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Marta dunque, come seppe che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa.

Gv 11 Vs 20


Titolo: Incontro a Colui che viene incontro a noi.


Argomenti: Dio è Creatore e Salvatore.  La volontà è subordinata al sapere.  Dio abita in noi. La venuta del Regno di Dio.   Andare incontro a Dio.   Distanza Dio-Creatura. Molteplicità di interessi  La morte massima vicinanza a Dio.


 

1/agosto/1993 Casa di preghiera Fossano.


Esposizione di Luigi Bracco:

 

Siamo giunti al versetto 20 del c4pitolo XI di s. Giovanni dove si dice: "Marta, appena seppe della venuta di Gesù gli andò incontro, mentre Maria se ne stava seduta in casa.".

Ecco qui abbiamo questa scena: Gesù che viene...; viene dal deserto, dal di là del Giordano, dove aveva condotto i suoi discepoli. Viene a Bethania, dove Lazzaro è morto e dove ci sono le due sorelle, Marta e Maria.

Gesù viene. Viene dove? Dove c'è un morto e dove c'è una sofferenza: sofferenza di morte.

E poi qui si dice: "Appena Marta, seppe della venuta di Gesù...”

In questa scene abbiamo quindi:

-                            Gesù che viene,

-                            ed abbiamo Marta, una creatura, che sa della venuta di Gesù;

-                            e il Vangelo ci fa notare con precisione che "Marta, appena seppe di questa venuta, Gli andò incontro".

Tema di questa sera è proprio: "Incontro a Colui che viene a noi incotro".

E dobbiamo chiederci anche qui la lezione, il significato, tanto più che Marta qui viene contrapposta a Maria, la quale (il Vangelo lo dice) se ne stava seduta In casa (Maria qui è la controfigura che mette In evidenza l’“andare incontro" di Marta).

Dico, dobbiamo chiederci Il significato: prima di tutto di Gesù che viene a Bethania, di Marta che sa della sua venuta, e poi di Marta che gli va incontro.

Gesù viene a Bethania.  Bethania vuol dire "la casa della tribolazione, dell'afflizione, la casa del dolore".  Gesù viene in questo luogo di dolore, e ogni uomo è un luogo di dolore, perché ogni uomo fa esperienza di morte, ed è necessario che faccia questa esperienza di morte perché la morte è ciò che è più vicino alla vita. Non si Identifica però con la vita. Dio non si identifica con la morte, quindi a maggior ragione la morte non si identifica con la vita; però essa rappresenta la maggior vicinanza alla vita, e ne abbiamo visto anche il perché.  Gesù viene in questa situazione di morte, quindi in questa situazione di vicinanza, di massima vicinanza possibile per l'uomo alla vita. E questa scena ha un grande significato per la nostra vita essenziale.

Abbiamo quindi Gesù che viene, e abbiamo anche la creatura che, saputo di questa sua venuta, va incontro a questa venuta di Gesù.

Dico, dobbiamo chiederci la lezione, il significato, che cosa Dio vuole dirci di Sé, poiché tutto è lezione per noi, per la nostra vita essenziale. Se noi infatti seguissimo in tutto l'insegnamento di Gesù, le parole di Gesù, noi avremmo la vita eterna alla portata di mano, facilissima! La vita è semplice, siamo noi che la complichiamo terribilmente, appunto perché noi trascuriamo le lezioni di Gesù, la parola di Gesù.

Dico, la vita di per sé, nel disegno di Dio, è lineare ed è semplice. Dio non ha fatto le cose complicate. Siamo noi che ce le rendiamo molto complicate appunto perché non teniamo presente Dio, trascuriamo Dio, e ce le rendiamo talmente complicate che ad un certo momento la via di Dio diventa impossibile, se non assurda.

In tutte le cose Dio parla per aiutarci a camminare e a camminare verso i veri valori, verso il fine per cui ci ha creati, perché Dio non è soltanto il Creatore di tutte le cose, e noi sbagliamo se ci limitiamo ad accettare tutte le cose da Dio, ritenendo che sia sufficiente accettare. Il problema non sta lì. Dio non è soltanto il Creatore. Dio è anche il Salvatore. Quindi è Lui che crea ed è Lui che salva. Cosa vuol dire che salva? È Lui che crea tutto ciò che esiste ed è Lui che conduce tutto ciò che esiste al fine per il quale è creato.

Ora, ho detto, non basta accettare, anche se è necessario. È assolutamente necessario accogliere tutto da Lui, perché fintanto che noi riteniamo che Lui sia Creatore soltanto di certe cose e non di altre, noi ce lo salutiamo e da lontano Il Regno di Dio, che è il Regno della Verità.  Dio certamente è il Creatore di tutte le cose, beni e mali.  Ecco perché parla in tutto.  È Lui il Signore! È Lui l'unico Dio. Non ci sono due dèi. Quindi ogni cosa va accettata dalle mani di Dio.

