HOME

 


Così parlò e poi soggiunse loro: "Il nostro amico Lazzaro s'è addormentato; ma io vado a svegliarlo". Gv 11 Vs 11


Tema: Il sonno dell'uomo.


Argomenti:  Il parlare di Gesù.  Realtà trascendente e realtà sensibile.   Giorno e notte.  Lettura divina e umana.  Intossicazione e stanchezza.


 

9/maggio/1993  Casa di preghiera Fossano


Anche qui ci troviamo di fronte alla parola di Cristo quindi di Dio.

Parola universale che vale quindi per ogni uomo.

Dobbiamo quindi chiederci che cosa Dio ci vuole comunicare con quest’annuncio: "Lazzaro il nostro amico si è addormentato”.

Lazzaro abbiamo già visto, rappresenta l'uomo.

L'uomo è amico di Dio perchè Dio abita nell'uomo.

Anzi Dio ha fatto dell'uomo la propria abitazione.

La gioia di Dio è di abitare con l'uomo.

Che Dio sia amico dell'uomo, non è detto che l'uomo sia amico di Dio.

Nel campo dello spirito non basta che uno sia vicino all'altro perchè anche l'altro sia vicino a quello.

Dio è con noi, non è detto che noi siamo con Dio.

L'obiettivo dell'uomo deve essere proprio quello di imparare a essere con Dio come Dio è con lui.

Tutti i problemi dell'uomo, nella notte, sono determinati proprio dalla presenza di Dio nell'uomo.

L'uomo per questa presenza ha bisogno di capire il significato di tutte le cose che ci sono e di tutte le parole che gli arrivano.

Di fronte a questa Parola di Dio noi ci chiediamo il significato.

E il significato per ognuno di noi perchè ognuno di noi è amico di Dio, fosse anche un bestemmiatore, un peccatore, un negatore di Dio, Dio con questo non cessa di essere amico dell'uomo.

Perchè presso Dio non ci sono variazioni o cambiamenti.

Dal momento che Dio è amico dell'uomo, è sempre amico dell'uomo.

Dio è stabile.

Noi dicevamo, dobbiamo chiederci cosa è questo addormentarsi.

L'uomo si può addormentare.

"Il nostro amico si è addormentato".

Ciascuno di noi amico di Dio può addormentarsi.

Qui subito si presenta un problema.

E i problemi sono per metterci in movimento.

I problemi sono per farci pensare.

Qui c'è un problema grosso che ci fa pensare.

Gesù dice "Si è addormentato".

Noi sappiamo che Lazzaro è morto.

Lo dirà due parole dopo Gesù stesso: "Lazzaro è morto".

Se Lazzaro è morto e Gesù lo conferma, perchè dice che "Si è addormentato"?

Perchè Gesù dice una cosa diversa dalla realtà?

Già prima Gesù aveva detto che la malattia di Lazzaro non conduce alla morte.

Ma Lazzaro era già morto.

Perchè questa contraddizione?

Tutto ha un significato per noi.

Perchè Gesù dice una cosa diversa dalla realtà comune?

Perchè parla in modo diverso dall'uomo?

Perchè chiama la morte sonno e poi dice che è morte?

Tante volte abbiamo visto questo parlare diverso di Gesù rispetto agli uomini.

Gesù dice che Lazzaro dorme e poi fa capire perfettamente che Lui sa che Lazzaro è morto, perchè?

C'è qui lo stesso spirito che c'è in Gesù a dodici anni.

Lì prima dice: "Io mi devo occupare delle cose del Padre" e poi se ne va sottomesso ai suoi genitori.

Qui è lo stesso, prima dice: "Lazzaro si è addormentato", poi dice "Lazzaro è morto".

Prima Lui dice una parola secondo lo spirito e poi dice la parola secondo gli uomini.

Ma ormai alla seconda parola Lui ha detto la Verità.

Quella che conta è sempre la parola prima.

Quello che si mette prima di tutto.

Dicendo la prima parola Lui disincanta gli uomini dalle altre visioni, dalle altre letture.

Gesù a dodici anni dice: "Io mi devo occupare delle cose del Padre mio" e poi ritorna disincantato con i suoi.

I suoi ormai sanno qual è il suo destino.

