HOME

 


Si avvicinava frattanto la Pasqua dei giudei e molti di quella regione, salirono a Gerusalemme prima di pasqua per purificarsi.

Gv 11 Vs 55


Titolo: Il punto di spartiacque che divide la vita dalla routine.


Argomenti: La Vita è movimento. la Pasqua è passaggio. La presenza temporale del Cristo. Lo Spirito di Verità. I tre tempi dell'opera di Dio.


 

4/Settembre/1994 Casa di preghiera Fossano.


Siamo giunti al versetto 55 del capitolo 11 di San Giovanni.

Abbiamo visto che Gesù si era allontanato da Gerusalemme, dove cercavano di farlo morire e allontanarsi da Gerusalemme voleva dire allontanarsi dal sinedrio, dal sommo sacerdote, dall'autorità, allontanarsi dalle istituzioni.

Questo è un segno di quello che abbiamo accennato la volta scorsa che, a un certo momento Gesù se ne va da tutto, anche dalle cose sacre: "É necessario che Io me ne vada", l'aveva detto chiaramente: "É necessario che Io me ne vada".

E questa necessità Lui l'aveva significata nel fatto che era necessario questo suo andare, affinché giungesse lo Spirito Santo.

Qui ci fa capire che, anche Gesù è in funzione dello Spirito Santo.

Gesù non è fine a Se Stesso, Gesù è strada, per condurre noi allo Spirito Santo, lo scopo è lo Spirito Santo che è Spirito della Presenza in noi del Padre e del Figlio.

Soltanto nel Padre noi troveremo Colui che resterà sempre con noi.

"Non sempre avrete Me", è Parola di Dio.

"Ma quando me ne sarò andato e vi avrò mandato dal Padre lo Spirito Santo, questo resterà sempre con voi", quindi quello che resta sempre è lo Spirito Santo, non è Gesù.

Gesù ha la funzione di portarci allo Spirito Santo.

La meta è lo Spirito Santo, la meta è la vita eterna.

É con lo Spirito Santo che noi troviamo la vita eterna.

É per questo che noi ci accorgiamo che a un certo momento c'è tutto questo movimento.

Abbiamo accennato al fatto che addirittura nel Vangelo di San Luca si dice che a un certo momento il Padre si alza e chiude la porta e invano noi busseremo perché Lui dall'interno non apre e dice: "Non vi conosco".

E noi diremo: "Abbiamo mangiato con te, ti abbiamo ascoltato nelle nostre piazze" e Lui: "Non vi conosco".

Queste sono Parole di Dio per noi, per la nostra vita essenziale, per condurci a conoscere la verità, quindi vanno accolte, vanno meditate e vanno capite.

Questo Gesù si allontana dal tempio, dalle istituzioni, dall'autorità, si allontana da tutto, sopratutto si allontana dalle cose sacre; abbiamo visto che uno dei motivi principali per cui gli uomini si fermano sul cammino verso Dio è costituito proprio dalle cose sacre.

É costituito sopratutto dall'autorità e dall'autorità religiosa.

Perché ti danno delle sicurezze, delle false sicurezze, che a un certo punto, appunto perché sono false sicurezze ti tolgono la volontà di cercare e di conoscere Dio.

La presenza dello Spirito ci è data dalla ricerca della conoscenza di Dio.

Dove c'è Spirito c'è questo bisogno di arrivare alla conoscenza della Verità, alla conoscenza di Dio: "Cercate il mio volto".

"Cercate il mio volto e vivrete", la Vita sta in questa ricerca.

Invece nell'uomo che cede all'autorità tende a fossilizzarsi, tende a chiudersi in una regola o in un istituto, l'uomo tende a fermarsi mentre la vita è essenzialmente fatta di movimento.

Gesù non è uno che resta con noi, è uno che cammina.

Se noi non camminiamo con Lui, noi lo perdiamo di vista.

L'han perso di vista Maria e Giuseppe, pensiamo un po'! Illusi che Lui fosse con la carovana.