Ma, dico, non basta accettare. Bisogna cercare di capire!  E Gesù lo dice espressamente nella sua prima parabola, che è poi la parabola fondamentale per capire tutte le altre: bisogna porre mente e si pone mente in quanto uno ha interesse per capire (cf Mt 13,23).

Quindi bisogna accettare tutto da Dio e bisogna cercare di capire il significato delle cose che Dio ci fa arrivare, intendendo per "cose" tutte "parole di Dio". Tutto è parola di Dio, perché tutte le cose hanno un'anima, un significato. Non accade nulla senza un significato, assolutamente nulla. Nemmeno la formichina che passa davanti al nostri piedi è senza significato e quindi senza una parola di Dio per noi. È Dio che sta parlando a noi.

Ora, sapendo che non accade nulla senza un significato, in tutte le cose dobbiamo camminare con questa attenzione, con questo rispetto: “è Dio che sta parlando con me!”. Anche nel filo d'erba! “è Dio che sta parlando con me!”. E in tutte le cose quindi noi dobbiamo porre questa mente che è attenzione a Dio, poiché la mente è attenzione a Dio, sguardo a Dio, per cercare di capire: "Signore, mi stai parlando e io non capisco! che cosa mi vuoi dire?", perché Lui che parla è anche Lui che mi fa capire il significato delle cose che mi fa arrivare.

E siccome Lui è soma intelligenza, tutte le cose che fa, le fa personalmente per ognuno di noi. Non le fa quindi per la massa o per gli altri, o per l'umanità, ecc., no!  Lui in ogni sua opera tiene presente tutto di noi. Dico, è somma Intelligenza. Quando uno non è intelligente, non riesce a tener conto di tutto dell'altro; tiene conto soltanto dell'apparenza o del corpo o di certi segni, o di certe cose o di certi sentimenti. Non può tener presente tutto dell'altro. Invece là dove c’è massima Intelligenza c'è presenza di tutto e quando c'è presenza di tutto di colui al quale si parla, c'è sempre la comunicazione personale, per cui ognuno di noi si sente trattato personalmente. Quindi bisogna sempre in tutte le cose dire: “questo è per me... questo è per me... questo è per me... e se è per me, Signore, che cosa mi vuoi díre?”.

Ho detto molte volte: “tutti quelli che muoino prima di noi, muoiono per noi”, quindi è parola di Dio per noi, e se è per noi…: “Signore, che cosa ci vuoi dire?”. 

Dico, anche qui abbiamo questi tre elementi fondamentali:

1)                         Gesù che viene a Bethania,

2)                       Marta che appena ha saputo di questa venuta... ( ecco, questo sapere),

3)                       va incontro a Gesù.

Quindi abbiamo:

-                            Gesù che viene incontro alla creatura,

-                            la creatura che sa, che viene a sapere di questa sua venuta,

-                            e la creatura che va incontro a Lui.

E ci dobbiamo chiedere che cosa Dio ci vuole significare per la nostra vita essenziale, che cosa Dio ci vuole significare di Sé in questo fatto.

Intanto si nota subito questo: Marta va incontro appena sa che... È sottolineato dal Vangelo, Parola di Dio che dice: "Marta appena saputo... va incontro". Questo ci fa capire che la volontà di andare incontro scatta in quanto uno sa.

Fintanto che uno non sa non può volere. Marta va incontro appena saputo. Ci fa capire che la volontà di andare incontro a Colui che viene a noi è conseguenza del sapere che Lui viene. Fintanto che noi non sappiamo o ignoriamo o dubitiamo che Dop venga nella nostra vita, noi non abbiamo la forza, non abbiamo la volontà, non abbiamo la capacità di andargli incontro. Questo ci fa capire che quello che forma in noi la capacità di partire, di alzarci, di uscire dalla nostra casa, e di andare incontro a Colui che sta venendo, poiché c'è Uno che sta venendo, è il sapere: viene soltanto dal sapere. Non basta la fede: viene dal sapere! dal sapere che Gesù sta venendo.

Gesù è il Dio con noi, il Dio tra noi. E cosa vuol dire "Dio con noi"? Vuol dire che Gesù significa la presenza di Dio in noi. È rivelatore del rapporto tra Dio e noi. Per questo c'è l’“Incarnazione”.  L’incarnazione è rivelazione di una realtà che già è. Anche se Cristo non SI fosse incarnato, la realtà è questa: Dio abita in noi.  Dio è con noi.

Se Dio è con noi, la conseguenza è immediata: tutta la nostra vita non è altro che un rapporto con Dio. Se io vivo con una persona che abita nella mia stessa casa, in tutto io sono condizionato da questa presenza.  Dio certissimamente abita in noi.  Ho detto: Dio non abita fuori di noi, nel mondo esterno, "non abita nelle Chiese, nei Templi fatti da mano di uomo": è Parola di Dio anche questa (At 17,24).  Dio abita nell'interno dell'uomo.

