Non crediate
che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c'è gia chi vi accusa, Mosè, nel
quale avete riposto la vostra speranza. Gv 5 Vs 45
Titolo: Ciò che non
superiamo diventa nemico della nostra Vita.
Argomenti: Isaia capitolo
1(00)Passione e indifferenza(26)In Dio nulla è indifferente(29)Hitler(32)Le nostre
giustificazioni ci accuseranno(38)Trascendere:riportare al Principio(40)Dio non si confonde
con nulla(47) Preferire la creatura, la regola, l’ambiente a Dio:
pensiero dell’io(48)Il silenzio di tutto: superamento(49)Alla luce di Dio
nulla è d’inciampo(53)Tutto si manifesterà come parola di Dio(56) Fare di tutto
Eucarestia(1.01) Dalla fatica alla sovrabbondanza di parola di Dio(1.04)La preghiera del cuore(1.17)Dio ci guarisce e
rende perfetti(1.24) Consacrarsi a-, è occuparsi di-(1.27)L’etichetta della
consacrazione(1.29)La convinzione di superare tutto per avvicinarsi a
Dio(1.39) La meta m’illumina la strada(1.41) Spettatori dell’opera di Dio(1.43)Tutto è opera di
Dio(1.47)
10/Giugno/1979 Vigna
Se credeste
infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha
scritto.Gv 5 Vs 46
Titolo: Tutte le
creature parlano di Cristo.
Argomenti: Tutto ciò che non
superiamo ci condanna(4)Tutte le creature parlano a noi di Cristo, se non andiamo
a Cristo queste creature ci condanneranno(5) Fermarsi su un gradino
della scala che porta a Cristo(6) La fedeltà nel poco è cogliere il
significato dell’opera di Dio.(8)Chi è attratto dal Padre vede tutto come opera
di Dio e cerca il significato-Cristo.(11) Il giovane ricco(15) La legge è pedagogo al
Cristo-compimento della legge(16) La vicinanza è determinata
dall’attrazione(20) Nel pensiero dell’io le creature mi parlano di sé, non del Padre(31) Agire nevroticamente
o intelligentemente(33) Lo scoraggiamento(35) Fare i conti a tavolino(39) Mai ripiegarsi
sull’io(4o) Guardare Dio e non l’io(45) Vedere Cristo(53)Cristo è un essere
personale che parla con noi(56) Il significato delle cose è movimento verso
Cristo(57)L’incapacità di riposare la mente come avveniva anni
fa(1.04)Fermarsi e dare tempo a Dio(1.06)L’importanza delle parole di Cristo(1.12)
17/Giugno/1979
Domenica scorsa abbiamo detto che tutto ciò che noi non
superiamo ci condanna.
Nell’antico testamento abbiamo la legge, la regola, la
consacrazione e anche tutte le creature, i doveri, la famiglia, tutto ciò in
nome del quale noi ci sottraiamo al Cristo.
Tutto ciò per cui noi ci sottraiamo al Cristo, per cui “ho
altri impegni”, tutto questo a un certo momento si rivolterà contro di noi.
Per cui quelle cose o quelle creature in nome delle quali noi ci siamo rifiutati al Cristo, un giorno
grideranno contro di noi e ci accuseranno.
In Mosé abbiamo la legge e la legge li
accusa: “Perché Mosè ha parlato di Me”.
L’argomento di questa sera è questo: Se
credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di Me egli ha scritto”,
quasi a dire che tutte le creature parlano a noi di Cristo, se noi non andiamo
a Cristo, a un certo momento tutte le creature ci smentiranno.
Se noi non andiamo a Cristo in nome delle
creature, le creature stesse un giorno ci smentiranno.
Eligio: Ma c’è una scala di valori differenti
che conducono a Dio. Mosè, la legge, la scrittura è già più vicino a Dio di chi
s’interessa del denaro.
Luigi: Quando in nome di un gradino della scala io
mi rifiuto di andare a Cristo, che questo gradino sia vicino o lontano da Dio
il risultato è lo stesso.
