Intanto
i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che se qualcuno sapeva
dove egli fosse lo denunziasse, per impadronirsi di Lui.
Gv 11 Vs 57
Titolo: L'autorità e la
persona.
Argomenti: L'autorità e il luogo
di Dio. Dio abita nella persona. Dio è il mezzo per giungere a Dio. La disubbidienza.
25/Settembre/1994 Casa di preghiera
Fossano.
Qui abbiamo i capi
dei sacerdoti e dei farisei che finalmente rivelano la loro faccia.
Dichiarano
apertamente che se qualcuno sapeva dove (problema di luogo) Gesù fosse lo
denunciasse per impadronirsi di Lui.
Evidentemente
la prima cosa che salta all'occhio è questa: i capi dei sacerdoti e dei
farisei, cioè l'autorità non sapevano dove Gesù fosse, cioè non sapevano il
luogo in cui potere trovare Gesù e quindi si rivolgono a delle persone:
"Se qualcuno sapeva dove Egli fosse".
L'autorità
comanda e ordina di denunciare Gesù, per impadronirsi di Lui.
Evidentemente
l'autorità non sapeva dove Egli fosse.
Abbiamo
all'inizio di un altro Vangelo, quello di Matteo, l'autorità che manda a
cercare Gesù, Gesù era appena nato.
L'autorità
manda i magi a cercare Gesù: "E quando l'aveste trovato, tornate a
dirmelo, affinché io vada ad adorarlo".
Qui abbiamo la
faccia schermata dell'autorità che dice di volerlo adorare e che in realtà
vuole anch'essa impadronirsi e uccidere Gesù.
Sia all'inizio
che alla fine della vita di Gesù, abbiamo queste due autorità (Erode &
Caifa) che ordinano di andare a cercare e trovare dove si trova Gesù per
impadronirsi di Lui.
L'autorità qui
denuncia una incapacità a trovare il luogo di Gesù, deve rivolgersi ad altri.
Dobbiamo capire
il significato, la lezione che Dio ci vuole dare, attraverso questa autorità
che invita o ordina di cercare il luogo in cui si trova Gesù.
Evidentemente
l'autorità si trova nell'impossibilità di trovare il luogo di Dio.
Domenica scorsa
abbiamo parlato di impossibilità.
E abbiamo visto
che la impossibilità è già conseguenza di un errore.
L'errore di
cercare mele su un larice mi porta all'impossibilità di trovare le mele.
Difetto
d'intelligenza.
Stoltezza.
Quindi
l'impossibilità è conseguenza di un errore, un errore d'intelligenza, è stoltezza.
La stoltezza
esclude le vergini stolte ed esclude la possibilità di entrare nel Regno di
Dio.
Quindi il Regno
di Dio comprende peccatori, prostitute, ladri, le braccia della
misericordia di Dio sono tanto grandi da accogliere tutto, eccetto una cosa
sola: lo stolto, la stoltezza.
Una stoltezza
che può essere piena di virtù, può andare incontro allo sposo, può avere la
fede, però: "Non vi ho mai conosciuto".
Quindi è un
problema d'intelligenza, è l'intelligenza che fa entrare.
Se la stoltezza
fa restare fuori, evidentemente è l'intelligenza quella che fa entrare.
La vera
intelligenza è amore, sia ben chiaro: chi ama è intelligente perché s'investe
della situazione dell'altro.
Il vero amore è
questo, è proiezione del nostro pensiero sull'altro e quindi è immedesimazione
nell'altro e quindi è vedere le cose dal punto di vista dell'altro.
La chiave per
entrare nel Regno di Dio è proprio questo vedere le cose dal punto di vista di
Dio.
Dio ha dato a
noi il suo Pensiero, senza questo pensiero noi siamo completamente tagliati
fuori dall'infinito, dall'eterno, dall'Assoluto, da Dio e restiamo nel piano
animale.
Dio ha dato a
noi il suo Pensiero, per dare a noi la possibilità di guardare le cose dal suo
punto di vista.
Perché soltanto
vedendo le cose dal punto di vista di Dio si entra nel Regno di Dio.
