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"Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l'ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato".   Gv 11 Vs 42


Titolo: Condizione per trovare la nostra resurrezione.


Argomenti: Il ringraziamento.  L'opera del verbo incarnato.  Esaudire vuol dire compiere.   Parola di Cristo e credere degli uomini. A Dio si giunge solo attraverso la parola. Togliere la pietra. Ringraziamento e credere. Le parole di Cristo.Dio è singolarità assoluta. Comunicazione di Dio e principio.


 

1/maggio/1994 Casa di preghiera Fossano


Noi abbiamo già visto perchè Gesù ringrazia il Padre.

E in cosa il Padre lo aveva esaudito.

Gesù aveva detto agli uomini: "Togliete la pietra".

La pietra è stata tolta dal sepolcro.

Gesù non ringrazia gli uomini ma il Padre.

Perchè Lui il Figlio di Dio e vede in tutto l'opera del Padre.

Anche attraverso gli uomini.

Non sono gli uomini che fanno, è il Padre che fa.

Per questo ringrazia il Padre.

Insegna a noi come si vive da figli di Dio.

Nello stesso tempo ci fa anche capire perchè si formano in noi le distanze da Dio.

Si creano distanze perchè noi anziché riconoscere l'opera di Dio, del Padre, in ogni cosa, noi riconosciamo l'opera degli uomini, l'opera della natura, del caso, della legge eccetera...

Creiamo così una frattura fra le nostre ragioni, la nostra mentalità, i nostri pensieri e la realtà di Dio e del suo regno.

Se noi attribuiamo ad altri la ragione delle cose, anziché a Dio, noi perdiamo la consapevolezza del Regno di Dio.

Con tutte le conseguenze.

Noi diventiamo figli delle nostre opere, dei nostri giudizi sbagliati.

E sono questi che ci conducono alla morte.

La morte è separazione dal principio.

Un fiume staccato dalla sorgente si condanna all'esaurimento e quindi alla morte.

È la sorgente, il principio che alimenta.

Tutto è segno per noi.

Noi siamo vivi nella misura in cui restiamo uniti alla sorgente al principio.

Nel principio c'è la vita.

Noi non siamo vivi di per sé.

Dio è il vivente.

Noi viviamo per partecipazione.

E si partecipa in quanto si conosce.

Si conosce e si riconosce quindi in tutte le cose Dio.

Si riprende sempre il contatto con Dio.

Si accolgono le cose da Dio, si riferiscono a Dio, si riportano a Dio per intenderle da Dio.

È questa l'essenza del ringraziamento che non sta nel dire grazie.

L'essenza sta nel conoscere, comprendere chi è l'autore delle cose che avvengono.

Dio essendo il Creatore anche adesso, ci chiede di riconoscere questa presenza continua di Dio in tutte le cose.

Riconoscendo quest’opera, ci impegna a capire il significato dell'opera che Dio sta facendo con noi.

Il significato dei fatti, degli avvenimenti, delle cose che Dio ci fa incontrare.

Ed è tutto carico di significato.

Di significato per la nostra vita essenziale.

In ogni parola dobbiamo sostare per cercare il significato, la lezione di Dio.

Quindi il significato personale per la nostra vita.

Dio sta parlando per portarci nella vita eterna.

Se Dio tacesse noi precipiteremmo nel nulla.

Perchè veniamo da polvere e polvere ritorniamo.

Ma se Dio parla noi, non ritorniamo più polvere.

Se Dio parla e noi ascoltiamo e cerchiamo di capire il significato delle cose che Lui ci dice, noi entriamo nella vita eterna.

La vita eterna non è polvere.

La vita eterna è presenza.

È regno dello Spirito che è presenza del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Questa è l'eternità.

Dio ci ha creati per la vita eterna.

Non per una vita che finisce in un cimitero.

Però è Lui che avendo iniziato l'opera, la porta a compimento.

Se noi invece ci separiamo da Lui in quanto non riportiamo a Lui le cose, noi esperimentiamo il nulla e la morte che noi siamo.

E questa esperienza di morte, di niente è ancora una Parola di Dio per dirci che senza di Lui noi non facciamo niente.

Dio da parte sua tutto opera per salvarci.

