Si
avvicinava frattanto la Pasqua dei giudei e molti di quella regione, salirono a
Gerusalemme prima di pasqua per purificarsi.
Gv 11 Vs 55
Titolo: Il punto di
spartiacque che divide la vita dalla routine.
Argomenti: La Vita è movimento. la Pasqua è
passaggio. La presenza temporale del Cristo. Lo Spirito di Verità. I tre tempi dell'opera
di Dio.
4/Settembre/1994 Casa di preghiera
Fossano.
Siamo giunti al versetto 55
del capitolo 11 di San Giovanni.
Abbiamo visto che Gesù si
era allontanato da Gerusalemme, dove cercavano di farlo morire e allontanarsi
da Gerusalemme voleva dire allontanarsi dal sinedrio, dal sommo sacerdote,
dall'autorità, allontanarsi dalle istituzioni.
Questo è un segno di quello
che abbiamo accennato la volta scorsa che, a un certo momento Gesù se ne va da
tutto, anche dalle cose sacre: "É necessario che Io me ne vada",
l'aveva detto chiaramente: "É necessario che Io me ne vada".
E questa necessità Lui
l'aveva significata nel fatto che era necessario questo suo andare, affinché
giungesse lo Spirito Santo.
Qui ci fa capire che, anche
Gesù è in funzione dello Spirito Santo.
Gesù non è fine a Se
Stesso, Gesù è strada, per condurre noi allo Spirito Santo, lo scopo è lo
Spirito Santo che è Spirito della Presenza in noi del Padre e del Figlio.
Soltanto nel Padre noi
troveremo Colui che resterà sempre con noi.
"Non sempre avrete
Me", è Parola di Dio.
"Ma quando me ne sarò
andato e vi avrò mandato dal Padre lo Spirito Santo, questo resterà sempre con
voi", quindi quello che resta sempre è lo Spirito Santo, non è Gesù.
Gesù ha la funzione di
portarci allo Spirito Santo.
La meta è lo Spirito Santo,
la meta è la vita eterna.
É con lo Spirito Santo che
noi troviamo la vita eterna.
É per questo che noi ci
accorgiamo che a un certo momento c'è tutto questo movimento.
Abbiamo accennato al fatto
che addirittura nel Vangelo di San Luca si dice che a un certo momento il Padre
si alza e chiude la porta e invano noi busseremo perché Lui dall'interno non apre
e dice: "Non vi conosco".
E noi diremo: "Abbiamo
mangiato con te, ti abbiamo ascoltato nelle nostre piazze" e Lui:
"Non vi conosco".
Queste sono Parole di Dio
per noi, per la nostra vita essenziale, per condurci a conoscere la verità, quindi
vanno accolte, vanno meditate e vanno capite.
Questo Gesù si
allontana dal tempio, dalle istituzioni, dall'autorità, si allontana da tutto,
sopratutto si allontana dalle cose sacre; abbiamo visto che uno dei motivi
principali per cui gli uomini si fermano sul cammino verso Dio è costituito
proprio dalle cose sacre.
É costituito
sopratutto dall'autorità e dall'autorità religiosa.
Perché ti danno delle
sicurezze, delle false sicurezze, che a un certo punto, appunto perché sono
false sicurezze ti tolgono la volontà di cercare e di conoscere Dio.
La presenza dello Spirito
ci è data dalla ricerca della conoscenza di Dio.
Dove c'è Spirito c'è questo
bisogno di arrivare alla conoscenza della Verità, alla conoscenza di Dio:
"Cercate il mio volto".
"Cercate il mio volto
e vivrete", la Vita sta in questa ricerca.
Invece nell'uomo che cede
all'autorità tende a fossilizzarsi, tende a chiudersi in una regola o in un
istituto, l'uomo tende a fermarsi mentre la vita è essenzialmente fatta di
movimento.
Gesù non è uno che resta
con noi, è uno che cammina.
Se noi non camminiamo con
Lui, noi lo perdiamo di vista.
L'han perso di vista Maria
e Giuseppe, pensiamo un po'! Illusi che Lui fosse con la carovana.
