non possono
più essere utilizzate per niente altro.
Ecco qui c'è la
disoccupazione generale.
Questo sabato, questa
disoccupazione generale, questo trovarci non più conosciuti da nessuno, questo
esperimentare che non c'è più nessuno che abbia bisogno di noi e che noi non
serviamo più a niente, questo avviene nella vita di ognuno di noi.
Il sabato è per ognuno di
noi.
Il tema abbiamo detto è il
sabato sul mondo e come per l'anima abbiamo visto che ci sono due tempi, due
conclusioni, due conclusioni che non si sopportano a vicenda, sono
inconciliabili in Dio, si giunge alla capacità di conoscere Dio o si perde la
possibilità di conoscere Dio.
Così anche il sabato sul
mondo va verso due grandi conclusioni, si va verso tutto Pensiero di Dio, quindi
tutta raccolta in Dio e questa è la vera grande occupazione, quindi tutto
contemplazione di Dio o si va verso la grande disoccupazione perché non c'è più
niente da fare.