A questi che credettero a Lui, Gesù diceva: Se vi
stabilirete nella mia parola sarete veramente miei discepoli.
Gv 8 Vs 31.
Titolo: Diventare veri
discepoli di Cristo.
Argomenti: La fede che ci conferma. La fede che cerca ciò che piace a Dio. Stabilirsi nella parola di
Cristo. Applicare
la mente. Avere
come fine il nostro Principio. Il secondo paradosso dell'uomo.
8/Settembre/1985
Fossano.
"E a
questi che credettero a Lui, Gesù diceva: se vi stabilirete nella mia Parola,
sarete veramente i miei discepoli".
Ѐ Parola
di Dio quindi Parola che è rivolta non soltanto a quelli di allora ma a ogni
uomo di ogni tempo, di ogni luogo, di ogni epoca e allora dobbiamo chiederci
quale significato, quale lezione è contenuta per la nostra vita interiore,
personale in queste parole che Gesù allora rivolse a loro e precisamente a quei
"molti che credettero in Lui".
Qui
abbiamo un secondo passaggio.
Il primo
passaggio è stato quello da coloro che credono a Dio Creatore a quei
"molti che credettero in Lui".
Qui Gesù
propone a questi molti un secondo passaggio: " Se vi stabilirete nella mia
Parola, allora sarete veri miei discepoli".
Già questo
ci fa pensare che quei molti non fossero veri suoi
discepoli e quindi ricadiamo nell'argomento di domenica scorsa, in quella fede
facile nella quale ci troviamo, quando aderiamo, assentiamo a quelle ragioni, a
quegli argomenti che giustificano, che approvano il nostro modo di essere, che
rispondono a ciò che abbiamo dentro di noi, ai nostri problemi, in conclusione
che fanno quello che piace a noi.
C'è una
fede che nasce dal Dio che fa ciò che piace a noi, dal Dio cioè che ci
giustifica, dal Dio che ci approva, dal Dio che risponde, che parla con noi.
Abbiamo
visto che questo concetto è incluso in quei "molti".
La fede
vera è sempre riservata a pochi.
Gesù
stesso dice: "Molti sono i chiamati e pochi gli eletti".
Questa
fede qui, anche fede in Dio, nel Dio cioè che piace a noi in qualche modo,
anche nel campo dello spirito, questa fede non è una fede che modifichi noi
stessi ma anzi, conferma noi in quello che noi facciamo o nel modo di essere,
con cui noi conduciamo la nostra vita.
Abbiamo
anche detto però che c'è un'altra fede e abbiamo
detto che è una fede difficile ed è la vera fede che salva.
Ѐ quella
che invece fa cercare a noi quello che piace a Dio.
Quindi non
è più la fede che viene in noi dal Dio che piace a noi ma, ma è la fede che
nasce da questa Giustizia, poiché c'è Dio, noi dobbiamo cercare ciò che piace a
Dio e non accontentarci di quello che piace a noi.
Ed è quello
che qui Gesù propone a questi molti.
Non è che
la fede facile non abbia significato, perché se Dio stesso fa cose che
piacciono a noi, anche questo ha una ragione nel piano della nostra salvezza:
abbiamo detto che è il primo passaggio, è un passaggio attraverso cui Dio ci
aggancia al suo Cristo, da qui "molti che credettero in Lui".
Ma qui c'è
un secondo passaggio, passaggio in quanto Gesù dice: "Se vi stabilirete
nella mia Parola, sarete veri miei discepoli", questo già si fa pensare
che quei "molti che credettero in Lui" non fossero suoi discepoli, e
che la fede facile non fa discepoli di Cristo.
E allora
qui propone a questa fede un passaggio ulteriore, quello di stabilirsi nella
sua Parola.
Già questo
ci fa capire che l'essere discepoli di Cristo, l'essere cristiani dipende dallo
stabilirsi nella sua Parola e in dipendenza di questo e fintanto che non ci
siamo stabiliti nelle sue Parole, noi non possiamo essere discepoli di Cristo,
anche se noi ci diciamo cristiani.
Allora il
problema s’incentra su questo verbo:
"Stabilirete".
Stabilire
sul dire rendere stabile, vuol dire abitare in-.
Noi
vivendo ci rendiamo sempre stabili in qualche cosa cioè, noi diventiamo stabili
in ciò per cui viviamo, in ciò cui dedichiamo i nostri pensieri, i nostri
interessi, la nostra vita.
Poco per
volta ci stabiliamo lì.
Ogni uomo,
giorno dopo giorno, vivendo non edifica la casa secondo quello in cui
crede nominalmente (fede facile) ma, costruisce la casa secondo ciò per cui
vive giorno dopo giorno e finisce di abitare in quella casa.
Per cui
noi stessi ci costruiamo la casa in cui ci troveremo ad abitare.
Però il
fatto strano è questo che noi diventiamo stabili e quindi diventiamo stabili in
ciò per cui viviamo e quello lo rendiamo stabile in noi, al punto tale che noi
non riusciamo più a smuoverci di lì.
Quello che
è stabile in noi diventa stabile in noi ma, il fatto strano è questo, che ciò
che in noi diventa stabile, non è detto che sia stabile in sé.
È un fatto
strano, perché noi vivendo, rendiamo stabile in noi
qualche cosa che può essere in realtà molto instabile, è il secondo paradosso
dell'uomo.
