Gesù rispose:
"Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa,
perché vede la luce del giorno. Gv 11 Vs 9
Tema: Camminare
nella Luce.
Argomenti: Lettura umana e lettura Divina. Dio è il protagonista in
cielo e terra. Mondo apparente e mondo reale.
Cose date a noi senza di noi e cose non date a noi senza di noi. A cosa serve il mondo apparente. Il Regno di Dio. Dedicarsi al mondo delle cose invisibili. La volontà del Padre. Luce
e principio. Giorno e notte. Le dodici ore.
18/aprile/1993 Casa di preghiera Fossano.
Gesù aveva detto: "Ritorniamo
in Giudea" dopo essersi soffermato qualche giorno al di là del Giordano.
Dopo essersi fermato altri
due giorni, dopo aver saputo della malattia di Lazzaro.
A Gesù che
dice:"Ritorniamo in Giudea" i discepoli obiettano:"I giudei
volevano lapidarti e Tu vai di nuovo là?".
Gesù risponde:"Non
sono forse 12 le ore del giorno? Se uno cammina di giorno non inciampa perché
vede la luce di questo mondo".
Sembra che Gesù non
risponda alle obiezioni che gli ponevano i discepoli.
Abbiamo visto come i
discepoli facessero una lettura umana dei fatti e delle scelte del Maestro.
In quel "volevano
lapidarti" i discepoli rivelano la loro mentalità: i protagonisti degli
avvenimenti sono gli uomini.
I protagonisti non sono gli
uomini.
Il protagonista è Dio, è
Dio il Creatore, il Signore.
Il protagonista di tutto
ciò che accade, altrimenti non sarebbe il Signore.
Allora c'è una lettura
errata dicendo: "Volevano lapidarti".
Gesù legge le cose invece
in modo divino.
Ci sono una lettura umana e
una divina.
È una lettura umana
(sbagliata) quando si ritiene protagonista l'uomo.
Quando si attribuiscono gli
avvenimenti agli uomini.
Ma l'uomo è una povera
creatura e in quanto creatura non è il lui il protagonista della propria vita.
La lettura vera è quella
che riferisce tutti gli avvenimenti a Dio, Dio è il Creatore quindi il
protagonista.
Questa è la lettura che fa
il Figlio di Dio venuto tra noi.
La lettura che insegna a
noi a fare.
A noi che siamo dominati da
paure proprio perché ci fermiamo a letture umana.
"Se non mangio non
vivo, se non guadagno non posso vivere".
Gesù è venuto a insegnarci
la lettura divina, cioè a vedere le cose dal punto di vista di Dio.
perché ci sono queste due
letture?
perché ci sono il mondo
apparente e il mondo reale.
Quello apparente è quello
che noi vediamo ed esperimentiamo.
In questa realtà noi
attribuiamo le cose a quelle cause apparenti: "Il gatto fa questo, se è
nuvoloso piove....".
Ci fermiamo sempre
all'apparenza delle cause seconde in cui noi ci confondiamo.
Il mondo Reale non lo
vediamo con i nostri occhi, sfugge ai nostri sentimenti.
perché il mondo Reale,
quello che esiste indipendentemente da noi, non è relativo a noi, esiste
indipendentemente da noi.
Nel mondo Reale si entra in
quanto si intende, si conosce.
Nel mondo Reale si giunge
solo con l'intelletto, con il Pensiero di Dio.
Il Regno di Dio, dei cieli,
quello è il mondo Reale.
Quella è la vera realtà in
cui siamo.
perché il Regno di Dio è
quello in cui Dio è protagonista.
Nel Cielo tutto si
riferisce a Dio.
Non si entra nel Regno dei
cieli se non si riferisce tutto a Dio.
Mentre questo avviene in
cielo, Dio ci insegna a dire: "Sia fatta la tua Volontà così in terra come
in cielo".
La Volontà di Dio in cielo
si fa in quanto si riferisce tutto a Dio.
Lui solo è il protagonista
nel cielo.