Quindi non si
entra per virtù nostra, per sacrifici nostri, per rinunce nostre, per decisione
nostra, non basta tutto questo, non è opera di uomo, è opera di Dio.
E l'opera di
Dio richiede questo salto di qualità, questo pensare le cose dal punto di vista
di Dio.
Noi ci siamo
detti che qui si rivela una impotenza da parte dell'autorità, quindi sopratutto
una stoltezza, un errore, un errore d'intelligenza da parte dell'autorità e
l'autorità è sempre in difetto d'intelligenza, proprio perché è autorità.
L'autorità
comanda, "autorità" viene da "autore" e nel Regno della
Verità, l'autore è uno solo, è Dio.
Chi si mette il
vestito dell'autore, evidentemente nel regno dell'autorità, evidentemente è
sempre in difetto d'intelligenza.
Uno solo è il
Signore, uno dolo è l'autore di tutto, uno solo è il Maestro.
Uno che si dica
maestro, autore che si dica quindi autorità, evidentemente è in difetto
d'intelligenza.
Ed è proprio
questo difetto d'intelligenza che conduce all'incapacità di vedere il luogo in
cui si trova Gesù.
Trovare il
luogo di Dio è sempre effetto d'intelligenza, perché è effetto di vedere le
cose dal punto di vista di Dio.
Per sapere dove
è Dio, bisogna guardare le cose dal punto di vista di Dio.
Altrimenti noi
confondiamo, prima Dio lo cerchiamo nella creazione, poi nelle istituzioni,
nelle persone, nel successo, però se vogliamo trovare il luogo in cui veramente c'è Dio e quindi giungere a trovare Dio e la sua presenza e il suo volto, noi dobbiamo guardare le
cose dal punto di vista di Dio.
In caso diverso
questo ci è impedito.
E questo
impedimento, questa impossibilità lo rivela qui l'autorità.
L'autorità qui
invita, ordina che se qualcuno (persona) sapeva dove (luogo) Gesù fosse, lo
denunciasse.
Qui contrappone
loro stessi con tutta la loro autorità a questo "qualcuno" che è
persona.
Questo ci fa
capire che la persona ha la possibilità di conoscere il luogo in cui è Gesù,
l'autorità no, l'autorità è esclusa.
Per questo Erode
si rivolse ai magi per sapere dove fosse Gesù.
Qui abbiamo il
sommo sacerdote, con tutto il sinedrio, i farisei e tutto quanto che deve
rivolgersi a qualcuno che sappia, qualche persona.
L'universo e
tutta l'opera di Dio non si conclude con l'autorità.
L'autorità non
è la conclusione dell'universo.
Tutto
l'universo si conclude con la persona.
Il che vuole
dire che alla Verità, alla conoscenza della Verità, alla conoscenza di Dio,
quindi alla vita eterna, accedono le persone, non l'autorità.
Parlando della
persona abbiamo visto che c'è una singolarità stupenda nella persona: la
persona è costituita da una relazione con un "Tu" infinito.
É il
"Tu" infinito, il "Tu" di Dio che costituisce la persona.
La presenza di
Dio in noi, il "Tu" di Dio in noi, non è una aggiunta alla nostra
persona, non è un supplemento, è l'elemento costitutivo, noi siamo fatti del
"Tu" di Dio.
Noi come
persone siamo fatti dal "Tu" di Dio, è il "Tu" di Dio che
costituisce la persona.
Questo
"Tu" di Dio, non costituisce mica l'autorità.
L'autorità non
è fatta dal "Tu" di Dio.
La persona e
quindi ognuno di noi è fatto dal "Tu" di Dio.
C'è un abisso
quindi fra la persona e l'autorità e se c'è questo abisso, l'autorità non si
deve permettere di sottomettere la persona a sé, perché la persona è
infinitamente superiore all'autorità.
Gli apostoli
discutevano fra loro del problema di chi fosse fra loro il più grande, il
problema è sempre quello, confrontandosi con gli altri si fanno dei rapporti,
quanto tempo si è sprecato dietro al concetto di superiorità o inferiorità tra
le religioni.