Lui ha dichiarato il suo amore.

Lui ha dichiarato cosa ha messo prima di tutto nella sua vita.

L'ha dichiarato per ognuno di noi.

Qui è uguale, Gesù dice: "Lazzaro si è addormentato".

Quindi ha detto una parola secondo lo spirito, secondo Dio.

Il che ci fa capire che secondo Dio la morte non è morte ma è un sonno.

Dopo dirà: "Lazzaro è morto", quindi secondo gli uomini.

Vista dagli occhi di Dio la morte è un sonno, un dormire.

Vista invece dagli occhi degli uomini la morte è fine.

La morte è non più ritorno.

Lui parla secondo Dio perchè è Dio.

Fa una lettura di un avvenimento (morte di Lazzaro) dal punto di vista dell'eterno.

Due sono le grandi realtà in cui l'uomo si trova.

C'è una realtà sensibile, sentimentale e c'è una realtà che non possiamo smentire ma che non vediamo, la realtà trascendente.

La prima realtà che sentiamo ma che non possiamo capire poiché la subiamo è per noi notte, ci porta cioè a un grande problema: il significato.

Che senso, che significato ha?

La seconda realtà che trascende noi perchè non è relativa a noi noi non la vediamo.

Questa realtà è attingibile solo con la conoscenza.

Si attinge solo con il pensiero, solo con la conoscenza.

E non con l'intelligenza umana ma solo con il Pensiero di Dio.

Qui c'è luce.

Ciò che esiste indipendentemente da noi è Realtà.

La Realtà è spirito.

Non è quella che vediamo e tocchiamo.

Quella è relativa a noi.

Quindi non può essere realtà assoluta.

La realtà assoluta non può essere conosciuta senza noi.

Senza cioè la nostra dedizione.

Qui possiamo quindi capire che rapporto passa fra queste due realtà in cui ci troviamo.

Notte è tutta la creazione di Dio che arriva a noi indipendentemente da noi.

Giorno è quella Realtà in cui non si entra senza di noi ed è luce.

Punto di passaggio è conoscere l'Intenzione di Dio.

Non si entra nel Regno della Luce senza il Pensiero di Dio.

Senza imparare cioè a leggere le cose dal punto di vista del Padre.

Tutta la prima realtà (notte) è fatta per suscitare in noi un interesse e quindi la dedizione del nostro pensiero a quella realtà che ci trascende.

La prima realtà è in funzione della seconda.

La seconda realtà è vedere le cose dal punto di vista dell'eterno.

Qui ci sono due letture: umana e divina.

Gesù legge questa morte dicendo "Si è addormentato".

Ha letto in un certo modo una realtà sensibile.

La morte è una realtà sensibile.

Non è trascendente.

Nella trascendenza non c'è la morte.

Presso Dio tutti sono vivi, Parola di Dio.

Nella nostra realtà sensibile c'è la morte perchè tutte le cose passano.

Se è realtà relativa, a un certo momento deve lasciare il posto alla Realtà assoluta.

L'uomo legge la realtà secondo il suo punto di vista.

Secondo ciò che vede tocca, esperimenta.

Chiama cioè morte la morte.

Ma la morte è un fatto relativo all'uomo, sensibile.

L'uomo esperimenta la morte.

Legge secondo quello che esperimenta e dice morte.

E distingue la morte dal dormire.

Un addormentato può essere svegliato.

Un morto non può essere svegliato.

La morte per l'uomo è uno scandalo.

Ha bisogno di capire la ragione il significato.

Di per sé la morte non ha significato.

Non è la realtà assoluta.

La lettura umana in cui l'uomo riferisce tutte le cose al suo io chiama morte la morte.

Lettura in cui il protagonista è l'uomo.

Perchè l'uomo costata esperimenta.

Invece la vera lettura è quella in cui è protagonista Dio non l'uomo.

Che l'uomo non sia il protagonista è evidente.

Basta un filo d'erba per sconfessare il protagonismo dell'uomo.

Il vero protagonista è Dio.

Perchè Dio è il Creatore, l'uomo no.

Quindi la vera lettura non è quella che fa l'uomo secondo quello che vede tocca e sperimenta.

La vera lettura è quella che si fa dal punto di vista di Dio.

