Quindi
Gesù parlò loro di nuovo dicendo : "Io sono la luce del mondo; chi mi segue, non
cammina nelle tenebre, ma avrà la luce di vita".
Gv 8 Vs 12 Primo
tema.
Titolo: "Io
sono la luce del mondo".
Argomenti: Il
conflitto nell'uomo tra le ragioni di Dio e le ragioni del mondo. Che cosa è la Luce? Le
tenebre sono i nostri problemi. Noi
non avvertiremmo un problema se non avessimo già la soluzione. Le tenebre servono alla luce. "Sono Io che parlo con te". La Luce è la Parola di Dio che arriva a noi. la Luce ci convoca alla Presenza di Dio.
8/Luglio/1984
Fossano.
Anche qui dobbiamo
chiederci quale lezione, quale significato Dio voglia dare a noi con questa sua
dichiarazione.
Nella scena dell'adultera
abbiamo visto che quella donna rappresenta la nostra anima che molte volte è
adultera e abbiamo visto che i farisei rappresentano le ragioni del mondo.
Queste ragioni sono in
conflitto con l'anima e a un certo momento giungono a soffocarla, giungono a
mandarla a morte.
È il conflitto che ogni
uomo porta dentro di sé nella sua vita nel mondo.
Ogni uomo porta con sé, in
sé un’anima che è un bisogno di verità, di Assoluto.
Però l'uomo porta anche con
sé le ragioni di un mondo che entrano in lui o che lui lascia entrare e che impediscono
all'anima di vivere, che impediscono all'anima di perseguire quel bisogno e
sete di vita che essa porta con sé.
E a un certo momento in
questo conflitto fra anima e ragioni del mondo, chi vince sono le ragioni del
mondo.
E allora qui c'è questa
grande tristezza che nessun uomo può togliere, perché Gesù stesso dice: "A
cosa vale guadagnare anche tutto il mondo se tu perdi la tua anima?".
Cioè se questo desiderio di
verità, questo bisogno d'Assoluto che Dio ha posto dentro di te e che ti
caratterizza nel tuo destino, nella tua vocazione si perde a cosa vale
possedere tutto il mondo?
Le ragioni del mondo ci
portano a conquistare il mondo, a possedere il mondo, possedere più creature
possibile, più cose, più ricchezze possibile.
E allora ci accorgiamo che
seguendo questo, la nostra anima si perde.
È il conflitto in cui si
trova ogni uomo in questo mondo.
Qui vediamo l'attualità di
queste lezioni del Signore, sono lezioni per la vita di ogni uomo.
Vedendo come Gesù liberò
quella donna dai suoi nemici esterni ma, soprattutto come la liberò dal nemico
che portava dentro di sé, dal pensiero del suo io, vedendo come la liberò con
una sua Parola ma, una sua Parola di Luce.
E con una sua Parola di
Luce sulla legge, Gesù mise in fuga quei farisei, tolse le pietre dalle mani di
quei giudei che volevano lapidare quella donna, li ha messi in fuga con una
Parola di Luce, e fu con una Parola di Luce che Gesù liberò quella donna dalla
sua colpa: "Nemmeno Io ti condanno", la liberò.
Vedendo come Gesù liberò
quella donna, abbiamo adesso la possibilità di capire quello che Gesù afferma:
"Io sono la Luce del mondo".
Poiché dopo avere liberato
quella donna con le sue Parole di Luce, adesso questo, Lui lo dice a tutti:
"Gesù parlò di nuovo dicendo", questo lo dice a tutti, non lo dice
più solo a quella donna, quindi lo dice anche a noi.
Quindi dopo avere liberato
con la sua Parola di Luce, dice a tutti: "Io
sono la Luce del mondo".
Il primo problema che qui
si affaccia è come possa essere un "io" la Luce del mondo.
E prima ancora dobbiamo
chiederci che cosa sia la luce.
Nella Bibbia, nella prima
pagina, nel primo giorno della creazione, la prima Parola che Dio Creatore
disse è: "Sia fatta la luce" e non è detto questo senza significato.
La luce è la prima Parola
che Dio stesso ha posto a fondamento di tutta la sua creazione.
Non è senza significato che
Dio ha posto come prima cosa, nel primo giorno della sua creazione la luce.
Se l'ha posta come
fondamento è segno che la Luce è la ragione di tutto, la Luce è a fondamento
della nostra vita, cioè è segno che noi siamo fatti per la Luce.
Non solo ma fatti per la
Luce, dobbiamo mettere la Luce a fondamento della nostra vita, il nostro
destino è nella Luce, il nostro fine è nella Luce.
Dicendo che il nostro fine è
nella Luce, questo impegna ognuno di noi a cercare la Luce prima di tutto e al
di sopra di tutto, perché la Luce è a fondamento di tutto.
Quello che Dio ha fatto,
l’ha fatto per insegnare a noi quello che dobbiamo fare.
Se Dio ha posto la luce a
fondamento di tutta la sua creazione, è per insegnare a noi che dobbiamo
mettere la Luce a fondamento di tutta la nostra vita, di tutti i nostri
pensieri, di tutte le nostre scelte: "Cercate prima di tutto il Regno di
Dio".
Noi siamo fatti per la
conoscenza, siamo fatti per conoscere Dio, la Luce è conoscere Dio.
Ma subito dopo nella
Bibbia, dopo che Dio disse: "Sia fatta la luce e la luce
fu", si aggiunge che Dio separò la luce dalle tenebre e anche questo non è
senza significato.
C'è da chiedersi se in noi
la Luce è separata dalle tenebre e quand'è che in noi la Luce è separata dalle
tenebre.
Quando è che noi
distinguiamo la Luce dalle tenebre?
È necessario separarle,
sapere cioè che cosa sono le tenebre e cosa è la Luce, perché altrimenti
corriamo il rischio e possiamo confondere la Luce con le tenebre e le tenebre
con la Luce.
