Se
dunque il Figlio vi avrà liberati, sarete veramente liberi. Gv 8 Vs 36
Titolo: La via
della vera liberazione.
Argomenti: Il Figlio è la sola via per giungere
alla salvezza. La fonte della schiavitù e le sue
conseguenze. La libertà è un
fatto interiore. Il passaggio
dalla conoscenza della Verità, all'opera del Figlio. La capacità di pensare viene da Dio. Chi pecca fa del danno a se stesso. Peccando si perde la capacità di
pensare. "Nientificare" la
capacità di pensare. Il mondo ci dà i segni ma non i
significati. L'Intenzione di Dio viene da
Dio, non dalle sue opere. Noi possiamo essere riportati a Dio
solo da Colui che discende da Dio. La dedizione pura al Pensiero di Dio. Dedizione: l'insegnamento della madre di Gesù. Si rimane nella casa di Dio, nella
misura in cui si è capaci di pensare. Pensare è passare dai segni a Dio. Vedere la Verità del Figlio.
24/Novembre/1985
Casa di preghiera. Fossano.
Siamo al
versetto 36, Gesù qui dice: "Sarete veramente liberi se il Figlio vi avrà
liberati".
Anche qui
dobbiamo chiederci quale lezione e quale significato la Parola di Dio voglia
comunicare a noi per la nostra vita personale, poiché la Parola di Dio è sempre
personale per ognuno di noi.
Qui fa un
accenno dice: "Sarete veramente liberi", basta questa dichiarazione
per farci intuire che se dice: "Veramente", già ci fa pensare che ci
sia una libertà illusoria.
Noi
possiamo essere illusoriamente liberi e per questo Gesù qui precisa:
"Sarete veramente liberi".
E dichiara: "Se il Figlio via
avrà liberati"
il che fa pensare che una sola sia la via per giungere alla vera libertà e con
questo già esclude tutte le altre vie.
Esclude la
via della violenza, esclude la via della rivoluzione ma, esclude anche la via
del lavoro, molti dicono che il lavoro renda liberi, Lui lo esclude.
Lui
esclude la via della ricchezza, la via della potenza, la via politica e
dichiara che si giunge alla liberazione soltanto attraverso il Figlio, quindi
in un modo solo.
"Solo
se il Figlio vi avrà liberati".
Abbiamo visto
la volta scorsa che non si giunge ad abitare nella casa del Padre e quindi a
essere liberi, nemmeno credendo.
Abbiamo
visto molti che credono in Dio, eppure non possono giungere alla liberazione di
Dio, non possono restare con Dio.
Non basta
ubbidire.
Abbiamo
visto molti che si vantano di ubbidire e ritengono che la salvezza venga
attraverso l'ubbidienza, eppure ci sono esempi in cui Gesù stesso ci presenta
creature che ubbidirono e che furono escluse dalla casa del Padre.
Non basta
lavorare nella vigna del Signore.
Sono tutte
vie che ci possono illudere di giungere alla salvezza e alla liberazione.
Nelle domeniche precedenti abbiamo considerato quali sono le
fonti della schiavitù o meglio la fonte della schiavitù.
Poi
domenica scorsa abbiamo visto quali sono le conseguenze della schiavitù.
Abbiamo
visto che la fonte della schiavitù è il peccato, lo dice Gesù stesso ma,
abbiamo meditato, approfondito e visto che il vero peccato sta nell'omissione,
per cui noi restiamo schiavi di ciò che trascuriamo di raccogliere in Dio.
Le
conseguenze stanno soprattutto dal fatto che chi è schiavo, non può restare
nella casa del Padre e non potendo restare nella casa del Padre è costretto a
vagare nelle tenebre esteriori dove non c'è luogo di pace e non si trova un luogo
di riposo.
Solo in
Dio, solo nella casa di Dio, c'è la possibilità della pace, della libertà vera,
lì c'è il riposo.
Ora, poiché prima Gesù aveva dichiarato che è la conoscenza della
Verità che fa l'uomo libero, questo ci aveva fatto capire che la libertà come
la schiavitù sono essenzialmente interiori, non stanno nelle condizioni
ambientali, non stanno nelle condizioni sociali, non stanno esteriormente a noi
ma, stanno dentro di noi.
Le vere
sbarre della prigione sono dentro di noi e la vera libertà è dentro di noi.
Se noi non
siamo liberi dentro, per quanta libertà noi raccogliamo attorno a noi o per
quanto potere e ricchezza raccogliamo attorno a noi, la nostra schiavitù è
molto grave e impedisce a noi di restare nella casa del Padre.
Però
mentre prima ci ha dichiarato che la Verità vi farà liberi, qui adesso ci
dichiara che saremo veramente liberi solo se il Figlio ci avrà liberati.
E allora
c'è un passaggio, il passaggio dalla conoscenza della Verità all'opera del
Figlio.
Quindi
abbiamo una precisazione, abbiamo una personificazione, un rapporto personale:
dalla conoscenza della Verità alla presenza del Figlio.