Arriva sempre la sera in cui noi, sicuri che Lui sia con noi, ci accorgiamo che Lui non c'è, proprio nel momento in cui abbiamo bisogno di Lui, noi ci accorgiamo che Lui non c'è.

Noi ci troviamo in una realtà spirituale che è tutta movimento e che essendo movimento, richiede da parte nostra movimento, non dobbiamo fossilizzarci, pietrificarci e ridurre tutto a funzioni, a riti, a regole, a routine.

Quando manca lo Spirito incomincia la routine.

Il tema di oggi è proprio questo, quel punto di spartiacque che divide la vita dalla routine.

Dove c'è lo Spirito c'è vita, c'è novità, la Vita è ascensione, ascensione verso una novità infinita, una novità continua.

Noi dobbiamo stare attenti che dove comincia la routine, fosse anche routine di riti e di funzioni e di preghiere, lo Spirito è venuto meno.

Qui  Gesù si è allontanato dalle cose sacre, da Gerusalemme che è la città di Dio e da cui aveva scacciato i mercanti dal tempio.

Qui si dice che frattanto si avvicinava la Pasqua.

Quel "frattanto" abbina l'allontanarsi di Gesù da Gerusalemme con il fatto che si avvicinava la Pasqua.

Noi dobbiamo cercare che rapporto c'è tra Gesù che si allontana da Gerusalemme e la Pasqua.

Ogni uomo fa esperienza di quest'assenza di Cristo, di Gesù nella sua vita.

É Gesù che se ne va.

Gesù non resta con noi.

Gesù va al Padre e soltanto dal Padre si compie ogni cosa.

In questa esperienza d'assenza, si avvicinava frattanto la Pasqua.

Cosa vuole dire?

Tutte le cose hanno un significato e un significato universale, non dobbiamo fermarci a quel tempo.

Mentre in noi si esperimenta questa assenza di Dio nella nostra vita, si avvicina frattanto la Pasqua.

Sono i tempi del Regno di Dio e i tempi sono determinati da Dio.

Il tempo è l'eterno che si significa nella situazione in cui l'uomo si trova.

Cosa significa questo avvicinarsi della Pasqua mentre Gesù è lontano?

E Pasqua cosa significa?

Pasqua, l'abbiamo detto molte volte significa passaggio, passaggio da che cosa a che cosa?

Pasqua è passaggio dalle cose che si vedono alle cose che non si vedono.

Perché?

Perché le cose che si vedono sono temporanee, sono in movimento, mutano, sono soggette a mutamento, sopratutto mutamento interiore.

Le cose invisibili invece sono eterne.

Pasqua significa questo passaggio.

"Non cercate più le cose che si vedono ma cercate le cose che non si vedono".

Le cose che non si vedono sono eterne.

Si avvicinava quindi questo tempo di passaggio, una migrazione dalle cose che si vedono alle cose che non si vedono e che sono eterne.

"Si avvicinava" indipendentemente dall'uomo.

I tempi sono di Dio.

Il che vuole dire che nella vita di ogni uomo si sta avvicinando questa Pasqua.

Si sta avvicinando questo tempo in cui bisogna passare e se non si passa?

Ecco, se non si passa si muore.

Perché lo Spirito non c'è più.

Abbiamo accennato domenica scorsa che tre sono i grandi tempi dell'opera di Dio con noi.

- Dio che parla con noi attraverso i veli.

- Dio che si separa da ciò che lo vela e quindi è Dio che si allontana, si allontana anche dalle cose sacre, le cose sacre lo velano

- Dio che si fa conoscere per mezzo di Dio, solo per mezzo di Dio.

Dio è conoscibile solo per mezzo di Dio.

Noi siamo stati creati poter giungere a conoscere Dio, Dio si conosce solo per  mezzo di Dio, quindi tutta l'opera di Dio è quella di condurci qui, a questa sorgente del divino.

Il Divino nasce soltanto dal Divino.