Per farci capire dove sta il luogo.

Il luogo della nostra vita.

La nostra vita sta in questo riportare tutto a Dio.

In questo riconoscere in tutto l'opera di Dio.

Dopo aver ringraziato il Padre di averlo esaudito, aggiunge: "Per Me ben lo sapevo che Tu mi esaudisci sempre ma l'ho detto per la gente".

Ecco l'opera del Verbo incarnato.

Tutto quello che Gesù dice e fa è per la gente.

Non è per Sé, è per la gente.

È tutto un parlare di Dio per gli uomini.

Perchè gli uomini abbiano la vita.

Gesù non è venuto per giudicare gli uomini ma è venuto per dare la vita agli uomini.

E la vita sta nella conoscenza.

Gesù è venuto a dare la conoscenza agli uomini.

La conoscenza della verità, la conoscenza di Dio.

Nella conoscenza di Dio c'è la Vita e la Vita eterna.

Nell'ignoranza di Dio invece c'è la morte, la morte eterna.

La morte è confusione, dispersione, distacco da Dio, incapacità di conoscere Dio.

Questo perchè noi siamo creati nella consapevolezza.

E nella consapevolezza noi diventiamo figli delle nostre stesse opere, parole pensieri.

Il nostro pensiero può diventare una tortura, un inferno.

Non dobbiamo mai fermarci né alle parole che diciamo, né ai fatti che facciamo, né ai nostri pensieri.

Dobbiamo sempre trascendere ogni cosa, cercare sempre cosa Dio ci vuol dire attraverso questi pensieri, queste parole, questi fatti che ci presenta che ci fa fare.

Nulla accade che non sia voluto da Dio.

Dio regna in tutto.

Dentro e fuori di noi.

Dio regna nei nostri pensieri e anche fuori di noi.

Quindi ogni cosa va raccolta con umiltà sapendo che è opera di Dio, senza criticare, condannare, giudicare, senza spaventarci.

Perchè tutto è opera di Dio e tutto ciò che fa, lo fa in una sua intenzione.

Un'intenzione di amore e di salvezza.

Lui non è il giudice severo che ha fatto della nostra vita un tribunale.

Dio opera ogni cosa per salvarci.

Per condurci a trovare la verità e quindi la vita.

Quindi con questa fiducia verso Dio, noi dobbiamo stare attenti a non rifiutare nulla perchè rifiuteremmo la nostra vita.

Ogni cosa è un'occasione per farci fare un tratto di strada nella conoscenza di Lui.

Quindi Lui dice: "Io so che Tu mi esaudisci sempre", ma questo è il Figlio di Dio che lo dice, noi facciamo ben altre esperienze.

Noi chiediamo e non otteniamo.

Preghiamo e ci accorgiamo che Dio non risponde alle nostre preghiere.

Ci accorgiamo che Dio è assente da noi.

Non ci esaudisce.

Quante volte facciamo esperienza...

Invece il Figlio di Dio è sempre esaudito perchè contempla tutto nel Padre.

Non c'è nulla dell'opera del Padre Creatore che non giunga a compimento nel Figlio.

E in quanto noi non siamo figli o non siamo ancora figli che le cose restano incompiute.

Il nostro essere non figli vuol dire fare esperienza di non esaudimento.

Esaudire vuol dire compire.

Noi non giungiamo al compimento.

Quante nozioni, quanti pensieri in noi restano incompiuti.

A metà strada.

Non possiamo sconfessarli però non possiamo dimostrarli.

Non possiamo trovare pace.

Abbiamo dei pensieri incompiuti.

Abbozzati.

Ci sembrano veri, però non riusciamo mai a portarli nel compimento.

E quindi non riusciamo mai a trovare la pace.

E questo vuol dire non essere esauditi.

Essere esauditi vuol dire essere portati nella luce di Dio.

In cui tutto trova la sua pace.

Perchè tutto trova la sua giustificazione.

È nella giustificazione che si trova la nostra pace.

Il Figlio dice: "Io so che Tu mi esaudisci sempre".

Questo vuol dire che nel Figlio ogni pensiero, ogni fatto, ogni opera del Padre vede il suo compimento.

E quindi c'è la pace.

In noi invece c'è questa incompiutezza.