Facendoci dire "Sia
fatta la tua Volontà come in cielo così in terra" ci fa capire e
desiderare di vedere anche qui in terra come si fa la Volontà di Dio.
perché in ogni luogo,
terra, cielo, inferno è Dio che regna.
Tutte le cose hanno la
ragione in Lui.
Lui è il protagonista di
tutto.
Soltanto dal Padre si può
capire che Dio è il protagonista anche in questo regno dell'apparenza che è il
nostro mondo.
Qui sulla terra noi non
vediamo Dio regnare, non lo vediamo protagonista degli avvenimenti come invece
lo vediamo in cielo.
Qui sulla nostra terra ci
fermiamo all’apparenza.
Gesù non ci dice "Fate
sulla terra come in cielo", lo dice al Padre per dire a noi che solo dal
Padre noi possiamo capire come si fa, perché si fa, sulla terra la volontà del
Padre.
E quindi come si superano
tutti i falsi protagonisti (creature).
C'è questo lavoro che è
chiesto a noi di portare a compimento, attraverso il Padre per arrivare a
vedere la nostra terra come in cielo, perché in realtà anche sulla terra è Dio
il solo protagonista.
Se questi è la Realtà,
finché noi non vediamo questo unico protagonista, noi siamo nell'errore, nella
morte.
C'è questa notte apparente.
L'apparenza delle cose.
Quando non si vede Dio si è
nella notte perché non si conosce la verità.
La notte ha una funzione
molto importante perché tutto quello che accade nel nostro mondo apparente, è
per preparare in noi qualche cosa che è necessario che avvenga.
Tutto ha una
giustificazione, una ragione in Dio.
perché non siamo già creati
in cielo?
In realtà il cielo è già
dentro di noi.
C'è una preparazione da
farsi qui sulla terra.
Ci sono delle cose che
arrivano a noi senza di noi.
Ma c'è tutto un mondo di
cose che non può arrivare a noi senza di noi.
Dobbiamo capire bene cosa
vuol dire questo "senza di noi" e questo "non senza di
noi".
Tutto ciò che arriva a noi
senza di noi, non è realtà definitiva, è sono un mezzo per preparare in noi
quelle condizioni tali per accogliere quelle cose che non possono essere date a
noi senza di noi: tutte le cose della Verità, il Regno di Dio.
Il Signore ci insegna a
chiedere al Padre il Regno di Dio: "Venga il Tuo Regno”.
Il Regno di Dio è già in
tutto ma facendoci chiedere che venga, ci fa invocare dal Padre, è sempre dal
Padre che si entra nel Regno del Padre, finché noi non vediamo le cose dal
Padre noi non entriamo nel Regno della Verità, noi entriamo nel regno della
apparenza.
C'è un mondo di cose
apparenti perché noi non vediamo le cose del Padre.
Viste dal Padre sono cose
reali.
È il Padre che fa la Realtà
e che ci conduce nella Realtà.
"Venga il tuo Regno”,
ci fa capire che la capacità, la possibilità di vedere il Regno di Dio viene a
noi dal Padre, affinché noi abbiamo ad alzare gli occhi al Padre, perché è
attraverso il Padre che si entra nel Regno di Dio.
Il Regno della Realtà che è
al di sopra di tutte le apparenze e che accoglie anche la ragione di tutte le
apparenze.
Il mondo delle apparenze è
un mezzo e non un fine.
Tutto il mondo delle cose
apparenti è soggetto al tempo, al mutamento, alla morte, appunto perché è
mezzo.
Quando noi abbiamo cessato
di scrivere, la biro la mettiamo via.
Anche questa vita
apparente, fatta di sensazioni, di cose che arrivano a noi senza di noi, che
noi chiamiamo creazione è una biro che serve a qualche cosa.
Serve per formare in noi
quella capacità di entrare nel regno di quelle cose che non possono essere date
a noi senza di noi.
Quella capacità di
dedicarci alla ricerca, all'interesse, a mettere prima di tutto il desiderio di
conoscere le cose che non sono date a noi senza di noi.
Tutto il mondo in cui ci
troviamo è mezzo, serve per formare in noi il desiderio di quelle cose che non
possono essere date a noi senza di noi.
