A
queste parole, uno dopo l'altro, se ne andarono tutti, cominciando dai più
anziani. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
Gv 8 Vs 9 Primo
tema.
Titolo: La fuga da Dio.
Argomenti: La
nuova interpretazione della legge. La
mancata partecipazione dell'uomo alla Luce. La Luce è riconosciuta
solo dai suoi figli. I
figli della Luce. Le
pecore di Dio. Libera è la creatura che appartiene a Dio. I segni di
Dio finiscono. Lo svuotamento di valori e di significato. La forma
della passione d'assoluto. La
fuga da Dio conduce a Dio.
6/Maggio/1984
Fossano.
Domenica scorsa abbiamo
visto la fuga ai monti, la fuga a Dio.
Poiché c'è un momento nella
nostra vita in cui dobbiamo lasciare tutto.
Tutto per dedicarci
essenzialmente a Dio, perché soltanto in questa dedizione pura, totale,
infinita, si apre a noi quella grande rivelazione di quello che Lui è e quindi
siamo fatti partecipi della sua natura e abbiamo la possibilità di entrare
nella nostra vita eterna.
La vita eterna è conoscere
Dio come vero Dio.
Abbiamo visto una fuga a
Dio, ora qui siamo condotti a considerare la fuga da Dio.
Questa scena è un fatto del
Vangelo, è Parola di Dio per noi, quindi è lezione di Dio per noi e se è
lezione di Dio per noi, ha un significato e un significato profondo per la
nostra vita personale.
Dobbiamo chiederci che
significato ha questo raffronto fra la fuga a Dio e la fuga da Dio.
Una delle prime cose che si
presenta alla nostra osservazione di fronte a questa scena è questo andarsene
dei giudei, c'è da chiedersi perché questi farisei non si siano avvicinati
maggiormente a Gesù, perché non siano stati attratti da questa Luce nuova che
si rivelava in queste parole.
Gesù qui offriva una
meravigliosa lezione che liberava loro dal dovere
lapidare quella donna in nome della legge e liberava quella donna dall'essere
lapidata.
Quei giudei dovevano
lapidare quella loro sorella, in nome della legge, per come loro la intendevano
e qui Gesù li mette di fronte a una nuova interpretazione della legge, a una
luce nuova della legge, li mette di fronte al fatto che la legge presuppone
sempre una applicazione personale a noi stessi, la legge non ci è stata data
per giudicare gli altri.
Dicendo: "Chi di voi è
senza peccato scagli la prima pietra", condizionava l'applicazione della
legge alla situazione morale di ognuno, quindi interiorizzava la legge stessa
nella vita personale di ogni uomo.
È quello che abbiamo sempre
detto, Dio non ha dato la legge per fare un tribunale, per giudicare gli altri
ma Dio ha dato la legge per rivelare noi il rapporto in cui ci troviamo con
Dio, per dare a noi la possibilità di cambiare noi stessi e di aprirci
all'essenziale, a quell'amore essenziale che sta al centro e che deve stare al
centro.
Come mai di fronte a quella
splendida luce, a questa nuova interpretazione della legge di
Dio, di fronte a questo squarcio di luce, come mai questi farisei non sono
stati conquistati?
Sembra di rivedere quei
lavoratori della vigna della prima ora che, di fronte all'amore del padrone che
ricompensa quelli dell'ultima ora allo stesso modo di essi, si sentono avviliti
e offesi, anziché restare attratti dall'amore, dalla generosità di quel
padrone.
Viene anche da pensare al
figlio maggiore della parabola del figliol prodigo che, anziché essere attratto
dall'amore del padre che superando ogni offesa verso il figlio minore lo
ricolma di doni e lo riammette nella situazione di prima, nonostante il figlio
minore gli avesse detto: "Non sono più degno di essere trattato come
figlio, considerami come tuo servo".
Eppure questo figlio
maggiore non entra nell'amore del padre, anzi si offende, diventa geloso per
come il padre ha trattato quel suo fratello che era morto ed è resuscitato ed
era giusto fare quello che quel padre ha fatto, però per il figlio maggiore
questo non era giusto.
Anche qui Gesù invita
questi farisei a fare festa, perché li liberava dal dovere lapidare, quindi dal
dovere uccidere una loro sorella che aveva mancato.
Come mai non c'è questa
partecipazione alla Luce, come mai non c'è questa partecipazione all'amore?
La Luce è riconosciuta
soltanto dai suoi figli.
Di fronte alla Parola di
Dio che ci illumina e che ci fa vedere le cose
sotto l'aspetto della Luce divina, si presuppone una figliolanza, si presuppone
una appartenenza a questa Luce.
Chi sono i figli della
Luce?
Sono coloro che
appartengono alla Luce.
Ma chi sono coloro che
appartengono alla Luce?
L'uomo appartiene a ciò che
ha come interesse principale.