Ecco
l'argomento di questa sera è questo: la via della vera liberazione.
Saremo veramente
liberi soltanto se lo saremo dentro di noi, è dentro di noi che noi stabiliamo,
determiniamo le condizioni della schiavitù, in quanto noi ci rendiamo succubi
di cose che non sono Dio.
Essendo una liberazione interiore, tutto dipende dalla nostra capacità
di pensare.
Libero è
colui che può pensare a Dio, che può dalle cose passare a Dio, che può
contemplare il Pensiero di Dio in ogni cosa, vedere la sua Presenza e abita
nella casa di Dio, colui che in tutto può vedere il volto di Dio.
Ora la capacità di pensare viene a noi da Dio, il che vuol
dire che se noi ci separiamo da Dio come Principio, noi non soltanto facciamo
un'omissione, un peccato ma noi, perdiamo anche la nostra capacità di pensare,
quindi noi subiamo un danno.
Già
Geremia, il profeta, diceva che chi fa il peccato non offende Dio, non fa mica
del danno a Dio, chi fa il peccato fa del danno a se stesso.
Ed è
logico perché chi fa un errore, non fa mica del danno alla Verità.
La Verità
è trascendente ed essendo trascendente non subisce mica gli sbagli degli
uomini.
La Verità
resta sempre tale.
Chi
sbaglia fa del danno a se stesso.
Il peccato lo fa chi non raccoglie
in Dio, peccare
vuol dire non dare a Dio quello che è di Dio, non cercare il Pensiero di Dio e
chi fa il peccato, fa del danno a se stesso.
Dio è
trascendente, la Verità di Dio resta sempre tale e quale, indipendentemente da
quello che dicono gli uomini e qual è questo danno che l'uomo subisce?
Siccome la
nostra capacità di pensare viene da Dio, quando noi trascuriamo Dio, noi perdiamo
la nostra capacità di pensare, cioè noi perdiamo la nostra capacità di vedere
il Pensiero di Dio, di rapportare le cose a Dio.
A questo
punto succede il primo niente che la creatura esperimenta.
Già San
Giovanni nel prologo dice: "Senza di Lui è fatto niente tutto quello che è
fatto".
Dio ha fatto in noi il pensiero
creandoci, ha dato
noi la capacità di cercare Dio e di portare le cose a Dio ma se noi non
raccogliamo le cose in Dio noi, "nientifichiamo" questa capacità di
pensare.
E quando
l'uomo perde la capacità di pensare resta in balia degli elementi del mondo.
Ora il mondo ci dà i segni ma non
ci dà i significati.
Tutto il
mondo essendo creazione di Dio è tutto segno di Dio e in quanto segno ci
richiama sempre all'Autore: segno di Dio ma, non ci rivela mica il significato,
non ci rivela l'Intenzione, non ci rivela il Pensiero.
Per
trovare il significato della creazione, il significato del mondo, il
significato della nostra vita, il significato di tutti i segni che Dio fa,
quindi di tutti gli avvenimenti, è necessario superare il mondo, superare i
segni e cercare Dio.
Ѐ solo in
Dio e da Dio che si conoscono l'Intenzione di Dio, il Fine di Dio, la Volontà
di Dio e quindi il Pensiero di Dio.
L'Intenzione di un essere viene da
ciò che un essere è,
quindi non basta osservare gli effetti, le opere che quell'essere fa.
Noi
osserviamo i segni ma, non possiamo intendere l'Intenzione, intendere la
Volontà, intendere il Fine.
Soltanto
conoscendo l'Essere noi possiamo conoscere il Fine, l'Intenzione di quell'essere
quindi il Pensiero di quell'essere.
Il
Pensiero di un essere nasce da ciò che un essere è, il Pensiero di Dio è
generato da Dio.
Ora,
abbiamo visto domenica scorsa che se noi perdiamo questa capacità di pensare,
restiamo schiavi delle tenebre esteriori e per tenebre esteriori intendiamo
tutte le opere di Dio prive del Pensiero stesso di Dio, prive della Finalità,
prive del Significato.
Se noi restiamo schiavi delle
tenebre esteriori,
non possiamo più collegarci con il Pensiero di Dio, siamo schiavi, non possiamo
quindi restare in Casa.
Gesù dice
che lo schiavo non può restare sempre in Casa e allora può essere salvato
soltanto da Colui che è in Casa.
Cioè da
Colui che conoscendo il Pensiero di Dio scende a raccogliere quella creatura
che è dispersa nelle tenebre.
Nessuno
può salire nel cielo di Dio se non Colui che è disceso dal cielo di Dio.
Si sale
nella misura in cui si discende e soltanto discendendo che si acquista la capacità
di raccogliere e di riportare in Dio e quindi di riportare nella Casa di Dio.
