Lo
so che siete posterità di Abramo ma voi cercate di farmi morire perché la mia
Parola non penetra in voi
Gv 8 Vs 37
Titolo: Come l'uomo
può uccidere il Figlio di Dio.
Argomenti: La vera figliolanza.
La fede di Abramo. La
Parola di Dio è costituita dal segno e dal Pensiero. Solo cercando
il Pensiero di Dio, abbiamo la possibilità di penetrare la Parola di Dio. La Parola di
Dio penetra in noi, quando dedichiamo a essa la nostra mente. La
frattura fra il segno e il Pensiero. Morire,
uccidere è sempre effetto di divisione. Uccidendo il Pensiero di
Dio perdiamo il Figlio di Dio e la creazione.
8/Dicembre/1985
Casa di preghiera Fossano.
Siamo al
versetto 37, Gesù dice ai farisei: "Lo so che siete posterità di Abramo,
ma voi cercate di farmi morire perché la mia Parola non penetra in voi".
Questa frase va lievemente modificata:
"Lo so che voi dite di essere posterità di Abramo, intanto però, voi
cercate di farmi morire perché la mia Parola non penetra in voi".
Anche qui dobbiamo chiederci il
significato, la lezione di queste Parole di Dio per la nostra vita personale.
Gesù aveva precedentemente detto
che solo il Figlio, il Figlio che abita nella casa del Padre può liberarci:
"Sarete veramente liberi se il Figlio vi avrà liberati".
E aveva anche aggiunto che solo il
Figlio resta sempre nella casa, quindi ha fatto capire che solo Colui che è
nella casa può dare la possibilità a coloro che sono fuori di casa di entrare
in casa.
Cioè la porta della casa di Dio si
apre solo dall'interno.
Nessuno può salire al cielo se
qualcuno dal cielo non discende a noi per riportarci nel cielo.
Gesù aveva affermato queste cose:
"Sarete veramente liberi se il Figlio vi avrà liberati", perché il
Figlio è Colui che conosce la Verità, quindi soltanto Colui che conosce la
Verità può far conoscere la Verità ed è soltanto conoscendo la Verità che si
giunge alla libertà: "Conoscerete la Verità è la Verità vi farà
liberi".
Quando Gesù aveva affermato
questo, i farisei si erano irrigiditi, poiché avevano affermato di ritenersi
figli di Abramo, di essere figli di Abramo e quindi di non essere mai stati
schiavi di nessuno e quindi di non aver bisogno di essere liberati e di fronte
a quest'affermazione adesso Gesù continua il suo discorso dicendo: "So che
voi dite di essere posterità di Abramo intanto però cercate di uccidermi".
Qui
sta introducendo
un argomento che poi porterà avanti in seguito per concludere che in realtà
loro non sono figli di Abramo.
Cioè sta introducendo l'argomento
del passaggio dalla figliolanza biologica naturale a quella che è la vera
figliolanza dello spirito.
Per cui mentre loro si credevano
figli di Abramo e credevano di essere liberi, Gesù li porterà invece a
costatare che loro sono figli di ben altro e che sono tutt'altro che liberi.
Quindi qui
comincia a
introdurre questo sospetto, questo dubbio che loro non siano figli di Abramo
perché dice: "Voi cercate di uccidermi".
Abramo non cercò di uccidere
Cristo anzi: "Desiderò vedere il mio giorno" dice Gesù e lo vide.
Abramo si caratterizza per la fede
cioè, era Colui che credette nella Parola e tutti coloro che sono figli di Abramo
si caratterizzano per questa fede.
La fede sta nel credere nella
Parola e partire sulla Parola: "Sulla tua Parola io camminerò, sulla tua
Parola io getterò la rete, sulla tua Parola io agirò".
I figli di Abramo si
caratterizzano per questo e invece qui ci troviamo con delle creature che hanno
contestato e come hanno contestato la Parola di Dio, la Parola che assicurava
loro: "Conoscerete la Verità" e quindi la liberazione.
Qui incomincia a introdurre il dubbio
che essi non siano veramente figli di Abramo, perché stanno facendo esattamente
il rovescio di quello che fece Abramo.
Però qui dà una spiegazione strana
dice: "Voi cercate di farmi morire perché la mia Parola non penetra in
voi".