E possiamo credere di
camminare nella Luce mentre invece camminiamo con le tenebre.
Perché c'è questo rischio.
Quante volte noi chiamiamo
Luce i nostri sentimenti, le nostre scelte, la nostra volontà, i nostri
interessi che invece sono tenebre?
Dio separando la luce dalle
tenebre invita noi a capire e a separare la Luce dalle tenebre.
Che ci siano le tenebre
ogni uomo lo costata, le tenebre sono il problema centrale della vita di ogni
uomo.
Siamo sempre di fronte al
mistero, in continuazione noi andiamo alla ricerca del significato
dell'universo, del tempo che passa, alla ricerca di quale sia il significato di
tutto questo nascere e questo morire, ci interroghiamo su quale sia il senso
della vita, ecco, perché ci interroghiamo?
È la nostra notte, le
tenebre sono i nostri problemi.
Teniamo presente però che
noi non avvertiremmo il problema se noi non avessimo
già in noi la soluzione.
Se avvertiamo un problema è
perché siamo chiamati alla soluzione.
Se avvertiamo le tenebre, è
perché siamo chiamati alla Luce.
Se non portassimo la Luce
in noi, noi non avvertiremmo nemmeno le tenebre.
Dobbiamo chiederci perché
sentiamo il problema, perché sentiamo il mistero delle cose?
Perché ci interroghiamo sul
significato delle cose?
E soprattutto perché quando
noi non capiamo il significato delle cose, ci sentiamo tristi, non proviamo
gioia, perché?
E perché invece quando
capiamo qualche cosa, proviamo gioia?
Se il fatto di non capire
il significato, il senso delle cose ci reca tristezza e
appesantisce la nostra vita, questo è un segno grande, è un segno che anche le
tenebre servono alla Luce.
È un segno che dice a noi
che noi non siamo fatti per le tenebre.
Se invece quando una Luce
si forma in noi, quando capiamo anche poco ma capiamo il significato di qualche
cosa e proviamo gioia, questa è una conferma che noi siamo creati, che noi
siamo fatti, che noi siamo destinati alla Luce.
Allora a questo punto
possiamo chiederci che cosa è la Luce e dove è che la possiamo trovare.
Perché noi siamo destinati
alla Luce, la Luce è a fondamento di tutto, noi esperimentiamo le tenebre, le
tenebre ci confermano nella nostra vocazione alla Luce, ci fanno sentire il
bisogno della Luce, eppure la Luce non dipende da noi.
Allora che cosa è questa
Luce e soprattutto da dove viene questa Luce?
Dove possiamo trovare questa Luce?
Quando noi sentiamo un
problema, quando noi andiamo a cercare il senso di tutto, quando ci chiediamo
che cosa sia quest’universo e questo tempo che passa, se noi di fronte a questo
mistero sentiamo una Parola, la Parola di Dio che dice a noi: "Sono Io che
parlo con te", tutto s’illumina, è la Luce.
Prima noi ci chiedevamo
cosa è quest’universo, che senso ha la vita con tutti i suoi problemi, con
tutto il suo nascere, con tutto il suo morire, che senso ha il tempo, che senso
ha tutto questo?
Noi quando ci chiediamo
questo esperimentiamo le tenebre, la notte, il mistero,
se poi di fronte a questo sentiamo una Parola che dice a noi: "Sono Io che
parlo con te" e tutto s’illumina, questo ci fa capire che la Luce è la
Parola di Dio che arriva a noi.
È la Parola che viene da-,
la Luce viene da-.
Fintanto che Dio non parla,
noi siamo nelle tenebre e tutte le opere di Dio sono nelle tenebre.
È solo la Parola di Dio che
viene a noi da Dio, questa ci illumina e ci fa capire, questa Luce è tanto
forte che non c'è più nessun argomento, nessuna ragione, nessuna Parola di uomo
che la possa intaccare.
Abbiamo capito il senso di
tutte le cose: è Dio che parla con noi in tutto.
Questa è la prima Luce.
È una prima Luce perché
questa Luce ci aprirà a una seconda notte e quindi a una seconda Luce, ad
essere capaci di accogliere una seconda Luce e così di Luce in Luce si cresce
fino alla vita eterna.
Poiché quando Dio parlando
a noi ci ha illuminato l'universo, dicendoci: "Sono io che parlo con te in
tutto", ci ha aperti a un altro grande problema ed è questo: se Dio parla,
che cosa dice? Qual è il suo Pensiero, qual è la sua Intenzione?
Ogni Parola reca a noi un
Pensiero, un’Intenzione e questo ci apre a una seconda notte e quindi a
ricevere una seconda Luce.
La
Luce viene da Dio, non viene dalle cose, tutta la creazione di
Dio arriva a noi senza di noi ma, la Luce sulle cose non arriva a noi senza di
noi, cioè senza da parte nostra questo raccoglimento in Dio, senza questa
ricerca ma, questa ricerca in un luogo ben preciso: ricerca in Dio e da Dio,
perché la Luce viene da Dio.
Dobbiamo allora dire che la
Parola di Dio, questa prima creazione di Dio nel mondo, questa sua Parola nel
mondo, ci convoca alla Presenza di Dio, affinché noi nella Luce stessa di Dio
possiamo attingere la Luce.
Chi ci convoca alla
sorgente della Luce, può essere soltanto quella Luce che viene da quella
sorgente.
Siamo partiti da questa
dichiarazione di Gesù: "Io sono la Luce del mondo".
Penso che adesso possiamo
capire cosa voglia dire: "Io sono la Luce del mondo".
Lui è Colui che convoca noi
nel Principio della Luce, ci convoca al Padre.
Solo Colui che viene dalla
Sorgente della Luce ci può convocare alla Luce e soltanto convocati alla Luce
noi possiamo attingere la Luce, è nella Luce che noi attingiamo la Luce, perché
la Luce viene dalla Luce, dalla Sorgente stessa della Luce.