Arriva sempre la sera in
cui noi, sicuri che Lui sia con noi, ci accorgiamo che Lui non c'è, proprio nel
momento in cui abbiamo bisogno di Lui, noi ci accorgiamo che Lui non c'è.
Noi ci troviamo in una
realtà spirituale che è tutta movimento e che essendo movimento, richiede da
parte nostra movimento, non dobbiamo fossilizzarci, pietrificarci e ridurre
tutto a funzioni, a riti, a regole, a routine.
Quando manca lo Spirito
incomincia la routine.
Il tema di oggi è proprio
questo, quel punto di spartiacque che divide la vita dalla routine.
Dove c'è lo Spirito c'è
vita, c'è novità, la Vita è ascensione, ascensione verso una novità infinita,
una novità continua.
Noi dobbiamo stare attenti
che dove comincia la routine, fosse anche routine di riti e di funzioni e di
preghiere, lo Spirito è venuto meno.
Qui Gesù si è
allontanato dalle cose sacre, da Gerusalemme che è la città di Dio e da cui
aveva scacciato i mercanti dal tempio.
Qui si dice che frattanto
si avvicinava la Pasqua.
Quel "frattanto"
abbina l'allontanarsi di Gesù da Gerusalemme con il fatto che si avvicinava la
Pasqua.
Noi dobbiamo cercare che
rapporto c'è tra Gesù che si allontana da Gerusalemme e la Pasqua.
Ogni uomo fa esperienza di
quest'assenza di Cristo, di Gesù nella sua vita.
É Gesù che se ne va.
Gesù non resta con noi.
Gesù va al Padre e soltanto
dal Padre si compie ogni cosa.
In questa esperienza
d'assenza, si avvicinava frattanto la Pasqua.
Cosa vuole dire?
Tutte le cose hanno un
significato e un significato universale, non dobbiamo fermarci a quel tempo.
Mentre in noi si esperimenta
questa assenza di Dio nella nostra vita, si avvicina frattanto la Pasqua.
Sono i tempi del Regno di
Dio e i tempi sono determinati da Dio.
Il tempo è l'eterno che si
significa nella situazione in cui l'uomo si trova.
Cosa significa questo avvicinarsi
della Pasqua mentre Gesù è lontano?
E Pasqua cosa significa?
Pasqua, l'abbiamo detto
molte volte significa passaggio, passaggio da che cosa a che cosa?
Pasqua è passaggio dalle
cose che si vedono alle cose che non si vedono.
Perché?
Perché le cose che si
vedono sono temporanee, sono in movimento, mutano, sono soggette a mutamento,
sopratutto mutamento interiore.
Le cose invisibili invece
sono eterne.
Pasqua significa questo
passaggio.
"Non cercate più le
cose che si vedono ma cercate le cose che non si vedono".
Le cose che non si vedono
sono eterne.
Si avvicinava quindi questo
tempo di passaggio, una migrazione dalle cose che si vedono alle cose che non
si vedono e che sono eterne.
"Si avvicinava"
indipendentemente dall'uomo.
I tempi sono di Dio.
Il che vuole dire che nella
vita di ogni uomo si sta avvicinando questa Pasqua.
Si sta avvicinando questo
tempo in cui bisogna passare e se non si passa?
Ecco, se non si passa si
muore.
Perché lo Spirito non c'è
più.
Abbiamo accennato domenica
scorsa che tre sono i grandi tempi dell'opera di Dio con noi.
- Dio che parla con noi
attraverso i veli.
- Dio che si separa da ciò
che lo vela e quindi è Dio che si allontana, si allontana anche dalle cose
sacre, le cose sacre lo velano
- Dio che si fa conoscere
per mezzo di Dio, solo per mezzo di Dio.
Dio è conoscibile solo per
mezzo di Dio.
Noi siamo stati creati
poter giungere a conoscere Dio, Dio si conosce solo per mezzo di Dio,
quindi tutta l'opera di Dio è quella di condurci qui, a questa sorgente del
divino.
Il Divino nasce soltanto
dal Divino.
Tutto il resto è
preparazione.