Tutto il resto è preparazione.

Abbiamo il primo tempo in cui Dio parla a noi attraverso i suoi segni, questa opera incomincia con la Creazione di Dio.

Dio ci presenta i suoi segni, per cui in ogni cosa troviamo la presenza di Dio, è Dio Creatore che parla.

Dio significa Se Stesso attraverso i segni.

La creazione è la prima grande rivelazione, non è la Bibbia la prima rivelazione di Dio, la creazione è la prima rivelazione di Dio, il che vuole dire che Dio, attraverso la sua opera creatrice (la creazione è continua, ogni giorno) si annuncia, parla e quest'opera creatrice si conclude con Cristo.

Con Cristo che muore in croce, questo è il tutto compiuto dell'opera di Dio.

Che Dio parli attraverso i segni non significa che Dio si faccia conoscere attraverso i segni.

Dio si annuncia ma c'è un abisso tra l'annuncio e la conoscenza.

Dio è Colui che nessuno può ignorare ma non ignorare Dio non vuole dire giungere a conoscerlo.

C'è un abisso, anche il demonio non ignora Dio, eppure il demonio è nell'inferno.

Il che vuol dire che c'è un abisso invalicabile tra il non potere ignorare Dio e il conoscere Dio.

Il conoscere Dio è salvezza, è pace, è luce, è felicità, è gioia.

Attraverso tutta la Sua Opera, Dio significa Se Stesso, si annuncia e l'uomo non lo può ignorare ma questa opera qui è finita.

Tutta la creazione è finita.

La creazione di Dio è finita.

Se è finita vuole dire che conduce verso Altro.

La realtà è in movimento, la creazione di Dio è in movimento ma un movimento verso dove? Verso che cosa?

Abbiamo il secondo tempo dell'opera di Dio, Dio che si scolla dai segni, per cui nel segno non c'è più Dio.

Noi abbiamo questo secondo grande tempo, Gesù che se ne va: "Non sempre avrete Me". "Ancora per poco la Luce è con voi", "Fintanto che Io sono nel mondo", cioè "Fintanto che Io parlo attraverso i segni", fintanto che Lui parla con la sua presenza fisica tra noi, con il suo corpo ma: "Non sempre avrete Me".

Perché non sempre?

Addirittura ci fa capire che se Lui non se ne va, noi non possiamo ricevere lo Spirito di Verità.

Ma cosa è che impedisce a noi di ricevere lo Spirito di Verità?

L'incarnazione di Cristo, la presenza di Cristo fra noi, cioè la presenza di Dio tra noi, impedisce a noi di ricevere la presenza di Dio.

É Parola di Dio: "Se Io non me ne vado", cosa vuole dire questo andarsene? É questo scollarsi dai segni, dalle sue opere, cioè scollarsi da quel mondo che noi vediamo e tocchiamo.

É necessario dice, "Perché se non me ne vado non può venire in voi lo Spirito di Verità".

La meta è lo Spirito di Verità.

Quello ci introduce nella Vita eterna.

Quello ci introduce nella conoscenza della Verità, la conoscenza è opera dello Spirito Santo.

Lo Spirito penetra tutti i misteri del Regno di Dio e San Paolo dice: "Noi abbiamo ricevuto questo Spirito, non per conoscere le cose della terra, del mondo ma per conoscere i misteri di Dio".

Il che vuole dire che la nostra vita sta nel conoscere i misteri di Dio.

Ed è per questo che abbiamo ricevuto o riceviamo o siamo destinati a ricevere lo Spirito di Verità, perché quello è il Maestro nei misteri di Dio.

Cristo ha la funzione di preparare, di formare in noi la capacità di ricevere lo Spirito di Verità.

Ma questo ci fa capire che la presenza fisica di Cristo fra noi, il suo corpo e il suo sangue tra noi, impedisce a noi di ricevere lo Spirito di Verità: "Se Io non me ne vado non può venire in voi lo Spirito di Verità".