Ma avendo
perso questa facoltà, questa capacità di pensare, quindi di raccogliere, ed
essendo rimasti schiavi, quindi in balia di tutto ciò che non è Dio, noi
possiamo essere raccolti, riportati a Dio soltanto da Colui che discende da Dio
e viene a noi da Dio.
Ma anche abbiamo detto che non è sufficiente che venga a noi
dal cielo di Dio, Colui che ha la possibilità di riportarci nel cielo di Dio.
Ѐ
necessario che ci sia da parte nostra un'attenzione, una dedizione a Colui che
bussa alla nostra porta, a Colui che viene, a Colui che viene da noi.
Abbiamo
detto che tutto si sintetizza in quella Parola che l'angelo dice a Giuseppe:
"Prendi con te il bambino Gesù e sua madre e fuggi in Egitto".
Ecco il
bambino Gesù rappresenta il Verbo di Dio che discende dal cielo di Dio per
venire là, dove noi ci troviamo, dispersi nella nostra notte, nelle nostre
tenebre per riportarci, per raccoglierci nell'Essenziale, per raccogliere ciò che
si disperdeva: questa è la missione del Cristo.
Però è
necessario prendere anche la madre di Gesù e la
madre di Gesù rappresenta la dedizione pura, è lei che ci insegna come dobbiamo
comportarci verso questo Essere che si rende presente a noi: dedicandoci a Lui
e dedicandoci come lei si è dedicata.
Non per
niente Dio al centro di tutte le sue opere ha posto il suo Verbo, il suo
Pensiero come rivelazione del Pensiero suo in noi e sua madre.
Cioè ci ha
posto il Rivelatore della salvezza, Colui che ci libera e ha posto anche il
modo con cui dobbiamo comportarci con Cristo, quindi il tipo, l'esemplare,
affinché ognuno di noi sappia, riceva il Verbo e sappia come deve comportarsi
verso questo Verbo.
Deve
comportarsi come si comportata la madre, perché questo Verbo di Dio che viene
tra noi è affidato, si affida alle nostre mani: "Faranno di Me tutto
quello che vorranno" e se noi lo lasciamo morire, Lui diventa la nostra
morte, se noi lo facciamo vivere, Lui diventa la nostra Vita.
Noi lo
facciamo vivere in quanto ci comportiamo come Maria verso di Lui.
Abbiamo
detto che Maria è la creatura esemplare della dedizione a Dio, cioè mettere il
Pensiero di Dio al di sopra di tutto, è quest’ascolto, è la creatura fatta per
l'ascolto.
Ora se la
Parola di Dio arriva noi nella nostra dispersione, noi dobbiamo sapere che solo
nella misura in cui non ci apriamo all'ascolto di Essa, Essa ci condurrà, ci
riporterà là, dove noi abbiamo perduto la capacità di pensare, ci riporterà al
Principio in cui noi ritroveremo la capacità di pensare.
Ora si entra nella Casa di Dio
solo attraverso
la Parola di Dio capita ma, si rimane nella casa di Dio nella misura in cui si
è capaci di pensare, quindi di vedere il Pensiero di Dio in tutte le sue opere.
Qui
abbiamo detto che è un passo successivo, in quanto Gesù ci dice che saremo
veramente liberi solo se il Figlio ci avrà liberati.
La liberazione avviene in quanto
siamo riportati a
quella Verità che noi avevamo perso di vista e abbiamo detto che questa libertà
è il Pensiero di Dio in noi.
Ma a
questo punto non è assicurata ancora la vera liberazione.
La vera
liberazione sarà in quel punto in cui il Figlio di Dio ci condurrà a vedere la
sua Verità, quindi non la Verità che portiamo in noi ma la sua Verità, il suo
Principio.
Allora ci
renderà stabili e veramente liberi.
Il suo
Principio è il Padre.
Qui
ritroviamo quello che Gesù dice: "Nessuno conosce il Padre se non il
Figlio e Colui al quale il Figlio ha voluto rivelarlo".
Sarete
veramente liberi soltanto se il Figlio vi condurrà a vedere il Padre suo.
Perché
vedendo il Padre suo, vedendo la sua Verità, il suo Principio, noi avremo anche
in noi il Principio della figliolanza stessa di Dio e quindi qui si realizzerà
in noi quel figlio che rimane sempre nella casa del Padre.
Ora lo schiavo non resta per sempre nella casa, il figlio invece vi resta sempre.Se
dunque il Figlio vi avrà liberati, sarete veramente liberi. Gv 8 Vs 35 - 36
Riassunti
Argomenti: La possibilità di
pensare Dio ci è data dalla Parola – La concessione di Dio – Maria e l’ortolano – Dominare la terra –
Sottomissione di Dio e sottomissione dell’uomo – Il pensiero dell’io
in Dio – La partecipazione personale – Il cielo e la terra – Il pensiero puro – Custodire la Parola
– L’abito è l’interesse – La mente disoccupata – La casa di Dio – L’ascolto del
Figlio -
1/Dicembre/1985
Casa di preghiera. Fossano.