Abbiamo
visto domenica scorsa che c'è un primo paradosso dell'uomo: l'uomo vive per un
Principio e vive per un altro principio.
Qui
abbiamo l'uomo che vivendo rende stabile in sé qualche cosa che, il più delle
volte non è stabile in sé.
Abbiamo
detto che noi vivendo edifichiamo una casa e sappiamo come Gesù dica che noi
possiamo costruire case sulla roccia o possiamo costruire case sulla sabbia.
Lui dice
"Chi ascolta la mia Parola e la fa, è simile a Colui che edifica una casa
sulla roccia, vennero le piogge, si gonfiarono i fiumi, sbatterono contro
quella una casa ma, quella casa resistette, perché era costruita sulla roccia".
E poi
dice: "Coloro invece che ascoltano le mie Parole ma non le fanno, non le
mettono in pratica, sono simili a colui che edificò la sua casa sulla sabbia,
vennero le piogge, ci furono alluvioni, successe quel che successe e la rovina
fu grande".
Noi abbiamo
case in cui veniamo ad abitare che per noi sono stabili e che in sé invece non
sono stabili, possono essere costruite sulla roccia, possono essere ricostruite
sulla sabbia.
Lui dice
che tutto dipende non dall'ascolto, perché tutti, sia coloro che costruiscono
sulla sabbia, sia coloro che costruiscono sulla roccia, ascoltano la Parola di
Dio e quindi ricadono in quei "molti che credettero in Lui mentre parlava
così".
Quindi
ascoltarono le sue Parole e credettero.
Tutti e
due hanno costruito una casa ascoltando le Parole di Dio, però la differenza
sta lì, alcuni hanno "fatto" la Parola ascoltata ad altri non l'hanno
fatta.
Evidentemente
questo "fare la Parola" di Dio coincide con questo "stabilirsi
nella mia Parola".
Allora
abbiamo detto che è da approfondire questo concetto di stabilirsi nella Parola
di Dio.
Stabilirsi
vuol dire venire ad abitare in-, cioè fare della Parola di Dio la nostra
abitazione, il luogo della nostra vita.
Abbiamo
detto che noi edifichiamo non secondo ciò in cui crediamo ma, secondo ciò per
cui viviamo.
Ora già
dicendo "per cui viviamo", noi vediamo che c'è già la proiezione
verso un fine.
Noi
edifichiamo secondo ciò che abbiamo come fine nella nostra vita, verso ciò cui
tendiamo.
Di fronte alla
Parola di Dio, ha come Fine la Parola di Dio, quindi si stabilisce nella Parola
di Dio, colui che pone mente alla Parola di Dio.
Coloro che
non pongono mente alla Parola ascoltata la perdono e quindi diventano
instabili.
Quindi
quello che rende stabile in noi, è il fine e il
fine per cui noi viviamo ma, questo fine è determinato da ciò cui noi
dedichiamo la nostra mente, verso cui applichiamo la nostra mente e allora a
questo punto bisogna cercare di approfondire cosa vuol dire applicare la nostra
mente a-.
Applicare
la nostra mente a-, vuol sempre dire riportare una cosa nel proprio principio.
Fintanto
che noi abbiamo come fine qualche cosa di diverso dal nostro Principio, noi non
applichiamo la nostra mente o perlomeno noi siamo superficiali, non costruiamo
sulla roccia e quindi in profondità la casa, in quanto non abbiamo come
Fine il nostro Principio.
Il nostro
Principio è Dio Creatore.
Fintanto
che noi viviamo per altro, quindi abbiamo come fine altro dalla conoscenza di
Dio, il nostro Principio (ed è un Principio indipendente da noi mentre il
nostro fine non è senza di noi) noi abbiamo come fine altro dalla conoscenza di
Dio, noi siamo superficiali, noi costruiamo sulla sabbia.
Costruendo
sulla sabbia, la nostra casa è destinata a crollare, noi però in questo crollo
subiamo il danno, perché per noi quella casa è diventata stabile.
Ѐ stabile
al punto che noi non possiamo più fuggire da quella: il suo crollo è il nostro
crollo.
Allora noi
veramente ci stabilizziamo, ci stabiliamo nella
Parola di Dio, in quanto abbiamo come Fine nella nostra mente il nostro
Principio.
L'avere
come Fine il nostro Principio, vuol dire proprio cercare di conoscere Dio
attraverso le sue Parole.
Gesù ci
offre un secondo passaggio, il passaggio dalla fede facile alla fede difficile.
Abbiamo
detto che la fede difficile è quella che tende a Dio come Fine ed è questa la
vera fede che fa discepoli di Cristo.
A queste sue parole, molti credettero in Lui. A questi che credettero a Lui, Gesù
diceva: Se vi stabilirete nella mia parola sarete veramente miei discepoli.
Gv 8 Vs 30 - 31.
RIASSUNTI
Argomenti: Fede facile e difficile – Molti e
pochi – Mentre Gesù parla – La fede instabile – Dio principio e
fine – Selezione di fede – Stabilirsi nella Parola – Rapporto Parola/Padre
– Porre mente: riportare al Principio – Edificare sulla roccia – La funzione della fede facile – I figli e il
Figlio di Dio – L’immortalità dell’uomo
-
15/Settembre/1985 Fossano.