E che Dio abiti nell'interno dell'uomo noi stessi ne siamo la testimonianza. "Voi stessi dite che Io sono", dice Gesù (Lc 22,70). "Voi stessi lo dite".  E si capisce! perché tutta la nostra problematica umana ed esistenziale non è altro che un grido continuo che Dio è con noi: la nostra passione di assoluto, il nostro bisogno di Verità, il nostro bisogno di capire, il nostro bisogno di significato, di senso della vita, questa continua problematica, questo continuo interrogare, ecc., è tutto una testimonianza, una rivelazione che Dio è con noi. Noi stiamo portando in noi il mistero della presenza dell'Assoluto: quindi dell'Infinito e dell'Eterno! Infatti l'ho detto molte volte, se noi vediamo il tempo passare è perché abbiamo presente l'Eterno, se vediamo le cose finite, la molteplicità delle cose, lo spazio, ecc., è perché abbiamo l'Infinito con noi, altrimenti non vedremmo questo.  Quindi tutto di noi è testimonianza, prova che Dio è presente in noi.

Questa Presenza è la Realtà, è ciò che fa la Realtà della nostra vita. Cristo è rivelatore a noi di questa Realtà, quindi Uno che insegna a noi i rapporti con questo Dio che portiamo in noi.  È Uno che ci insegna a leggere, perché questo Dio con noi ci condiziona. E si capisce che ci condiziona! poiché tutto ciò che avviene nella nostra vita è in relazione a Lui.

Il Cristo è il Maestro che insegna a noi a leggere quello che avviene nella nostra vita, per farci capire che tutto quello che avviene nella nostra vita è in relazione a questa presenza dell'Assoluto, dell'Eterno, dell'Infinito che portiamo in noi.

Abbiamo quindi in Lui questa grande testimonianza, questa grande rivelazione.

Tenendo presente che Gesù è il rivelatore del Dio che è in noi, che è con noi, ecco che questo Gesù che viene a Bethania, già ci pone un problema: Gesù è Dio, quindi Gesù che viene a Betania è Dio che viene all'uomo, all'uomo che sta patendo una pena di morte, perché in Bethania c'era questa pena per una morte: Lazzaro era morto e sepolto da quattro giorni. Quindi è Dio che viene in queste situazione di morte della creatura. Dobbiamo chiederci prima di tutto: è proprio vero che Dio viene in contro all'uomo? Questa è una lezione e la deduciamo dal fatto che Gesù è Dio. Dio con noi, per cui rivela Il nostro rapporto con Dio: quindi Gesù che viene a Betania ci annuncia che c'è Dio che viene nella nostra vita.  Ma a noi non basta vedere un fatto esterno per assimilarlo, per capirlo. Noi abbiamo bisogno di capire le cose. Dio vuole che noi capiamo, perché ci ha detto che la prova fondamentale è questa: poni mente o non poni mente? Se tu non poni mente il demonio te lo porta via, se tu poni mente arrivi al frutto. Quindi il frutto è condizionato dal porre mente. Vuoi dire che Dio vuole che noi poniamo mente.

Qui abbiamo un annuncio: Dio viene alla creatura: alla creatura che sta patendo e patendo una pena di morte, perché coloro che muoiono veramente non sono quelli che muoiono fuori fisicamente, ma sono quelli che muoiono come spettatori di coloro che muoiono. Colui che è spettatore di una morte è lui stesso che patisce questa morte. Ed è in questa situazione di morte, di passione di morte che abbiamo questo annuncio: Dio che viene.

Ci chiediamo: Dio viene?  È proprio vero che Dio viene nella nostra vita?  E ci chiediamo: quali prove abbiamo? Su che cosa noi    ci fondiamo per dire: “Dio sta venendo”. Ho detto molte volte: “il tempo che passa è Dio che viene".  E va bene! può essere una bella affermazione!  Ma è vero?  Oppure è poesia o sentimento. È vero che Dio viene nella nostra vita?

Intanto abbiamo già la Parola di Dio che dice: “Il Regno di Dio si avvicina” (Mt 3,2). Si avvicina, quindi viene. È un annuncio. È Parola di Dio, parola eterna, parola quindi per tutti, parola per ognuno di noi. In ognuno di noi c'è questa parola di Dio, anche se non capiamo niente, c'è questa parola di Dio che dice: "Il Regno di Dio si fa vicino": vicino a te personalmente. Si fa vicino!

Ma cosa vuoi dire "Regno di Dio che si fa vicino"? Ho detto: il tempo che passa è Dio che viene. Il tempo è mutamento, e noi proprio per la passione di assoluto che portiamo dentro di noi, di fronte ad ogni mutamento ci chiediamo: "perché? che senso ha?". Il grande mutamento è questo: Dio ci dà la vita e poi ce la toglie. Si nasce, si fa un certo numero di giri intorno al sole e poi si scende, perché sostanzialmente la nostra vita terrena è questo: una giostra. È una giostra attorno al sole. È una giostra un po' grande, ma è come una giostra della nostra fiera di san Giovenale, anche quella: una giostra che gira intorno al sole.

