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Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: "Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato.   Gv 11 Vs 41


Titolo: L'anello mancante alla consapevolezza.


Argomenti: Cosa vuol dire ringraziare? Consapevolezza. Collegare con il principio.  Possesso.


 

24/aprile/1994 Casa di preghiera Fossano.


"Padre ti ringrazio di avermi esaudito"

L'argomento centrale è questo ringraziamento di Gesù al Padre.

Ma per cosa Gesù ringrazia il Padre?

Le interpretazioni ufficiali dicono che Gesù ringrazia il Padre per la resurrezione di Lazzaro.

Però qui c'è un "allora" che è strettamente legato a ciò che è detto prima.

"Rimossero dunque la pietra, Gesù allora..."

Non possiamo dunque non collegare il ringraziamento di Gesù con quel "rimossero la pietra".

Si ringrazia sempre in relazione a qualche desiderio a qualche intenzione.

Gesù aveva espresso un suo desiderio.

Aveva detto: "Togliete la pietra".

Aveva manifestato una sua volontà.

Qui adesso si dice: "Rimossero dunque la pietra".

Gli uomini hanno ricevuto l'espressione della volontà di Gesù.

Gli uomini tolgono la pietra.

Gesù non ringrazia gli uomini.

Gesù ringrazia il Padre.

Ringrazia il Padre perchè gli uomini hanno rimosso la pietra.

Perchè l'azione la fanno gli uomini e Gesù ringrazia il Padre?

Che significato ha questo e che lezione Gesù ci vuol dare?

Abbiamo visto che togliere la pietra è la condizione essenziale perchè la vita venga a contatto con la morte.

La morte esiste, domina in quanto è separata dalla vita.

Ma se la morte è portata a contatto con la vita, è come una goccia d'acqua portata a contatto con un braciere.

Il braciere assorbe la goccia d'acqua.

La vita assorbe la morte.

La morte diventa una categoria della vita.

Un’espressione della vita.

Se la morte diventa un segno della vita, la morte sparisce.

Però è necessario che la vita sia portata a contatto con la morte.

Ciò che tiene separata la vita e la morte è la pietra.

La pietra rappresenta le ragioni degli uomini con cui essi giustificano la loro sottrazione all'impegno di cercare Dio.

Queste ragioni possono anche essere delle sante ragioni.

Possono essere i nostri doveri: i buoi, i campi, la moglie.

Sono queste ragioni (pietra) che tengono separata la vita dalla morte.

Per cui la morte diventa ossessiva, paurosa.

Perchè diventa una realtà.

Che separata dalla vita assorbe addirittura la vita.

"La vita si conclude con la morte" dice l'uomo.

Ma questo è un errore di luogo che l'uomo fa.

Quando l'uomo giustifica la sua sottrazione da Dio, esclude Dio come sua vita, preferendo i buoi, i campi, la moglie e tutto il resto, l'uomo rivela che la sua vita sta in queste cose e non in Dio, non nell'eterno.

Nella verità la vita dell'uomo è in Dio.

Nascosta in Dio.

E richiede che l'uomo se impegni a cercare Dio e a cercarlo prima di tutto.

Quando si cerca Dio prima di tutto non ci sono pietre che tengano.

Non c'è autorità che tenga, che si possa opporre alla verità.

Perchè ciò che dà valore alla autorità è la verità.

Non è l'autorità che forma la verità.

Il problema essenziale è riconoscere il luogo della vita.

C'è la morte come lezione della vita.

Come testimonianza della vita.

Come segno per noi che abbiamo sbagliato luogo.

Finché noi cerchiamo la vita in luoghi diversi da quelli in cui è, certissimamente noi dobbiamo aspettarci l'annullamento e quindi la morte.

Perchè tutto ciò che non è vero, è destinato a crollare.

La vita è in Dio.

La vita sta nel conoscere Dio.

La liberazione dell'uomo dal male sta nel conoscere la Verità.

E questa è la Volontà di Dio.

"Dio vuole che tutti si salvino".

Volontà di Dio.

Quindi Dio vuole che noi lo conosciamo.

Evidentemente se lo vuole, vuol dire che questa conoscenza di Dio è possibile.