Tutte le creature sono frecce che ci fanno
camminare, noi ci possiamo fermare al primo gradino dove c’è tanta ambizione
personale dell’io ma possiamo fermarci anche al gradino della santità, della
virtù morale, della legge di Dio, nei due casi il risultato è lo stesso:
restiamo fermi e non arriviamo alla cima, al Cristo.
In quanto ci fermiamo c’è colpa e allora
tutti i gradini si rivolteranno contro di noi, perché non abbiamo capito l’anima.
Tutto è aiuto per salire a Cristo ma tutto
può diventare ostacolo.
Evidentemente fermarsi all’ostacolo denota
una malformazione nostra, interiore.
Perché da parte di Dio tutto è stimolo per
farci camminare: la legge, Mosé e tutte le creature parlano di Cristo, se noi
non ne intendiamo il significato, allora le creature diventano inciampo, perché
io non colgo l’anima delle creature.
Non cogliere l’anima, il significato delle
creature diventa colpa per noi.
Sotto un certo aspetto non cogliere l’anima
delle creature significa non essere “fedeli nel poco”.
Quella fedeltà nel poco che si chiede a noi è
proprio cogliere l’anima delle creature, delle opere di Dio, della legge.
Perché dico fedeltà nel poco?
Perché per cogliere l’anima dei fatti e delle
cose, si richiede in noi la fede in Dio, cioè bisogna credere che tutto è opera
di Dio: questa è la giustizia fondamentale.
Se noi crediamo che tutto è opera di Dio, non
possiamo fare a meno di cercare il significato delle cose.
E se cerchiamo il significato delle cose, Dio
ci fa cogliere il significato delle cose.
In caso diverso ci arrestiamo ad un gradino,
e questo avviene perché già ci siamo distratti dal pensiero di Dio che tutto è
opera di Dio e allora ci fermiamo alla lettera della legge, non ne cogliamo l’anima.
Ci fermiamo a quello che può servire a noi la
creatura, noi cogliamo quello che Dio ci dice attraverso la creatura e allora
non incontriamo il Cristo o se lo incontriamo lo rifiutiamo perché noi abbiamo
altri impegni.
Noi non cogliamo che nei nostri doveri, nelle
creature e nella legge c’è la sollecitazione di Dio ad andare a Cristo.
In tutte le creature c’è la sollecitazione di
Dio ad andare a Cristo: “Parlano di Me”.
Tutte le creature parlano a noi, in quanto ci
sollecitano a trovare Cristo: “Abramo desiderò vedere il mio giorno”, perché?
Appunto perché tutte le creature e l’ambiente
in cui Abramo si trovava, gli parlavano di Cristo.
Chi è attratto dal Padre, interpreta tutte le
cose che gli accadono come opera di Dio e in quanto le interpreta come opera di
Dio ne cerca il significato e il significato è il Cristo.
Cristo è il ponte, l’anello di collegamento
che manca a noi per realizzare la vita con Dio.
Ma la realizzazione della vita con Dio,
presuppone da parte nostra il desiderio di Dio, l’attrazione di Dio, del Padre.
In caso diverso le creature non parlano a noi
del Cristo.
Cristo viene per condurci a vedere il Padre.
Noi siamo insufficienti perché sappiamo che
tutto è opera di Dio, però non vediamo Dio che parla in tutto e non realizziamo
la vita con Dio.
Pinuccia: Ma una volta colto il significato siamo con Dio?
Luigi: Siamo con Cristo.
Chi ci lancia una pietra, ce la lancia non
perché noi corriamo dietro alla pietra, ma perché noi alziamo gli occhi a colui
che ci ha gettato la pietra.
Chi ce la lancia, ce la lancia per attrarre
su di sé la nostra attenzione.
Tutte le creature sono pietre lanciatoci da
Dio, per risvegliare il nostro pensiero e la nostra attenzione a Lui e quest’attenzione
a Dio ci fa incontrare il Cristo, perché Cristo è Colui del quale io sono
diventato bisogno.
Cristo è il ponte, però bisogna desiderare di
andare dall’altra parte.