Cristo viene per portare noi a quel compimento, in cui Lui si trova.

Quindi portare a noi la sua pace.

"Ma l'ho detto per la gente".

Che cosa ha detto?

Lui aveva ringraziato il Padre.

Gesù non ha bisogno di dire grazie.

Il Figlio è il grazie.

Dice: "L'ho detto per la gente".

Quindi questo ringraziamento (pensiero e non parole), l'ha detto per la gente.

Per coloro che gli stavano attorno.

"Affinché credano che Tu mi hai mandato".

Qui il problema si amplia.

Che rapporto ci può essere con il ringraziamento che Gesù fa al Padre?

La Verità richiede approfondimento, si trova in profondità.

Qui Gesù afferma un rapporto tra il suo ringraziamento e il credere degli uomini.

Il credere che il Padre lo abbia mandato.

E dice quell'"affinché".

Noi dobbiamo giungere a capire questo rapporto.

Lui vuole che noi arriviamo a capire questo rapporto.

Se amiamo la Verità, Lui afferma una Verità.

Ci fa capire che il credere degli uomini è relativo a ciò che Lui dice.

Se Lui non parla, gli uomini non possono credere.

Non è detto che gli uomini credano.

Però Lui parlando comunica agli uomini la possibilità di credere.

In cosa consiste questa possibilità di credere.

E come il credere nella nostra fede derivi soltanto dal Figlio di Dio?

Il quale Figlio contempla tutto nel Padre.

È contemplare nel Padre che dà a noi la possibilità di credere.

Altrimenti noi non possiamo credere, noi ci troviamo in una realtà diversa che esperimentiamo tutti i giorni.

Quello che noi vediamo e tocchiamo tutti i giorni non è Dio.

Non è la presenza di Dio.

La realtà è ben altro.

A Dio si giunge solo attraverso la parola.

Perchè è la parola che fa da ponte tra la realtà in cui noi ci troviamo (sensibile) e la Realtà di Dio.

La realtà sensibile non è nient'altro che i segni di Dio.

Segni che possono farci correre il rischio di perdere Dio.

I segni di Dio sono segni, non sono realtà.

Ci annunciano Dio ma non ce lo danno.

Dio solo è il rivelatore di Sé.

Dio è infinito, i segni invece sono finiti.

Quindi tutto il mondo che noi vediamo e tocchiamo è finito e dal finito non si può passare all'infinito.

Il finito ci annuncia l'infinito, non ce lo fa conoscere.

Ci fa correre  il rischio di non giungere mai a trovare quest'infinito.

Perchè noi vivendo dietro le cose finite, le creature, i fatti, perdiamo di vista l'infinito.

Quanta nostra vita sprechiamo dietro agli avvenimenti?

Quanti pensieri, quante parole noi sprechiamo dietro agli avvenimenti?

A ripetere e a narrare quello che è avvenuto.

Quello che gli uomini hanno fatto... quello che si è detto... ed è tutto uno spreco di vita.

Noi dobbiamo "sprecare" la vita dietro Dio, non dietro agli avvenimenti.

Gli avvenimenti devono servirci a sprecare la nostra vita dietro Dio.

Perchè gli avvenimenti sono uno stimolo come queste parole qui.

"Io l'ho detto per la gente affinché credano" sono uno stimolo che ci sollecita a conoscere Dio.

Che è la condizione per arrivare alla Gloria di Dio che è la nostra resurrezione.

Ma di per sé gli avvenimenti, come queste parole, ci confondono.

Perchè qui Gesù stabilisce un rapporto che noi non vediamo.

Non c'è un rapporto di luce fra queste parole.

La Luce viene solo dal Padre.

Quindi anche tutte le parole del Figlio, Gesù, vanno sempre meditate alla presenza del Padre.

Con il Padre.

Questa è la condizione per trovare la vera vita, quindi risorgere.

Il tema di oggi è: Condizione per trovare la nostra resurrezione.

Per giungere alla resurrezione.

Difatti Lazzaro subito dopo viene risorto.

Però prima Gesù ci ha fatto capire perchè.

Lazzaro non è risorto per un atto magico.

Noi non potremmo giustificarlo in Dio.

