HOME

 


Chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?    Gv 11 Vs 26


Titolo: La settima tromba dell'apocalisse per Marta.


Argomenti: La morte di Marta.   Rivelazione di un'intenzione.  Dio rivela il suo essere nel nostro bisogno.  Cristo lo riconosciamo in quanto è Colui che parla nel nostro bisogno principale. Il senso della vita.  Il Regno di Cristo. L'Intenzione di Dio è trascendente. Che cosa è la fine del mondo? L'Intenzione di Dio annulla tutte le altre.


 

Casa di preghiera Fossano 26/settembre/1993


Esposizione di Luigi Bracco:

Siamo nel versetto 26 dei capitolo XI di s. Giovanni. Gesù dice a Marta: "... e chi vive e crede in Me non morirà in eterno. Lo credi tu?”.

Prima, a Marta che aveva detto che si, sapeva bene che suo fratello sarebbe risorto, ma alla fine dei tempi, nella risurrezione dell'ultimo giorno, Gesù aveva detto: “Io sono la risurrezione”. Il problema non è l’ultimo giorno. Commentando questo abbiamo detto che Gesù, dicendo: “Io sono la risurrezione”, diceva praticamente: "Io sono l'ultimo giorno".  L'incontro con Gesù è l'ultimo giorno. Infatti Lui ha detto: "Io sono la risurrezione e la vita: chi crede in Me, quand'anche morto, vivrà”. Adesso aggiunge: “…e chi vive e crede in Me non morirà in eterno”.

Non sono soltanto "parole". È rivelazione della realtà della vita in cui noi ci troviamo.  Sarebbe il caso di chiedere a tutti coloro che dicono di credere, di fronte a queste parole: "chi vive e crede in Me non morirà in eterno", se credono veramente. Qui Gesù dice che non si morirà.  E noi diciamo: “è Parola di Dio”.  È Parola di Dio!  Eppure viviamo tutti all'ombra della morte, tutti sotto l'incubo della morte, poiché la morte diventa un incubo. Eppure diciamo di credere in Cristo, di essere cristiani e Cristo ha detto queste Parole. Ha detto precisamente che "chi crede in Me, anche se fosse morto, attualmente fosse morto, vivrà; ma chi vive e crede in Me non morirà in eterno!" Non morirà!

Lo dice a Marta e Marta, abbiamo visto, era dominata dalla morte, dalla morte del fratello, dal dolore per la morte dei fratello: "se Tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!". Evidentemente l'idea dominante il cuore e la mente di Marta era questo pensiero: la morte del fratello. Lazzaro era morto.

Ma noi abbiamo visto che la morte è in colui che esperimenta l'assenza. Allora dobbiamo dire che Marta era morta. Era Marta che esperimentava l'assenza del fratello che era stato una realtà nella sua vita. Questa realtà è venuta meno e ha fatto toccare con mano a Marta la morte. Marta era nella morte.

Marta rappresenta tutta l'umanità. Tutta l'umanità che è sotto l'ossessione della morte, sotto la realtà della morte, si consuma nel pensiero della morte, quindi appartiene alla morte. Marta rappresenta questo. Ed è di fronte a questa morte che Gesù dice: "quand'anche fosse morto...(e qui abbiamo uno che è morto), quand'anche fosse morto.... vivrà... Io sono la risurrezione e la vita”.

La prima cosa che fa stupire è questa: qui Gesù evidentemente sta parlando di Sé.  Andate a parlare ad uno che è tutto preso da un dolore profondo, che ha subito una morte, che porta con sé la morte, andate a parlargli di quello che voi siete: ve ne accorgete cosa succede! Eppure qui Gesù di fronte a Marta che è tutta presa dal pensiero del fratello morto, Gesù parla di Sé. Contrappone il pensiero di Sé al pensiero del fratello. Un tale parlare può creare delle reazioni di insopportabilità: "che cosa importa quello che tu sei? - poteva rispondere Marta - mio fratello è morto!". Lei aveva bisogno di essere consolata, ma nel fratello, non dalla presenza di un altro. Che conforto può recarle il fatto di dirle: “io sono questo... sono quell'altro...”? Marta stava subendo questa morte! E infatti, lo vedremo, lei se la sbrigherà poi in fretta, perché dirà: “sì, sì, io credo che Tu sei Il Figlio di Dio” e se la filerà da Maria.  Evidentemente il suo problema era altro, cioè lei si accorge che Lui sta parlandole di un problema che non risolve il suo profondo dolore.