Già precedentemente Gesù aveva
dichiarato: "Voi cercate di uccidermi", al che i dei farisei
avevano risposto: "Chi cerca di ucciderti? Tu sei un indemoniato, Tu sei
un pazzo, chi cerca di ucciderti?".
Adesso qui Gesù ribadisce la
stessa dichiarazione però aggiunge una giustificazione dice: "Voi cercate
di uccidermi perché la mia Parola non penetra in voi".
È una giustificazione strana
perché mette in rapporto la non accoglienza della Parola o perlomeno la non
penetrazione della Parola di Dio con l'uccisione del Figlio di Dio.
Evidentemente qui sta facendo fare
un salto, non abbiamo più qui l'uccisione di un corpo non abbiamo il delitto
come si può intendere umanamente, perché lo mette in relazione alla Parola.
Ora la Parola di Dio ha valore
universale e qui sta estendendo questo rischio di farlo morire a tutti coloro
che ascoltano la sua Parola.
Lui non dice: "Perché non
ascoltate la mia Parola", perché la Parola arriva a tutti, sia che la
vogliono ascoltare sia che non la vogliano ascoltare, la Parola di Dio giunge
anche nei sepolcri.
Qui fa una precisazione, dice:
"Perché la mia Parola ascoltata, non penetra, non penetra in voi".
Il tema di questa sera è proprio
come, l'uomo possa uccidere il Figlio di Dio.
Questo "come", lo
dichiara apertamente Gesù ponendolo in relazione, facendolo dipendere dalla
Parola non penetrata.
Ora
se osserviamo cosa è una Parola notiamo che nella Parola ci sono due elementi che la
costituiscono.
C'è il segno e c'è il Pensiero.
Il segno arriva a noi senza di noi
ed è Colui che parla che provoca, produce questo segno in noi stessi, quindi
questo arriva a noi senza di noi, per ciò dico così che la Parola di Dio come
segno si fa ascoltare da tutti.
Per cui nessuno può ignorarla e
nessuno può ignorare Dio, però questo non è sufficiente, perché quello che
costituisce la Parola non è soltanto il segno, c'è il Pensiero.
E il Pensiero come abbiamo visto
le volte precedenti (il Pensiero è l'Intenzione di Colui che parla), è
conoscibile soltanto in e da Colui che parla.
Cioè il segno di per sé non reca a
noi il Pensiero.
Il segno è ambiguo, può essere
rivestito di tante intenzioni, può essere rivestito di tanti pensieri, può
essere rivestito anche delle nostre intenzioni, dei nostri pensieri.
Invece il Pensiero di Colui che
parla può essere conosciuto solo conoscendo Colui che parla.
Soprattutto conoscendo
l'Intenzione di Colui che parla.
Ora, evidentemente qui c'è la
possibilità di una frattura, poiché se il segno arriva noi senza di noi, il
Pensiero, l'Intenzione di Colui che parla, non arriva a noi, non è conoscibile
da noi, senza di noi cioè, richiede da parte nostra il superamento di noi, del
nostro mondo, della nostra mentalità, di tutto per cercare il Pensiero di Dio
in Dio stesso e da Dio stesso.
Soltanto
in quanto noi superiamo
tutto di noi per cercare il Pensiero di Dio, l'Intenzione di Dio noi, abbiamo
la possibilità adesso di conoscere il Pensiero e quindi di penetrare nella
Parola di Dio.
Ora questa è vera preghiera.
La preghiera è elevazione della
mente a Dio, e questa ricerca del Pensiero di Dio in Dio, può venire soltanto
attraverso la mente, non può venire attraverso altro.
Notiamo qui che quando Gesù dice:
"Voi cercate di farmi morire", una Parola che Dio dice a tutti, non
dice: "Voi cercate di farmi morire perché non credete, perché non pregate,
perché non fate sacrifici, perché non fate apostolato, perché non avete
amore" qui dice una Parola molto precisa e deve farci molto meditare,
perché rivela tutto un mondo di Verità per noi.
Non dice perché non credete, non
dice perché non amate, non dice nemmeno perché non pregate, soprattutto non
dice perché non fate azione sociale o apostolato.
Ma dice: "Perché la mia
Parola non penetra".
Abbiamo
visto cos'è una Parola e
adesso dobbiamo vedere cosa vuol dire questo penetrare una Parola.
Una Parola penetra in noi in
quanto dedichiamo ad essa la nostra mente.
Soltanto attraverso la mente,
attraverso la dedizione della nostra mente a Dio noi possiamo conoscere il
Pensiero di Dio.