Però Gesù ci presenta tutta una preparazione per giungere alla resurrezione.

La resurrezione di Lazzaro non è un atto magico.

La resurrezione dell'uomo non è un atto magico.

Con Dio non c'è magia.

La magia di Dio è nella creazione.

Di tutta la creazione noi non capiamo niente.

Vediamo e tocchiamo ma non sappiamo come vediamo e tocchiamo.

Non capiamo niente della nostra vita.

Siamo tutti in un mondo misterioso.

Un mondo magico per noi.

Di cui non capiamo nulla.

Poiché la luce è solo nel Padre.

Il principio di ogni Luce è solo in Dio.

È soltanto da Dio che noi capiamo.

Incominciamo a capire.

E se vogliamo trovare il Regno di Dio dobbiamo trovare la Luce completa.

Giovanni il Battista dice chiaramente che Dio è Luce.

E presso Dio non ci sono le tenebre.

Il che vuol dire che se noi non arriviamo a questa Luce noi non possiamo restare presso Dio.

Per restare presso Dio bisogna restare nella Luce, nella sua Luce.

Se noi siamo nelle tenebre, non possiamo essere con Dio.

Si resta con Dio soltanto in quanto s’intende.

Si partecipa in Dio in quanto si conoscono le cose di Dio.

Tutte le parole che Dio ci fa arrivare sono sollecitazioni.

Quindi non sono luce di per sé.

Ma sono sollecitazioni a cercare la Luce.

Ad approfondire.

È per questo che tutto va trasformato in preghiera.

Pregare vuol dire cercare la luce presso Dio.

Vuol dire elevare la mente a Dio.

Vuol dire guardare le cose da Dio.

Per entrare nel Regno di Dio.

"Nessuno può vedere il Regno di Dio se non rinasce dall'alto”.

Si nasce sulla terra per un'opera magica di un'Altro.

Magica perchè non ci capiamo niente.

Però su questa terra noi parliamo delle cose della terra.

Finché non ci lanciamo a una nascita nuova da Dio, noi parliamo delle cose della terra.

"Chi è della terra parla di cose della terra".

È soltanto chi è da Dio che parla di cose di Dio.

E noi siamo stati creati per fare questo passaggio che è la Pasqua.

Il passaggio dalle cose della terra alle cose del cielo.

Dalle cose visibili alle cose invisibili.

È questa la condizione per risorgere.

E soltanto in quanto facciamo questo passaggio e incominciamo a vedere le cose dal punto di vista di Dio, noi iniziamo a entrare nella luce.

Si nasce per opera magica, si vive sulla nostra terra e noi non sappiamo come, ma non si rinasce da Dio se non con la consapevolezza nostra.

"Chi ti crea senza di te non ti salva senza di te".

Chi ti crea nella notte senza di te, non ti conduce alla luce senza di te.

Il che vuol dire che si entra nel Regno di Dio con questa dedizione nostra.

Con questo impegno, questo sforzo da parte nostra.

Questo sforzo a vedere le cose dal punto di vista di Dio.

Solo chi nasce dall'alto può vedere la luce.

È Parola di Dio.

Prima aveva invitato gli uomini per giungere alla resurrezione a togliere la pietra.

Le pietre sono le ragioni che noi opponiamo alla Parola di Dio.

La prima cosa che fa Gesù è invitarci a togliere queste ragioni, queste giustificazioni con cui noi scusiamo il nostro disimpegno da Dio.

Noi abbiamo i nostri doveri terreni: i buoi, i campi, la moglie che premono su di noi.

Che ci portano via tutto il tempo, la disponibilità per occuparci di Dio.

Per fare questo passaggio a vedere le cose dal punto di vista di Dio.

La cosa essenziale che fa per condurci a questo giorno di resurrezione è invitarci a togliere la pietra (le ragioni).

Però dice: "Ti ringrazio Padre perchè sei Tu che hai fatto togliere la pietra".

Se gli uomini non sono attratti dal Padre, se non mettono Dio prima di tutto, anche se Gesù dice: "Togliete la pietra", gli uomini non possono togliere la pietra.

È necessario che nell'uomo ci sia questa presenza del Padre.

È il Padre che opera.

È necessario che ci sia questa fede nel Padre.