Abbiamo il primo tempo in
cui Dio parla a noi attraverso i suoi segni, questa opera incomincia con la
Creazione di Dio.
Dio ci presenta i suoi segni,
per cui in ogni cosa troviamo la presenza di Dio, è Dio Creatore che parla.
Dio significa Se Stesso
attraverso i segni.
La creazione è la prima
grande rivelazione, non è la Bibbia la prima rivelazione di Dio, la creazione è
la prima rivelazione di Dio, il che vuole dire che Dio, attraverso la sua opera
creatrice (la creazione è continua, ogni giorno) si annuncia, parla e
quest'opera creatrice si conclude con Cristo.
Con Cristo che muore in
croce, questo è il tutto compiuto dell'opera di Dio.
Che Dio parli attraverso i
segni non significa che Dio si faccia conoscere attraverso i segni.
Dio si annuncia ma c'è un
abisso tra l'annuncio e la conoscenza.
Dio è Colui che nessuno può
ignorare ma non ignorare Dio non vuole dire giungere a conoscerlo.
C'è un abisso, anche il
demonio non ignora Dio, eppure il demonio è nell'inferno.
Il che vuol dire che c'è un
abisso invalicabile tra il non potere ignorare Dio e il conoscere Dio.
Il conoscere Dio è
salvezza, è pace, è luce, è felicità, è gioia.
Attraverso tutta la Sua
Opera, Dio significa Se Stesso, si annuncia e l'uomo non lo può ignorare ma
questa opera qui è finita.
Tutta la creazione è
finita.
La creazione di Dio è
finita.
Se è finita vuole dire che
conduce verso Altro.
La realtà è in movimento,
la creazione di Dio è in movimento ma un movimento verso dove? Verso che cosa?
Abbiamo il secondo tempo
dell'opera di Dio, Dio che si scolla dai segni, per cui nel segno non c'è più
Dio.
Noi abbiamo questo secondo
grande tempo, Gesù che se ne va: "Non sempre avrete Me". "Ancora
per poco la Luce è con voi", "Fintanto che Io sono nel mondo",
cioè "Fintanto che Io parlo attraverso i segni", fintanto che Lui
parla con la sua presenza fisica tra noi, con il suo corpo ma: "Non sempre
avrete Me".
Perché non sempre?
Addirittura ci fa capire
che se Lui non se ne va, noi non possiamo ricevere lo Spirito di Verità.
Ma cosa è che impedisce a
noi di ricevere lo Spirito di Verità?
L'incarnazione di Cristo,
la presenza di Cristo fra noi, cioè la presenza di Dio tra noi, impedisce a noi
di ricevere la presenza di Dio.
É Parola di Dio: "Se
Io non me ne vado", cosa vuole dire questo andarsene? É questo scollarsi
dai segni, dalle sue opere, cioè scollarsi da quel mondo che noi vediamo e
tocchiamo.
É necessario dice,
"Perché se non me ne vado non può venire in voi lo Spirito di
Verità".
La meta è lo Spirito di
Verità.
Quello ci introduce nella
Vita eterna.
Quello ci
introduce nella conoscenza della Verità, la conoscenza è opera dello Spirito
Santo.
Lo Spirito penetra tutti i
misteri del Regno di Dio e San Paolo dice: "Noi abbiamo ricevuto questo
Spirito, non per conoscere le cose della terra, del mondo ma per conoscere i
misteri di Dio".
Il che vuole dire che la
nostra vita sta nel conoscere i misteri di Dio.
Ed è per questo che abbiamo
ricevuto o riceviamo o siamo destinati a ricevere lo Spirito di Verità, perché
quello è il Maestro nei misteri di Dio.
Cristo ha la funzione di
preparare, di formare in noi la capacità di ricevere lo Spirito di Verità.
Ma questo ci fa capire che la
presenza fisica di Cristo fra noi, il suo corpo e il suo sangue tra noi,
impedisce a noi di ricevere lo Spirito di Verità: "Se Io non me ne vado
non può venire in voi lo Spirito di Verità".
"Ma se me ne vado, ve
lo manderò dal Padre".