Soltanto conoscendo il Pensiero di
Dio noi intendiamo veramente la Parola di Dio.
Quindi non basta ascoltare la
Parola di Dio, bisogna penetrare la Parola di Dio.
Chi ascolta la Parola di Dio è non
la penetra non la fa, questo è il vero fare che intende il Signore.
Ѐ come colui che costruisce la casa
sulla sabbia, perché colui che costruisce una casa sulla sabbia ascolta la
Parola, l'ascolta però non la fa cioè non la penetra e allora naturalmente
quella casa è condannata alla distruzione.
Rimane quella casa che è costruita
sulla Parola ascoltata e penetrata.
La Parola è penetrata in quanto è
conosciuta nel Pensiero di Colui che la dice e allora qui la Parola penetra in
noi ma questa Parola penetra in noi, cioè penetra in noi il Pensiero di Colui
che la dice, in quanto noi dedichiamo la nostra mente a Colui che la dice.
Ѐ necessaria la dedizione,
l'attenzione a Colui che parla alla Presenza di Colui che parla.
In caso diverso dice: "Voi
cercate di farmi morire", cioè se noi non penetriamo nella Parola di Dio
fino ad arrivare a conoscere il Pensiero che è contenuto in questa Parola, in
questo segno che Dio ci fa arrivare, noi uccidiamo il Figlio di Dio.
La
Parola già di per sé, come segno è un invito ad alzare gli occhi verso Colui
che parla, quindi la Parola ci convoca alla presenza di Dio, però siccome
la conoscenza del Pensiero che è contenuto nella Parola, quindi la Presenza di
Colui che parla non arriva a noi senza di noi, richiede la dedizione da
parte nostra e non è automatico.
Per cui può succedere la frattura tra il segno e il Pensiero.
Gesù dice: "Se la mia Parola
non penetra in voi, voi cercate di farmi morire", cioè diventa motivo,
causa della sua morte, della morte del Figlio di Dio in noi, del Verbo di Dio
in noi.
Morire e uccidere è sempre effetto di divisione, di separazione.
Se noi stacchiamo una foglia
dell'albero, quella foglia muore, se noi stacchiamo un tralcio dalla vite, il
tralcio secca e tutto questo è segno per farci capire come la morte sia
separazione, sia divisione, è tutta lezione di Dio per farci capire che noi
possiamo separare, possiamo dividere, quello che Dio, quello che soprattutto il
Figlio di Dio mantiene unito.
La caratteristica del Figlio di
Dio è quella di mantenere sempre tutto unito al Padre.
Ne
deriva che se noi
non uniamo a Dio, noi uccidiamo proprio il Verbo di Dio, il Figlio di Dio.
Ora quando si uccide, ci si trova
con un corpo morto e ci si trova con un'assenza.
Prima c'era una presenza che
parlava, adesso nel corpo morto, noi ci troviamo con un Essere che non parla
più con noi, è assente: è la conseguenza della divisione, della separazione.
Non solo abbiamo l'assenza ma,
abbiamo un corpo che si disfa, per cui non solo noi non penetrando la Parola di
Dio uccidiamo Colui che parla con noi, cioè uccidiamo Dio in noi e quindi
esperimentiamo l'assenza di Dio, la privazione ma veniamo a trovarci anche con
un corpo che si disfa.
Cioè veniamo a trovarci con dei
segni che si degradano, che perdono di valore, per cui noi perdiamo Dio, ma
perdiamo anche tutti i segni di Dio, quindi perdiamo tutto il mondo.
La giustificazione strana che da
Gesù circa la ragione per cui loro cercano di farlo morire, ci rivela questa
morte, ci rivela che noi uccidiamo Dio in noi, quanto non penetriamo la Parola
di Dio fino ad arrivare al significato cioè al Pensiero di Dio.
Uccidendo Dio in noi, noi facciamo
esperienza dell'assenza di Dio dalla nostra vita, del silenzio di Dio, per cui
Dio non parla più, siamo soltanto noi a parlare.
Non solo ma esperimentiamo anche
la degradazione, il disfacimento di tutti i segni di Dio.
E quindi noi siamo condotti a
esperimentare la nostra morte.
Ѐ per questo che colui che uccide
Dio, colui che fa fuori Dio dalla sua vita, dalla sua mente uccide anche
l'uomo.