E allora quando una parola del Cristo che coincide con la volontà del Padre, con la Presenza del Padre, giunge a noi, dà noi la possibilità di credere, dà noi la possibilità di togliere la pietra.

Di togliere queste ragioni con cui noi ci sottraiamo alla resurrezione.

Ci sottraiamo cioè alla nascita da Dio che è poi la nascita vera.

Il punto fondamentale è questo.

Dopo aver detto di togliere la pietra, ci fa capire che l'opera del togliere la pietra è grazia di Dio.

E richiede questa presenza di Dio.

E quindi collega le cose col principio.

È Dio che dà a noi la capacità, la volontà di togliere la pietra.

E impegnarci quindi nelle cose invisibili.

Ci ci farebbe impegnare in cose che non si vedono?

Quando abbiamo tanti impegni, tanti interessi nelle cose che si vedono.

Soltanto il Pensiero di Dio.

Soltanto la grazia di Dio.

Qui Gesù dice: "Ti ho ringraziato perchè loro sappiano che Tu mi hai mandato".

Affinché sappiano, affinché credano che Tu mi hai mandato.

Che rapporto c'è fra questo ringraziamento e questo credere?

Questa capacità che danno queste parole viene agli uomini per credere che il Padre ha mandato Cristo.

Che questo Cristo è opera del Padre.

Da cosa noi riconosciamo questo?

Cristo è un uomo come tutti gli altri.

Lui stesso dice: "Figlio dell'uomo".

Dice cioè: "Io sono uno qualunque".

Come noi possiamo riconoscere in Lui questa presenza di Dio tanto che Lui dice: "Le cose che Io dico non sono Io che le dico, è il Padre in Me che compie le sue opere".

Notate che le parole del Cristo noi non le capiamo.

Ma arrivano in noi che portiamo questa fame di Assoluto e ci fanno sentire la sintonia fra esse e il Padre, tra esse e Dio.

Non capiamo e non possiamo capire la portata, il significato stesso delle sue parole, però capiamo che c'è armonia con Dio.

Se Dio c'è, questa parola di Cristo è giusta.

Ecco la testimonianza di Colui che parla secondo Dio.

Ognuno di noi ascoltando le parole del Cristo, pur senza capirle porta in sé questa testimonianza: "Questa è una parola secondo Dio".

La prima parola che Gesù dice: "Non preoccupatevi del mangiare e del vestire, cercate prima di tutto il Regno di Dio".

Questa parola cade come una goccia d'acqua in uno che è assetato.

Che sta morendo di sete.

E se Dio c'è, questa parola è giusta è vera.

Però il problema e se Dio c'è.

Perchè certissimamente se Dio c'è, queste parole sono giuste.

Noi non siamo sicuri che Dio ci sia.

Perchè non lo vediamo e non lo tocchiamo.

Noi siamo sicuri di ciò che esperimentiamo.

E la sicurezza e la certezza che è pace è un porto.

Un porto a cui si arriva dopo un lungo cammino.

Con la Pentecoste si arriva a dire che Dio c'è.

Questo è il frutto della conoscenza di Dio.

Quando la Parola di Dio arriva a noi, arriva là dove non c'è questa certezza.

Noi non lo possiamo ignorare.

Perchè non siamo noi a fare le cose.

Ma chi è sicuro, certo che Dio c'è?

La Parola di Dio arriva in questo campo qui, in questo terreno qui.

Noi non possiamo dimostrare che sia falsa.

Come non possiamo dimostrare che Dio non ci sia.

Però tra il non poter ignorare Dio e il giungere alla certezza che Dio c'è, c'è tutta una vita, tutto un cammino.

C'è tutto un pensare.

E un pensare sulle Parole di Dio.

E Dio ci dice queste parole che sono da Dio per metterci in movimento verso quello che ancora non vediamo e non tocchiamo.

Soltanto lì noi troviamo la certezza.

La certezza viene da Dio.

Dio si conosce soltanto da Dio.

E si conosce solo per mezzo di Dio.

Qui c'è una parola fondamentale che dobbiamo tenere ben presente.

Dio rivela la sua totalità di essere quindi la sua Verità completa, soltanto nella sua singolarità.

Dio è la massima singolarità.