Per noi presente è quello
che vediamo e tocchiamo ed esperimentiamo.
Soltanto attraverso questo
passaggio (Pasqua), attraverso questa migrazione dalle cose che si vedono e si
toccano (il corpo di Cristo si vede e si tocca) verso ciò che non si vede,
verso che cosa? Verso il Padre.
"Ve lo manderò dal
Padre"
É dal Padre che viene lo
Spirito Santo.
Non viene da Cristo, viene
dal Padre, Cristo ha la funzione di condurci al Padre per riceverlo dal Padre.
Ecco che abbiamo questi due
grandi tempi dell'opera di Dio tra noi.
Dio che parla a noi
attraverso i segni e che si annuncia, per cui nessuno può ignorarlo, perché
nessuno può ignorare il filo d'erba.
Nessuno può ignorare il
sole, le stella, la natura, la vita, la creazione e la morte, nessuno può
ignorare la morte e nessuno può ignorare che tutto questo mondo non è stato
l'uomo a farlo.
L'universo non l'hanno
fatto gli uomini certamente.
Con tutta la loro scienza
gli uomini non sono capaci a fare un filo d'erba anche perché ci vuole
l'universo per fare un filo d'erba e l'uomo non può fare l'universo.
Noi ci troviamo in un mondo
che certamente non abbiamo fatto noi, quindi è testimonianza di un altro
essere.
Testimonianza, il che vuole
dire che è Dio che parla a noi con i suoi segni, attraverso i suoi segni.
Ma tutto questo parlare di
Dio che s'impone a noi ci mette nella condizione di non potere ignorare
Dio.
Nessun uomo può ignorare
Dio.
Nessuno di noi può ignorare
che si trova in un universo che è opera creatrice di un essere Assoluto che non
vediamo e non tocchiamo.
Non lo vediamo e non lo
tocchiamo semplicemente perché è Assoluto.
Noi l'Assoluto non possiamo
vederlo e toccarlo, perché l'Assoluto è trascendente noi.
L'Assoluto non è relativo a
noi, noi quello che vediamo e tocchiamo lo vediamo e lo tocchiamo perché è
relativo a noi.
Dio non è relativo a noi,
quindi non possiamo né vederlo, né toccarlo.
Questo però non vuole dire
che non esista, perché se noi dicessimo che esiste solo quello che vediamo e
tocchiamo, noi diremmo una grande bestialità oltre al fatto di essere superbi e
orgogliosi.
Quindi abbiamo questo Dio
che si annuncia a noi attraverso le sue opere e i suoi segni.
Poi arriva un certo tempo
(tempo di Dio) in cui Lui si scolla dai segni.
E i segni ci accorgiamo che
diventano vuoti, tombe vuote, è Passato.
Abbiamo addirittura gli
angeli, Parole di Dio che arrivano a noi: "Cessate di cercare Colui che è
vivo tra i morti".
Non possiamo trovarlo fra
le cose morte e ci fa capire che tutta la creazione di Dio diventa una cosa
morta a un certo momento, diventa una tomba vuota, luogo di passaggio,
testimonianza che è passato, non c'è più.
Dio è passato, Dio si
ritira in casa sua, è venuto tra noi ma è passato.
É passato perché?
É passato per aiutare noi a
passare.
É assolutamente necessario
fare questo passaggio.
Fare questa Pasqua,
altrimenti si resta morti, morti perché?
Perché quello che ci dava
vita prima, non può darci più vita dopo.
Prima di Pasqua, tutte le
parole, tutte le opere di Dio ci davano vita, gioia, felicità: c'è un tempo
della nostra vita in cui noi gioiamo di tutto, perché?
Perché è il tempo in cui Dio parla in tutto con noi.
Poi ci accorgiamo invece
che Dio non parla più con noi. Non parla più con noi!
Noi esperimentiamo
l'assenza, è passato!
E noi ad agitarci a cercare
di trovarlo, noi ci agitiamo per cercare di ritrovare Colui che prima parlava
con noi.
No, è un errore, è inutile
girare su noi stessi!