È Luce del mondo Colui che
raccoglie noi nella Sorgente della Luce, affinché da quella Sorgente noi
possiamo attingere la Luce che ci illumina.
Quindi Gesù parlo loro
di nuovo dicendo : "Io sono la luce del mondo; chi mi segue, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce di vita".
Gv 8 Vs 12 Secondo
tema.
Titolo: La Luce nel mondo.
Argomenti: Il rischio di
confondere le tenebre con la Luce. La Parola di
Dio che illumina il mondo. Il mondo. La Luce del mondo.
Quando
è che Cristo è nel mondo? La Luce della Parola di Dio sulla colpa dell'uomo. Il perdono di Dio Creatore. Fintanto. Cristo
risolve i nostri problemi, affinché noi ci dedichiamo al suo Problema. Le due opere di Cristo, la Luce nel mondo.
15/Luglio/1984
Fossano.
Domenica scorsa abbiamo visto
che cosa è la Luce e soprattutto il significato di questa luce come prima
Parola di Dio nella sua opera creatrice.
Il primo giorno Dio
Creatore disse: "Sia fatta la luce" e la luce fu.
Tutto quello che è fatto, è
fatto per noi, quindi è carico di significato per la nostra vita personale, per
la nostra vita spirituale, per i nostri rapporti con il Signore.
Se il Signore ci ha
rivelato che la sua prima Parola creatrice è stata per formare la luce, è per
insegnare a noi che, a fondamento di tutto, Egli ha posto per noi la Luce.
Questo per dire a noi, per
rivelare a noi che anche noi dobbiamo mettere a fondamento di tutto nella
nostra vita la Luce.
Noi siamo stati creati per
la Luce e non dobbiamo vivere per altro.
La Luce è conoscenza, la
Luce è capire e noi siamo stati creati per capire, per conoscere Dio.
Dopo avere creato la luce, la
Bibbia ci dice che Dio separò la luce dalle tenebre e anche questo, abbiamo
visto è carico di significato per noi, perché anche noi dobbiamo separare la
Luce dalle tenebre.
Dobbiamo chiederci se in
noi la Luce è separata dalle tenebre.
La Luce è separata dalle
tenebre quando noi capiamo che cosa è la Luce e che cosa sono le tenebre,
perché nella nostra vita noi corriamo sempre questo rischio di confondere la
Luce con le tenebre e le tenebre con la Luce.
Corriamo il rischio di
chiamare volontà di Dio quelli che magari sono i nostri interessi, i nostri
desideri oppure la volontà degli uomini.
Dio dopo averci dato la
Luce, quindi dopo averci fatto capire che siamo stati creati per la Luce e che
dobbiamo mettere la Luce a fondamento della nostra vita, Dio separò la luce
dalle tenebre, affinché anche noi impariamo a separare la Luce dalle tenebre e
a non confondere una con l'altra.
Fintanto che non abbiamo
separato in noi chiaramente la Luce e le tenebre noi, le confondiamo.
Soprattutto abbiamo visto
come il nostro mondo si illumina con la Parola di Dio che ci dice: "Sono
Io che parlo con te".
Prima che la Parola di Dio
giunga a noi, tutto il nostro mondo, tutta la nostra vita sono avvolti nelle
tenebre.
Abbiamo visto che sono avvolti nelle
tenebre in quanto tutto per noi è mistero, tutto per noi è senza senso, senza
significato, non sappiamo che cosa sia il mondo, che cosa sia la vita, cosa sia
questo nascere, questo passare e morire di tutte le cose e questo senso di
mistero è segno di tutte le tenebre che avvolgono ogni cosa.
In mezzo a queste tenebre
la Parola di Dio scende in mezzo a noi e dice: "Sono Io che parlo con
te", cioè è Dio che parla con noi e allora una grande Luce si forma in
noi.
Dobbiamo chiederci perché
questa Parola di Dio che ci dice che in tutte le cose è Lui che parla con noi,
perché questa Parola è Luce che illumina il nostro mondo.
La garanzia, il sigillo di
questa Luce qui sta nel fatto del Dio Creatore.
Noi portiamo Luce increata
in noi, noi portiamo già in noi lo Spirito di Dio Creatore, tutto è opera di
Dio, però fintanto che in noi questa Luce increata è separata da tutte le opere
di Dio, noi non capiamo il senso di tutte le cose.
La Parola di Dio unifica
Dio con le sue opere.
E come le unifica?
Le unifica dicendo:
"Sono Io che parlo in tutto, sono Io che opero in tutto, tutto è Parola
mia", ecco da quest’unione scaturisce la Luce, la Luce che illumina il
mondo.
È necessario approfondire
le caratteristiche di questa Luce nel mondo.
Il tema di oggi è questo:
la Luce nel mondo.
Domenica scorsa abbiamo
visto la Luce del mondo, oggi invece andiamo a considerare la Luce nel mondo.
E per riflettere su questo
prendiamo come pensiero guida il pensiero di Gesù: "Fintanto che Io sono
nel mondo, sono la Luce del mondo".
Qui abbiamo tre concetti.:
Primo: la Luce del mondo,
secondo: essere nel mondo e terzo: fintanto.
Evidentemente dicendo
"fintanto" esprime una provvisorietà, quel "fintanto" già ci
fa pensare che arriverà un tempo in cui Lui non sarà più nel mondo.
Allora
dobbiamo chiederci quando è che il Cristo è nel mondo e prima
ancora cosa voglia dire questo essere nel mondo.
Prima di tutto "essere
la Luce del mondo", cosa è il mondo e cosa è la Luce del mondo?
Il mondo è formato da tutto
ciò che per noi è problema, è formato da tutto ciò che per noi ha bisogno di
essere illuminato, che ha bisogno di avere un significato.
Il mondo sono tutte opere
di Dio, opere che però sono segni, scrittura di Dio davanti ai nostri occhi che
però noi abbiamo bisogno di imparare a leggere.
Tante volte noi dobbiamo
confessare che sappiamo che tutto è Parola di Dio, però non comprendiamo il
significato, perché non sappiamo leggere.
