Ma
alcuni di loro dissero: "Costui che ha aperto gli occhi al cieco non
poteva anche far sì che questi non morisse?". Gv 11 Vs 37
Titolo: L'altra faccia della
luna.
Argomenti: La contraddizione. Se Dio ama perché
tanto dolore? Il giudizio è
determinato da ciò che si ha presente. Il desiderio.
Cielo e terra. Le creature sono esperienza d'assenza di Dio.
2/gennaio/1994 Casa di preghiera
Fossano.
Il capire è essenziale per la vita dell'uomo.
L'uomo fa consistere la vita nel possedere, nel fare,
nello sposarsi...
Dio ci fa capire che la vita sta nel conoscere Lui.
La vita è un impegno.
Dio ci ha creati per un fine ben preciso.
"Mi conoscerai e conoscendomi vivrai"
Anzi, già cercandomi troverai la tua vita.
Chi cerca Dio fa vivere la sua anima.
Già il cercare ci introduce nella vita.
Se l'essenza della vita sta nel capire, evidentemente qui
Gesù, costatava che gli uomini (Marta/Maria) facevano consistere la vita nella
presenza degli altri (Lazzaro).
Morto il fratello, la loro vita aveva perso di
significato.
C'era la disperazione: "Se tu fossi stato qui".
C'era il non senso della vita.
Questo fa piangere il Signore.
Lo applaudono e non capiscono la passione per il Padre
che Lui recava loro.
Tutto questo ci mette in dubbio la validità di tante
nostre feste.
Quante volte noi magari riteniamo di far piacere al
Signore e Lui invece piange su di noi?
Quante volte noi magari riteniamo che pianga su di noi e
invece Lui sorride?
Perché c'è un capovolgimento profondo.
Quando noi magari riteniamo di aver offeso il Signore,
Lui sorride, accarezza e ci accompagna.
Quando invece crediamo di avergli recato gioia perché
siamo contenti, Lui piange.
La realtà che noi vediamo e tocchiamo non corrisponde
alla Realtà.
La realtà è infinita, eterna, assoluta.
La realtà è Dio.
E noi Dio non lo vediamo.
Il giudizio dei giudei: "Guarda quanto lo
amava" era superficiale poiché i giudei non facevano altro che attribuire
a Gesù i loro sentimenti.
Il loro sentimento era: "Muore una persona cara, si
piange".
E tutte le volte che il nostro giudizio non attinge la
realtà in sé, quindi da Dio, succede un fatto strano e meraviglioso la
contraddizione.
Ogni giudizio fatto dall'uomo secondo ciò che vede, tocca,
esperimenta, secondo il suo punto di vista è superficiale.
E Dio opera per liberarci da questo giudizio
superficiale.
Per dirci amico, vieni più su, alzati e cammina.
Per liberarci dalle nostre sicurezze, dal nostro
giudicare.
Dal nostro vedere le cose dal nostro punto di vista..
Per condurci a vedere le cose dal suo punto di vista.
La verità si vede solo dal punto di vista di Dio.
Guardando dall'Intenzione di Dio.
Come Dio che non usa parole umane opera per dirci alzati
e cammina?
Cioè non riposare sulla tua terra.
Non essere sicuro dei tuoi punti di vista.
Lo
dice a noi presentandoci la contraddizione.
E la contraddizione la troviamo qui.
Gli uni dicono: "Guarda quanto lo amava".
Altri dicono: "Costui che ha aperto gli occhi al cieco
non poteva anche far sì che questi non morisse?".
Intanto conferma che avevano visto il miracolo del cieco
nato.
Il problema è questo: piange per Lazzaro ma aveva la
possibilità di evitare la morte di Lazzaro.
Abbiamo visto che è Gesù (Dio) che ha voluto la morte di
Lazzaro.
Dio opera per salvare tutti.
Se poteva evitare la sua morte e ora piange la sua morte,
la contraddizione è evidente.