Quando gli
pongono questo problema fra "Chi fra noi è il maggiore?", Gesù prende
un bambino e lo pone tra loro e dice: "Se non ritornate come bambini non
entrerete nel regno dei cieli". Altro che sogni di superiorità e di
grandezza.
É ben altro il
problema.
Il problema non
è quello di avere di più, il problema era ed è quello di avere di meno!
Abbiamo bisogno
di togliere tanto dalla nostra vita e dai nostri pensieri, abbiamo bisogno di
sgombrare tanto se vogliamo arrivare a quella semplicità di pensiero che è
trasparenza sullo Spirito di Dio.
All'Essere di
Dio si giunge soltanto in quanto si è puri di cuore e purezza vuole dire
semplicità, non è sovraccarico, non è avere molto.
Purezza è avere
un amore unico, un pensiero unico: "Beati i puri di cuore perché questi
vedranno Dio, purezza di pensiero, un pensiero unico, Pensiero di Dio, il
Pensiero di Dio è unigenito.
Quando Gesù
parla dell'autorità dice: "Chi vuole essere il più grande tra voi, sia
servo di tutti, perché nel mondo l'autorità esercita il potere ma non sarà così
tra voi".
Gesù intende
l'autorità come servizio, a servizio di che cosa? della persona.
Perché la
persona è infinitamente superiore all'autorità: è la persona che giunge alla
vita eterna, non l'autorità o l'istituzione.
É la persona
che è fatta per l'infinito e perché?
Perché è la
persona che porta in sé questo bisogno d'infinito.
Quando si porta
in noi un problema, quando si porta in noi un bisogno, è segno che siamo fatti
per quello, se c'è un problema certamente c'è una soluzione.
Se c'è un
bisogno certamente c'è la risposta.
Dio non fa le
cose inutili.
Ogni persona
umana è bisogno di eterno, di infinito e di Assoluto e per formare questo bisogno,
Dio ha fatto l'universo e tutto l'universo è a servizio di questo bisogno
dell'uomo.
Sulla vetta
dell'universo non c'è né l'istituzione, né l'autorità, c'è la persona umana,
questo è il vertice di tutto l'universo.
Perché è la
persona umana che sente il bisogno dell'infinito, che sente il bisogno di
conoscere Dio, è la persona umana che entra nell'infinito di Dio, che entra
nella vita eterna.
Sono le persone
che entrano nella vita eterna, non le cose o le istituzioni.
Gesù dice
chiaramente le cose, infatti nella lettera di San Paolo si dice che :
"Gesù, dopo aver annullato ogni autorità, ogni principato e podestà,
allora consegna il Regno al Padre".
C'è questo
annullamento.
Dio che ha
creato tutto, anche l'autorità e le istituzioni, a un certo momento annulla
tutto come annulla tutta la creazione, tutto è destinato a perire, tutto è
destinato ad essere annullato, perché?
Per evidenziare
l'unica cosa necessaria.
Nell'Apocalisse
c'è a un certo momento questo annullamento, questo silenzio di tutto, tutto
deve fare silenzio, perché deve splendere davanti all'occhio di colui che è
fatto per conoscere Dio, deve splendere Dio.
Dio è il fine
ma Dio è anche il mezzo per conoscere Dio.
Quindi non c'è
separazione: "Io sono la Via, la Verità e la Vita".
Dio è il mezzo
per conoscere Dio, perché Dio solo è il rivelatore di Sé.
Quindi se
vogliamo giungere a conoscere Dio, a un certo momento dobbiamo impegnarci
personalmente con Dio, perché Dio è la via che conduce a Dio.
Per cui Dio
diventa il luogo di Dio.
Questo luogo di
Dio lo troviamo solo nella persona umana.
Dio abita
nell'uomo, è il Pensiero stesso di Dio che noi portiamo in noi che ha in sé
Dio.
É lì che
bisogna scavare, è lì che bisogna raccoglierci, per giungere al nostro fine,
alla nostra meta.
Dio è il Principio,
il Fine ma Dio è anche il Mezzo per giungere alla conoscenza di Dio.
Tutto questo è
impedito all'autorità.