"Ma se me ne vado, ve lo manderò dal Padre".

Per noi presente è quello che vediamo e tocchiamo ed esperimentiamo.

Soltanto attraverso questo passaggio (Pasqua), attraverso questa migrazione dalle cose che si vedono e si toccano (il corpo di Cristo si vede e si tocca) verso ciò che non si vede, verso che cosa? Verso il Padre.

"Ve lo manderò dal Padre"

É dal Padre che viene lo Spirito Santo.

Non viene da Cristo, viene dal Padre, Cristo ha la funzione di condurci al Padre per riceverlo dal Padre.

Ecco che abbiamo questi due grandi tempi dell'opera di Dio tra noi.

Dio che parla a noi attraverso i segni e che si annuncia, per cui nessuno può ignorarlo, perché nessuno può ignorare il filo d'erba.

Nessuno può ignorare il sole, le stella, la natura, la vita, la creazione e la morte, nessuno può ignorare la morte e nessuno può ignorare che tutto questo mondo non è stato l'uomo a farlo.

L'universo non l'hanno fatto gli uomini certamente.

Con tutta la loro scienza gli uomini non sono capaci a fare un filo d'erba anche perché ci vuole l'universo per fare un filo d'erba e l'uomo non può fare l'universo.

Noi ci troviamo in un mondo che certamente non abbiamo fatto noi, quindi è testimonianza di un altro essere.

Testimonianza, il che vuole dire che è Dio che parla a noi con i suoi segni, attraverso i suoi segni.

Ma tutto questo parlare di Dio che s'impone a noi  ci mette nella condizione di non potere ignorare Dio.

Nessun uomo può ignorare Dio.

Nessuno di noi può ignorare che si trova in un universo che è opera creatrice di un essere Assoluto che non vediamo e non tocchiamo.

Non lo vediamo e non lo tocchiamo semplicemente perché è Assoluto.

Noi l'Assoluto non possiamo vederlo e toccarlo, perché l'Assoluto è trascendente noi.

L'Assoluto non è relativo a noi, noi quello che vediamo e tocchiamo lo vediamo e lo tocchiamo perché è relativo a noi.

Dio non è relativo a noi, quindi non possiamo né vederlo, né toccarlo.

Questo però non vuole dire che non esista, perché se noi dicessimo che esiste solo quello che vediamo e tocchiamo, noi diremmo una grande bestialità oltre al fatto di essere superbi e orgogliosi.

Quindi abbiamo questo Dio che si annuncia a noi attraverso le sue opere e i suoi segni.

Poi arriva un certo tempo (tempo di Dio) in cui Lui si scolla dai segni.

E i segni ci accorgiamo che diventano vuoti, tombe vuote, è Passato.

Abbiamo addirittura gli angeli, Parole di Dio che arrivano a noi: "Cessate di cercare Colui che è vivo tra i morti".

Non possiamo trovarlo fra le cose morte e ci fa capire che tutta la creazione di Dio diventa una cosa morta a un certo momento, diventa una tomba vuota, luogo di passaggio, testimonianza che è passato, non c'è più.

Dio è passato, Dio si ritira in casa sua, è venuto tra noi ma è passato.

É passato perché?

É passato per aiutare noi a passare.

É assolutamente necessario fare questo passaggio.

Fare questa Pasqua, altrimenti si resta morti, morti perché?

Perché quello che ci dava vita prima, non può darci più vita dopo.

Prima di Pasqua, tutte le parole, tutte le opere di Dio ci davano vita, gioia, felicità: c'è un tempo della nostra vita in cui noi gioiamo di tutto, perché?
Perché è il tempo in cui Dio parla in tutto con noi.

Poi ci accorgiamo invece che Dio non parla più con noi. Non parla più con noi!

Noi esperimentiamo l'assenza, è passato!

E noi ad agitarci a cercare di trovarlo, noi ci agitiamo per cercare di ritrovare Colui che prima parlava con noi.

No, è un errore, è inutile girare su noi stessi!