Appartengono alla Luce
coloro che hanno come interesse principale nella loro vita la Luce stessa.
Questi sono i figli della
Luce.
Chi non ha interesse
principale per la Luce, per la conoscenza di Dio, non può rendere gloria alla
Luce quando questa si presenta ma anzi è costretto a fuggire.
Abbiamo visto domenica
scorsa che la Presenza di Dio non è sopportabile se non da coloro che già lo
portano dentro se stessi.
In caso diverso c'è la
fuga.
Ora, la Parola di Dio che è
Luce e quando arriva a noi arriva come Luce, se trova in noi l'appartenenza a
Dio, la figliolanza divina ci propone la fuga ai monti.
È una proposta che l'anima
riconosce perché appartiene alla Luce, anzi direi che l'anima sospira, perché
l'anima nel mondo quando appartiene alla Luce è come una pecora di Dio
smarrita.
Le pecore di Dio che si
trovano nel mondo, non appena trovano il Pastore,
immediatamente si lasciano raccogliere e si lasciano portare nell'ovile con
grande gioia ma, appunto perché sono pecore di Dio soffrono a restare smarrite
nel mondo.
Mentre le pecore del mondo
sono esattamente il rovescio, si trovano bene inserite nelle cose del mondo e
sono sgomente invece quando vengono portate nelle cose di Dio, si trovano
disperse, si trovano smarrite.
Ora c'è questa grande gioia
in coloro che appartengono alla Luce, nell'incontrare la Parola di Dio che li
invita, quindi li libera e li invita alla fuga ai monti, li invita quindi ad
occuparsi di Dio prima di tutto, mentre prima erano condizionati, legati,
smarriti in impegni e doveri.
Erano quindi molto lontani
da Dio ma erano creature attente a Dio, pur essendo nel mondo, erano figli
della Luce.
Mentre invece coloro che
appartengono al mondo, di fronte alla Parola di Dio, non sono mica liberi, sono
costretti a fuggire, non si è liberi.
Libera è la creatura che
appartiene a Dio, cioè la creatura che ha come interesse
principale la conoscenza di Dio e Dio parla a lei, sempre attraverso proposte e
le proposte di Dio sono una liberazione.
Ma coloro che non
appartengono a Dio, di fronte alla Parola di Dio sono costretti a fuggire, non
possono sopportare la Parola di Dio.
Ed è quello che avviene
qui: "A queste parole, uno dopo l'altro tutti dovettero andarsene via,
cominciando dai più anziani.".
Dobbiamo tenere presente
che il Regno di Dio non sta solo in dati a noi e poi noi che facciamo delle
scelte, il Regno di Dio è costituito di dati, segni di Dio a noi e invito a noi
a fare delle scelte ma poi c'è anche tutto un movimento di dati.
Cioè i dati, la creazione,
tutto quello che avviene nella nostra vita è tutto in movimento, non resta, non
è sufficiente che io faccia una scelta, a un certo momento i dati entrano in
movimento, si evolvono e ci costringono a fare delle scelte.
Soltanto che se in noi non
c'è questa appartenenza, questo interesse per conoscere Dio, questo movimento
di dati ci costringe alla fuga; alla fuga dove?
Abbiamo visto che dopo che
Dio si concede, cioè dopo l'ultimo segno.....
In un primo tempo Dio
sollecita la creatura a cercare la sua Volontà ed a adeguarsi alla sua Volontà
ma, se la creatura non intende, Dio opera per concessioni e di concessione in
concessione si arriva all'ultimo segno
I segni di Dio finiscono
tutti.
Noi abbiamo l'ultimo segno,
oltre il quale non vi sono più segni.
Dopo questo segno, avviene
un fatto nuovo nella vita della creatura, dopo questo segno avviene che la
Realtà di Dio regna di prepotenza, non conoscendoci ed entra come Verità nella
nostra vita e abbiamo visto gli effetti di questo venire di Dio come Realtà.
Se noi non siamo preparati
ad accogliere gli effetti di questa venuta, questi effetti consistono in uno
svuotamento di valori.
Dio arriva come un ladro e
porta via a noi tutto quello che noi crediamo di avere, ci svuota di tutto.
Svuotandoci di valori ci svuota
anche di significato, quindi del senso di tutte le cose, compreso il senso
stesso della nostra vita.
Come le cose si svuotano di
valore, noi siamo resi incapaci a sostenerci, incapaci a volere.
Anche la nostra stessa vita
non è più sostenibile.
È questa fuga da tutte le
cose, per cui tutte le cose non sono più sostenibili, non le possiamo più
portare.
Cioè tutte le cose si
stanno rivelando per quello che sono: di Dio.
Abbiamo detto che l'anima
di tutto sta in questo interesse per conoscere Dio, il versante da cui noi
osserviamo le cose e che decide tutto in noi.