Presso Dio tutto è possibile.

Ora se la conoscenza di Dio e possibile e noi ci sottraiamo a questa ricerca di Dio in nome di altre cose, noi combattiamo contro Dio, contro la Volontà di Dio.

Sbagliamo luogo e combattiamo contro la Volontà di Dio.

E quindi ne subiamo le conseguenze.

Cercando la vita dove essa non è, noi sperimentiamo il nulla, il niente.

Se cerco funghi sull'asfalto, posso cercarli anche tutta una vita ma alla sera torno a casa con la cavagna vuota.

Ma i funghi ci sono.

La morte è l'ultimo atto di misericordia da parte di Dio per farci capire il nostro errore.

Ringraziando il Padre, Gesù riconosce che è stato il Padre a far volere agli uomini togliere la pietra.

Non sarebbe stato sufficiente che Gesù avesse detto agli uomini di togliere la pietra.

Gli uomini la pietra non l'avrebbero tolta.

Perchè tutto viene dal Padre.

Gesù non ringrazia gli uomini.

Ringrazia il Padre che ha fatto volere questo agli uomini.

Che cosa significa ringraziare?

Ringraziare non vuol dire grazie.

Noi dobbiamo sempre andare al di là delle parole.

Cercare il significato delle parole.

Cioè dobbiamo arrivare alla realtà significata dalle parole.

Le parole sono sempre dei segni.

In quanto sono dei segni, vanno lette.

Leggere vuol dire vedere la realtà significata dalle parole.

Ma quello che dà senso alle parole è la realtà.

Noi dobbiamo quindi andare al di la della parola "ringraziare".

Ringraziare non vuol dire grazie.

Come amare non vuol dire: "Ti amo".

Dio non guarda a ciò che noi diciamo con le labbra.

Dio ci osserva là dove è il pensiero.

Nel campo dello spirito cosa vuol dire ringraziare?

E quando è che veramente si ringrazia?

Ringraziare vuol dire rendere grazie.

Che cosa significa grazie?

E quando è che noi ringraziamo Dio?

Dobbiamo andare al di là della parola grazie.

Non basta dire grazie a Dio.

"Grazie" deriva dal greco "caritos".

Che vuol dire carità.

Nel susseguirsi delle parole si forma una grande confusione.

"Caritos" non è la nostra "carità".

Carità vuol dire comprensione.

Man mano che ci allontaniamo dalla sorgente, dall'anima delle cose, noi scendiamo sempre nel campo sentimentale.

Da caritos (comprensione) viene fuori la nostra carità (elemosina) e poi cara (volto) in spagnolo e charme (fascino) in francese.

Solo cogliendo le cose nel loro principio noi cogliamo l'anima delle cose.

Tutto questo è lezione di Dio.

Se vogliamo bere l'acqua genuina dobbiamo andare alla sorgente.

Più siamo lontani dalla sorgente più questa è inquinata.

Più noi ci fermiamo a delle parole lontane dalla sorgente e più sono confuse le parole stesse.

Grazie, cioè "caritos", è comprensione, conoscenza.

Allora si ringrazia in quanto si conosce, si comprende l'autore di una cosa.

Noi riceviamo un dono, noi diciamo grazie.

Si dice veramente grazie in quanto si riconosce da dove viene una cosa.

Quindi si riconosce il principio.

Si riconosce il Padre.

Dio è il Padre Creatore di tutte le cose.

Non sono gli uomini che fanno.

Ecco perchè il Figlio che è Colui che tra noi, parla a noi il Principio non ringrazia gli uomini ma ringrazia il Padre.

Lui vede Dio, vede il Padre.

Ecco la lezione.

Non dobbiamo fermarci agli uomini.

Tutti i nostri giornali si fermano agli uomini.

In politica è sempre un parlare di uomini.

E noi ci accontentiamo di questo.

Non c'è nessuno che colleghi quello che fanno gli uomini con l'opera di Dio.

È per questo che perdiamo contatto con la vita.

Gesù ci insegna in tutte le cose, sopratutto nelle cose che fanno gli uomini, ci insegna a cercare l'opera, la lezione di Dio.

E soltanto vedendo la lezione di Dio noi abbiamo l'intelligenza.