Quante volte noi sentiamo quest’obbiezione: "Ma se
Dio è amore come mai c'è tanta sofferenza?".
Vuol dire che il nostro giudizio "Dio è amore"
è un giudizio superficiale.
Vuol dire che noi non abbiamo conosciuto né Dio né
l'amore.
E tutto il mondo bombarda con queste argomentazioni.
Che fanno dubitare di Dio e dell'amore di Dio.
Non sono altro che sollecitazioni a uscire dai nostri
punti di vista.
Ma se Dio ama perché tanto dolore?
Se Lui può evitare a noi tante croci, perché tante croci?
Perché tanti delitti se Dio è amore?
Quest’obbiezione è il Pensiero di Dio che portiamo in noi
che ci sollecita a uscire dal nostro chiuso.
Dalla nostra angolatura.
Com’è che c'è tanta sofferenza, tanta malvagità, tanti
delitti?
Com’è possibile tutto questo?
Se Dio è amore?
Ma anche a Gesù che sta morendo in croce, è mossa la
stessa obbiezione: "Non può Lui che ha salvato gli altri salvare Se
Stesso?"
"Se sei Figlio di Dio, scendi dalla croce e ti
crederemo".
È sempre lo stesso animo, la stessa contraddizione.
Il medico non può curare se stesso?
E noi crediamo adesso come allora di aver ragione.
Di dubitare di Dio e delle sue opere con le nostre
obbiezioni.
E non ci accorgiamo invece che Gesù, proprio restando
sulla croce, operava la salvezza per tutti.
Ecco con che facilità noi ci chiudiamo credendo di aver
ragione, nei nostri schemi, nei nostri giudizi.
Nelle nostre leggi, nelle nostre morali.
E giudichiamo tutto sotto questa proiezione.
E non vediamo questo disegno stupendo meraviglioso di
Dio.
Che in profondità porta a compimento tutte le cose nel
suo amore.
Che non è il nostro amore, evidentemente.
Non sono i nostri schemi.
"Le mie ragioni non sono le vostre ragioni".
"I miei pensieri non sono i vostri".
Ma allora com’è possibile che ci sia tanto errore
nell'uomo?
Per sbagliare tanto nel valutare, giudicare le cose?
Abbiamo già accennato al fatto che l'uomo è
sostanzialmente fatto di cielo e di terra.
C'è lo spirito e c'è la materia.
Ma perché Dio ci ha fatti così?
Perché c'è la materia, i corpi?
E perché questi corpi ci fanno tanto tribolare?
I corpi sono delle presenze.
E ogni presenza ci coinvolge.
Il che vuol dire che suscita passione.
Basta vedere una bella macchina e già questa suscita una
certa passionalità.
Le presenze ci coinvolgono.
E noi per giudicare dobbiamo avere una presenza.
Se noi non avessimo presente una cosa, non potremmo
assolutamente giudicare e capire nulla in relazione a quella cosa.
Tutti i segni riguardo a quella cosa sono per noi
sconosciuti.
Noi intendiamo in quanto abbiamo la possibilità di
riferire le cose riguardo a una certa presenza.
Quando uno dice "Albero", l'altro capisce
perché ha presente cosa è un albero.
Quindi quello che rende comprensibili le cose è la
presenza.
Allora se ci sono queste due grandi realtà in noi ci sono
queste due grandi presenze.
Il cielo rappresenta tutto ciò che ha come punto fisso di
riferimento Dio.
Quindi c'è in noi questa presenza dell'Assoluto.
Che è infinito, che è eterno.
Noi non lo possiamo ignorare perché è dato a noi
indipendentemente da noi, come il bambino del Natale.
Ce lo troviamo così, non per opera nostra.
E tutto ciò che arriva a noi, non per opera nostra, noi
non possiamo ignorarlo, è presenza, però non possiamo sapere cosa è.