Il temine
autorità viene da "autore", cioè principio di qualcosa.
Chi si fa
principio di qualche cosa, si trova nella impossibilità di accedere al
Principio.
É attraverso
l'intelligenza che si scopre il luogo ma, si scopre il luogo in quanto uno
guarda le cose dal Principio e il Principio è Dio.
Abbiamo detto
che l'intelligenza è un dovere, l'intelligenza non è un lusso.
Essere
intelligenti è un dovere, perché la stoltezza viene messa fuori.
Ma qui capiamo
anche che l'intelligenza è un servizio.
Si serve
veramente Dio in quanto si è intelligenti.
L'intelligente
è intelligente in quanto guarda le cose dalla sua causa, dal principio e questo
è impedito all'autorità, perché l'autorità non è a servizio, tende a fare
servire.
Fintanto che
l'autorità tende a far servire a sé le persone, qui comanda.
L'autorità
comanda.
Comanda chi?
Comanda le
persone.
L'autorità non
può comandare le persone!
Sono le persone
che comandano l'autorità.
Perché
l'autorità deve essere a servizio delle persone.
Infinitamente
al di sopra dell'autorità è la persona.
Tutte le cose
sono fatte molto bene perché sono fatte a servizio della persona.
Per l'autorità
è molto facile scivolare, perché quando uno si siede su una cattedra è molto
facile che tenda a comandare.
Anche perché
c'è tutta una massa di gente che è felice di sottomettersi, è felice di servire
ed è colpa.
Perché è colpa
l'autorità che comanda ma c'è anche colpa in colui che si sottomette
all'autorità che si rende succube dell'altro.
Non c'è
soltanto la colpa dell'autorità, c'è anche la colpa di chi si sottomette
all'autorità.
C'è la colpa
del padrone e c'è anche la colpa del servo.
L'autorità è
impedita di conoscere il luogo, perché è impedita di essere intelligente.
L'autorità
pensa a comandare, a far servire la persona a sé.
Quando si pensa
a far servire si è impediti di capire.
Chi capisce è
solo colui che non si fa servire ma tende a servire.
L'intelligenza,
nel suo nucleo centrale è essenzialmente servizio.
Capire è un
dovere.
Perché?
Perché Dio che
è il Creatore, è Colui che parla con te e quando uno parla con te, stabilisce
in te l'esigenza di dovere capire.
Tu sei tenuto a
capire, non è un lusso il capire, un optional.
Perché il tuo
Signore sta parlando con te.
E tu ti devi
impegnare a capire.
Questa è
l'anima centrale della religione, la religione è essenzialmente personale.
Perché il
capire è personale.
E più noi
andiamo verso le alte sfere della novità delle cose e più noi andiamo verso
questa personalità che accentra tutto.
La religione
diventa personale, perché il dialogo è personale.
Dio, Creatore
di tutte le cose, non parla alla massa.
Dio parla
personalmente a ogni persona.
Dio è in rapporto
personale con ogni persona.
E ogni persona
è costituita in questo rapporto, in questa relazione con il "Tu" di
Dio.
Se la persona è
costituita da questo "Tu" di Dio, la persona è tenuta a capire, a
rapportare, a riferire tutte le cose a Dio.
Qui sta
l'intelligenza, ogni cosa va sempre riferita a questo "Tu".
Ogni cosa va
vista da questo "Tu".
Qui si presenta
per la persona umana il problema della disubbidienza all'autorità.
Qui l'autorità
ordina e in quanto ordina si presenta il problema della disubbidienza.
Noi abbiamo
fatto dell'ubbidienza all'autorità una virtù!
Adesso questa
virtù ha subito un grande terremoto dopo il nazismo, perché tutti i tedeschi si
sono giustificati dei loro crimini dicendo: "Io ho ubbidito
all'autorità".
La teologia
giustifica tutte le cose in quanto l'autorità è voluta da Dio e ubbidendo
all'autorità si ubbidisce a Dio: cavolate, abbiamo visto dove si va a finire
ubbidendo all'autorità.
E allora si è
fatta marcia indietro e si comincia a capire che l'ubbidienza non è mica tanto
una virtù.