"Chiedete e otterrete,
bussate e vi sarà aperto perché viene dato a chi chiede".
"E aperto a chi
bussa" fa pensare che se uno non bussa, non può entrare, se non domanda
non riceve.
"Cercate prima di
tutto il Regno di Dio", non preoccupatevi della figura della politica, del
mangiare, della vostra vita in terra.
Tutto è già programmato da
Dio.
Dio sa ciò di cui avete
bisogno, ciò di cui voi vi dovete preoccupare è cercare il Regno di Dio.
Questa deve essere la prima
e sola preoccupazione.
perché chi cerca trova e a
chi chiede è dato.
Se tu non cerchi o non
cerchi come va cercato tu non trovi il Regno di Dio.
Il Regno di Dio appartiene
a quelle cose che non possono essere date a noi senza di noi.
Vengono date in quanto sono
da noi cercate e desiderate.
Il mondo apparente
(creazione) che arriva a noi senza di noi, non lo possiamo ignorare però per
noi è nella notte, Infatti noi non lo capiamo, lo avvertiamo, però non capiamo
niente, non capiamo il significato di noi stessi, il significato della nostra
vita.
Noi ci troviamo in un mondo
in cui tutte le cose nascono, vivono e muoiono senza sapere il perché.
Che senso ha questo?
E noi ne patiamo di questa
ignoranza.
Subiamo degli avvenimenti
di cui non sappiamo capire né il principio né il fine.
Già il fatto di soffrire
per non capire il principio degli avvenimenti, già questo è una testimonianza
del nostro destino.
Il nostro destino è capire.
Il nostro destino è la
luce.
Se non fosse il nostro
destino noi, non soffriremmo.
Non patiremmo di essere
nella notte, nell'ignoranza.
perché noi andiamo alla
ricerca del significato delle cose?
Evidentemente, anche se non
possiamo rispondere, il fatto di sentire il bisogno di una cosa, testimonia che
c'è Dio e che Dio ci ha creati per conoscere Lui e cioè il significato di tutte
le cose che Lui fa a noi.
"Voi stessi dite che
Io sono".
Questo mondo di significati
non può essere dato a noi senza di noi.
Cose divine che sono date a
noi solo in quanto noi ci dedichiamo.
Noi possiamo dedicarci a
una cosa soltanto se ci è annunciata.
Noi ci troviamo in questo
mondo in cui tutte le cose sono date a noi senza di noi, ma in queste cose ci
sono degli annunci di cose che noi non vediamo, di cui però abbiamo bisogno: il
mondo dei significati, il mondo della Luce.
Quali sono quelle cose che
noi non esperimentiamo?
L'esistenza di Dio, il
senso della nostra vita, di tutte le cose, il fine per cui esistiamo.
Tutte queste cose ci sono
annunciate dalla Parola di Dio.
Solo la Parola di Dio le
può annunciare.
In questo mondo ci giungono
degli annunci attraverso la Parola di Dio, di cose che soltanto quando noi
cominciamo a desiderare e quindi a dedicarci a esse ci possono essere date.
Altrimenti noi siamo
costretti a vagare nel deserto delle tenebre, bombardati da avvenimenti di cui
non capiamo né il capo né il fine.
C'è questa funzione precisa
della prima realtà in cui ci troviamo.
È la funzione di formare in
noi la dedizione a quel Mondo che ci è annunciato (non possiamo ignorarlo), di
cui noi stessi con i nostri dolori siamo testimonianza.
Noi soffriamo nel non
vedere la luce.
Questo rende testimonianza
che la luce c'è.
Se non ci fosse noi, non
patiremmo la sua mancanza.
Se Dio non ci fosse, noi
non patiremmo la sua mancanza.
Se noi patiamo, questo è
segno della realtà di Dio che preme su di noi, per suscitare in noi il pensiero
verso di Lui, in modo da dedicarci a Lui per conoscerlo, perché tutto il mondo
di Dio non può essere conosciuto senza la nostra dedizione.
All'obiezione dei
discepoli: "Volevano lapidarti"...
Gesù risponde: "Non
sono forse dodici le ore del giorno?"