Abbiamo detto: è Marta che è morta, perché è Marta che esperimenta la morte, non è Lazzaro; infatti abbiamo detto che quelli che noi diciamo morti vanno verso un più, non verso un meno, per cui Lazzaro, morendo ai nostri occhi, entra nel Cielo di Dio che é il Cielo dell'Essere, dell'Essere Assoluto, dove tutti sono vivi, e quanta vita c'è presso Dio! Quindi Lazzaro andava verso una maggiore vita e chi esperimentava la morte erano le sorelle. Qui era Marta.

Ora Marta si trovava quindi in questa situazione di morte; ed in questa situazione di morte troviamo Gesù che le dice: "lo sono la risurrezione e la vita". Non lo diceva per Lazzaro, ma lo diceva per Marta: “quand’anche uno fosse morto...”. Ecco, quand'anche uno fosse morto...! Ed era di fronte ad uno che era morto che Gesù diceva: “Io sono la risurrezione e la vita”.

Ora se noi di fronte ad uno che ha fame o sete proponiamo il pane o l'acqua noi gli offriamo la soluzione del suo problema. Qui ci accorgiamo che Gesù ci presenta la soluzione: risponde ad un bisogno! Qui Lui sta rispondendo al bisogno di Marta. Marta stava patendo la morte, e Gesù dicendo: “Io sono la risurrezione e la vita", stava rispondendo al bisogno di Marta.

Marta non lo poteva capire, perché Marta non poteva capire che era lei che era morta, quindi che era lei che aveva questo bisogno principale. Ma Lui stava rispondendo al bisogno di Marta, anche se lei non se ne rendeva conto.

Ora quando abbiamo un essere che patisce un bisogno ed un altro che gli propone la soddisfazione di questo bisogno, noi abbiamo la rivelazione di un'intenzione. L'altro, rispondendo al mio bisogno, rivela la sua intenzione. Gesù dicendo: “Io sono la risurrezione e la vita”, dicendolo ad uno che stava esperimentando la morte, rivelava la sua intenzione: l’intenzione di Dio!

Ci fa capire che Dio ci porta in una- situazione di estremo bisogno per rivelarci la sua intenzione, e la situazione di estremo bisogno è proprio questa perdita di vita, questo morire che c'è nel mondo, che c'è in ognuno di noi, questo bisogno di capire, perché noi moriamo poiché non capiamo niente, questo bisogno di luce.  "In Principio la vita era la Luce" (Gv 1,1.4).  Poi gli uomini hanno cessato di cercare la luce e hanno incominciato ad esperimentare la morte. Hanno esperimentato e continuano ad esperimentare la morte, perché non cercano la Luce.

Ma dicendo questo ci fa anche capire che la soluzione di tutti i nostri mali sta nella luce: la vita è nella luce! Ora se la vita è nella luce e ad uno che sta esperimentando la morte gli si dice: “guarda che la vita è lì”, gli si rivela l'intenzione di Dio.

Dio dice: "Io sono la vita: cerca Me e troverai la vita, anche se tu stai esperimentando la morte". Ecco la grandezza di Dio! Dio non ci fa esperimentare la morte per condannarci, ma per aprirci, per farci capire dove sta la nostra vita. Lui! “Io”. (infatti dice: “Io...”), Lui è la risurrezione e la vita!

Ho detto che rivelandoci il suo “essere”, ci rivela l'essere del nostro bisogno. E qui la meraviglia è questa: che Lui ci rivela il suo “essere” non per quello che è in Sé, ma il suo “essere” rispetto alla situazione di disastro, di bisogno, di morte, che la creatura, sua creatura, prova, esperimenta, per cui rivela l'essere del nostro bisogno. Dicendo: “Io sono la risurrezione e la vita”, ci rivela l'essere del nostro bisogno: l'essere! ci rivela l'acqua per la nostra sete, il pane per la nostra fame. Ci rivela l'intenzione dì Dio.

E Dio per rivelarci questa sua intenzione deve farci esperimentare una situazione di bisogno, altrimenti non capiamo niente. Noi non possiamo capire come la ricerca di Dio possa essere nostra vita; ma se noi stiamo esperimentando la morte, e Dio si presenta come “risurrezione e vita”, se Dio si presenta così, noi qui capiamo l'intenzione di Dio rispetto il nostro bisogno.