Ma dobbiamo andare più a
fondo, come mai ci sono creature che hanno interesse per conoscere Dio e come
mai ci sono creature che non hanno interesse per conoscere Dio per cui non
possono sopportare la Parola di Dio e sono costrette a fuggire dalla Parola di
Dio?
Qui a questo punto troviamo
quello che costituisce e caratterizza l'uomo stesso.
Abbiamo già detto altre
volte che l'uomo si caratterizza in quanto è una passione d'Assoluto.
E l'uomo è una passione di
Assoluto in quanto porta con sé la Presenza di Dio, anche se non lo sa.
È la Presenza di Dio che
forma in noi il desiderio di Dio quindi il desiderio dell'Assoluto.
Questo è l'elemento
fondamentale, unico, perché è per questa passione d'Assoluto che l'uomo a un
certo momento desidera conoscere Dio eppure è costretto a scappare da Dio, non
può sopportare la sua Presenza, proprio per questa passione d'Assoluto che
porta dentro di sé.
Cioè la passione d'Assoluto
che l'uomo porta con sé, è una passione informe, non è
caratterizzata, non è formata.
L'uomo porta in sé la
passione d'Assoluto ma, proprio perché questa passione d'Assoluto non è
orientata, non ha ancora avuto la sua forma, è passibile di essere formata e
informata da tutto ciò a cui l'uomo si rivolge personalmente.
La passione d'Assoluto
nell'uomo riceve la forma da ciò cui l'uomo stesso si orienta, si dedica, ciò
cui guarda giorno dopo giorno.
È questo che dà forma alla
sua passione d'Assoluto.
Ed è anche questo che lo caratterizza,
che lo qualifica, direi che lo identifica.
La passione d'Assoluto
caratterizza l'uomo ma bisogna che questa passione d'Assoluto acquisti una
forma e la forma non viene data all'uomo senza l'uomo.
Ecco, c'è questa
partecipazione personale.
E a seconda di ciò a cui
l'uomo si orienta, riceve la forma e quindi riceve la sua identità.
Ora qui, per giustizia,
l'uomo deve rivolgere la sua passione d'Assoluto a Dio.
Se così non è e l'interesse
principale dell'uomo è il suo io o le creature o il possesso delle cose del
mondo, l'uomo viene formato, viene identificato da questa sua passione ma
proprio questa sua passione che diventa in lui interesse principale che, a un
certo momento gli impedirà di restare alla Presenza di Dio, lo costringerà a
fuggire da Dio.
È da tenere molto presente
che ciò che dà a noi la capacità di accogliere la Parola di Dio, di restare
alla Presenza di Dio, di godere della Luce che Dio fa giungere a noi, è
soltanto l'interesse che abbiamo per conoscere la Verità.
Se in noi c'è altro
interesse, per qualsiasi altra cosa, questo altro interesse impedisce a noi di
accogliere la Parola di Dio, anzi ci costringe a fuggire.
Come costrinse a fuggire
questi farisei, di fronte a queste Parole di Gesù che sono
parole meravigliose perché offrivano a loro e offrono ad ognuno di noi, la
possibilità di non giudicare, di non lapidare, di non uccidere, né gli altri,
né noi stessi.
Chi ha desiderio di
conoscere Dio, di fronte alle Parole che Dio gli fa giungere cerca di capirle,
anche se queste parole lo offendono, offendono il suo io, offendono la sua
vita, offendono la sua mentalità o i suoi schemi.
Noi nel pensiero di noi
stessi tendiamo a chiuderci in regole di vita, in doveri e riteniamo che la
nostra vita sia giustificata in questo e quindi quando in noi ci sono altri
interessi diversi dall'interesse per conoscere Dio (vita eterna), la Parola di
Dio che giunge a noi ci costringe alla fuga.
La fuga è fuga da Dio e Dio
è un infinito che è presente in tutto ed in tutti, che parla in tutto ed in tutti,
quindi questa fuga da Dio, dove va a finire?
Questa fuga da Dio va a
finire alla Presenza di Dio.
Quanto più noi fuggiamo da
Dio e tanto più noi veniamo a trovarci di fronte alla Presenza di Dio in tutto
e in tutti.
Perché l'infinito è
presente in tutto e in tutti.
L'assenza di Dio deriva in
noi dalla mancanza di desiderio di conoscere Lui e diventa un assenza crescente
all'infinito e questa assenza diventa la morte esperimentata da noi senza
fondo, all'infinito.
A queste parole, uno
dopo l'altro, se ne andarono tutti,
cominciando dai più anziani. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
Gv 8 Vs 9 Secondo
tema.
Titolo: La novità è nel
Pensiero di Dio.
Argomenti: Conflitto Verità-io.