Dunque si nasce, si fa un certo numero di giri intorno al sole e poi si scende.  E va bene, ma l'anima, la nostra anima, non si accontenta mica; l'anima chiede: “che senso ha questo?  Signore, perché mi fai salire su questa giostra, mi fai fare un certo numero di giri attorno al tuo sole e poi mi dici di scendere. e tutto è finito... Che senso ha?”

E già, ma il problema sta proprio lì: perché la nostra anima interroga? Perché noi chiediamo: "che senso ha?”. Perché non ha senso!  Non ha senso nascere per morire! è stupido oltre tutto!  Perché Dio ci dà le cose e poi ce le toglie? E se noi stringiamo i tempi, tutto si riduce lì: da una parte ci dà una cosa e dall'altra ce la toglie: finito! Questo non ha senso!

Ora, dico, perché noi diciamo: “non ha senso?”. Perché interroghiamo? perché l'uomo interroga? Perché l'uomo sente il problema?  Se sente il problema una soluzione certissimamente c’è. Se noi sentiamo un problema è perché la risposta c'è. Quindi non dobbiamo fare gli scemi dicendo così: “io sento il problema, però non c'è una soluzione!”.  Se c'è il problema, la soluzione certissimamente c'è.

Siamo soltanto noi che non ci dedichiamo al problema che Dio ci fa sentire, altrimenti la soluzione certíssimamente c’è. Basta dedicarsi. Dio ha detto: "qualunque cosa chiederete vi sarà dato" (Gv 15,16): parola di Dio, promessa di Dio! Qui è logico! Illogico è invece il nostro comportamento.  Illogico è per noi sentire il problema, interrogare e dire: "che senso ha fare un certo numero di giri attorno al sole e poi scendere e tutto è finito?" È illogico non cercare la soluzione al problema. Illogico è il nostro non impegnarci a risolvere il problema!  Questo è illogico!

Logicissimo è quello che dice Gesù: "Qualunque cosa chiedere te vi sarà dato"; il che vuol dire: "qualunque problema voi chiederete a Dio, su qualunque problema voi chiederete luce a Dio, Lui ve ne farà vedere la soluzione, la risposta”. Qui allora c'è un senso. Le cose tutte hanno un senso.

Allora il difetto è soltanto da parte nostra: che non chiediamo a Dio la luce o non la chiediamo sufficientemente o non la chiediamo con quella pazienza necessaria poiché la Parola di Dio ci dice: "chiedete con pazienza" (Lc 18,1-8),  ché  la pazienza è necessaria per poter ottenere la luce.

Allora, quello che dice Dio è perfettamente logico. È logico! Lui dice: “I problemi si risolvono: quindi non state il rassegnati di fronte al mistero, al tabù, ecc.: i problemi sono per essere risolti. Se Dio ve li fa sentire è perché devono essere risolti. Quindi impegnatevi!”.

Ho detto: Dio viene, come Gesù viene a Betania. Abbiamo la prova della parola di Dio che dice: "Il Regno di Dio si avvicina". Basta questo annuncio: il Regno di Dio si avvicina per metterci in movimento o per dare comunque una risposta. È un’affermazione, ma è anche una proposta.

È un'affermazione, in quanto ci afferma una cosa. Noi possiamo anche non capire, noi possiamo anche dire: "chissà cosa vuol dire Regno di Dio? e cosa vuol dire avvicinare!?". Va bene, però la Parola arriva, è arrivata. Che io adesso questa Parola la metta al centro dei miei interessi, dei miei pensieri, per cercare di capirla, di approfondirla, va bene, o posso anche trascurarla, però la Parola mi è arrivata. E Sant'Agostino dice che quando una parola ti arriva, che tu la capisca o non la capisca, tu sei tenuto ad accoglierla, a crederla, perché in quanto ti arriva rientra nell'opera creatrice di Dio, e se rientra nell'opera creatrice di Dio tu sei responsabile di come rispondi a questa Parola che ti arriva.

Quindi c'è questa parola: "il Regno di Dio si avvicina", ed è la parola conclusiva di tutto l'Antico Testamento.  Infatti Giovanni battista conclude tutto il suo messaggio dicendo: "Il Regno di Dio si avvicina".  E "Il Regno di Dio si avvicina" è la Parola con cui il Nuovo Testamento inizia. Cristo inizia il suo messaggio dicendo: "Il Regno di Dio è vicino" (Mc 1,15). Il che vuol dire che questa è la Parola fondamentale, il messaggio fondamentale nella vita di ognuno di noi. C'è questa Parola fondamentale che piomba tutti i giorni su di noi: “Il Regno di Dio si fa vicino... il Regno di Dio si fa vicino... il Regno di Dio si fa vicino...". Giorno per giorno che passa, il Regno di Dio si avvicina, grava su ognuno di noi.