Noi non possiamo ignorare che Dio è il Creatore.
Noi non possiamo ignorare l'Assoluto, l'infinito,
l'eterno.
Non lo possiamo ignorare però noi vediamo ben altro.
E abbiamo un’altra presenza: la terra.
La terra è tutto ciò che noi possiamo vedere, toccare,
esperimentare.
Dio non possiamo ignoralo, però non lo possiamo né
vedere, né toccare, né esperimentare.
Perché è trascendente.
Noi possiamo vedere, toccare esperimentare solo le cose
che non sono trascendenti.
E allora abbiamo in noi cose trascendenti (Cielo) e cose
non trascendenti (terra).
Le cose non trascendenti sono relative ai nostri sensi.
Dio non è relativo ai nostri sensi, è Assoluto.
Abbiamo in noi questi due mondi e cosa succede?
Succede
che noi corriamo sempre il rischio che ciò che noi vediamo e tocchiamo (terra)
entri nel nostro pensiero e ci faccia vedere le cose da quel
punto di vista lì.
È sempre un guaio.
Perché fin che una auto è una auto e io sono io, le cose
stanno benissimo a posto.
Noi possiamo sentire la bellezza, il desiderio, però
l'auto resta auto e noi restiamo noi.
Ma il guaio inizia quando l'auto o la creatura diventa il
nostro pensiero.
Li è un guaio.
Perché nel nostro pensiero ogni cosa va sempre unita a
Dio.
Perché nel nostro pensiero c'è Dio.
Dio non lo possiamo ignorare.
Noi lo possiamo ignorare con le nostre mani.
Perché non lo tocchiamo con le nostre mani.
Ma nello spirito, nella mente, nell'anima non lo possiamo
ignorare.
Nello spirito, nella mente Dio c'è.
Il che vuol dire che tutte le cose che arrivano alla
nostra mente, vanno sempre riferite a Dio.
Se noi non le riferiamo a Dio, noi entriamo in colpa.
Perché trascuriamo quello che non possiamo ignorare.
È sempre un grande guaio quando le cose del mondo, le
creature entrano nel nostro pensiero.
Perché entrando nel nostro pensiero, diventano oggetto di
desiderio del nostro pensiero.
Diventando desiderio diventano fine nostro.
Viviamo per loro.
Ho visto una bella auto, l'auto mi è entrata nel
pensiero, adesso vivo per comprarmi la bella auto.
Il cerchio si chiude.
Dio viene messo fuori.
Noi passiamo tutta la nostra vita per realizzare quello
che è entrato nel nostro pensiero.
È certo che all'ultimo noi veniamo a trovarci con un
grande fallimento.
Perché abbiamo escluso il punto di vista di Dio.
Tutte le cose entrando nel nostro pensiero, dovevano
essere riportate a Dio, per essere vedute dal punto di vista di Dio.
Dio creando l'uomo ha messo Se Stesso nell'uomo.
L'uomo porta questo desiderio perché è nel pensiero.
L'uomo porta questo desiderio di Assoluto, infinito, di
eterno.
Che è desiderio di Dio.
L'uomo porta questo e questo gli fa correre il rischio di
desiderare che tutto quello che lui vede e tocca, entrando nel suo pensiero,
diventi Assoluto, infinito ed eterno. Sia Assoluto, infinito ed eterno.
E l'uomo fatica magari tutta la vita per rendere
Assoluto, infinito eterno, cioè Dio (vive per-), ciò che infinito, Assoluto ed
eterno non è.
Perché è terra.
E la terra ha uno scopo ben preciso.
La terra ha questa contraddizione che dicono qui:
"Ma se Lui lo amava...".
Perché questa contraddizione se lo amava?
Perché Gesù ha permesso che costui morisse?
Ecco una realtà diversa da quella che rientrava
nell'amore.
La terra è questa contraddizione: se Dio c'è, perché ci
sono gli uomini?