La
fuga degli anziani. Il
vecchio e il bambino. Passaggio da bambino a vecchio. Il
rifiuto della novità. Cosa è il nuovo? Le cose vecchie non danno vita. La novità
di Dio. Cercare la novità nello spirito. Il
pensiero del nostro io è il passaggio dal nuovo al vecchio. Il
rifiuto del nuovo in nome del vecchio.
13/Maggio/1984
Fossano.
Domenica scorsa abbiamo visto il significato personale di
questa fuga da Dio, cioè di questa incapacità in cui l'uomo può venirsi a trovare
di restare alla Presenza di Dio.
Abbiamo visto che la condizione di sopportare una
presenza è data da quello che portiamo dentro di noi di essa, dall'interesse
che abbiamo per essa.
Sopratutto la possibilità di sopportare la Presenza di
Dio, che è Verità, è data a noi, dall'interesse che portiamo in noi per
conoscere la Verità.
Man mano
che viviamo, nella nostra vita, in noi si formano due grandi campi
d’interesse, uno in opposizione all'altro.
-Interesse per conoscere la Verità, che è il campo in cui
ogni uomo è creato ed è costituito dalla sua anima.
-Interesse per la nostra vita, per il nostro io, per il
nostro benessere, interesse per quelle regole di vita in cui ci siamo inseriti.
E a un certo momento questi due campi entrano in
conflitto uno con l'altro, uno in opposizione all'altro.
Qui viene sottolineato che a un certo punto tutti
fuggano, siano costretti a fuggire dalla presenza di Cristo, da ciò che Lui
aveva affermato e dichiarato.
Ma si sottolinea
in modo particolare che i primi a fuggire siano stati gli anziani:
"Cominciando dai più anziani".
L'argomento di oggi è capire il significato di
quest’affermazione, poiché se è detto, ha un significato, poiché tutto è
lezione per noi.
Il fatto che il Vangelo sottolinei che in questa fuga da Dio, i primi siano stati i più anziani, deve avere,
deve recare per noi una lezione di Dio.
Tanto più che nel Vangelo, parecchie sono le lezioni di
Gesù in cui mette in opposizione bambini e anziani.
Anzi Lui dice espressamente: "Se non ritornate
bambini, non potrete entrare nel Regno dei cieli".
Mette in opposizione l'uomo maturo con il bambino, è
necessario rinascere.
Anzi dice che chi ha gustato il vino vecchio si rifiuta
di gustare il vino nuovo.
Dobbiamo approfondire il rapporto che passa tra il bambino
e l'uomo adulto, l'uomo anziano.
Già da questi accenni si nota che l'uomo anziano, è un
uomo che tende a non aprirsi alla novità, cioè il vino nuovo.
Il bambino è invece l'essere che è tutto aperto alla
novità.
C'è un rapporto tra il bambino e la novità, tra il
vecchio e la non più novità.
Che
cosa è che determina questo passaggio dall'uomo bambino
all'uomo vecchio?
Quando è che avviene questo passaggio?
E in che cosa consiste?
Il bambino abbiamo detto che è l'essere che è tutto
aperto al nuovo.
A un certo momento della vita dell'uomo troviamo questa
involuzione, questo strano fatto: non più aperto al nuovo, tutto ripiegato su
se stesso e su ciò che è stato, anzi rifiuto del nuovo.
Abbiamo visto la volta scorsa quanta novità ci sia stata in
queste parole: "Chi di voi è senza peccato, scagli per primo contro di lei
una pietra", quanta novità nell'applicazione della legge,
nell'interpretazione della legge, poneva la legge in rapporto personale con
colui che doveva applicare la legge; per cui se l'uomo è in peccato non può
applicare la legge.
Metteva in evidenza che la legge ci è stata data per la
purificazione di ognuno di noi, come Gesù sottolineerà in un altro luogo:
"Non guardare la pagliuzza nell'occhio del tuo fratello ma sta attento alla
trave che c'è nel tuo occhio", anzi dice: "Ipocrita, togliti prima la
trave dal tuo occhio e poi ci vedrai bene per curare tuo fratello".
E come mai coloro che ascoltavano questa novità,
nell'interpretazione della legge che, li liberava dal dovere uccidere una loro
sorella, come mai di fronte a questa meravigliosa
interpretazione della legge in cui si vede la sapienza del Verbo di Dio che
parla con noi, non si siano avvicinati a Gesù e non lo abbiano abbracciato, non
abbiano gioito?
Si sono rifiutati alla novità.
Si sono allontanati, sono fuggiti.
Ecco, qui si vede l'uomo vecchio, l'uomo che non è più
aperto alle cose nuove e questo succede nella vita di ognuno di noi, perché
queste sono lezioni di Vita eterna per ognuno di noi.
Come mai? Cosa succede nella vita dell'uomo, per cui a un
certo momento avviene questo trapasso dall'uomo bambino, dall'uomo giovane
tutto aperto alla novità, all'uomo che si volta indietro?
Intanto dobbiamo chiederci cosa è questa
novità.