Nell'Apocalisse abbiamo
quell'episodio in cui tutte le creature soffrono e patiscono perché si trovano
con un libro che nessuno sa leggere.
Quel libro è tutta la
scrittura di Dio ma chi leggerà per noi?
Il mondo rappresenta
l'insieme di tutti questi problemi che per noi non sono risolti, sono avvolti
nelle tenebre e costituiscono la tristezza della nostra vita.
Perché trovarci con dei problemi non risolti, trovarci con
delle realtà, con dei fatti di cui non capiamo il significato è una tristezza
perché noi siamo stati creati per la Luce.
La Luce è capire il
significato delle cose e soltanto nella Luce noi troviamo la gioia, segno che
tutti noi siamo fatti per la Luce.
Che cosa è la Luce?
La Luce è ciò che reca a
noi il significato delle cose.
È la Luce che risolve i
nostri problemi, che risolve questi problemi facendoci capire il significato
delle cose.
La Luce è Luce in quanto
collega con il loro principio le cose che sono immerse nelle tenebre, il
Principio è Dio e la Luce è quella che collega le opere di Dio con Dio stesso e
collegandocele con Dio ci fa capire il significato.
"Fintanto che Io sono
nel mondo, sono la Luce del mondo".
Quando è che Cristo è nel mondo?
Possiamo chiederci quando Cristo è con noi, quando parla con noi ma, cosa
significa questo?
Lui è nel mondo, parla con
noi, in quanto parla a noi dei nostri problemi.
Solo se la Luce di Dio
parla a noi dei nostri problemi, non dei suoi, Cristo è nel nostro mondo e
illumina i nostri problemi e in quanto li illumina ci libera da essi.
Perché noi siamo schiavi di
tutte le cose che non capiamo.
È così che noi cadiamo
schiavi di tutte le cose, proprio perché non raccogliendo in Dio tutte le opere
di Dio, noi restiamo schiavi di queste.
Tutto ciò che noi non
abbiamo raccolto in Dio, ci trattiene schiavi.
Abbiamo visto come Gesù
liberò dalla schiavitù quindi dalle sue tenebre quella donna adultera che
rappresenta la nostra anima e che correva il rischio di essere lapidata da
scribi e farisei per il suo peccato.
Gesù ha liberato quella
donna dai farisei prima ma soprattutto dopo, la liberò dalla
sua colpa.
E come la liberò?
La liberò con la Luce, con la Luce sulla sua colpa.
Qui abbiamo il Cristo che è
sceso nel mondo di questa creatura, nel mondo di questa donna adultera.
È sceso nel mondo di questa
donna e ha illuminato la sua colpa.
E come l'ha liberata?
L'ha liberata dicendole:
"Io non ti condanno".
"Non ti condanno"
detto da Dio vuole dire: "Non attribuisco a te quello che tu hai fatto,
non ti rendo responsabile di quello che tu hai fatto, quello che tu hai fatto,
è Dio che te lo ha fatto fare".
Qui è Dio che ha preso su
di Sé la sua colpa e l'ha liberata.
L'io di questa donna la
rendeva schiava, perché era lei che aveva commesso il peccato, l'io di questa
donna la rendeva schiava della sua colpa e nessuno avrebbe potuto liberarla da
questa colpa, perché nessuno poteva liberarla dal suo io, solo Dio con la sua
Luce di Creatore di tutte le cose poteva liberare questa donna, come può
liberare ognuno di noi dalle nostre colpe.
Il
nostro io ci condanna, tutti gli uomini ci condannano,
il mondo ci condanna, Dio solo può liberarci, quindi Dio solo ci può perdonare.
Ci perdona in quanto prende
su di Sé la nostra colpa, prendere su di Sé vuole dire: "Quello che tu hai
fatto lo faccio mio in quanto sono Io che te lo ho fatto fare".
Cristo è nel mondo in quanto parla
a noi i nostri problemi e li risolve nella luce di Dio.
Però abbiamo anche visto
che tutto è sotto questa caratteristica: "Fintanto".
Cioè la luce nel mondo,
Cristo che parla a noi, tra noi dei nostri problemi e risolve i nostri problemi
con la sua Luce è transitorio, temporaneo, passa, non rimane, cioè Cristo
risolve i nostri problemi non per restare con i nostri problemi ma per
liberarci dai nostri problemi che ci tengono schiavi.
Fintanto che i nostri problemi
non sono risolti, noi siamo schiavi di essi, Lui ce li risolve nella Luce di
Dio ma ce li risolve non perché noi si sia liberi da essi ma, perché noi si sia
liberi per Dio.
Prima non eravamo liberi
perché eravamo schiavi dei nostri problemi non risolti, risolti questi problemi
da Lui, adesso siamo liberi ma liberi per Lui.
Noi adesso siamo liberi per
ascoltare e quindi per seguire il Cristo nei problemi che Lui ha
da proporre a noi.
Cristo viene a noi per
risolvere i nostri problemi e per renderci disponibili per ascoltare i suoi
problemi.
E i suoi problemi sono
problemi di vita eterna, sono problemi di conoscenza del Padre, però per potere
seguire Lui in questo suo cielo è necessario che la nostra anima sia libera da
tutti i condizionamenti del mondo.
Ecco
quindi che abbiamo due opere caratteristiche della
Luce nel mondo, di Cristo nel mondo.
La prima opera è liberare
le anime dai loro problemi illuminandoli, risolvendoli.
La seconda opera è parlare
all'anima dei problemi del cielo.
Fintanto che le anime sono
prese dai loro problemi, non possono portare gli argomenti del cielo di Dio e
quindi non possono entrare nella vita eterna.
Ecco come si rendono
necessarie queste due opere della Luce nel nostro mondo.
Ma se noi avendo incontrato
il Cristo, essendo stati illuminati nei nostri problemi, non ci rendiamo
disponibili per seguire i suoi problemi e ricadiamo nella nostra schiavitù, chi
è stato illuminato una volta, non può più essere illuminato una seconda volta.