Ogni parola che arriva a noi ci annuncia una realtà. È Dio che parla a noi la realtà, è Dio che parla a noi la Verità. Noi costruiamo dei sogni, Dio ci parla la Verità; e questa realtà è quella che Lui ci dice: “il Regno di Dio si avvicina”.

Quindi la nostra vita non è solo un girare attorno al sole! C'è un mutamento di rapporti.  C'è qualcosa di nuovo che sta venendo: il Regno di Dio sta venendo! C'è una novità nella vita di ognuno di noi!  Mentre si gira attorno al sole c'è qualcosa di nuovo che sta entrando in noi.

Mentre la Parola di Dio ci annuncia la realtà in cui ci troviamo ("Dio viene"), ci fa anche una proposta: la parola di Dio è sempre annuncio di realtà e proposta. Se ci dice: “Il Regno di Dio si avvicina", ci invita ad interessarci del Regno di Dio.

Abbiamo detto: “Marta, saputo che Gesù stava venendo, gli andò incontro”. Dunque saputo...: qualcuno gliel’avrà annunciato, gliel’avrà detto: Gesù sta venendo! È lo stesso messaggio: “Il Regno di Dio si avvicina".  Qualcuno ce lo sta dicendo: "Il Regno di Dio si fa vicino... è la realtà nella tua vita: c'è Dio che ti sta vicino".

Marta, saputo, Gli andò incontro. La Parola di Dio che arriva a noi, mentre ci annuncia una realtà: “Il Regno di Dio si fa vicino”, ci fa una proposta: “vai incontro...”.

La volontà in noi non può scattare se la nostra mente non intende, non conosce. L'annuncio arriva alla nostra mente: "Il regno di Dio è vicino"; la proposta è questa: "va incontro!"; Marta andò incontro a Gesù che stava venendo.

La Parola di Dio che arriva a noi ci deve far arrivare a delle convinzioni: Dio opera convincendo, non opera imponendo. Lui non vuole che noi vi aderiamo così, senza capire: Lui non ci dice: “Il Regno di Dio si avvicina e tu devi crederlo ciecamente”. No, no!  Dio opera convincendo. Dio è Verità e la Verità opera sempre convincendo, ed è lì la bellezza del trattamento di Dio! Dio ci tratta con una pazienza infinita per cercare di convincerci della Verità che ci annuncia.

E allora anche qui noi ci chiediamo: abbiamo l'annuncio: "Dio che viene", e abbiamo visto che ci sono le testimonianze della parola di Dio, e noi stessi siamo questa testimonianza, per cui il tempo che passa è Dio che viene e lo stiamo subendo. Questa convinzione, questo sapere che Dio sta venendo è il secondo aspetto fondamentale della scena che ci presenta questo versetto ("Marta, appena seppe... ").

C'è anche però una proposta: "vai incontro!" (poiché l'annuncio è una proposta). Ogni lezione ha sempre una conferma nella Parola di Dio, e noi dobbiamo cercare nella Parola di Dio, nella Parola del Cristo e chiederci: dov'è questa conferma che dobbiamo andare incontro a questo Regno di Dio che si avvicina? poiché Gesù dice: “Il Regno di Dio si avvicina, fate penitenza", e Giovanni battista dice: “Il Regno di Dio si avvicina, fate penitenza", ma non dicono espressamente: "andategli incontro".

Però noi abbiamo una Parabola del Signore, ed è bellissima: quella delle dieci vergini.  Dice: "nel mezzo della notte, ad un certo momento arriva l'annuncio: «ecco lo Sposo: andategli incontro!»” (Mt 25,6). Ecco! Da qui la crisi per cinque di esse. Ecco: la parola, l'annuncio, che ad un certo momento diventa "verbo", proposta, intenzione.

"Ecco lo Sposo": è parola, annuncio. E il "verbo" è: “andategli incontro!”.

Quelle che erano preparate gli andarono incontro, ma le vergini stolte che non erano preparate sono andate nei negozi a comprare l'olio.

Qui c'è una conferma: è la Parola di Dio che ci dice: “vai incontro a Colui che sta venendo”.

Vuol dire che non basta sapere che Uno sta venendo, che Dio sta venendo nella nostra vita. Bisogna andargli incontro. E noi ci chiediamo: che senso ha andargli incontro? Se Lui già sta venendo, che senso ha andargli incontro? Perché andargli incontro? Cosa vuol dire questo?

E qui dobbiamo chiederci prima di tutto cosa vuol dire "venire" e poi cosa vuol dire "andare incontro".  E qui si approda al tema della distanza e dello spazio. C'è sempre qualche cosa che ci separa da Dio.