Cosa è il nuovo?
Nuovo è ciò che arriva al nostro io per la prima volta.
Questo già ci fa capire che il nuovo arriva a noi una
volta sola, perché la seconda volta non è più nuovo.
Cosa succede in questo passaggio da nuovo a non più
nuovo?
Teniamo
presente che man mano che le cose perdono di novità, le
cose diventano meno attraenti, diventano vecchie noi diciamo.
Un libro già letto non attrae più.
Ma c'è un altro fatto e cioè che la vita ci viene dalla
novità, le cose vecchie non ci danno più vita.
Tant'è vero che noi a un certo punto ci accorgiamo che
tutti gli uomini si mettono a correre a destra e a sinistra per il mondo per
andare a cercare cose nuove, perché si sentono morire.
Tutto quello che vedono lo hanno già visto e allora
devono correre da una parte all'altra per trovare qualche cosa di nuovo.
Ѐ un errore grosso, perché più corriamo e più noi
estinguiamo la Verità.
C'è un significato profondo in questa novità che arriva a
noi una volta sola.
Lo sforzo di correre a destra e a sinistra per cercare
cose nuove si annulla ben presto, anzi dobbiamo tenere presente che tutto
quello che si presenta a noi appartiene al campo dei segni e in quanto
appartiene al campo dei segni, appartiene al campo delle cose finite.
Il che vuole dire che tutti i segni sono destinati a
finire e man mano che arrivano a noi per la prima volta, finiscono come novità
e a un certo momento noi veniamo a trovarci in un mondo che diventa tutto
vecchio.
Ma tutto vecchio vuole dire non più attraente, non più
vivificante, non ci dà più vita.
Se noi fossimo capaci di guardare a fondo nella mente
degli uomini, noi vedremmo che la fame d'Assoluto che l'uomo porta, diventa una
terribile fame di novità: devono leggere i giornali, ascoltare la radio, devono
andare a destra e a sinistra perché hanno sete di novità, perché stanno morendo,
non c'è più nulla di nuovo che dia loro vita.
Ma qual è il significato di questo invecchiamento di
tutte le cose?
Qual è il significato di questo impoverimento di vita di
tutte le cose?
Perché Dio manda a noi tutte le cose e poi ce le fa
vecchie?
Poiché le cose arrivano a noi come novità una volta sola,
la seconda volta sono già vecchie, già viste e quindi non ci comunicano più
vita.
Qual è il significato di questo?
C'è un significato profondo.
Tutte le
cose diventano vecchie, perché ci sospingono verso una
novità che diventa sempre più profonda e che va sempre più cercata.
Questa novità che si presenta a noi nelle cose
superficiali, ma una volta sola e immediatamente sparisce, è una voce che ci
chiama e che ci sollecita a cercare la novità in profondità e sempre più in
profondità, quindi diventa sempre più difficile, quindi sempre più impegnativa.
Ci invita a cercare la novità sempre più in profondità,
fino a Dio in cui abbiamo una sorgente di novità continua.
Se la novità è sorgente di vita, proprio questa
pressione, questa vocazione ad approfondire per restare nella novità,
altrimenti cadiamo nelle cose vecchie, quindi nella morte, è una sollecitudine
per la nostra vita, per non lasciarci morire, è Dio che scrive in tutte le cose
attorno a noi, per invitarci a Dio.
Evidentemente
se la novità si ritira sempre più in profondità, passa
dalle cose che vediamo, dalle cose che sentiamo, alle cose dello spirito, la
novità rientra sempre di più nel campo dell'intelligenza, cioè bisogna passare
dalla materia allo spirito.
Ecco l'errore che noi facciamo ad andare a cercare la
novità a destra e a sinistra, poiché bisogna invece intendere il significato di
questa novità che si spegne nelle nostre mani, per invitarci ad approfondire,
poiché la novità sta nel cercare di capire, sempre più nel cercare di capire le
cose che Dio ci manda.
Se teniamo presente che luogo di ciò, che arriva a noi
per la prima volta è il
pensiero del nostro io, il punto di passaggio dalla novità alla non più
novità è il pensiero del nostro io.
Quindi ciò che arriva al nostro io per la prima volta,
questo è novità, quello che arriva al nostro io per la seconda volta non è più
novità.
Quindi il passaggio dalla novità alla cosa vecchia è
determinato dal pensiero del nostro io.
Ma il fatto stesso che la novità si ritira sempre di più
in profondità e quindi ci sollecita a cercare di capire (intelligenza) e a
passare in Dio che è la causa, il principio supremo d'intelligenza, per restare
nella novità, è un invito a cercare la novità non più nel pensiero del nostro
io ma a cercare la novità nel Pensiero di Dio.
Ed è qui che l'uomo viene a trovarsi in difficoltà.