Cioè, qui Dio presentandosi come uno che risponde al nostro bisogno, si presenta come l'intenzione di essere nostra vita: qui noi capiamo qualche cosa, perché proprio esperimentando il bisogno di una cosa, trovando Dio che mi dà la possibilità di risolvere questo bisogno, lì io capisco l'intenzione di Dio.

Qui io capisco che Dio si presenta relativamente a me, e mi presenta un'intenzione, ma intenzione relativa ad una situazione di un mio bisogno; e quindi qui capisco che Dio si presenta come oggetto di vita. Prima non potevo capire come Dio poteva essere “mia vita”.  Dopo aver esperimentato la morte, capisco cosa vuol dire Dio essere “mia vita”.

Ho detto, rivelandoci la sua intenzione, cioè la sua Volontà, quello che Lui è rispetto a-, qui noi abbiamo la possibilità di scoprire che cosa è Dio in relazione ad una situazione nostra di bisogno. Cioè, molte volte abbiamo affermato che Cristo Lo riconosciamo in quanto è Colui che parla del nostro bisogno principale, ma non possiamo individuare la sua Divinità. Se Cristo si fosse presentato dicendoci: “Io sono Figlio di Dio”, a noi non sarebbe importato proprio niente, tutt'al più L'avremmo chiuso in manicomio. Ma non è così!  Lui si è presentato come uno che risponde ad un nostro bisogno.

Quindi prima Dio opera (ed è tutto l'Antico Testamento, tutta la vita di ognuno di noi nel mondo) per formare in noi il bisogno, e la conclusione è questa: bisogno di trovare la vita! E come si forma il bisogno di trovare la vita? Facendoci toccare con mano la morte. È soltanto toccando con mano la morte che in noi si forma questo bisogno estremo di vita e di capire cosa vuol dire vivere.

Nessuno sa e nessuno nel mondo dice che significato abbia la vita: si parla di società, si parla di giustizia, si parla di amore, di morale, si parla di tutto ciò che si vuole ma nessuno dice che senso ha la vita, cosa serve questa vita. Cristo è l'unico che risponde a questo bisogno.  L'uomo ha bisogno di capire il significato della vita: cosa serve la vita. La vita non serve né per lavorare, né per guadagnare, né per far le carriere, né per la società, né per la politica, né per la Chiesa, ecc., non serve per niente. La vita non può servire per questo: tutte cose relative!  Non rispondono al nostro bisogno. Noi abbiamo bisogno dì trovare una risposta a questa domanda: la vita cosa serve? Cristo solo dice: “La vita ti è stata data per conoscere Dio, per entrare nella vita eterna, per trovare la vita eterna, là dove non c’è più morte!”.

Dicendo questo, ti fa capire allora che la morte c'è perché tu non capisci il senso della vita. Fintanto che tu non avrai trovato qual è il significato della vita e che la vita sta nel conoscere Dio, tu sarai costretto ad esperimento re la morte.

Ora, dico, qui abbiamo una rivelazione dell'intenzione di Dio, in un campo relativo, cioè  nel campo di una situazione di bisogno. L'uomo ha bisogno di capire il senso della vita, il senso dell'esistenza, il senso delle cose che accadono, soprattutto il senso del male, il “perché” del dolore, perché si muore…

Dico, in questa relatività (relatività, cioè “uomo”, situazione di uomo), in questa situazione dell'uomo, Dio rivela la sua intenzione, dicendo: "Io sono Colui che risponde al tuo bisogno".

E quanti hanno incontrato il Cristo, avendo questo bisogno, hanno detto: "Finalmente abbiamo trovato Colui che cercavamo!". E già!  Quindi prima bisogna cercare per poter dopo individuare. E fintanto che nell'uomo non si è fatta questa ricerca, questo bisogno di uscire da una situazione di morte, l'uomo si trova nell'impossibilità di poter individuare il Cristo e di potergli dire: "Tu sei!". Con questo, nessun uomo può dire: "Tu sei Figlio di Dio!"; però può dire: "Tu sei Colui che risponde al bisogno della mia anima".  Questo sì!