Prima di tutto c'è questo: Dio viene. Certissimamente Dio viene! Abbiamo detto che la massima vicinanza possibile e realizzabile nella creatura, indipendentemente dalla creatura, la massima vicinanza con la vita vera, con la vita eterna è la morte. Perché?

Quando abbiamo parlato di questo abbiamo detto il perché: perché di fronte alla morte l'uomo è messo con le spalle al muro. L'uomo di fronte alla morte esperimenta la sua impotenza. Ma è quello che doveva già capire fin dal principio! poiché fin dal Principio è annunciato: Dio è il Creatore, Dio è Colui che fa tutte le cose. È lui che fa! È Lui che inizia l'opera, ed è Lui che la porta a compimento.

E invece cosa succede?  Succede che ad un certo momento l'uomo dice: "io", cioè: vuol fare lui! È l'uomo che vuole mettere le mani nel motore che non conosce; è l'uomo che vuole agire ed è lì che si crea tutta la complicazione della nostra vita.

Ed è lì che ad un certo momento Dio deve intervenire e metterci con le spalle al muro, cioè ridurci all'impotenza: al non fare niente. Non puoi fare più niente!

Abbiamo detto che fintanto che uno è malato, fintanto che uno è triste, che uno è addormentato, si può intervenire. L'uomo può Intervenire: "posso fare qualche cosa: gli do una medicina e lo guarisco... lo mando dal medico e lo guarisco... lo mando in Ospedale, lo curo. ecc.; quest'altro è addormentato e lo sveglio... vado a svegliarlo io...", c’è sempre qualcosa che l'uomo può fare.

E intanto l'uomo non si rende conto che è proprio in questo “io posso fare qualche cosa” che si creano delle distanze grandi tra lui e Dio. Si complica la vita, perché chi fa è Dio. È Lui la Causa assoluta, prima, è Lui Colui al quale bisogna riferire tutte le cose. Bisogna accettare tutto da Dio e riferire tutte le cose sempre a Dio.  "Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altro Dio fuori di Me" (Dt 4,39).

E allora ecco che il Signore per riportare l'uomo In questa situazione, che è la situazione essenziale per avere questo rapporto giusto con Dio, per condurre l'uomo a questo rapporto del "Lui é il Principio, Lui è il Creatore, io sono la creatura... è Lui che parla, io sono colui che ascolta ... è Lui che in comincia l'opera ed è Lui che la porta e compimento", dico, Dio ci deve fare esperimentare la morte, questa situazione in cui l'uomo esperimento la totale impotenza: nella morte l'uomo non è più addormentato, l'uomo non è più malato, l'uomo non è più triste... ma c'è niente da fare, ormai è morto. C'è più niente da fare! Niente da fare, vuol dire impotenza: impotenza dell'uomo!

Proprio in questa situazione di impotenza, l'uomo scopre la massima vicinanza possibile con Dio: è Dio che viene!

È Dio che viene: però non basta che Dio venga nella nostra vita, perché il problema non si risolve unilateralmente. Cioè, una distanza non si può né modificare, né annullare unilateralmente. Unilateralmente cosa vuol dire?  Per opera di uno solo. Non si può modificare, non si può annullare la distanza tra noi e Dio per opera unicamente di Dio.

Dico, è il problema della distanza che è problema dello spazio, che è un problema relativo, l'abbiamo visto le domeniche scorse. Per questo si può adesso affrontare questo argomento, perché gli argomenti delle domeniche scorse ci hanno preparato a questo fatto.

Noi diciamo che spazio, tempo e abbiamo visto anche la molteplicità, sono relativi all'uomo. Non sono in assoluto. In assoluto non c'è il tempo. In assoluto c'è l'Eterno.  Dio è eterno, Dio è assoluto.

In assoluto non c'è lo spazio.  In assoluto c'è l'infinito.

In assoluto non c'è la molteplicità. In assoluto c'è l'Uno. Dio è Uno.

Il che vuol dire che molteplicità, spazio, tempo, sono relativi: relativi all'uomo, non assoluti.  Relativi all'uomo! 

Abbiamo visto quanti errori ha fatto l'umanità, la scienza, ritenendo che spazio e tempo fossero assoluti: non sono assoluti. Sono relativi all'uomo. Relativi all’uomo! Il che vuol dire che fintanto che l'uomo è in cammino ci sono queste cose qui, ma man mano che l'uomo muta, mutano queste cose, perché l'Assoluto è l'Eterno, l'infinito, l’Uno: questo è l'Assoluto.

Abbiamo detto che lo spazio, il tempo e la molteplicità delle creature sono segni, quindi voci, categorie, predicato di Colui che è Eterno, che è Infinito, che è Assoluto, che è Uno. Sono segni, parole, voci. E in quanto sono voci, convocano a Colui che parla con noi, ci convocano al suo Pensiero, alla sua intenzione.