I discepoli leggevano in
modo sbagliato, umano.
Tutti noi tendiamo a
trasformare sempre in quanto attribuiamo le cause agli uomini come
protagonisti.
Troviamo tutto sempre in
una certa regola: là dove vogliono lapidarti tu scappi, trasformi in regola.
là dove ti battono le mani
tu ci vai, è regola.
L'uomo tende sempre a
leggere in funzione a questo protagonismo dell'uomo.
Gesù dicendo: "Non
sono forse dodici le ore del giorno?", ci fa capire che il giorno non è
fatto di un'ora sola, di una regola sola.
Il giorno è fatto di tante
ore, c'è un'ora per andare lontano e un'ora per andare vicino.
C'è un'ora per camminare e
un'ora per fermarsi.
C'è un'ora per lavorare e
una per riposarsi.
Le ore del giorno sono
tante.
L'uomo non segue una
regola.
L'uomo segue lo spirito.
C'è una persona che sta
operando con l'uomo.
E a seconda di come opera
questa persona che non è più l'uomo il vero protagonista, Dio determina
un'ora di questa giornata.
C'è un'ora per lavorare,
per parlare ma c'è anche un'ora per tacere.
C'è un'ora per fermarsi,
riposare, dormire, mangiare, digiunare.
Che cosa è che determina
queste ore per cui l'uomo si accorge che non può seguire una regola?
È la realtà che Dio Creatore
opera, Gesù stesso dice che il Figlio non può fare nulla se non lo vede fare
dal Padre.
C'è un'ora per fare niente
e c'è un'ora per fare.
Quando è l'ora per fare da
parte del Figlio?
È quando vede che il Padre
fa, ma se non vede il Padre che fa, il Figlio fa niente.
Allora c'è un'ora per fare
niente.
perché non si vede il Padre
fare.
Noi possiamo capire come a
un certo momento ci sia quest’assenza di azione di Dio nella nostra vita.
perché il Figlio di Dio
dice che non fa niente se non lo vede fare dal Padre e quando non fa niente si
rende assente.
E perché si rende assente?
perché non vede l'intenzione, la volontà del Padre.
Nella vita dell'uomo a un
certo momento non si vede più il Pensiero di Dio, non si vede più la volontà
del Padre ma si vedono ben altre volontà.
Non si vede più l'uomo che
cerca Dio, che ha bisogno di conoscere Dio.
Si vede solo l'uomo che
corre appassionato per il denaro. lo sport, la politica, la televisione, i
poveri eccetera...
Questo non è Dio.
Questa non è l'Intenzione
di Dio.
E il Figlio si rende
assente perché non vede il Padre.
Dice: se non vedo il Padre,
non faccio niente.
Ecco le diverse ore della
giornata.
Questo ci fa anche capire
come ci sia la notte e come ci sia il giorno.
Gesù dice che Lui non
caccia nessuno di coloro che il Padre gli manda.
Ma ci sono tanti che il
Padre non li manda.
Di molti Lui dice:
"Erano tuoi e tu li hai dati a me".
Questo ci fa capire che ci
sono molti che il Padre non gli manda e Lui lì non fa niente e non può fare
niente perché non vede il Padre che glieli manda.
Dice Gesù: "Erano tuoi
e Tu li hai dati a Me."
Si opera rispettando sempre
la volontà del Padre.
La luce sta in quanto si
vede la volontà di uno, l'intenzione.
La Luce ci collega sempre
con il Principio.
Gesù stesso dice:
"Fintanto che Io sono nel mondo, sono la luce del mondo".
Che cosa è questa luce?
"Io sono Colui che
parla a voi il Principio".
Lui è luce per il mondo
perché fa vedere a noi il principio.
La luce fa vedere il
principio.
Che cosa vuol dire fare
vedere il principio?
Fa vedere Dio protagonista
di tutte le cose.
E come ce lo fa vedere
protagonista?
Ci fa vedere la volontà,
l’intenzione del Padre.
là dove non si vede un'intenzione
noi, siamo nella notte.
L'intenzione è quella che
ci rivela il perché delle cose.