Dico, qui è l'intenzione di Dio che si rivela a noi , che ci raggiunge là dove noi ci troviamo: in una situazione di morte. Ed è qui che inizia quello che la Scrittura chiama  il “Regno di Cristo".  Prima c'è il Regno di Cristo, poi ci sarà il Regno dello Spirito Santo.

Inizia il Regno di Cristo. Con che cosa? Con la rivelazione dell'intenzione di Dio.

Noi abbiamo dato come titolo al tema di oggi: "La settima tromba dell’Apocalisse per Marta”: per Marta che, ho detto, è una creatura che sta esperimentando la morte; e, abbiamo detto, Marta rappresenta tutta l'umanità, ognuno di noi, creature che stiamo esperimentando la morte perché non capiamo il senso della vita.

Questa "settima tromba" la troviamo nell'Apocalisse (cap.  XI, 15-19). Adesso lo leggo, e qui possiamo capire adesso il significato di questa tromba, di questo settimo Angelo che suona questa ultima tromba, e suonando l'ultima tromba inaugura il Regno di Cristo: Regno di Cristo!

Sono "parole"' Chissà quante volte le abbiamo lette: c'è l'Angelo che suona la tromba, inaugura il Regno di Cristo…; ma tutte hanno un significato profondissimo di Verità e di realtà viva! Dio non parla per farci vedere un teatro o delle scene stupende, maestose, magiche, ecc.  Tutt'altro! Ci rivela delle realtà della nostra vita. Qui quando ci parla dell'ultima tromba nel capitolo XI dell'Apocalisse, dice:

“Il settimo Angelo suonò la tromba e nel Cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: «Il regno del mondo (attenti perché sono parole di una verità, di una portata enorme!)... il regno del mondo (il regno del mondo: del mondo nostro, non del Cielo, ma del mondo!) ...il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo”.

Quindi c'è Uno solo che regna e regna in tutto, nel nostro, mondo.

“Egli regnerà nei secoli dei secoli”.

Dico, con questa settima tromba si inaugura questo. "Si inaugura questo", cosa vuol dire?

“Allora i ventiquattro vegliardi seduti sui loro troni al cospetto di Dio si prostrarono faccia a terra e adorarono Dio dicendo:

«Noi ti rendiamo grazie, Signore Dio onnipotente, che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza, e hai instaurato il tuo Regno»”.

Non sono parole e non debbono essere parole. Ho detto, ci rivelano una realtà profondissima e quindi dobbiamo capire.

“Le genti fremettero,

ma è giunta l'ora della tua ira,

il tempo di giudicare i morti,

di dare la ricompensa ai tuoi servi,

ai profeti e ai santi, e

a quanti temono il tuo Nome, piccoli e grandi,

e di annientare coloro

che distruggono la terra”.

Sembra oggi! Si parla di coloro che stanno distruggendo la terra. Gli uomini vivendo per altro da Dio stanno distruggendo la terra!

“Allora si aprì il Santuario di Dio nel Cielo e apparve nel santuario l'Arca dell'Alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoti e una tempesta di grandine.”.

Ho detto che Gesù presentandosi a Marta che sta esperimentando la morte, con questa dichiarazione: "Io sono la risurrezione e la vita", rivela l'intenzione di Dio nella morte dell'uomo.  Rivela l'intenzione di Dio!

Ora, tenete ben presente: l'intenzione di Dio è l'intenzione dell'Essere Assoluto, Essere Unico, trascendente tutto. Cosa significa questo? L'Essere Assoluto è un Essere indiscutibile, non può essere messo in discussione. È una Verità assoluta. Noi possiamo gridare, urlare da mattina a sera: “Dio non c'è! Dio non c'è! Dio non c'è!” ma Dio è sempre lì! Fisso come una roccia, come un monte, sempre lì nei nostri pensieri, e quando noi abbiamo detto da mattina a sera: "Dio non c'è! Dio non c'è, io non Lo sento, ecc." Dio è sempre lì! Perché?  Perché è trascendente! E trascendente cosa vuol dire? che non c'è nessuna creatura, non c'è nessuna opera di creatura, non c'è nessun sentimento di creatura, non c'è nessuna voce di creatura che possa minimamente cancellarlo: Lui è sempre lì!  La Verità è trascendente.  Trascendente vuol dire che non è relativa all'uomo e se non é relativa all'uomo, l'uomo non può farci assolutamente niente!  Egli è sempre lì!