É inutile scavare nelle
nostre colpe per cercare di ritrovare Lui che parli con noi, non parlerà più.
Non lo ritroveremo più nel
modo più assoluto se ci giriamo indietro.
Un segno che Dio ci ha dato
per sapere come comportarsi in questo tempo di passaggio è questo: "Non
voltarti indietro".
Se sei sulla terrazza di
casa, non tornare in casa per cercare di recuperare qualcosa del tuo mondo.
Se sei in campagna a
lavorare, non tornare a casa per prendere qualcosa di tuo, fuggi ai monti.
Ci fa capire che quando ci
accorgiamo che Dio non è con noi, è inutile rovistare dentro noi, dentro la
nostra vita o le nostre colpe, in quel modo lì, certamente noi non lo troviamo,
noi dobbiamo capire il senso, il significato, lo spirito delle opere che Dio fa
con noi e tra le opere che Dio fa con noi c'è anche questa sua assenza.
Anche l'assenza di Dio è
una Parola di Dio per noi.
É Dio che si stacca dai
suoi segni con cui Lui parlava con noi.
Ed è ancora Parola di Dio
per noi.
E se è Parola di Dio, è
Parola di Dio per dirci: "Amico vieni più su".
Noi se vogliamo trovare
Dio, non dobbiamo voltarci indietro, non dobbiamo rovistare nel nostro io per
vedere quello che abbiamo fatto di male, per cui noi riteniamo che Dio non
parli più con noi.
No, dobbiamo guardare e
andare avanti.
Soltanto andando avanti noi
troveremo Dio.
Se non è più qui, dove è
andato?
"Non cercate Colui che
è vivo tra le cose morte".
E il mondo diventa sempre
più una cosa morta.
Perché quello che dà Vita è
lo Spirito, quello che dà Vita è Dio.
Il mondo di per sé non è
vivo.
Noi stessi non siamo vivi
di per sé, noi viviamo in quanto riceviamo lo Spirito di Dio.
Ma se questo Spirito si
scolla, noi moriamo.
Noi facciamo esperienza di
morte.
La morte è assenza di Dio.
E dove dobbiamo cercarlo?
É asceso al cielo, è andato
al Padre.
Dobbiamo cercarlo presso il
Padre, Lui lo ha detto: "Io vado al Padre".
É là che lo possiamo
trovare, quindi è andando avanti che lo possiamo trovare.
Quindi che tu sia in colpa
o non sia in colpa, che tu lo abbia offeso o che tu non lo abbia offeso, non
pensare a te stesso, non girarti indietro, non cercare di recuperare qualche
cosa.
Non cercare di rattoppare
il tuo abito vecchio con una abito nuovo: non si può.
Rovini tutti e due.
Presso Dio c'è una novità
continua.
Anche il distacco di Dio
dai suoi segni, anche il partire di Cristo dal nostro mondo, è novità per noi.
E in quanto è novità,
richiede dedizione di pensiero.
Dove vai Signore, dove sei
andato?
Andare avanti vuole dire
superare le cose visibili e impegnarci nelle cose invisibili, nelle cose di
Dio.
Soltanto in Dio noi
troveremo il Cristo.
Soltanto dal
Padre incontreremo il Cristo, perché Lui è andato lì ed è da lì che Lui ci dà
la possibilità di ricevere lo Spirito Santo.
Notate che
tutto questo, Dio non lo fa mica per Sé, lo fa per noi.
Perché Lui
facendo così forma in noi la capacità di ricevere lo Spirito Santo.
Ho fatto molte
volte l'esempio del bambino che trascina il cavalluccio di legno.
Per noi non c'è
niente da dire, anzi il cavallino è motivo di vita per il bambino, in quel
cavalluccio di legno c'è tutto un sogno, un universo nel bambino, ha un
significato profondo quel cavalluccio per quel bambino ma, mettiamoci un uomo
di 60 anni che trascina il cavalluccio di legno, noi diremmo che quello è
scemo!
Ma io vorrei
trovare qualcuno che mi dicesse che differenza c'è tra un uomo di 60 anni e un
bambino di 4 anni!