Guardando dal punto di vista di Dio.

Si entra nel Regno della Luce guardando le cose dal punto di vista di Dio.

Gesù essendo Figlio di Dio guarda tutte le cose dal punto di vista del Padre.

E presso il Padre non esiste la morte.

Presso il Padre tutti sono vivi, anche Lazzaro.

Non può quindi dire Gesù di Lazzaro che è morto.

Dice che dorme.

Il tema di oggi è il sonno dell'uomo.

Dobbiamo capire allora il significato di questo dormire dell'uomo.

Che Gesù confonde con la morte.

C'è quindi un certo rapporto tra questo dormire dell'uomo e questo morire.

C'è un morire che è così agli occhi degli uomini.

C'è un dormire che è così agli occhi di Dio.

Anche la morte è assorbita dal sonno.

Non è la morte che assorbe il sonno.

È la morte che diventa sonno.

Agli occhi di Dio.

Ci dobbiamo chiedere che senso ha il dormire dell'uomo?

C'è un senso nella creazione di Dio tra la notte e il giorno.

C'è un senso fra un’ora e l'altra del giorno.

Gesù dice che nella notte non si può operare.

Se non si può operare cosa si fa?

Si dorme.

Nel giorno si opera.

Perchè nella notte si dorme?

Perchè c'è questa sosta?

Deve avere un significato per la nostra vita essenziale.

Poiché tutto è fatto da Dio per portarci alla vita essenziale.

Anche la morte deve servire alla conoscenza di Dio.

Perchè Dio ha fatto l'uomo con il bisogno di dormire?

Per capire il sonno dell'uomo noi dobbiamo portarci nel destino dell'uomo.

È nel fine che tutto s’illumina.

L'uomo è stato creato per conoscere Dio.

Tutti gli altri fini a un certo punto sfumano nel nulla.

A un certo momento tutto finisce, muta delude.

E resta la domanda che sgomenta: "La mia vita a cosa serve?"

La vita ci è stata data per occuparci di Dio.

Noi viviamo in quanto ci occupiamo di Dio.

Ogni giorno vale in quanto ci occupiamo di Dio.

Destino e fine dell'uomo è conoscere Dio.

L'uomo è stato creato per occuparsi di Dio.

Occuparsi di Dio vuol dire raccogliere unificare tutto in Dio.

Perchè man mano che uno raccoglie conosce Dio.

Dio da noi tanti segni di Sé e ci invita a raccogliere questi segni in Lui per vedere dal suo punto di vista.

Solo se noi raccogliamo iniziamo a conoscere qualcosa di Dio.

Se non raccogliamo, invece non entriamo nella conoscenza.

Gesù dice:"Chi con Me raccoglie....".

Oggi come oggi, nella misura in cui tu raccogli con Cristo, ricevi mercede di vita eterna, cioè conoscenza di Dio.

Cioè cammini verso il tuo destino.

Si realizza il destino raccogliendo.

Raccogliendo i segni che Dio ti manda.

Che ti manda indipendentemente da te.

Tutta la realtà sensibile è tutto segno d Dio che ci arriva indipendentemente da noi per dare a noi la possibilità di raccogliere questi segni in Dio in modo da poter conoscere Dio.

Gesù precisa: "Chi con me non raccoglie disperde".

Se noi non raccogliamo i segni di Dio noi, disperdiamo e disperdendo restiamo dispersi.

Molteplicità non raccolta, non unificata in Dio, quindi non conoscenza di Dio.

Il giorno Dio ce lo da affinché noi raccogliamo nella sua intenzione, conoscendolo.

Capita invece che noi di giorno, tutti i segni che Dio ci manda li lasciamo a metà strada.

Non raccogliamo.

Tutte le opere di Dio restano in noi interrotte, aborti.

Semi che non producono vita, frammenti.

L'uomo che non raccoglie le opere di Dio in Dio che non unifica, in questo incompiuto esperimenta la stanchezza.

La stanchezza nella vita dello spirito è la conseguenza di tutta un'opera incompiuta.

L'uomo accumulando frammenti, nozioni non concluse, non portate nel loro compimento (Dio) avverte la stanchezza.

E la notte, il sonno è una conseguenza di questa stanchezza.

L'uomo si carica di frammenti.