Ora se Dio e trascendente, se è l'Essere assoluto, quindi l'Essere che non dipende da nessun altro (non dipende! nessuno può fargli qualche cosa! tutti invece dipendono da Lui!), se Dio è     trascendente, anche la sua intenzione è trascendente.

Cosa vuol dire "la sua Intenzione è trascendente”?  Vuol dire che la sua intenzione quando Dio la comunica, nessuno la può mettere in discussione, nessuno può discuterla! non abbiamo degli argomenti da opporre. Fintanto che non la conosciamo, non la conosciamo e allora possiamo dire: "io ho i buoi, abbimi per scusato...io ho i campi, abbimi per scusato... io ho i buoi, l'officina, l'impresa, la banca, ecc .... ho le istituzioni, ecc., abbimi per giustificato... il mio dovere è questo!" (cf Lc 14,18-20). E ci sentiamo giustificati, a posto. Noi possiamo dirlo!

Ma quando l'intenzione ai Dio si comunica, l'uomo non può più obiettare niente. È una Verità assoluta che cala in noi, perché è una Verità, l'Angelo di Dio, che porta con sé questo sigillo di Dio, ed è il sigillo dell'Assoluto, della Verità assoluta. Dal momento che Dio c'è la sua intenzione è questa!  Indiscutibile! L'intenzione di Dio è quella di farsi conoscere: indiscutibile!  Segna la fine del mondo!

Cos'è questa fine del mondo?  È l’annullamento della validità di tutte le altre intenzioni. Ecco la tromba! La tromba non fa altro che convocare, farci fare attenzione ad un annuncio.  Si suona la tromba per farci fare attenzione a qualche cosa che deve arrivare a noi.

C'è nella nostra vita ad un certo momento questa tromba che suona e che ci convoca e ci fa fare attenzione ad un messaggio che sta arrivando. Il messaggio che sta arrivando è la rivelazione dell'intenzione di Dio. Dio che ci comunica la sua intenzione!

Ma come ci comunica la sua intenzione, ecco: lampi, tuoni, terremoti guerre, tutto si scatena nel nostro mondo, perché precipita tutto! Di fronte a Lui con la sua intenzione che entra in noi non c'è nessun idolo, il che vuol dire che non c'è nessuna ragione del mondo, non c'è nessuna nostra giustificazione, non c'è nessun impegno che possa restare alla sua Presenza.  Dio rivelandoci la sua intenzione, annulla tutte le altre intenzioni!

Noi possiamo continuare a fare i lavori di prima, possiamo continuare la vita come prima, ma quando Lui ci ha rivelato la sua intenzione, noi ci accorgiamo che se non L'abbiamo seguito e quindi se non abbiamo fatto il passaggio, non abbiamo fatto un salto, ed è un salto tremendo, dalla vita secondo altre intenzioni a quell'intenzione lì che Lui ci ha comunicato, noi incominciamo, di fronte a tutte le cose che stiamo facendo a esperimentare che stiamo vivendo per niente, incominciamo ad accorgerci che stiamo esperimentando il vuoto, la nullità, la vanità della vita!

È l'intenzione di Dio che annulla tutte le nostre intenzioni e ci annulla tutti i nostri valori! E quando i nostri valori crollano ("non resterà pietra su pietra...", dice Gesù {Mt 24,2}), noi non abbiamo più la capacità di volere.

Ecco, l'intenzione di Dio che opera nel nostro mondo ci annulla la capacità di volere.  Rivelandoci la sua intenzione, ci annulla tutta la validità delle nostre cose, delle nostre intenzioni. Noi, dico, possiamo continuare a fare tutti i lavori di prima, però c'è questo vuoto, questa vanità dentro che ci dice: "serve a niente! serve a niente, serve a niente!" Perché? è già! perché l'unica intenzione valida (ho detto: è un'intenzione assoluta, è un'intenzione trascendente, è l'intenzione di Dio!) é quella di Dio.