Perché man mano che l'uomo vive, si lega alle cose cui
lui partecipa, le cose che l'uomo vede, sono cose alle quali lui si lega e
dalle quali gli è molto difficile slegarsi.
Cosa succede?
Succede che tutte le cose che l'uomo incontra e alle
quali lui si lega, diventano per lui ricordo, cose passate ma dalle quali non
si può staccare.
Per cui le cose diventano non più attraenti, diventano
senza valore, perché non sono più nuove, però nello stesso tempo non può
separarsi da esse.
Allora tutta la vita dell'uomo assume quest’aspetto: c'è
questo passaggio dall'uomo che è aperto alla novità, perché cerca di capirla,
all'uomo che cerca di avere.
Quando l'uomo riduce la sua vita a un problema di avere,
siamo nell'uomo che è ormai aperto al declino, alla vecchiaia, siamo nell'uomo
che è finito.
Siamo nell'uomo che non ha più davanti a sé, come
interesse principale il capire e qui abbiamo l'uomo che è finito, abbiamo
l'uomo vecchio.
Abbiamo quest'uomo che di fronte alla novità adesso si
rifiuta.
Di fronte alla novità che gli si presenta, ecco gli
anziani che sono costretti a fuggire.
L'anziano
oramai è preso e chiuso nel suo problema che è quello di
difendere quello che ha raccolto nella sua vita, pur essendo ciò che ha
raccolto senza valore ma, lui non si può separare perché è legato al pensiero
del suo io.
Soltanto se l'uomo supera il pensiero del suo io, a
qualunque costo e mette in primo piano quest’attrazione per capire, questo
interesse per capire, da Dio trova la novità.
Questo interesse per capire lo porta alla ricerca di Dio,
perché lo porta a cercare le cose nel Pensiero di Dio, non più nel pensiero del
suo io e l'uomo qui supera questo suo interesse per avere e quindi può
mantenersi aperto a quella che è la giovinezza, a quella che la vita e la vita
viene dalla novità.
Quindi l'uomo diventa vecchio, proprio in quanto vive di
cose vecchie e cerca la sua vita in cose vecchie, si rifiuta alle cose nuove ma
si rifiuta a queste cose nuove poiché queste cose nuove diventano sempre più
impegnative
A un certo momento l'uomo per seguire la novità, quindi
per cercare di capire quello che Dio gli presenta, si accorge che deve
rinunciare a tante cose, che deve perdere tanto del suo mondo, che deve
affrontare tanto sacrificio.
Ora è proprio di fronte a questa difficoltà che l'uomo
che si preoccupa di avere, deve rinunciare, quindi deve scappare da questa
novità che è Vita, da questa novità che si trasforma per lui in interesse per
capire, in interesse per intendere, per intendere le cose nel Pensiero di Dio
ogni cosa.
A queste parole, uno
dopo l'altro, se ne andarono tutti, cominciando dai più anziani. Rimase solo Gesù con la donna là in mezzo.
Gv 8 Vs 9 Terzo tema.
Titolo: "Una
spada trapasserà il tuo cuore affinché siano svelati i segreti del tuo
cuore"
Argomenti: Lo
spirito della legge. La
lettera della legge. Il
vecchio e il bambino. Il
significato di scribi e farisei. Gesù
fa relativo quello che noi crediamo Assoluto. I
farisei dentro di noi. Le ragioni del nostro io non possono restare alla
presenza di Dio. Dio si rivela come unico valore e ci rivela la sua
volontà. La
fede falsa. Dio, la nostra anima, il nostro peccato.
20/Maggio/1984
Fossano.
Abbiamo visto le prime
parti di questo versetto e ora ci rimane da vedere l'ultima affermazione:
"Rimase Gesù solo, con la donna là in mezzo".
È una scena del Vangelo,
quindi è una Parola di Dio per noi e quindi dobbiamo porci il problema del
significato, che cosa Dio vuole significare della nostra vita personale,
interiore, spirituale con queste parole: Gesù che rimane solo, con la donna, là
in mezzo, dopo avere allontanato tutti coloro che la volevano condannare in
nome della legge.
Per intendere questo significato,
dobbiamo prima di tutto chiederci perché questi farisei, volevano lapidare
quella donna.
Essi la volevano lapidare,
perché dovevano applicare la legge, la legge di Mosè.
La legge di Mosè era stata
data da Dio.
Però abbiamo visto che
nella legge c'è lo spirito e c'è la lettera, Gesù dirà che tutta la legge
dipende da: "Ama (cioè cerca) il Signore Dio tuo con tutta la tua mente,
con tutte le tue forze, con tutto te stesso".
Quindi tutti i comandamenti
vanno interpretati in funzione di questo primo, perché se togliamo questo resta
soltanto più la lettera dei comandamenti, la lettera delle regole, la lettera
della legge e questo ci conduce a uccidere l'uomo anziché salvarlo.