E perché c'è
questa differenza, per cui, il cavalluccio di legno trascinato dal vecchio ci
fa dire che quello è un pazzo o uno scemo, mentre non lo diciamo del bambino?
Perché per il
bambino il cavalluccio è significativo.
Per il bambino
di 4 anni, nel cavalluccio c'è Dio.
C'è Dio che
parla.
Nell'uomo
anziano no, nell'uomo anziano c'è ben altro che parla.
Ecco, i tempi
della vita sono questi.
Noi in un primo
tempo trasciniamo un cavallino di legno e per noi c'è Dio che parla in questo
cavallino.
Gesù dice dei
bambini: "I loro pensieri, vedono il volto del Padre", anche nel
cavalluccio di legno, nell'uomo adulto no.
Cos'è questo
spartiacque che a un certo punto divide il bambino dall'uomo adulto?
L'uomo adulto
non può più trascinate il cavalluccio, cosa è che lo divide?
C'è un
altro esempio che ci serve per capire come Dio ci fa maturare.
Un ragazzo che
manda tutti i giorni un mazzo di fiori a una ragazza: quel mazzo di fiori è
carico di significato.
Arriva un certo
momento in cui il ragazzo fa una proposta alla ragazza: vuoi uscire con me?
Vuoi fidanzarti con me? Mi vuoi sposare?
Siamo giunti al
punto cruciale.
Qui siamo al
punto in cui c'è lo spartiacque.
Se la ragazza
dice: "No, sono impegnata con un altro", cosa succede?
Succede che
quel mazzo di fiori diventa rito privo di pensiero, di spirito, perché prima c'era
una speranza, un fine da raggiungere, dopo non c'è più il fine, perché di
fronte alla proposta è crollata la cosa.
Ecco che allora
si entra nel rito, nella routine, nell'abitudine: "Perché mandi questi
fiori?", "Mah per abitudine, perché devo farlo", non c'è più
vita.
Tutte le opere
di Dio è Dio che ci manda dei fiori e tutte le opere che Dio fa, le fa per
farci giungere una proposta.
Ma quando il
tempo diventa una proposta di Dio e la proposta è: "Cerca Me prima di
tutto", se noi veniamo meno crolla tutto per noi, anche se apparentemente
continua come prima.
Continuiamo a
ricevere i doni di Dio ma per noi è crollato tutto il mondo.
É venuta meno
la vita, è venuta meno l'anima, la speranza.
E la nostra vita
diventa rito, diventa funzione, magari preghiera e religiosità ma vuota.
Manca l'anima
ma perché manca l'anima?
Perché L'anima
ci era data dalla proposta.
Tutte le cose
diventano proposta di Dio: "Metti Me prima di tutto".
Perché soltanto
da questo Io di Dio noi possiamo ricevere la conoscenza di Dio.
Sono tre i
grandi tempi dell'opera di Dio con noi.
Prima Dio parla
attraverso i segni ed è come il ragazzo che manda il mazzo di fiori alla
ragazza.
Il secondo
tempo è Dio che si scolla dai segni: la proposta e a questo punto qui i segni
non hanno più anima, non hanno più spirito fino a diventare una tomba vuota.
Il terzo tempo
è Dio che si rivela, che si fa conoscere da Dio.
Solo da Dio, né
da angeli, né da santi, né da istituzioni, soltanto da Dio.
Ecco per cui
Dio solo è il rivelatore di Se Stesso.
Soltanto in
questo fine si spiega il movimento di tutte le cose e i tempi della nostra
vita.
Quindi tutto è
una preparazione per condurre noi a questo isolamento, a questo raccoglimento,
a questo Pensiero di Dio che è Pensiero del Padre, perché il Pensiero di Dio è
il Pensiero del Padre.
"Soltanto
dal Padre ve lo manderò", soltanto dal Padre e ricevere lo Spirito Santo è
lo scopo per il quale Dio ci ha creati ed come il ragazzo che vuole sposare la
ragazza, questo è lo scopo per cui manda i fiori.
E attraverso i
fiori il ragazzo parla.