Cioè ci include
l'avvenimento in una finalità.
Nell'intenzione di uno.
Quando si vede l'Intenzione
di Dio, c'è Luce.
Quando non si vede, siamo
nella notte.
L'elemento determinante sia
nella notte che nel giorno è l'Intenzione di Dio.
Intenzione di Dio
conosciuta=giorno
Intenzione di Dio non
conosciuta=notte
Nella notte nessuno può
operare.
Se non si vede l'Intenzione
di Dio, tutto ciò che si fa e niente.
Soltanto quando si vede
l'Intenzione di Dio, lì c'è il giorno.
E nel giorno ci sono dodici
ore.
Che significato ha questo?
Tutta la creazione di Dio è
fatta di sei giorni più uno.
6 giorni che sono fatti di
sera e di mattino.
Che quindi sono finiti:
mattimo-sera.
Più uno che però è fatto di
un mattino ma non di una sera.
Il sabato è senza sera, il
sabato è il riposo di Dio.
Il sabato è la parte di
Dio, il giorno della conoscenza.
E questo è vita eterna.
Tutta la creazione di Dio è
fatta di sei giorni di cose finite e poi di un giorno stupendo che non ha più
sera.
È l'eternità.
Ogni giorno finito è
costituito di dodici ore.
Giorno=luce=Intenzione di
Dio.
Tutta l'opera di Dio che
arriva a noi senza di noi non è ignorata perché noi la sentiamo, la subiamo,
però non è capita.
Quindi non è luce perché
non è capita.
Allora siamo nella notte.
Possiamo allora capire
perché la Parola di Dio ci dice che Dio tutte le sue opere le ha fatte a
periodi di sera e di mattina, di notte e di giorno.
Dice prima sera e notte e
poi dice mattina e giorno.
perché tutta l'opera di Dio
è fatta di una realtà che arriva a noi senza di noi (sera, notte), non capita e
poi è fatto di un periodo di luce (mattino, giorno).
In questa notte giunge
questa parola di Cristo, il Verbo che parla in tutte le cose, che collega
questo mondo notturno, (di sentimenti, di cose, di avvenimenti che noi subiamo
senza riuscire a capire) all'intenzione del Padre.
"Fintanto che Io sono
nel mondo, sono luce per il mondo".
Ecco la luce che sorge nel
nostro mondo: il sole.
E sorge in quanto ci
collega la realtà che subiamo con l'intenzione del Padre.
"Una sola cosa è
necessaria, cercate prima di tutto Dio".
"Il Padre è spirito e
vuole adoratori in spirito".
Ti collega sempre tutte le
cose con il Padre.
Questa è luce perché è
rivelazione d’intenzione, l'Intenzione di Dio, ci fa capire l'Intenzione di
Dio.
Il grande tormento di tutti
gli uomini è: "Che senso ha la vita?".
Prima di tutto ci fa capire
questo significato qui.
Il fare il medico o il
meccanico non sono cose che danno significato alla vita, queste sono proiezioni
delle nostre ambizioni.
Sono letture umane.
Non danno nessun senso alla
vita.
A un certo momento c'è la
fine di tutto.
"A cosa serve tutto
questo?"
Se c'è un momento in cui
tocchiamo con mano che i nostri fini umani sono niente è perché erano già
niente prima.
Il fine vero è quello che
viene dall'Intenzione di Dio.
Non viene dalle nostre
intenzioni.
Non deve essere proiezione
nostra.
Per cui io sono libero e mi
dedico, che so, a fare il contadino, questo non dà senso alla tua vita.
A un certo punto tu
toccherai con mano che la tua vita era senza senso, non è servita a niente.
Il senso delle cose non
deve venir da noi.
Il senso delle cose deve
venir da Dio.
E solo se derivato da Dio
quello diventa il vero senso e fine.
E quello diventa luce.
Luce eterna.
Gesù parlando con noi
collega la realtà in cui noi ci troviamo con il Principio per cui diventa luce
che ci rivela il significato, l'intenzione. tutte le cose nell'Intenzione di
Dio.