É inutile scavare nelle nostre colpe per cercare di ritrovare Lui che parli con noi, non parlerà più.

Non lo ritroveremo più nel modo più assoluto se ci giriamo indietro.

Un segno che Dio ci ha dato per sapere come comportarsi in questo tempo di passaggio è questo: "Non voltarti indietro".

Se sei sulla terrazza di casa, non tornare in casa per cercare di recuperare qualcosa del tuo mondo.

Se sei in campagna a lavorare, non tornare a casa per prendere qualcosa di tuo, fuggi ai monti.

Ci fa capire che quando ci accorgiamo che Dio non è con noi, è inutile rovistare dentro noi, dentro la nostra vita o le nostre colpe, in quel modo lì, certamente noi non lo troviamo, noi dobbiamo capire il senso, il significato, lo spirito delle opere che Dio fa con noi e tra le opere che Dio fa con noi c'è anche questa sua assenza.

Anche l'assenza di Dio è una Parola di Dio per noi.

É Dio che si stacca dai suoi segni con cui Lui parlava con noi.

Ed è ancora Parola di Dio per noi.

E se è Parola di Dio, è Parola di Dio per dirci: "Amico vieni più su".

Noi se vogliamo trovare Dio, non dobbiamo voltarci indietro, non dobbiamo rovistare nel nostro io per vedere quello che abbiamo fatto di male, per cui noi riteniamo che Dio non parli più con noi.

No, dobbiamo guardare e andare avanti.

Soltanto andando avanti noi troveremo Dio.

Se non è più qui, dove è andato?

"Non cercate Colui che è vivo tra le cose morte".

E il mondo diventa sempre più una cosa morta.

Perché quello che dà Vita è lo Spirito, quello che dà Vita è Dio.

Il mondo di per sé non è vivo.

Noi stessi non siamo vivi di per sé, noi viviamo in quanto riceviamo lo Spirito di Dio.

Ma se questo Spirito si scolla, noi moriamo.

Noi facciamo esperienza di morte.

La morte è assenza di Dio.

E dove dobbiamo cercarlo?

É asceso al cielo, è andato al Padre.

Dobbiamo cercarlo presso il Padre, Lui lo ha detto: "Io vado al Padre".

É là che lo possiamo trovare, quindi è andando avanti che lo possiamo trovare.

Quindi che tu sia in colpa o non sia in colpa, che tu lo abbia offeso o che tu non lo abbia offeso, non pensare a te stesso, non girarti indietro, non cercare di recuperare qualche cosa.

Non cercare di rattoppare il tuo abito vecchio con una abito nuovo: non si può.

Rovini tutti e due.

Presso Dio c'è una novità continua.

Anche il distacco di Dio dai suoi segni, anche il partire di Cristo dal nostro mondo, è novità per noi.

E in quanto è novità, richiede dedizione di pensiero.

Dove vai Signore, dove sei andato?

Andare avanti vuole dire superare le cose visibili e impegnarci nelle cose invisibili, nelle cose di Dio.

Soltanto in Dio noi troveremo il Cristo.

Soltanto dal Padre incontreremo il Cristo, perché Lui è andato lì ed è da lì che Lui ci dà la possibilità di ricevere lo Spirito Santo.

Notate che tutto questo, Dio non lo fa mica per Sé, lo fa per noi.

Perché Lui facendo così forma in noi la capacità di ricevere lo Spirito Santo.

Ho fatto molte volte l'esempio del bambino che trascina il cavalluccio di legno.

Per noi non c'è niente da dire, anzi il cavallino è motivo di vita per il bambino, in quel cavalluccio di legno c'è tutto un sogno, un universo nel bambino, ha un significato profondo quel cavalluccio per quel bambino ma, mettiamoci un uomo di 60 anni che trascina il cavalluccio di legno, noi diremmo che quello è scemo!

Ma io vorrei trovare qualcuno che mi dicesse che differenza c'è tra un uomo di 60 anni e un bambino di 4 anni!