Perché Dio ha dato la legge
per salvare l'uomo, non per giudicarlo, non per condannarlo, non per fare del
mondo un tribunale.
Per evitare questo errore è
necessario tenere sempre presente questo: tutte le disposizioni di Dio sono
date a noi, per formare in noi questa ricerca di Lui posta al di sopra di
tutto, siamo stati creati per cercare e per conoscere Dio, la vita eterna sta
nel conoscere Dio.
Perché questi farisei
volevano lapidare questa donna?
Loro lo facevano perché
dovevano applicare la legge, la lettera della legge ma, in fondo loro lo
facevano perché volevano difendere il loro modo di vita, quello che per loro
determinava la loro autorità, determinava la loro vita sotto la cui autorità
avevano sottoposto tutto.
Quando l'uomo tende a
difendere ciò che ha, qualche cosa della sua vita, qui abbiamo
detto che abbiamo l'uomo vecchio e abbiamo notato che l'uomo vecchio non è
soltanto un bambino che è cresciuto, lo dice Gesù stesso.
La differenza tra giovane e
vecchio non è solo un problema di anni, no, tra il vecchio e il bambino c'è una
differenza di qualità.
Gesù infatti dice: "Se
non ritornerete come bambini, non potrete entrare nel Regno di Dio".
Quindi c'è una differenza
sostanziale tra l'uomo vecchio e il bambino
Il vecchio non è un bambino
cresciuto.
C'è stato a un certo
momento un salto di qualità nel passaggio dal bambino al vecchio.
Abbiamo visto che quello
che caratterizza il bambino, il giovane è il desiderio di capire mentre quello che
caratterizza il vecchio è il desiderio di avere.
Tra il desiderio di capire
e il desiderio di avere, c'è un salto di qualità.
Infatti al centro del
desiderio di capire c'è l'amore alla verità, l'amore alla verità è amore a Dio,
quindi rientriamo nel primo comandamento: "Ama il Signore Dio tuo con
tutta la tua mente, con tutte le tue forze, con tutto te stesso" e nel
bambino abbiamo quest'apertura.
Dio ha fatto bene tutte le
cose e Gesù dice che i bambini "Vedono il volto del Padre mio",
quindi nel desiderio del bambino c'è questa apertura a Dio, c'è questo
desiderio di capire, questo desiderio di vedere la verità e il volto di Dio e
questo desiderio non c'è nel vecchio.
Anzi Gesù dice: "Guai
a chi scandalizza uno di questi bambini che credono in Me".
Credere in Cristo vuole
dire desiderare di conoscere il Padre.
"Guai a chi
scandalizza", quindi guai a chi devia l'anima del bambino da questo
orientamento, da questo fine, da questo desiderio ad altro, perché semina nel
bambino la vecchiaia, semina la morte.
Dobbiamo chiederci chi sono
questi farisei, cioè che cosa rappresentano,
perché questi farisei sono lezione per noi.
Questi farisei
rappresentano quell'umanità, quindi quegli uomini che non hanno posto il
desiderio di conoscere Dio al di sopra di tutto ma, hanno posto una regola,
hanno posto una legge, hanno posto un rito, hanno posto una istituzione come
regola assoluta, come vita, come Assoluto.
Ora Gesù li ha allontanati
tutti, li ha fatti scappare con una parola sola, una semplice parola, ha fatto
cadere dalle loro mani quelle pietre con le quali volevano lapidare quella
donna.
E
come ha fatto Gesù a fare fuggire tutti coloro che volevano
lapidare quella donna?
Evidentemente Gesù ha
impugnato quell'Assoluto in cui essi credevano, ha relativizzato quella legge
che essi ritenevano assoluta per cui dovevano applicarla perché quella era
volontà di Dio.
Ha relativizzato quello che
essi credevano volontà di Dio e che non era volontà di Dio.
Abbiamo visto che Dio vuole
che tutti si salvino, quindi Dio non ha dato delle leggi per mandare a morte i
fratelli.
Dio ha dato delle leggi per
salvare l'uomo, non per condannarlo.
Per questo dico che Gesù ha
relativizzato quello che essi credevano Assoluto.
Di fronte a una Parola del
Signore non hanno potuto restare, hanno dovuto fuggire.
Di fronte alla presenza di
Dio non è possibile restare se non si appartiene a Dio.
Ma a questo punto allora
dobbiamo chiederci che cosa significano per noi questi farisei.
Abbiamo visto che cosa
significano questi scribi e farisei come persone, rappresentano quell'umanità,
quegli uomini che non hanno posto la conoscenza di Dio al di sopra di tutto
però, gli uomini sono ancora scena per ognuno di noi e dobbiamo arrivare al
nostro interno.
Dobbiamo passare dal
"chi" al "che cosa" significano questi farisei, cioè questi
che vogliono condannare, che vogliono lapidare questa donna.