E quando Lui ha rivelato la sua intenzione e ha detto: "Io ti ho creato per questo: perché tu mi conosca!" tutte le cose che io faccio per altro fine, per altro scopo, non c'è santo che tenga, non c'è autorità del mondo che tenga, non c'è autorità di uomini che valga per dirci: "ma no! guarda che quello che tu stai facendo è molto importante!", perché la nostra coscienza urla dentro di noi: "serve a niente!", perché? perché hai capito cos'è che vale; l'hai capito, perché l'intenzione di Dio ti è stata comunicata: Dio ti ha creato perché tu Lo cerchi e Lo conosca! e se tu, e fintanto che tu non vivi per questo, tutto quello che fai, conquistassi anche tutto il mondo, facessi apostolato tra tutte le genti, conquistassi tutte le genti, tutto quello che fai è niente! perché non fai quello che devi fare!

Ecco la tromba dell'Apocalisse!  Ed ecco anche la tromba, la fine del mondo per Marta, per l'umanità che sta esperimentando la morte. Dio dicendo: "Io sono la risurrezione e la vita", ti fa capire che la vita tu non la trovi in nient'altro, e tu più continui a vivere nel mondo e più tu non fai altro che esperimentare che nel mondo c'è soltanto la morte, la vanità, il vuoto, il nulla, il non significato del tutto. Perché? perché Lui è la vita!

Ecco, dico, quello che rivela a noi l'intenzione, la comunicazione di Dio. È una comunicazione bellissima perché ti apre un campo di pensiero, se tu l'accogli, all'infinito!  "Uomo, ti occuperai di Dio!" Meraviglioso! Ma è una comunicazione terribile, perché da quel punto lì ti svuota di tutto se tu non la segui, ti impedisce di trovare la vita, perché Lui è la Vita!

Alcuni pensieri tratti dalla conversazione:

-         La rivelazione dell'intenzione è l'invito al pranzo: ci dà la possibilità di aderire, ma non è detto che vi aderiamo. Qui tu fai una scelta di fronte alla morte: se tu fai il passaggio, entri nel regno della vita e della vita eterna, perché superi addirittura la morte, se no, resti nella morte. Qui con questa rivelazione dell'intenzione di Dio, siamo proprio in conflitto: morte e vita.

 

-         Vivendo per- siamo informati da-. per cui se tu vivi per un'intenzione diversa da Dio, tu sei informato da qualcosa di diverso da Dio e questo diventa il tuo inferno, perché tu sei fatto per Dio, per l'Assoluto, per cui più tu vivi per ciò che non è Dio, e più quest'intenzione diversa da Dio crea in te una situazione di morte, perché ti priva dell'essere, tu che sei fatto per l'Essere. Quindi soltanto se la tua intenzione coincide con l'intenzione che ti fa essere, cioè l'intenzione di Dio, lì tu ti trovi nella Verità. Ma se tu hai un'altra intenzione, quest'altra intenzione ti distrugge!

 

-         L'intenzione rivelata è persona: "Io sono la risurrezione": lo, e se vivi con Lui non esperimenterai la morte perché se tu vivi per ciò che è eterno, non puoi esperimentare l'assenza, non esperimenterai la morte in eterno, perché Dio non verrà mai meno!

 

-         L'intenzione coincide con l'essere solo in Dio, per cui se si vive per un'altra intenzione si subisce una perdita di essere, perché non risponderà mai in pieno al nostro bisogno di vita.  Quindi solo se la nostra intenzione coincide con l'intenzione del Principio, cioè dell'Essere che ci fa essere, del Creatore, allora il nostro fine (la nostra intenzione) si realizza nel Principio e noi troviamo la pienezza, la Verità.

 

-         La nostra intenzione coincide con l'intenzione del Principio quando cerchiamo Dio prima di tutto, perché questa è l'intenzione che è partita da Dio nel volere te: quando Dio ti ha voluto, ti ha voluto perché tu lo cercassi prima di tutto.

 

-         Quando uno ti rivela l'essere che risponde al tuo bisogno, ti rivela la sua intenzione e qui si inaugura il regno di Cristo: é necessario che Dio scenda nella situazione del tuo bisogno e si riveli come l'intenzione del tuo bisogno. Abbiamo qui un attacco, nel campo del relativo, per condurti poi a scoprire l'intenzione di Dio da Dio, conoscendo Dio.

 

Dapprima abbiamo il Regno del Padre, cioè dell'attrazione del Padre. Dio regna attraendoci. È la condizione necessaria per poter riconoscere il Cristo, l'intenzione di Dio, ed è qui che si inaugura il Regno di Cristo che ci porterà nel Regno dello Spirito Santo.