Ecco perché Gesù dice: "Fintanto
che Io sono nel mondo, sono la luce del mondo".
La Luce arriva a noi e dura
il breve spazio che passa tra l'annuncio e il capire.
Come la Luce ci ha fatto
capire e quindi ci ha resi disponibili, adesso noi dobbiamo restare e renderci
disponibili per gli argomenti della Luce, altrimenti ricadiamo nella nostra
prigione e non possiamo più essere liberati, perché chi non è liberato dalla
Luce, non può essere liberato da nessun altro argomento.
Quindi Gesù parlo loro
di nuovo dicendo : "Io sono la luce del mondo; chi mi segue, non cammina nelle tenebre, ma avrà la
luce di vita".
Gv 8 Vs 12 Terzo
tema.
Titolo: Seguire la
Luce.
Argomenti: La provvisorietà
della Luce nel mondo. Seguire Cristo è condividerne il Fine. Restare con la Luce. Perdere il
contatto con la Luce. La schiavitù a ciò che non riportiamo nel Principio. La Sorgente della
Luce. Il rifiuto della Luce non può essere perdonato. La coscienza delle
tenebre e della Luce. L’imitazione di Cristo. Dio vuole il nostro
pensiero. Il giudizio di Dio. Chi segue la Luce non è giudicato, chi non
la segue è già giudicato. Il vero perdono è illuminazione.
22/Luglio/1984
Fossano.
Abbiamo visto le caratteristiche della Luce nel mondo e
adesso abbiamo la possibilità di approfondire, di capire quest’affermazione di
Gesù: “Chi mi segue non cammina nelle tenebre”.
La caratteristica della Luce nel mondo, sta nell’illuminazione
dei nostri problemi, perché il mondo è costituito dai nostri problemi.
Problemi non riportati nel Principio, non riportati in
Dio e che per tanto ci rendono schiavi.
La Luce nel mondo illumina questi problemi, ed
illuminandoli ci libera da essi.
Non è detto che noi restiamo liberi.
Abbiamo anche visto che la funzione della Luce, non è
tanto liberarci da-, quanto liberarci per-.
La Luce ci libera dalle nostre schiavitù, da tutto quello
che c’impedisce di alzare gli occhi al cielo, affinché noi possiamo essere
liberi e disponibili per seguire la Luce in ciò che Essa ha da dirci del suo
Principio e di Sé.
Poiché la caratteristica della Luce è quella di
convocarci al suo Principio, ed in quanto ci convoca ci propone.
La caratteristica della Luce nel mondo è la provvisorietà
e noi non possiamo restare con Essa, se non a una certa condizione.
Ed è quello che dice qui Gesù: “Chi mi segue non cammina
nelle tenebre”.
Intanto ci fa capire che c’è il rischio di perdere il
contatto con la Luce e dover camminare nelle tenebre, dopo essere stati
illuminati.
Dopo che i nostri problemi sono stati sciolti dalla Luce
stessa e la Luce ci ha portati nella libertà, nella disponibilità per seguirla.
C’è il rischio di perdere contatto con la Luce.
E allora qui Gesù insegna a noi, qual è la condizione per
non perdere questo contatto.
E la condizione è questa: “Chi segue Me”.
Cosa vuole dire “seguire uno”?
Fintanto che siamo nel campo materiale, nel campo fisico
è facile capire cosa voglia dire seguire uno, andare dietro di Lui fisicamente 2000
anni fa in Palestina era facile da capire.
Ma il problema non sta in questo, molti che andarono
dietro di Lui, poi lo abbandonarono, lo tradirono o lo crocifissero.
Evidentemente il problema non sta nel seguire Lui
fisicamente.
Anche perché fisicamente, a un certo momento, Lui se ne
va dal mondo.
Allora cosa vuole dire questo “seguire Me”.
Vuole forse dire imitarlo nel suo modo di vestire o di
comportarsi?
Nel campo dello spirito l’imitazione non regge, poiché
Lui si comportava in un certo modo perché aveva in Se Stesso lo Spirito che lo
faceva operare in un certo modo.
In quanto uno imita, perde l’autenticità.
Non si può imitare uno e quando si imita si falsifica
sempre.
E allora cosa vuole dire seguire Lui?
Ognuno è caratterizzato da ciò che ama e da ciò per cui
vive.
Possiamo andare dietro a uno, in quanto condividiamo il
suo stesso fine, abbiamo lo stesso suo amore.
Spiritualmente parlando, si può andare dietro ad uno,
soltanto in quanto si condivide il suo stesso fine.
Ma allora qui si pone un altro problema: qual è il fine
di Gesù?
“Maestro dove vai?”, “Dove abiti?”, tante volte troviamo
queste interrogazioni nel Vangelo.
Gesù risponde già a dodici anni una volta per tutte a
Maria ed a Giuseppe: “Perché mi cercavate? Non lo sapevate che Io mi debbo
trovare nelle cose del Padre mio?”.
Ecco, lì è il luogo in cui Lui si trova.
Lì è il luogo in cui sta andando.
Lì è dove la Luce diventa stabile.
Abbiamo detto che la Luce opera nel mondo, passa nel
mondo ma non resta nel mondo.
La Luce di Dio nel mondo, illumina i nostri problemi e ce
li mette in rapporto con il Principio, quindi con Dio Creatore,
Ce li illumina proprio perché ci orienta.
Ma se noi ci illudiamo di restare con la Luce che abbiamo
ricevuto, noi l’abbiamo già perduta.
Noi non possiamo restare con la Luce che abbiamo ricevuto.
Si resta con la Luce in quanto si segue la Luce.
Cioè in quanto si va, dove va la Luce.
La Luce non resta nel mondo.
E allora bisogna sapere dove va la Luce.
“Io sono la Luce del mondo”.
Lui è la Luce del mondo, però Lui non sta nel mondo.