È come se uno accumulasse tante parole: a un certo momento la testa gli scoppia.

La stanchezza si forma in noi da tanto cibo mangiato, introdotto ma non assimilato.

La stanchezza è un’indigestione.

La stanchezza non è effetto di mancanza di qualcosa ma di sovraccarico di alimento.

Tutta l'Opera di Dio essendo tutta parola e segno di Dio è alimento per la nostra anima.

Ma l'alimento va assimilato. Se noi non raccogliamo in Dio, quindi non assimiliamo, tutto quest’alimento che noi introduciamo in noi, diventa un sovraccarico, un’intossicazione.

Se noi mangiamo senza assimilare noi ci intossichiamo.

Lo stesso cibo che è dato a noi per la nostra vita diventa veleno.

Diventa veleno in quanto noi non raccogliamo in Dio.

Il sonno, conseguenza di questo sovraccarico è misericordia di Dio per disintossicarci.

Il sonno è per disintossicarci.

Noi accumulando cibo senza assimilarlo, accumulando parole, segni, fatti, creature senza unificarle a Dio ci intossichiamo.

E se non si fosse il sonno noi, moriremmo.

Ecco perchè c'è una certa affinità tra il sonno e il morire.

Il sonno è per disintossicarci e se non ci fosse il sonno noi, moriremmo di quell'avvelenamento.

Ecco perchè la dispersione diventa morte.

Morte che è molteplicità.

Nella creazione di Dio ci sono sei giorni e per ogni giorno c'è una notte ecco perchè, per disintossicare l'uomo da ciò che non ha riportato a Dio nel giorno.

E Dio alla sesta notte ci porta a un unico pensiero, il rapporto diretto io-Tu, l'ultimo segno da mangiare.

Impiega sei giorni e sei notti per portare l'uomo all'ultimo giorno che è senza fine.

Come ci disintossica Dio di notte?

Col digiuno.

La notte è spina staccata dalla realtà, realtà del mondo.

La notte è luce che tramonta, per cui il mondo non preme più con la sua luce su di noi.

La spina si stacca.

Dio nel sonno ci disintossica da tutto ciò che noi nel giorno non abbiamo portato a compimento in Lui attraverso questo digiuno, il digiuno del suo mondo.

Per non accumulare oltre ci separa dalla sua creazione.

In questo riposo in cui il mondo non preme più su di noi l'anima, si libera di questo sovraccarico e ritorna a contatto con Dio.

E il mattino l'anima si ritrova con la possibilità di iniziare una nuova vita.

Direi che Dio ci crea ogni mattina.

Dopo averci disintossicati di quel veleno del giorno prima.

Questa è l'opera di misericordia di Dio per aiutarci, per metterci sul cammino ogni mattina.

Ogni mattino uno è riportato al principio.

Può darsi che uno inizi a vivere nel Principio.

Se questa è l'opera di Dio, non è detto che noi entriamo nel sabato senza sera.

Può succedere che l'uomo stacchi la spina da Dio.

E qui abbiamo un altro sonno.

Sonno abbiamo detto è staccare la spina da.

Dio stacca per noi, col tramonto della sua luce creata, stacca la spina dalla realtà dei segni (sensibile).

Ma l'uomo può staccare la spina da Dio.

Cioè perdere la presenza dell'Intenzione di Dio.

Perchè se uno ha presente l'Intenzione di Dio anche se non riporta tutto a Dio, ha sempre la possibilità di...

Ma se l'uomo stacca la spina da Dio, perde il senso della vita stessa.

Qui abbiamo un altro sonno, quel sonno che diventa morte per cui l'uomo non può più unificare, non può più collegarsi con la Vita.

Per questo Gesù dice: "Affrettatevi finché la Luce è con voi" cioè finché la spina è innestata.

È innestata in Dio.

Camminare, cioè far crescere Dio in noi.

Cioè far crescere in noi la conoscenza di Dio.

Quindi fintanto che questa spina è innestata nella centrale, in Dio, nel principio affrettatevi.

Affrettatevi a raccogliere tutto in Dio.

"È necessario che Lui cresca e che io diminuisca".

Questo sonno è per farci capire che Dio opera disintossicandoci, per portarci ogni giorno alla conoscenza di Dio.