E ci dice Gesù:
preoccupatevi solo di questo, dell'Intenzione di Dio.
Gesù dice anche: "Non
sempre avrete Me".
E aggiunge "Fintanto
(è tremendo) che Io sono nel mondo sono Luce del mondo".
È terribile quel fintanto
perché ci fa capire che arriva un giorno in cui Lui non c'è più
E allora dice: "Per
poco la Luce è con voi, fintanto che la Luce è con voi, camminate nella Luce
affinché le tenebre non vi sorprendano."
Il tema di oggi è camminare
nella Luce.
La luce è il giorno, la
luce è l'intenzione.
E la luce (giorno) è
costituita da dodici ore.
E Gesù dice che quando Lui
ci comunica l'intenzione noi dobbiamo camminare in questa luce.
Affrettarci a camminare in
questa luce.
Altrimenti siamo sorpresi
dalle tenebre.
Ed è questo camminare nella
luce che costituisce le dodici ore del giorno.
L'ora abbiamo detto è
determinata dalla Parola di Dio, quindi dal Cristo (Verbo di Dio) che venendo a
noi ci comunica l'intenzione.
Quando uno mi comunica la
sua intenzione, la sua volontà, mi comunica ciò per cui io devo vivere.
Se io dico a uno: "Va
a Cuneo", l'altro può ascoltare la mia intenzione, però Gesù mi dice anche
"Affrettati".
Quando Gesù mi comunica la
Sua Intenzione: "Vivi per questo, cerca il Regno di Dio prima di
tutto", io devo camminare altrimenti sono sorpreso dalle tenebre.
Se la prima ora di Luce è
determinata in noi da questa grande rivelazione: l'Intenzione di Dio sta nel
voler essere conosciuto, la vita eterna sta nel conoscere Dio, Dio vuole che
tutti si salvino e giungano a conoscere la verità, tu adesso devi vivere per
questo, devi mettere Dio prima di tutto.
Questa prima ora m’illumina
tutto il mondo, la vita, tutto perché mi dice: questo è il
fine, questa è l'intenzione che devo avere.
Affrettati. Dio mi ha
rivelato un’intenzione il che vuol dire che devo vivere per quello.
A questo punto si apre, se
io vivo per quello, la seconda ora e poi la terza e poi la quarta...
E poi tutte 12, questo
numero completo.
Bisogna arrivare a questo
compimento.
Quando Gesù mi rivela il
fine per cui io devo vivere, si forma un nuovo problema.
Prima c'era il problema
della notte, noi ci trovavamo con un mondo di cui non capivamo il significato,
non avevamo luce.
Su questo grande problema è
arrivata la Parola di Dio.
Che illumina i nostri
problemi.
Il secondo problema è cos'è
questo? Dio? Il suo Regno?
Problema che attende di
essere risolto.
E può essere risolto solo
da Dio.
La luce viene dall'alto.
Chi è Dio? Seconda ora.
Dove, dove posso trovarlo?
Terza ora
Ogni essere ha un suo
luogo, dove è il luogo di Dio?
Io cerco i funghi ? Dove li
posso trovare?
A ogni luce segue un nuovo
problema.
E ogni problema è
un’invocazione di luce.
Questo vuol dire camminare.
Passare da un problema alla
luce che mi orienta e poi si forma un nuovo problema.
Io posso essere stato illuminato
sul fatto Dio si trova in quel luogo, ma quando mi è stato detto dove è
Dio come faccio ad andarci?
Ho bisogno di una strada,
d’indicazioni.
Qualcuno che mi tracci il
sentiero tra il punto in cui mi trovo adesso e quel luogo dove si trova quella cosa
che io devo cercare.
Così si sviluppano le
dodici ore del giorno.
E bisogna imparare a
viverle queste ore non secondo una regola ma secondo il problema che la Parola
di Dio forma in noi.
E camminando fino a quando?
Fino a quando troverete ciò
per cui bisogna vivere.
Trovare significa essere a
tu per tu.
Avere questa presenza.
Fino a quando noi
guarderemo le cose come le guarda Dio, conosceremo le cose come le conosce Dio.