Lui va al Padre.
Lui viene dal Padre, illumina noi e ritorna al Padre.
E dice: “Chi segue Me, non cammina nelle tenebre”.
Allora seguire Lui, vuole dire andare dove Lui va.
Si resta con la Luce, in quanto si va dove va la Luce.
La Luce deve tornare al suo Principio.
Perché la Luce ci convoca al suo Principio.
Il Principio del Cristo è il Padre e il Fine di Cristo è
il Padre.
Lui viene dal Padre e ritorna al Padre.
Allora questa Luce che ci convoca al Principio ci
presenta il Principio come nostro Fine.
Solo se noi raccogliamo ogni cosa in questo Fine e per
quanto noi raccogliamo ogni cosa in questo fine, noi restiamo con la Luce.
In caso diverso, anche se siamo stati illuminati dalla
Luce, noi perdiamo il contatto con la Luce, non possiamo restare con la Luce.
E perdendo il contatto cosa succede?
Perdendo il contatto con la Luce, noi ricadiamo nei
problemi di prima, ma peggio di prima.
Perché abbiamo visto domenica scorsa che chi è stato
illuminato una volta, non può più essere illuminato una seconda volta.
Per questo bisogna essere molto attenti quando la Luce ci
visita.
Perché prima di essere visitati dalla Luce c’è la
speranza: “Un giorno incontrerò la Luce” e se anche noi ci troviamo schiavi di
tante cose e di tanti problemi, c’è sempre questa speranza davanti ai nostri
occhi: “Un giorno incontrerò la Luce e io sarò libero”.
Poi un giorno la luce viene e venendo nel nostro mondo,
illumina i nostri problemi e quel problema illuminato è un problema superato.
Ma qui dobbiamo essere molto attenti, perché avendo la
possibilità di superare il nostro problema, può darsi che noi non ci dedichiamo
a seguire quella Luce che ci ha visitati.
E se non c’impegnamo a seguirla, noi ricadiamo nel nostro
problema o nei nostri problemi.
Perché il problema è costituito da ogni segno di Dio non
riportato nel Principio.
Un segno, una parola di Dio riportata nel Principio, nel
Verbo di Dio, nel Pensiero di Dio, ci mantiene nella Luce e ci lascia liberi.
Ogni segno, ogni opera, ogni fatto, ogni parola di Dio
non riportata nel Principio, crea un problema di vita per noi.
Quindi crea un rapporto di dipendenza tra noi e quello
che non abbiamo riportato nel Principio.
Ed è un rapporto di dipendenza e di schiavitù.
Rapporto di dipendenza che noi non possiamo rompere.
L’uomo da solo non può liberarsi.
Chi fa il male resta schiavo di esso dice Gesù.
Ricordiamo sempre che fare il male, vuol dire disgiungere
l’opera di Dio da Dio stesso.
Vuol dire disgiungere un segno, una parola di Dio (tutto
è parola di Dio) da Dio, dallo Spirito di Dio.
E in quanto manteniamo un fatto, un segno separato da
Dio, questo stesso segno diventa per noi un problema di vita.
Un problema di vita che noi non possiamo assolutamente
risolvere.
Solo la Luce di Dio può risolverlo.
Ora, noi possiamo restare nella Luce, solo a questa condizione:
camminando con la Luce.
La Luce svuota la nostra stanza ma affinché la nostra
stanza sia riempita di Altro.
Noi dobbiamo riempire il nostro animo, la nostra mente,
il nostro cuore la nostra vita di Altro, l’Altro è ciò verso cui va la Luce.
Poiché la Luce, noi la troviamo stabile, solo nella sua
sorgente.
Quindi soltanto in quanto troviamo la Luce nella sua
Sorgente, lì abbiamo a disposizione la Sorgente stessa della Luce, quindi noi
lì, restiamo con la Luce.
Se noi ci fermiamo prima, noi perdiamo il contatto con la
Luce.
Soltanto contemplando ogni cosa in Dio e da Dio, possiamo
restare con la Luce di Dio.
Ma già in quanto noi cerchiamo questo e sappiamo che
dobbiamo cercare questo, già in quanto camminiamo verso questa meta, noi già
restiamo con la Luce.
Quindi possiamo capire come mai molte volte, noi
esperimentiamo la perdita di contatto con la Luce, perché ogni luce che arriva
a noi, chiede a noi di camminare in essa.
Gesù qui è chiarissimo: “Ancora per poco la Luce è con
voi, camminate fintanto che avete la Luce, affinché non siate sorpresi dalle
tenebre”.
E sorpresi dalle tenebre, noi torniamo carichi di nostri
problemi, portando magari il ricordo di quella Luce che ci ha sfiorato ma che
non si è tramutata in Vita.
Noi abbiamo perso il contatto con la Luce.
Ed abbiamo detto che colui che è stato illuminato una
volta, non può essere illuminato una seconda volta.
Perché la Luce illuminandoci, ci reca il perdono di Dio.
C’è però una sola cosa che non può essere perdonata: il
rifiuto della Luce.
Il perdono viene a noi attraverso la Luce di Dio,
attraverso Dio che c’illumina prendendo su di Sé, portando il nostro problema
nel suo Principio, ce lo fa vedere in Dio e da Dio e allora lì, come questa
adultera, la nostra anima viene liberata, ma se l’anima rifiuta la Luce,
evidentemente non può essere perdonata.
C’è un peccato che non può essere perdonato ed è il
rifiuto della Luce.
Poiché la condizione per ricevere il perdono è ricevere
la Luce.
Quindi Gesù parlo loro di
nuovo dicendo : "Io sono la luce del mondo; chi
mi segue, non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce di vita".
Gv 8 Vs 12 Quarto
tema.