Il tema di oggi è questo prendere consapevolezza delle cose.

Generalmente noi siamo incoscienti.

Per cui siamo degli automi e dei burattini.

Perchè non colleghiamo le cose con il Principio.

Si conosce e quindi si diventa consapevoli in quanto si ha presente il principio di una cosa.

Dove noi abbiamo la presenza di una cosa, ma di cui non vediamo il principio non capiamo.

Siamo inconsapevoli.

Vediamo gli uomini, i fatti ma non capiamo perchè.

Con questo noi denunciamo che siamo inconsapevoli.

Non ci rendiamo conto.

Questo perchè manca l'anello.

L'anello il collegamento fra il fatto e l'autore del fatto.

Ora siccome l'autore del fatto è Dio e quindi nulla accade che non sia voluto da Lui, tutto è collegato con Lui.

Tutto ha in Lui una ragione della sua esistenza.

Quindi se una cosa accade, avviene, noi dobbiamo sempre cercare questa luce nel principio.

Soltanto lì noi siamo fatti consapevoli in quanto vediamo la cosa dal principio.

Ma se non facciamo questo noi siamo incoscienti.

Noi siamo nella notte.

Determinata dalla presenza in noi del principio non collegato con gli avvenimenti, i fatti.

Non collegato con la realtà.

Sia la notte sia il giorno è sempre opera di Dio.

Opera di questa presenza di Dio in noi.

Che fa la notte e fa il giorno.

Notte se noi non consultiamo Dio, cioè se noi non colleghiamo i fatti, le creature con Dio.

E tutti noi siamo testimoni di questa notte, brancoliamo come ubriachi in mezzo al mondo.

In balia delle passioni del mondo che non possiamo dominare perchè non conosciamo.

Quando non si conosce non si può essere liberi.

Ecco "Chi con Me non raccoglie, non unifica, disperde".

Gesù è il Verbo che attribuisce tutto al Padre.

Che riporta tutto al Padre.

Che vede tutto nel Padre e dal Padre.

Che parla a noi la Verità.

"Io sono la verità".

Noi perdiamo la coscienza della verità in quanto non colleghiamo le cose al principio.

Il principio non lo possiamo annullare, Dio è Dio.

L'avvenimento è l'avvenimento, noi teniamo le cose staccate, non le colleghiamo e precipitiamo nella notte.

Diventiamo inconsapevoli, diventiamo incoscienti.

Della vita e del senso dei fatti.

Tutto ciò che accade è tutto opera di Dio ed è tutto scuola per noi.

Per insegnare a noi la vita eterna.

Noi siamo qui in preparazione della vita eterna.

Domani o anche solo fra cinque minuti noi possiamo già trovarci nella vita eterna.

E se noi non abbiamo già imparato cosa succede?

Ora la vita eterna richiede una preparazione.

Bisogna imparare a vivere con ciò che è eterno.

Ora soltanto in quanto uno collega tutte le cose col principio, vede le cose dal principio (eterno) vive nell'eternità.

Ma se noi invece teniamo le cose staccate dal principio, viviamo per le cose visibili, temporanee, che mutano, noi seguiamo la morte.

Perchè il mutare delle cose è morte per noi.

L'anima del ringraziamento è questo conoscere in tutto Colui  che ti manda i doni.

In ogni cosa, anche nelle stesse parole di Gesù.

Anche il Figlio Stesso è giustificato nel Padre Creatore.

Se noi leggiamo, meditiamo, interpretiamo anche le stesse parole di Gesù senza vedere il Padre, senza collegare con il Padre, senza vedere il Pensiero del Padre in quelle parole, quelle per noi sono lettera.

La lettera contrapposta allo spirito.

E S. Paolo dice che la lettera uccide.

Come i sacramenti non capiti uccidono.

Non capito in quanto non collegato con il Padre.

La cosa non collegata con il Padre diventa per noi lettera.

La cosa collegata con il Padre diventa spirito.

Lo spirito dà vita, la lettera uccide.

Noi superando ogni cosa cerchiamo di vedere le cose dal punto di vista del Padre.

Noi abbiamo avuto lo Spirito dal Padre per capire i suoi doni.