E perché c'è questa differenza, per cui, il cavalluccio di legno trascinato dal vecchio ci fa dire che quello è un pazzo o uno scemo, mentre non lo diciamo del bambino?

Perché per il bambino il cavalluccio è significativo.

Per il bambino di 4 anni, nel cavalluccio c'è Dio.

C'è Dio che parla.

Nell'uomo anziano no, nell'uomo anziano c'è ben altro che parla.

Ecco, i tempi della vita sono questi.

Noi in un primo tempo trasciniamo un cavallino di legno e per noi c'è Dio che parla in questo cavallino.

Gesù dice dei bambini: "I loro pensieri, vedono il volto del Padre", anche nel cavalluccio di legno, nell'uomo adulto no.

Cos'è questo spartiacque che a un certo punto divide il bambino dall'uomo adulto?

L'uomo adulto non può più trascinate il cavalluccio, cosa è che lo divide?

C'è un altro  esempio che ci serve per capire come Dio ci fa maturare.

Un ragazzo che manda tutti i giorni un mazzo di fiori a una ragazza: quel mazzo di fiori è carico di significato.

Arriva un certo momento in cui il ragazzo fa una proposta alla ragazza: vuoi uscire con me? Vuoi fidanzarti con me? Mi vuoi sposare?

Siamo giunti al punto cruciale.

Qui siamo al punto in cui c'è lo spartiacque.

Se la ragazza dice: "No, sono impegnata con un altro", cosa succede?

Succede che quel mazzo di fiori diventa rito privo di pensiero, di spirito, perché prima c'era una speranza, un fine da raggiungere, dopo non c'è più il fine, perché di fronte alla proposta è crollata la cosa.

Ecco che allora si entra nel rito, nella routine, nell'abitudine: "Perché mandi questi fiori?", "Mah per abitudine, perché devo farlo", non c'è più vita.

Tutte le opere di Dio è Dio che ci manda dei fiori e tutte le opere che Dio fa, le fa per farci giungere una proposta.

Ma quando il tempo diventa una proposta di Dio e la proposta è: "Cerca Me prima di tutto", se noi veniamo meno crolla tutto per noi, anche se apparentemente continua come prima.

Continuiamo a ricevere i doni di Dio ma per noi è crollato tutto il  mondo.

É venuta meno la vita, è venuta meno l'anima, la speranza.

E la nostra vita diventa rito, diventa funzione, magari preghiera e religiosità ma vuota.

Manca l'anima ma perché manca  l'anima?

Perché L'anima ci era data dalla proposta.

Tutte le cose diventano proposta di Dio: "Metti Me prima di tutto".

Perché soltanto da questo Io di Dio noi possiamo ricevere la conoscenza di Dio.

Sono tre i grandi tempi dell'opera di Dio con noi.

Prima Dio parla attraverso i segni ed è come il ragazzo che manda il mazzo di fiori alla ragazza.

Il secondo tempo è Dio che si scolla dai segni: la proposta e a questo punto qui i segni non hanno più anima, non hanno più spirito fino a diventare una tomba vuota.

Il terzo tempo è Dio che si rivela, che si fa conoscere da Dio.

Solo da Dio, né da angeli, né da santi, né da istituzioni, soltanto da Dio.

Ecco per cui Dio solo è il rivelatore di Se Stesso.

Soltanto in questo fine si spiega il movimento di tutte le cose e i tempi della nostra vita.

Quindi tutto è una preparazione per condurre noi a questo isolamento, a questo raccoglimento, a questo Pensiero di Dio che è Pensiero del Padre, perché il Pensiero di Dio è il Pensiero del Padre.

"Soltanto dal Padre ve lo manderò", soltanto dal Padre e ricevere lo Spirito Santo è lo scopo per il quale Dio ci ha creati ed come il ragazzo che vuole sposare la ragazza, questo è lo scopo per cui manda i fiori.

E attraverso i fiori il ragazzo parla.