Infatti quando
i magi vanno a cercare Gesù bambino e Erode dice loro: "Trovatelo e poi
riferitemi", ci sono gli angeli che intervengono e insegnano ai magi ad
essere disubbidienti.
I magi sono
stati disubbidienti!
C'è un anima di
disubbidienza che apparentemente sembra scandalosa.
Qui abbiamo il
sommo sacerdote, il sinedrio, i farisei che ordinano: "Se qualcuno sa dove
è Gesù, lo vada a denunciare".
L'autorità è
voluta da Dio, il problema è un problema di ubbidienza all'autorità, hanno ordinato
di andare a denunciare Gesù, quindi.....e no!
Evidentemente
qui l'andare a denunciare e quindi rivelare il luogo dove si trova Gesù, è
tradire Gesù.
Qui nel campo
dei segni è evidentissimo.
Denunciare,
rivelare il luogo in cui si trova una persona ricercata dal nemico,
evidentemente è tradire quella persona.
Qui si avvicina
il problema del tradimento.
Abbiamo
l'autorità che invita a tradire, a tradire Gesù.
Qui abbiamo
l'autorità che rivela il suo vero volto.
Ed è un volto
di tradimento, perché invita a tradire.
E chi ubbidisce
all'autorità non è giustificato, apparentemente l'autorità dà un assenso di
copertura: "Io te lo ho comandato e tu hai ubbidito, hai fatto bene",
è no"! La copertura dell'autorità non giustifica affatto, c'è un problema
di coscienza.
Di coscienza
quindi di rapporto personale con Dio della persona.
E anche se
l'autorità giustifica questo tradimento, la persona si porta dietro, con sé il
proprio tradimento.
Non c'è nessuna
copertura dell'autorità che possa tacitare il rimorso di una coscienza quando
tradisce la Verità.
Il che vuole
dire che la Verità si presenta a noi con delle caratteristiche tali che
vincolano noi al di sopra di ogni autorità e di ogni istituzione.
Il che vuole dire
che ognuno di noi è responsabile, è personalmente responsabile della Verità,
quando questa Verità bussa alla sua porta.
Nessuno di noi
si può giustificare dicendo: "Ma la mia autorità mi aveva detto
di....", Dio ci dirà: "Io ti avevo detto questo! E tu? Io sono
l'Autorità".
L'autorità vera
viene dalla Verità.
La verità non
viene dall'autorità.
É
l'autorità che viene dalla Verità.
Dio è la
massima autorità.
Nessuno di
noi si potrà giustificare dicendo: "Gli altri mi avevano
detto....", in quanto tu subordini l'accogliere la Verità che bussa alla
tua porta a quello che dicono gli altri, a quello che dice l'autorità, o a
quello che dice una istituzione, tu tradisci la Verità, tu fai un tradimento.
Altro che
virtù, è un tradimento!
La Verità
quando bussa alla tua porta, porta con Sé il sigillo di se stessa.
Dio non giura
su altri, Dio giura su Se Stesso.
Lui è la
garanzia di Sé.
Vuole dire che
quando Lui parla, le sue parole hanno la garanzia della Verità stessa.
Una garanzia
che per noi è indiscutibile e se noi diciamo: "Aspetta un momento che
adesso vado a sentire che cosa dice quell'altro", noi compiamo un
tradimento.
Per cui qui
cominciamo a capire che l'andare a riferire all'autorità il luogo in cui si
trova Gesù ci introduce in quella che è la grande problematica del tradimento
della Verità.
L'uomo è
vincolato alla Verità e questo vincolo deve essere rispettato da ogni autorità,
da ogni istituzione.
L'uomo è sacro,
la persona è sacra.
Perché è sacra?
La persona è
sacra più di ogni istituzione e più di ogni autorità.
Perché Dio
abita nella persona umana.
Ciò che
costituisce la persona umana è Dio stesso.
Non c'è un
"io" autonomo che costituisce la persona umana.
La persona
umana è formata dalla presenza dell'Assoluto in sé.
Questo costituisce
la persona.