E qui incominciamo a capire qualche cosa: non si tratta più di un girare attorno al sole!  Dio facendo sentire la sua voce ci convoca a Sé. Ho detto, la sua voce è il tempo e lo spazio;  e certamente tempo e spazio lo esperimentiamo tutti: il tempo passa e noi non vorremmo che passasse, lo spazio lo subiamo, le creature, la molteplicità delle creature le subiamo, ecc., quindi sono un fatto che noi subiamo.

Però questa è voce di Uno che è Eterno, che è Infinito, che è Assoluto. Voce, quindi ci convoca, ci chiama: giorno dì convocazione! La nostra vita è tutta un giorno di convocazione! E ci convoca dove?  Ci convoca all'Eterno, all'Infinito, all'Assoluto.  Questo da parte di Dio.

C'è tutta l'opera che Dio fa su di noi. Il tempo passa indipendentemente da noi, ma tutto quello che arriva a noi indipendentemente da noi si conclude con un segno che è massima vicinanza con Dio: massima vicinanza. Ma non si può scambiare il segno con Dio, mai!

La morte, ho detto, è massima vicinanza con la vita, ma non si può assolutamente scambiare la morte con la vita. Noi non possiamo passare dal segno allo Spirito, non possiamo passare dalla parola al Pensiero, dall'opera all'Operatore. Sì, c'è Uno solo in cui è possibile: c'è un punto solo in tutto l'universo in cui è possibile questo scambio, il passaggio cioè dall'opera all'Operatore: ma questo è in Dio, solo in Dio. In Dio è possibile passare dal Figlio al Padre e dal Padre al Figlio, ma questo, dico, soltanto nell'Assoluto, in Dio: in un punto solo!  Perché?  Perché Dio è massima Singolarità. E questo punto in tutto l'universo ci è dato, è il Pensiero di Dio, quel "punto immacolato' che portiamo in noi.

Tutti i segni di Dio, opera che Dio fa su di noi senza di noi. segno di quello che arriva a noi senza di noi, tutti questi segni che si concludono conta morte (massimo segno di vicinanza con la vita, quindi massima vicinanza con Dio) non sono interscambiabili: sono vocazione, ma non possiamo mettere, sostituire al segno lo Spirito, come non possiamo alla morte sostituire la vita.  Non possiamo, nessuno di noi può dire o può confortare dicendo: “è morto, ma è vivo” No! se è morto, è morto. C'è questa singolarità nell'opera di Dio, perché non basta che Dio venga incontro alla creatura; nel suo venire incontro alla creatura c'è un "verbo": “vai incontro a Colui che ti viene incontro”.

E ci siamo chiesti: che senso ha andargli incontro se Lui già ci viene incontro? E cosa vuol dire andargli incontro? Ho detto, è un problema di distanza, perché venire incontro vuol dire eliminare una distanza. Quando uno viene elimina la distanza.

Gesù venendo a Bethania elimina una distanza. Lui prima era lontano da Bethania, tant’è vero che Io mandano a chiamare: "Vieni che Lazzaro è grave, ecc.", Lui non va perché c'era un disegno superiore da compiere, ecc.; poi ad un certo momento dice: “andiamo!”. E andando, cosa succede? Elimina la distanza. La distanza tra che cosa?  Tra il luogo in cui era prima con i suoi discepoli, al di là del Giordano, dove Giovanni Battista aveva battezzato, e Bethania, cioè elimina questa distanza tra il luogo in cui Lui era e Bethania.

Quindi c'è una distanza nella nostra vita.  C'è una distanza nella nostra vita. C'è una distanza nel campo fisico e c’è una distanza soprattutto nel campo dello spirito.

E anche qui ci sono delle caratteristiche, ben fondamentali.

L'abbiamo detto molte volte che la distanza nel campo fisico è interscambiabile, per cui ad esempio se questo registratore è distante una certa misura da quello, anche quello è distante da questo per la stessa misura. Le distanze qui sono interscambiabíli.

Nello Spirito, no, assolutamente no! Nello Spirito anche nell'esperienza sentimentale o familiare, la distanza non è interscambiabile; e tutti quanti ne fanno esperienza: due persone possono essere vicinissime, ma essere lontanissime una dall’altra nel campo dello spirito.  Qui non abbiamo più l'interscambiabilità. Una persona può essere spiritualmente vicina all'altra e l'altra essere lontanissima da-.

Questo cosa vuol dire? Vuol dire che Dio può venire vicinissimo a noi, o essere vicinissimo a noi e noi essere lontanissimi da Lui. Non è interscambiabile la distanza. Dio non è come un registratore, come un oggetto qualsiasi: io metto un libro vicino all'altro e anche l'altro è vicino a questo. Con Dio non può esser così! Dio è vicino alla creatura, vicinissimo, presente alla creatura, ma non è detto che la creatura sia vicinissima a Dio, che la creatura cioè sia con Dio come Dio è con la creatura.