Titolo: La Luce di
Vita
Argomenti: La Luce che libera – La provvisorietà
della Luce – Perdere il contatto con la Luce – Chi è stato
illuminato una volta, non può esserlo una seconda – La Luce sorgente di
Vita – Vita è tendere a un fine – Volontà e valori – La vita è
subordinata alla luce – L”io” è un essere che raccoglie ogni cosa in un principio – Coincidenza tra
vita e Luce – La Luce non conosce crisi – La Vita è per la
Luce, non viceversa – Vivere per conoscere - Azione e contemplazione – Conoscerete la
Verità -
29/Luglio/1984
Fossano.
Abbiamo visto cosa significhi la Luce del mondo e questo:
“Io sono la Luce del mondo”, cosa significhi “la Luce nel mondo” e quali sono
le condizioni per restare nella Luce, poiché noi possiamo perdere contatto con
la Luce, dopo che la Luce ci ha illuminati.
Il mondo rappresenta i problemi in cui ci troviamo, le
preoccupazioni, tutto ciò da cui la nostra vita dipende.
Poiché fintanto che noi non giungiamo a conoscere il
Regno di Dio, a vedere la presenza di Dio in tutto, noi siamo succubi, siamo
schiavi delle creature, delle cose del mondo e soprattutto del pensiero del
nostro io.
Ed abbiamo visto come con la sua Luce, Gesù abbia
liberato quella donna da coloro che volevano lapidarla, facendo loro intendere
il vero significato della legge che non ci è stata data per fare un tribunale
ma che ci è stata data per salvare l’uomo.
E poi soprattutto con la Luce Gesù ha liberato quella
donna dal pensiero del suo io e questo è ciò che massimamente importa.
Solo la Luce ci può liberare, solo la Luce ci può
perdonare.
Gesù dice: “Fintanto che Io sono nel mondo” e abbiamo
visto quanto sia significativo quel “fintanto”.
Questo “fintanto” è segno che il tempo scade e Lui non
sarà più nel mondo.
Le cose passano e anche la Luce nel mondo passa.
La Luce nel mondo è la Luce sui nostri problemi.
È Dio che con la sua parola illumina i nostri problemi.
Ed illuminando i nostri problemi ci libera da essi.
Però illuminati dalla Luce di Dio e liberati dai nostri
problemi, noi corriamo il rischio di godere di questo tempo libero e non ci preoccupiamo
di seguire la Luce, di riempire la nostra stanza di Luce.
Poiché Dio ci libera da-, ma non è sufficiente essere
liberati da qualcosa.
Tutte le opere di Dio vanno sempre viste nel loro fine.
Se Dio ci libera, illuminandoci dalle nostre schiavitù e
dai nostri problemi, ci libera per-.
Dio ci libera dal mondo, affinché noi si sia liberi per Lui,
per seguire la Luce, per dedicarci a ciò che la Luce ci propone, ci prospetta.
La Luce che viene a noi, è la Luce che ci orienta ad un
Fine e vale per quell’orientamento che ci dà verso il Fine.
Se noi non camminiamo verso questo fine che la Luce
venendo a noi ci propone, noi perdiamo la Luce.
Quindi la Luce mentre illumina i nostri problemi ci
orienta, ci libera dà, per renderci liberi per-. .
Se noi non camminiamo verso quella meta, noi perdiamo il contatto
con la Luce.
E perdendo contatto con la Luce, si ricade schiavi più di
prima dei nostri problemi con un aggravamento della situazione, poiché abbiamo
perso la speranza: chi è stato illuminato una volta, non può più essere
illuminato una seconda volta.
L’uomo può essere liberato soltanto dalla Luce.
Se l’uomo trascura la Luce, non c’è niente al mondo che
lo possa liberare, che lo possa perdonare.
Visto questo ci rimane di questo versetto, l’affermazione
di Gesù: “Avrà la Luce di vita”.
“Chi segue Me, non cammina nelle tenebre, ma avrà la Luce
di vita”.
Ecco il tema di oggi è questo: la Luce di Vita.
Generalmente per Luce di Vita, s’intende la Luce per la
Vita, Luce per il nostro cammino, ma il problema è un altro.
Il problema è proprio in questo futuro “Avrà”.
Il problema nasce perché Gesù dice “chi cammina”, non
dice “chi camminerà” e poi non dice “ha la Luce”, ma dice “avrà la Luce” è un
futuro, una promessa quindi.
Se uno non cammina nelle tenebre, ci si aspetta che
cammini nella Luce, non che camminerà nella Luce: “Io sono la Luce del mondo,
chi cammina dietro di Me non cammina nelle tenebre ma ha la Luce”, e invece dice “avrà la Luce”.
Se la Luce serve per la vita, bisogna sapere qual è il
fine della vita, per che cosa si cammina, oppure è la Luce della vita, cioè la
Luce come Vita, come Fine.
Cioè la Luce è un mezzo per la vita, oppure la vita è un
mezzo per arrivare alla Luce?
Questo “avrà”, futuro, promessa, ci fa pensare che la
Luce di cui parla Gesù, non sia la Luce per la vita ma sia la Luce che è
sorgente di Vita: “avrà la Luce come Vita”.
È quindi necessario approfondire un po’ il concetto di
vita e il concetto di luce.
La vita è tendere a un
fine, si vive in quanto si tende ad una meta.
E ci sono le crisi nella vita, a un certo momento, uno si
accorge che non sopporta più la vita, che non ha più senso la sua vita.
La vita è tendere ad uno scopo, qualunque sia.
Qualunque sia lo scopo, si ha la sensazione di vivere in
quanto si cammina verso un determinato fine.
Però ci sono degli scopi, dei fini che ad un certo
momento deludono, si svuotano di valore, oppure si raggiungono.
Ma uno scopo raggiunto finisce di essere scopo, non è più
scopo e se non è più scopo non è più motivo di vita.
Allora uno scopo raggiunto è una vita spenta.
E qui la vita comincia a perdere valore, a non avere più
significato.
La vita è vita proprio in quanto è cammino verso una
meta, se la meta si esaurisce la vita non c’è più ed entriamo in crisi.