Attraverso la creazione Dio significa qualche cosa di Sé e che cosa significa?

Significa lo scopo al quale vuole farci giungere.

Quindi  tutta l'opera che Dio fa nella nostra vita è per condurci a questa proposta che Dio ci vuole far giungere.

Colui che ti crea senza di te, Colui che ti manda i fiori senza di te, Colui che opera tutti i giorni in te senza di te, non si fa conoscere senza di te.

Allora abbiamo un primo tempo in cui Dio opera senza di noi ma l'ultimo tempo è quello che Dio non può operare senza di noi, non può farsi conoscere senza di noi.

Colui che si annuncia senza di te, non si fa conoscere senza di te.

Tra questi due tempi, in mezzo c'è la proposta, questo è il punto di spartiacque: la proposta.

Dio facendoci una proposta ci costringe a una scelta, se noi di fronte a questa scelta qui, non superiamo tutto, se noi ci voltiamo indietro per cercare di recuperare qualcosa del nostro abito vecchio, della nostra tradizione, della nostre regole è finito, le cose non ci diranno più niente.

Non troveremo più lo spirito, non troveremo più l'anima nelle cose.

Se invece aderiamo a quel prima di tutto, lì troviamo la rivelazione di Dio.

Noi siamo stati creati per questo e dobbiamo anche sapere quali sono i tempi del Regno di Dio, perché soltanto sapendoli....."Quando vedrete queste cose, anche l'abominio e la desolazione poste là dove non dovrebbero essere, quando vedrete queste cose sappiate", ecco Dio opera non soltanto per farci arrivare i suoi doni ma affinché sappiamo.

Ma perché sapere?

Perché soltanto sapendo l'anima è preparata: "Il Regno di Dio si avvicina, fate penitenza", perché penitenza?

Se si avvicina dovremmo fare festa, no: "Fate penitenza", perché penitenza?

Perché tu non devi rientrare in casa tua a cercare di recuperare qualche cosa di te.

Perché tu devi partire, devi lasciare tutto.

Bisogna preparare un bagaglio da emigrante diceva Ezechiele.

Preparati un bagaglio di emigrante, la vita è questa migrazione.

Migrazione dalle opere di Dio, cose sacre comprese, poi in realtà tutto è sacro, tutto è miracolo, tutto è adorabile, però tutto deve essere superato.

C'è questo bagaglio di emigrante che deve caratterizzare la vita dell'uomo.

La vita dell'uomo è un vagone ferroviario dal quale presto dobbiamo scendere e noi dobbiamo avere questo bagaglio di emigrante.

Quando incomincerai a vedere che Dio è assente, che non trovi più la presenza di Dio nelle cose, preparati a partire, sappilo.

Capire vuole dire partire, vuol dire conoscere i passaggi, le tappe dell'opera di Dio che Dio fa con ognuno di noi per formare l'anima capace di accoglierlo, altrimenti, anche se la sua Luce viene, per noi è notte.

Se per coloro che sanno è giorno e luce, per gli altri è notte, lo stesso spirito può essere motivo di luce o di tenebra.



Da quel giono fu presa la decisione di farlo morire. Per questo Gesù si asteneva di andare e venire in pubblico fra i giudei ma se ne andò nella regione vicino al deserto, in una città di nome Efraim, dove soggiornò qualche giorno con i suoi discepoli.Si avvicinava frattanto la Pasqua dei giudei e molti di quella regione, salirono a Gerusalemme prima di pasqua per purificarsi.

Gv 11 Vs 53 – 55 Riassunti


Riassunti Domenica – Lunedì.


Argomenti: Guardare personalmente dal punto di vista di Dio – Potenza e atto – Essere con Dio come Dio è con noi – Le istituzioni e Dio – La persona è la “struttura” fatta per conoscere Dio – La Verità opera convincendo – Le false sicurezze – Uccidere Dio – La solitudine del deserto – Il tempio abbandonato – Lo Spirito e la presenza di Cristo -


 

11/Settembre/1994