Attraverso la
creazione Dio significa qualche cosa di Sé e che cosa significa?
Significa lo
scopo al quale vuole farci giungere.
Quindi tutta
l'opera che Dio fa nella nostra vita è per condurci a questa proposta che Dio
ci vuole far giungere.
Colui che ti
crea senza di te, Colui che ti manda i fiori senza di te, Colui che opera tutti
i giorni in te senza di te, non si fa conoscere senza di te.
Allora abbiamo
un primo tempo in cui Dio opera senza di noi ma l'ultimo tempo è quello che Dio
non può operare senza di noi, non può farsi conoscere senza di noi.
Colui che si
annuncia senza di te, non si fa conoscere senza di te.
Tra questi due
tempi, in mezzo c'è la proposta, questo è il punto di spartiacque: la proposta.
Dio facendoci
una proposta ci costringe a una scelta, se noi di fronte a questa scelta qui,
non superiamo tutto, se noi ci voltiamo indietro per cercare di recuperare
qualcosa del nostro abito vecchio, della nostra tradizione, della nostre regole
è finito, le cose non ci diranno più niente.
Non troveremo
più lo spirito, non troveremo più l'anima nelle cose.
Se invece
aderiamo a quel prima di tutto, lì troviamo la rivelazione di Dio.
Noi siamo stati
creati per questo e dobbiamo anche sapere quali sono i tempi del Regno di Dio,
perché soltanto sapendoli....."Quando vedrete queste cose, anche
l'abominio e la desolazione poste là dove non dovrebbero essere, quando vedrete
queste cose sappiate", ecco Dio opera non soltanto per farci arrivare i
suoi doni ma affinché sappiamo.
Ma perché
sapere?
Perché soltanto
sapendo l'anima è preparata: "Il Regno di Dio si avvicina, fate
penitenza", perché penitenza?
Se si avvicina
dovremmo fare festa, no: "Fate penitenza", perché penitenza?
Perché tu non
devi rientrare in casa tua a cercare di recuperare qualche cosa di te.
Perché tu devi
partire, devi lasciare tutto.
Bisogna
preparare un bagaglio da emigrante diceva Ezechiele.
Preparati un
bagaglio di emigrante, la vita è questa migrazione.
Migrazione
dalle opere di Dio, cose sacre comprese, poi in realtà tutto è sacro, tutto è
miracolo, tutto è adorabile, però tutto deve essere superato.
C'è questo
bagaglio di emigrante che deve caratterizzare la vita dell'uomo.
La vita
dell'uomo è un vagone ferroviario dal quale presto dobbiamo scendere e noi
dobbiamo avere questo bagaglio di emigrante.
Quando
incomincerai a vedere che Dio è assente, che non trovi più la presenza di Dio
nelle cose, preparati a partire, sappilo.
Capire vuole
dire partire, vuol dire conoscere i passaggi, le tappe dell'opera di Dio che
Dio fa con ognuno di noi per formare l'anima capace di accoglierlo, altrimenti,
anche se la sua Luce viene, per noi è notte.
Se per coloro
che sanno è giorno e luce, per gli altri è notte, lo stesso spirito può essere
motivo di luce o di tenebra.
Da
quel giono fu presa la decisione di farlo morire. Per questo Gesù si asteneva di andare e
venire in pubblico fra i giudei ma se ne andò nella regione vicino al deserto,
in una città di nome Efraim, dove soggiornò qualche giorno con i suoi
discepoli.Si avvicinava frattanto la Pasqua dei giudei e molti di quella
regione, salirono a Gerusalemme prima di pasqua per purificarsi.
Gv 11 Vs 53 – 55 Riassunti
Riassunti Domenica – Lunedì.
Argomenti: Guardare personalmente
dal punto di vista di Dio – Potenza e atto – Essere con Dio come
Dio è con noi – Le istituzioni e Dio – La persona è la “struttura” fatta per conoscere Dio – La Verità opera
convincendo – Le false sicurezze – Uccidere Dio – La solitudine del deserto – Il tempio abbandonato – Lo Spirito e la
presenza di Cristo -
11/Settembre/1994