Quindi per diventare consapevoli dei suoi doni.

Sopratutto per diventare consapevoli del senso della nostra vita.

Del senso dell'esistenza dell'universo, delle creature.

Il capire il perchè il senso delle cose per noi è essenziale.

Noi nel pensiero del nostro io riteniamo si essenziale possedere le cose.

Più possediamo potere, cose, creature più noi crediamo di essere vivi.

Il possedere non è un arricchimento ma un impoverimento.

Perchè chi possiede in realtà, è posseduto.

Perchè è lui a dover mantenere le cose che possiede, non sono le cose che mantengono lui.

E dovendo mantenere le cose (i buoi, i campi, la moglie) non ha più disponibilità per dedicarsi a Dio, alla vita.

L'uomo che perde la vita, non ditemi che sia ricco o che stia vivendo.

È uno posseduto dalle cose.

Dalle cose che lo conducono alla morte.

Quando uno perde la conoscenza diventa schiavo.

C'è quindi un errore di fondo quando noi siamo incentrati nel pensiero del nostro io e giudichiamo le cose dal punto di vista del nostro io.

Se invece noi cerchiamo le cose dal punto di vista di Dio, che non possiamo ignorare, noi non cerchiamo di possedere le cose.

Perchè capiamo che più noi possediamo le cose più noi siamo condizionati dalle cose stesse.

Ma noi cerchiamo di capire le cose.

A noi quello che interessa è capire.

È attraverso il significato che si diventa consapevoli, mentre attraverso il possesso si diventa schiavi.

Un uomo consapevole è certamente più uomo di un uomo inconsapevole.

Si diventa veramente uomini in quanto si cerca di capire le cose guardando dal punto di vista di Dio.

In caso diverso si diventa meno uomini.

Si perde l'essere.

Un uomo che perde l'essere diventa meno uomo, meno persona.

Si dice spesso che il cercare Dio ci rende astratti alla vita umana.

Ma è il non cercare Dio che fa essere meno uomini.

La consapevolezza rende partecipe di ogni cosa.

Fa capire il senso delle cose, in cosa sta l'anima della vita.

Questo guardare le cose dal punto di vista del Padre è l'anello che rende consapevole l'uomo.

Anche le parole del Figlio vanno viste dal punto di vista del Padre.

Anche Dio stesso (Dio è una parola) va visto da Dio.

La conoscenza di Dio si ottiene solo in quanto uno cerca da Dio la conoscenza di Dio.

Questo ci conferma che Dio è il principio di tutto in noi.

È il principio della nostra esistenza, del nostro vivere, ma sopratutto è il principio del nostro conoscere.

Se la vita noi la otteniamo indipendentemente da noi, la conoscenza di Dio e quindi la salvezza non la otteniamo indipendentemente da noi.

La conoscenza richiede la dedizione della nostra mente, del nostro pensiero a Dio.

Quindi noi riceviamo dei doni senza di noi, ma i veri doni che ci introducono nella vita eterna noi non li riceviamo senza di noi.

Cioè senza che noi eleviamo il nostro pensiero a, per guadare da.

Per questo Gesù ringrazia il Padre che ha fatto volere agli uomini togliere la pietra che divideva la morte di Lazzaro dalla vita che stava recando Gesù.

Infatti, tolta la pietra, non c'è più problema.

Non c'è più difficoltà per la resurrezione di Lazzaro.

Noi abbiamo immediatamente la resurrezione di Lazzaro.

Perchè è stata tolta la pietra.

È stato tolto l'ostacolo perchè Lazzaro potesse risorgere.

Anche la nostra resurrezione richiede questo togliere l'ostacolo perché non si è morti eterni se si è con Dio.

Presso Dio tutti sono vivi, però bisogna togliere quest’ostacolo con cui noi giustifichiamo il nostro disimpegno da Dio.

Anche Dio va visto da Dio se vogliamo conoscerlo.

Dio è il principio dell'esistenza della vita, della conoscenza, della vita eterna.

Col ringraziamento giungiamo al ciclo conclusivo dell'opera che Dio inizia creandoci.

Comprendendo le cose dall'autore, è soltanto l'autore che può spiegarti il significato della sua opera.