Questi farisei
rappresentano qualcosa che c'è dentro di noi.
Per questo dico che
dobbiamo passare dal "chi" (persone) al "che cosa", per
arrivare a capire che cosa c'è dentro di noi che non può restare alla Presenza
di Dio, che non può sopportare la Presenza di Dio.
Questi farisei
rappresentano in noi, tutte quelle ragioni, tutti quei
motivi con cui noi giustifichiamo la nostra vita e che non vengono da Dio,
tutte quelle ragioni, tutte quelle motivazioni che noi magari chiamiamo volontà
di Dio ma che in fondo non sono determinate da ciò che Dio è ma da un nostro
interesse, dal pensiero del nostro io.
Gesù
ci fa capire che allontanando tutti questi farisei che
volevano lapidare quella donna, arriva un giorno in cui allontanerà da noi, dal
nostro interno tutte queste ragioni, tutte queste motivazioni con cui noi
giustifichiamo il nostro vivere, le nostre scelte, i nostri interessi, i nostri
impegni, con cui giustifichiamo come noi impegniamo la nostra giornata e
impegniamo il nostro tempo, magari chiamandolo dovere o volontà di Dio.
Arriva un momento in cui la
Parola di Dio (Gesù è la Parola di Dio tra noi) fa piazza pulita di tutte le
nostre motivazioni: costoro non poterono restare.
Ci fa anche capire che sono
proprio queste motivazioni in noi che per noi diventano
un Assoluto che ci fa criticare, giudicare e condannare gli altri.
Per cui noi siamo portati a
credere a ciò che corrisponde ai nostri interessi principali di vita, ciò che
giustifica questo e chiamiamo questo fede.
Qui la fede è determinata
dai nostri interessi mentre invece dovrebbero essere i nostri interessi ad
essere determinati dalla fede.
Ma arriva un momento in cui
la Parola di Dio fa piazza pulita di tutte queste ragioni, come?
Presentandoci la vera
Volontà di Dio.
Rivelandoci Dio come vero valore.
Questo avviene nella vita
di ognuno di noi, dobbiamo aspettarci il giorno in cui Dio si manifesta a noi
come vero, unico valore che determina tutti gli altri valori.
E proprio facendo così,
costringe tutte le nostre motivazioni, tutte le nostre ragioni a fuggire.
In cosa consiste questo
fuggire?
Poiché tutte le nostre
ragioni, tutte le nostre motivazioni non derivano da ciò che Dio è, Dio
rivelandoci Sé come massimo valore, svuota di valore tutti i nostri motivi.
Ma svuotandoceli di valori
che cosa ci fa vedere?
Svuotandoceli di valori,
mette in evidenza quello che c'è al centro del nostro cuore, al centro della
nostra vita, al centro della nostra anima.
L'aveva già detto a Maria:
"Una spada trapasserà il tuo cuore affinché siano svelati i segreti
del tuo cuore".
La Parola di Dio, evidenzia
i segreti del cuore.
Cioè, sgombrando da noi,
tutte quelle ragioni, tutte quelle motivazioni in nome delle quali noi
giustificavamo il nostro tempo, le nostre scelte, la nostra stessa vita, Lui ci
rende evidente che al centro di tutto non c'era la regola, non c'era la legge
non c'era l'amore per Dio ma, al centro di tutto c'era l'amore al pensiero del
nostro io, c'era la nostra ambizione.
Dopo questo ci si trova di
fronte a Lui, alla Parola di Dio che ci rivela come si ama e come si crede
quando veramente si ama.
Rimane così la nostra anima
sola e il nostro peccato, tutte le altre ragioni che erano etichette, sotto le
quali si nascondeva il nostro peccato, tutte le altre ragioni sono annullate.
Resta davanti a Lui la
nostra anima e il nostro peccato ed è quello che è detto qui: "Rimase Gesù
solo con la donna là in mezzo".
Qui capiamo che questa
donna significa la nostra anima.
A
queste parole, uno dopo l'altro, se ne andarono tutti, cominciando dai più anziani. Rimase solo Gesù con la
donna là in mezzo. Gv 8 Vs 9 Riassunti
Riassunti
Argomenti: La novità è tale in
quanto è vista in un pensiero – L’uomo vecchio – Possedere o capire – La vecchiaia è
nell’io – I segni nella vita eterna – Il rapporto
diretto con Dio – Dio sorgente di novità – Ricevere dal
Padre e riportare al Padre – La capacità di riportare in Dio – Dio non lo vedremo
mai fuori di noi – La possibilità di tradire Dio – Capacità soggettiva
di penetrare il mistero di Dio – L’intelligenza è Dio – La differenziazione
delle intelligenze – Ritornare bambini – La grazia della novità – La comunicazione
in cielo – La consacrazione dell’universo – L’interesse per Dio
viene da Dio – Il linguaggio -
27/Maggio/1984