Se Dio c'è perché c'è la materia?
Se tutto è spirito cosa ci sta a fare la materia?
Ecco la contraddizione.
Ma noi tutte le cose dobbiamo sempre intenderle nel
significato.
Anche la contraddizione ha un significato molto
importante.
Ed è quella di farci uscire dal nostro giudizio.
Dalla nostra visione superficiale.
Dal dire: "Piange perché ama".
Non si giudica così.
Tutta la terra è questa contraddizione, perché ci
sollecita ad alzarci dalla nostra terra.
Per cercare il giudizio, il punto di vista di Dio.
Se noi non cerchiamo il punto di vista di Dio che è
l'infinito, l'Assoluto, l'eterno, ma Lui solo è infinito Assoluto eterno e Lui
solo è rivelatore dell'infinito, dell'Assoluto dell'eterno.
È vero che Lui ha posto in noi il suo Spirito per cui noi
non lo possiamo ignorare, il Creatore, il Principio di tutte le cose.
Non possiamo ignorare l'infinito, l'Assoluto, l'eterno
perché lo portiamo dentro di noi, però noi dobbiamo evitare di cercare di
rendere infinito, Assoluto ed eterno ciò che vediamo e tocchiamo.
Dobbiamo evitare nel modo più assoluto di scambiare
quello che rappresenta la nostra terra e quindi quello che noi vediamo,
tocchiamo esperimentiamo, di scambiarlo come Assoluto.
E anche se a parole noi diciamo: "Si io lo so che
non è Assoluto, la donna che amo non è assoluta, non può essere assoluta",
però noi profondamente desideriamo che ciò che noi amiamo, ciò per cui viviamo
(azienda, figli, hobby, donna, uomo) siano infiniti, eterni assoluti, non
possiamo non desiderare che siano infiniti, assoluti ed eterni.
Non possiamo non desiderare che le cose per cui noi
viviamo restino sempre.
Perché siamo dominati da questa passione d'Assoluto, che
è data dalla presenza in noi dello spirito Assoluto.
Che non possiamo ignorare.
Però c'è un guaio grosso.
Noi non possiamo ignorare l'Assoluto, l'eterno,
l'infinito.
Però non possiamo conoscerlo.
E perché non lo possiamo conoscere?
L'infinito, l'Assoluto, l'eterno si conosce solo per
mezzo dell'infinito, dell'Assoluto e dell'eterno.
Non si conosce per mezzo delle creature.
Le
creature sono l'altra faccia della luna.
E noi dobbiamo evitare di interpretare o di volere o di
desiderare che le creature siano infinite, eterne, assolute.
Perché qui c'è un errore e quindi c'è una colpa.
Dio si conosce solo per mezzo di Dio.
La Luce si trova solo per mezzo della Luce.
L'infinito, l'Assoluto, l'eterno si conoscono solo per
mezzo dell'infinito, dell'Assoluto e dell'eterno.
Qui arriviamo alla meraviglia di capire il significato
delle creature e della creazione.
Del mondo, della terra, di tutte le cose che vediamo,
tocchiamo ed esperimentiamo.
Quando noi desideriamo una cosa che non si realizza, noi
facciamo esperienza d'assenza.
Assenza della cosa.
Un pensiero è sempre un desiderio.
Nel nostro pensiero noi abbiamo presente l'Assoluto.
Avendo presente l'Assoluto, noi tendiamo sempre a volere
che ciò che noi desideriamo sia presente.
Sia presente, vuol dire essere sempre presente.
È sufficiente un mutamento, una morte e noi siamo messi
in crisi.
Che viene meno la presenza.
Quando noi portiamo in noi un desiderio e questo non si
realizza, non si rende presente, noi esperimentiamo l'assenza.
Se Dio essendo infinito, eterno e Assoluto si conosce
solo da Dio, fintanto che noi non arriviamo nel nostro pensiero a Dio, per conoscere
Dio da Dio, questo nostro desiderio non si realizza.