Più noi ci allontaniamo da Dio e più noi diventiamo comuni.

Luoghi comuni.

"Tutti fanno così"

E ci giustifichiamo addirittura dicendo che noi siamo come tutti gli altri.

Presso Dio no.

Dio è la massima singolarità.

È l'assoluta singolarità.

E più noi ci avviciniamo a Dio, più noi stessi siamo fatti singolari.

Dio è Colui che ci fa persona.

E ogni persona è inconfondibile con l'altra.

È la presenza di Dio in noi che ci rende singolari.

Dio comunica la totalità del suo essere soltanto all'interno della sua singolarità.

E all'interno della sua singolarità c'è il Figlio.

Il che vuol dire che Dio comunica tutto Se stesso soltanto all'interno della sua singolarità, quindi soltanto a suo Figlio.

Questo già ci fa capire tante cose.

Fuori da questa singolarità, Dio si annuncia ma non comunica Se Stesso.

Perchè Dio comunica Se Stesso solo all'interno.

Dentro c'è il Figlio.

Fintanto che noi non siamo questa cosa sola con il Figlio noi, siamo fuori.

Fuori arrivano gli annunci di Dio.

Ma gli annunci di Dio non sono Dio.

Per cui noi capiamo e non capiamo.

Non possiamo smentire la Verità di Dio, però non possiamo attingere la sua verità totale.

Per cui non siamo in pace.

Questo ci fa capire che soltanto il Figlio di Dio che è all'interno di questa singolarità dell'essere Assoluto (Padre, Figlio e Spirito Santo) può portare noi all'interno di questa singolarità in modo da conoscere, vedere.

Quindi di ricevere questa comunicazione totale da parte di Dio.

Capendo questo capiamo perchè ci sia tutto un mondo di segni e non si veda Dio.

Per vedere Dio bisogna sprofondarsi in Dio.

E soltanto se noi abbiamo la possibilità di entrare all'interno della Divinità, abbiamo questa comunicazione totale da parte di Dio.

Soltanto se noi possiamo pensare l'Assoluto, l'infinito e l'eterno, la personalità stessa di Dio.

E questo lo possiamo pensare solo per opera del Figlio.

Soltanto se il Figlio parlando a noi, conduce noi in questa interiorità del Pensiero di Dio, che è Lui stesso, dà noi la possibilità ricevere questa comunicazione.

È lì che si nasce dall'alto.

Abbiamo già visto che non c'è nulla di più alto che la comunicazione che il Padre fa al Figlio.

Soltanto in quanto noi nasciamo da questa comunicazione Dio comunica Se Stesso.

Questa rinascita non avviene per opera magica e non avviene se noi non ci impegniamo.

Qui Gesù rivela che è nel Padre in quanto Lui non parla di Sé, ma glorifica il Padre (ringraziamento), è una rivelazione che Lui è mosso dal Padre.

Ecco perché dice:"Affinché credano che Tu mi hai mandato".

Perchè in quanto non attribuisce a Sé, ma cerca la Gloria del Padre: "È il Padre che mi ha fatto dire questo e che mi ha fatto compiere questo".

Tutto è opera del Padre.

E questo ci apre a un panorama meraviglioso.

Quando si riportano le cose nel principio, si scopre che non siamo noi a pensare il principio, ma si scopre che è il principio che forma noi.

E in quanto il Figlio glorifica il Padre, ci fa capire che il Padre è Suo Padre.

Perchè è Lui il Padre, il movente che muove il Figlio.

Per cui tutte le ragioni del Figlio sono nel Padre.

È tutto opera del Padre.

Ecco come si entra nella verità.

Ecco come avviene questo capovolgimento.

Finché noi siamo fuori, siamo sempre noi che pensiamo, che agiamo, che siamo buoni o cattivi.

Come siamo portati a questo pensiero, a questa contemplazione, ogni cosa va riportata nel suo principio, noi lì scopriamo che il principio è il nostro principio.

Per cui non siamo più noi a fare e pensare ma è Dio principio in noi.

Quindi Padre, movente nostro.

Tutto ciò che accade, è tutta opera sua.

E se tutto è opera Sua, tutto ha una sua ragione, una sua giustificazione e noi siamo liberati dal male