Ecco perché dico, la conclusione del venire, dell'avvicinarsi di Dio alla creatura da parte unicamente di Dio si conclude con la morte della creatura: massima vicinanza.

Perché la creatura possa passare allo Spirito, cioè possa arrivare a questa vicinanza e restare in questa vicinanza con la quale Dio si avvicina alla creatura, è necessario che la creatura Gli vada incontro!

DIO viene incontro alla creatura, ma è necessario che la creatura vada incontro a Dio, perché soltanto nella misura in cui la creatura va incontro a Dio sarà fatta capace di intendere lo Spirito di Dio, di vedere la venuta di Dio e quindi di sopportare la presenza di Dio, altrimenti la creatura subisce la vicinanza di Dio, ma la subisce, dico, come Dio che ti annulla tutto ciò che non è Dio.

Questo venire di Dio è un annullamento di distanze. E noi dobbiamo chiederci: ma la distanza da che cosa è fatta?

Ecco, la distanza è fatta in noi dalla presenza di tutto ciò che non è Dio, quindi dai segni di Dio, dalle opere di Dio, che non sono Dio. Cioè la distanza è formata in noi dalla molteplicità, molteplicità di interessi, di amori, quindi disegni non raccolti in Dio, inconclusi.  Questo avviene anche tra due persone: la distanza si forma in quanto si formano altri interessi, altri pensieri, altri amori. Si forma così la distanza. La distanza è creata dalla molteplicità di interessi.

Ora se la distanza è creata dalla molteplicità, ci chiediamo: Dio come fa a venire alla creatura? Dio viene alla creatura annullando la molteplicità delle cose, dei fatti, degli interessi, che si sono frapposti tra la creatura e Dio. Annulla facendo scadere i valori. Dio questo lo può fare. Dio è il Creatore, Dio annulla.

Quando la creatura mette degli altri amori, degli altri interessi, mette degli altri pensieri tra sé e Dio, si forma la lontananza: Dio diventa lontano, lontanissimo! perché noi abbiamo altre presenze: "i buoi, i campi, la moglie": questi sono vicini a noi ma Dio è lontanissimo! “Abbimi per giustificato, scusato!", gli diciamo.  Noi ci scusiamo così.

Quello che crea la distanza nel campo dello Spirito è quindi la molteplicità di altri interessi, di altri amori. Ma Dio si avvicina. Come si avvicina? Annullando! Annullando tutto ciò che non è Lui! E cosa ci resta nella creatura?  Morte! La creatura fa esperienza di morte. E la morte che cos'è?  L'abbiamo visto: la morte è annullamento, è distacco da tutto ciò che è diverso da Dio.

Ma se la creatura non è andata incontro a Dio, la creatura subisce questa perdita di tutto, la creatura subisce Dio come un ladro che gli porta via tutto. Dio stesso lo dice che verrà come un ladro (Mt 24,42-44)! È Lui che parla della sua venuta in questi termini! Ladro: quindi ti porta via tutto! E perché ti porta via tutto? E già! ti porta via tutto quello che ha creato la distanza tra te e Lui, tra la creatura e il suo Signore; mentre invece Dio è in rapporto diretto, intimo, personale con la creatura.

Qui capiamo perché è necessario che la creatura vada incontro: perché soltanto andando incontro evita questo spogliamento, evita questa crisi della morte, capisce che l'opera che Dio sta facendo togliendole tutta quella molteplicità di cose, interessi, ecc., non sta facendo altro che accorciare le distanze, abbreviare le distanze! e le deve abbreviare al punto tale da annullare ogni distanza che c'è tra la creatura e Dio, tra l'anima e Dio!

Dio opera costi Questo è il regno di Dio!  Dio opera per annullare tutte le distanze che la creatura mette, vivendo, tra lei e il suo Signore. “Ti condurrò nel deserto... – il deserto: annullamento di tutto! - "... e lì parlerò al tuo cuore" (Os 2,16), perché soltanto lì, in questo incontro, Dio ha la possibilità di far superare alla creatura il segno della morte, di farla passare al significato. E nel significato c'è la Presenza, la Presenza dell'Eterno, dell'Infinito, dell'Assoluto, dell'Uno.

 

Alcuni pensieri tratti dalla conversazione:

 

-                            Mentre ci annulla o ci relativizza i nostri interessi, i nostri amori, Dio si avvicina e ci dice: "vienimi incontro!".

 

-                            Non basta sapere che Dio è Creatore, bisogna conoscere la sua intenzione: ci sta venendo incontro!  Se sposo la sua intenzione, gli vado incontro anch'io, poiché il suo venirmi incontro è una proposta tacita di andargli anch'io incontro.

 

-                            È solo guardando dal suo punto di vista che si eliminano le distanze.

 

-                            Come e in che modo la creatura va incontro a Dio?  Partendo dalla sua casa, dal suo punto di vista e impegnandosi a vedere tutto dal punto di vista di Dio, raccogliendo tutto in Lui.