Oppure lo scopo che si persegue, può svuotarsi di valore.
Un fine svuotato di valore, non può più essere voluto.
Si tende ad un fine perché lo si vuole, ma la nostra
volontà non può essere mossa da una cosa senza valore ai nostri occhi.
Fintanto che siamo convinti dell’importanza o della
necessità di una cosa la nostra volontà è mossa, ma come questa cosa si svuota
di valore, la nostra volontà non può più volerla, la nostra volontà non è
libera e allora anche qui non potendo più volere quella cosa, la nostra vita
entra in crisi.
Allora dobbiamo chiederci che cos’è che dà significato
alla vita senza aprirci alla crisi, alla delusione, alla stanchezza della vita
stessa.
Quindi noi stiamo già qui invocando una luce e questo ci
fa capire che la vita è subordinata alla luce, cioè la vita ha bisogno di luce.
Perché se è il fine che perseguiamo, (qualunque sia) che
dà a noi la sensazione di vivere e poi ci apre alla crisi, evidentemente la
vita stessa da sola non si sostiene.
La vita invoca una luce, invoca cioè la conoscenza di un
vero scopo.
Non basta quindi volere qualsiasi cosa, bisogna che ci
sia la luce.
E allora chiediamoci, cos’è che dà il vero significato
alla vita?
E qui approdiamo al concetto della luce.
Quando abbiamo parlato della luce, abbiamo visto che
anche la luce è un cammino verso una meta, poiché la luce è luce, in quanto ci
convoglia al suo principio.
Un raggio di luce ci convoglia sempre alla sorgente della
luce stessa.
Quando abbiamo meditato sull’affermazione di Gesù: “Io
sono la Luce del mondo”, abbiamo visto
che soltanto un “Io” può essere la Luce del mondo.
Perché cos’è un “io”?
L’”io” è un essere che raccoglie ogni cosa in un
principio.
Soltanto Colui che viene dal Principio, ci può
raccogliere, riportare nel Principio.
Il Verbo che arriva a noi scendendo dall’alto, ci può
riportare in alto.
Ecco il raggio di Luce.
Il raggio di luce è come l’acqua di un fiume, se noi lo
seguiamo giungiamo alla sorgente.
Troviamo cioè il punto da cui il fiume sgorga, così il
raggio di luce che ci convoglia alla sua sorgente.
E c’illumina proprio in quanto ci fa vedere la causa di
Sé, l’origine di Sé.
Tutta la creazione essendo opera di Dio è immersa in
questa Luce che ci convoglia al Dio creatore, al Principio.
Ma allora proprio in quanto ci convoglia al Principio,
questo andare al Principio diventa in noi il fine.
La vita è andare verso un fine, la luce ci convoglia
verso un fine, evidentemente luce e vita sono la stessa cosa, con una piccola
differenza...la vita è andare verso un fine che non è illuminato e che ci fa
poi costatare che abbiamo sbagliato tutto, che la nostra vita è servita a
nulla.
Ma questo lo costatiamo dopo, quando?
Quando lo scopo si è svuotato e ci ha fatto vedere che
valeva niente, quando ci ha delusi o è stato raggiunto.
Mentre invece la Luce no.
La Luce non ha crisi.
La vita conosce le crisi, l’amore conosce le crisi, la
Luce non conosce le crisi.
Questo è lo scopo.
Questo è il fine per il quale noi siamo stati creati.
Noi siamo stati creati per la Luce, il nostro fine è
conoscere e conoscere il Principio, cioè conoscere il Creatore.
Dio ci ha creati per Sé.
Dio non ci ha creati per altro.
Se questo è il Fine, allora la Luce non è per la Vita, ma
è la Vita che è per la Luce.
La Luce non è un mezzo, noi non dobbiamo cercare di
conoscere per vivere, sarebbe sbagliato.
Noi dobbiamo vivere per conoscere, allora il rapporto è
giusto.
La vita è uno strumento, è un mezzo che Dio ci dà, per
giungere a conoscere.
Lo scopo, il fine per cui Dio ci ha creati è la Vita
eterna e la Vita eterna è conoscere Dio.
Questa è la meta.
La nostra pace, il nostro riposo sta nel contemplare Dio,
non nell’agire.
Quindi fintanto che noi cerchiamo di conoscere per
vivere, noi sbagliamo strada e ci apriamo alla crisi della vita.
Noi dobbiamo vivere per conoscere Dio, questo è il
rapporto corretto, perché soltanto questo non conosce crisi e ci conduce alla
meta.
Allora a questo punto abbiamo la possibilità d’intendere
questa affermazione di Gesù: “Avrà la Luce della Vita”, perché questa è la
meta.
È una promessa, un futuro che coincide con quanto dice
Gesù in un altro luogo: “Sarete veri miei discepoli, se resterete nelle mie
parole, conoscerete la Verità e la Verità vi farà liberi”.
“Conoscerete la Verità”, la promessa, la Verità è Vita
eterna, è salvezza.
La nostra salvezza non viene dalla vita.
La nostra salvezza viene dalla conoscenza della Verità.
San Paolo afferma che Dio vuole che tutti si salvino e
giungano a conoscere la Verità.
Nella conoscenza della Verità c’è la salvezza.
Quindi Gesù parlo loro di nuovo dicendo : "Io sono la luce del mondo; chi mi segue, non cammina nelle tenebre, ma avrà la
luce di vita".
Gv 8 Vs 12
Riassunti.
RIASSUNTI
Argomenti: Separate le tenebre dalla
luce – La Luce nel mondo – La liberazione dall’io – Le tenebre – L’io ha in sè il principio – La Luce del mondo
– La schiavitù del disunito da Dio –La provvisorietà della Luce – Avere lo stesso Fine
di Cristo – La differenza fra la vita e la Luce – Il Figlio raccoglie
nel Padre – La conoscenza di Dio ci dà la possibilità di restare con
Dio – Vegliare – L’iniziativa è di Dio -
5/Agosto/1984
Fossano