Non si può realizzare perché si conosce solo da Dio.
Così per l'eterno, l'infinito e l'Assoluto.
Fintanto che noi non arriviamo con il pensiero qui,
certamente il nostro desiderio, non si realizza, il che vuol dire che non
troviamo la presenza dell'infinito, dell'Assoluto e dell'eterno di Dio.
Ma il non trovare la presenza dell'infinito,
dell'Assoluto, dell'eterno, il non trovare la presenza di Dio, cioè
l'esperimentare l'assenza dell'infinito, dell'Assoluto e dell'eterno cosa vuol
dire?
Vuol dire esperimentare il finito.
Se io non posso vedere la presenza dell'eterno.
Se non posso fare esperienza dell'eterno.
L'assenza dell'eterno si trova nel tempo.
Il tempo è l'assenza dell'eterno.
Le creature finite sono l'assenza dell'infinito.
Le creature relative sono l'assenza dell'Assoluto.
Sono assenza di-.
Quindi tutte le creature che noi diciamo sono, non ci
rendiamo conto ma sono assenza.
È esperienza d'assenza.
Ciò vuol dire che tutte le creature sono segno.
E tutte le creature noi le vediamo nell'Assoluto.
Noi le vediamo in Dio.
Da Dio e con Dio noi le vediamo.
Le
creature sono esperienza d'assenza di Dio.
Certissimamente fintanto che noi non rivolgiamo il nostro
pensiero a Dio, noi non possiamo fare esperienza di Dio, cioè realizzare Dio.
Dio si realizza soltanto da Dio.
Dio da Dio, Luce da Luce.
Così per l'infinito, l'Assoluto e l'eterno.
Abbiamo quindi l'opera continua di Dio che ci fa toccare
ciò che Lui non è, cioè ci fa toccare le creature, il finito.
Le creature sono esperienza di assenza di Dio.
Esperienza di assenza dell'infinito.
Ma se è assenza (relativa a presenza) vuol dire che ogni
cosa la vediamo in rapporto a Dio.
Cioè in rapporto all'infinito, all'Assoluto, all'eterno.
Ecco perché c'è la contraddizione nel nostro mondo.
Ecco perché l'uomo porta con sé questa grande sofferenza.
In fondo in fondo l'uomo desidera realizzare questo
pensiero che porta in sé e che è Pensiero di Dio.
Realizzare cioè vedere presente l'infinito, l'Assoluto e
l'eterno.
Ecco perché l'uomo porta in sé questa malinconia, questa
profonda tristezza.
Porta in sé il pensiero dell'infinito, dell'Assoluto,
dell'eterno ma lui ne costata l'assenza.
L'assenza di Dio.
Quest’assenza di Dio sono quelle che noi diciamo creature
esistenti.
No, è Dio non esistente.
È esperienza d'assenza di Dio.
Per ammonirci che soltanto alzandoci dalla nostra terra,
dal pensiero delle creature e portandoci là dove il nostro pensiero nasce (Dio)
solo lì il nostro pensiero che è Pensiero di Dio si realizza.
In caso diverso no.
Gesù scoppiò in pianto.Dissero allora i Giudei:
«Vedi come lo amava!». Ma alcuni di loro dissero: «Costui che ha aperto
gli occhi al cieco non poteva anche far sì che questi non morisse?». Gv 11 Vs 35 - 37
- RIASSUNTI Domenica-
Argomenti: Il rifiuto della Verità – Piacere a Dio – La vita è conoscenza non possesso – Il pianto di
Gesù – La maturità dell’uomo – La gioia di
Dio – Le contraddizioni della terra – Il significato
del mutamento – La passione d’assoluto – Il
viaggio verso Dio – La giustizia – Cristo creatura
-
9/gennaio/1994 Casa di preghiera Fossano.