Perché noi possiamo essere nel mondo
temporaneo e non desiderare di andare sulla riva dell’eterno, ci sistemiamo nel
nostro mondo e tutte le cose diventano motivo per restare qui e non passare all’altra
sponda e se qualcuno viene ad invitarci ad andare all’altra sponda noi lo
mandiamo a quel paese.
Il ponte (Cristo) mi serve se io già desidero
andare all’altra riva, ma per desiderare devo essere attratto dall’Altro,
altrimenti il ponte o non lo vedo o lo rifiuto, perché la mia vita, il mio
interesse sono nel mondo attuale.
Qui, in nome di Mosè, i giudei si rifiutavano
di seguire Cristo.
Loro avevano riposto la loro speranza in
Mosé, credevano di essere giustificati in Mosé.
Gesù li contesta e fa loro capire che Mosé li
condannerà, perché Mosé li indirizzava al Cristo.
Quando quel giovane ricco chiede a Gesù che
cosa deve fare per entrare nella vita eterna, Gesù gli dice di osservare i
comandamenti (Mosé) e Gesù “lo amò” perché quel giovane aveva osservato i
comandamenti.
Se quel giovane ricco era arrivato a Gesù,
era arrivato perché aveva osservato i comandamenti.
Quindi osservando i comandamenti si arriva a
Gesù.
Se i comandamenti mi portano a Gesù, vuole
dire che i comandamenti mi parlano di Gesù.
Infatti San Paolo dice che la legge è il
pedagogo che conduce a Cristo, ma una volta arrivati al Cristo la legge la
lasciamo alle spalle come lasciamo alle spalle la scala una volta arrivati nell’appartamento.
Arrivati a Cristo, la vita si realizza con
Cristo, quindi non ho più bisogno della legge.
Non smentisco la legge, la confermo: “Io non
sono venuto ad annullare la legge, sono venuto a portarla a compimento”, Cristo
è il compimento della legge, Cristo è la meta e la legge mi conduce lì.
Ma se l’anima non è attratta dal Padre, fa
della legge una regola di vita e allora non va più al Cristo e se incontra il
Cristo non sa cosa farsene: “Io ho la legge e mi basta”.
Vedi come avviene il tradimento?
In nome della legge noi ci rifiutiamo a Colui
al quale la legge ci deve condurre, per cui la legge ci condannerà, perché non
abbiamo capito l’anima della legge.
La legge è un segnale stradale, come tutte le
creature.
Tutte le creature ci dicono di non fermarci a
loro ma di camminare, di andare verso-, per questo Gesù qui contesta i giudei
proprio sull’argomento di Mosé.
Il Verbo di Dio incarnandosi, scende allo
stesso livello della creatura, però contesta la creatura, per liberarla dalla
sua schiavitù.
Non è che Mosé sia un principio di schiavitù,
è il principio di erranza che portiamo dentro di noi che fa di Mosé un
principio di schiavitù e ci impedisce di andare avanti verso Cristo.
Allora Cristo viene per liberarci dal nostro
errore, noi ci areniamo sui mezzi, perché li scambiamo per fine, per cui se io
osservo i comandamenti (mezzo) mi ritengo salvo, giusto e non ho capito l’anima
della legge come il fariseo al tempio.
Ma se non credete
ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole? Gv 5 Vs 47
Titolo: Pensato e
pensiero di Dio.
Argomenti: La parola di Cristo ci
purifica(00) L’importanza della parola(3) Parole di Dio e degli
uomini(4) Rinviare il problema lo aggrava(8) Vegliare(9) La fedeltà nel
poco(12) Scoprirci pensati da Dio (18) Giuda(32)Peccato esterno e
interno(33) La vera Giustizia(32) Riassunti(40) Far dipendere il
maggiore (Cristo) dal minore (Mosè)(1.10) Dio ci fa vivere nel suo pensato e ci chiama a
vivere nel suo pensiero(1.11)A chi rifiuta d’intendere, il Pensiero si
rifiuta(1.14) Desiderare qualcosa che non abbiamo è il vero superamento dell’io(1.15)Attrazione e
rivelazione(1.16) Fedeltà=intelligenza delle opere di Dio(1.18)Mosè e Elia(1.20) La Madonna e i
profeti(1.21)
24/Giugno/1979