E se
costituisce la persona noi siamo vincolati a questo rapporto con l'Assoluto,
con il Dio che portiamo in noi e quindi siamo tenuti a ubbidire a questo
rapporto, dobbiamo rispettare questo rapporto qualunque sia la critica che può
venire da altri o da una autorità.
Il che vuole
dire che siamo noi che dobbiamo assumerci la responsabilità della Verità.
"Chi
arrossirà di Me, davanti agli uomini, davanti a chiunque, anch'Io arrossiṛò di lui davanti al Padre mio".
Questo vuole
dire che ognuno di noi personalmente, è tenuto a riconoscere la Verità quando
questa bussa, perché l'iniziativa è sempre di Dio.
Arriva sempre
il momento in cui la Verità bussa alla nostra porta e in quanto bussa si fa
riconoscere per quello che è.
Ma solo coloro
che mettono l'amore e il rispetto per la Verità al di sopra di tutto,
questi possono aprire, gli altri dovranno sempre scusarsi dicendo: "Vado a
sentire quello che mi dice l'altro".
Questo è
assolutamente un tradimento.
É il tradimento
della Verità.
Non ci giustifica
affatto.
Tant'è vero che
proprio per questo tradimento, noi saremo impediti di trovare la presenza di
Dio.
La Presenza di
Dio che è il vero volto di Dio, la Presenza di Dio si rivela solo là dove la
persona umana si assume la responsabilità di dire: "Amen, è vero".
La persona
umana è tenuta a questo.
Per cui ogni
autorità può comandare su questa persona ma è l'autorità che sbaglia, mica la
persona.
É vero che fa
correre il rischio alla persona di tremare di fronte all'autorità e quindi
invita la persona umana al tradimento ma la persona umana è tenuta a questa
fedeltà.
Perché la
persona umana è legata a Dio.
Dio si unisce a
noi.
Ogni persona è
legata a Dio e deve essere fedele a questo rapporto con Dio a costo di essere
mandata a morte.
La Verità vale
solo in quanto è più importante di tutto il resto.
É l'ultima
lezione di questo capitolo: questo conflitto autorità/ persona.
In realtà
questo conflitto non ci dovrebbe essere perché l'autorità è autorità in quanto
serve la persona e quindi deve servire la persona umana nella ricerca e nella
conoscenza di Dio.
L'autorità non
può permettersi di comandare perché il fine è nella persona umana, non è
nell'autorità.
Nessuno di noi
vivendo per una autorità o per una istituzione o un istituto può giustificare
la sua vita.
"Chi ama
suo padre, sua madre. qualunque autorità, più di Me, non è degno di Me",
noi corriamo il rischio di non essere degni della Verità di Dio e quindi di
essere esclusi.
Questo ci
rivela che l'autorità deve essere al servizio della persona, quindi non deve
far tremare nessuno: "Non abbiate paura di coloro che vi uccidono, perché
tutto è nelle mani di Dio".
Il Cristo
trionfa su tutte le autorità, su tutti i principati e anche ognuno di noi è
tenuto a trionfare su tutto quello che si dice nel mondo, su tutte le autorità
e su tutte le istituzioni.
Tutto serve,
quindi anche questo rischio di tradire la Verità serve, perché serve a formare
in noi questa forza, questa adesione personale alla Verità di Dio, perché
soltanto in quanto c'è questo trionfo, l'anima è fatta degna di giungere a
trovare la Presenza del Suo Signore e quindi ad entrare nella vita eterna
Essi cercavano
Gesù e stando nel tempio dicevano tra di loro: "Che
ve ne pare? Che non venga egli alla festa?".
Gv 11 Vs 56 – 57 Riassunti
Riassunti Domenica – Lunedì.
Argomenti: La falsa ricerca di
Dio – L’errore di luogo – Seppellire Dio nelle preghiere – L’abitudine e la tradizione – Le vergini stolte – Possibile e
impossibile – Pensare Dio – Luogo di Dio è Dio stesso – L’autorità e la
persona – L’autorità è a servizio della persona – Il silenzio di tutto
– Dio solo è rivelatore di Sé -
2/Ottobre/1994