MOSTRA FOTOGRAFICA DOCUMENTARIA
FOTOGRAFIE E TESTI DI SERGIO CARANFA
Un piccolo arco spezzato alla sommità che testimonia lo stato di fatiscenza e di completo abbandono in cui versa l'edificio. Rimasto privo della cura e della manutenzione che gli garantiva la presenza dei monaci, il monastero andò in rovina e molti manufatti furono portati nella vicina Villalago. Si ha notizia di elementi lapidei riutilizzati come materiale da costruzione. Provengono sicuramente dal convento la mensa in pietra dell'altare di S. Domenico nella chiesa parrocchiale e la lunetta scolpita ora incastonata nella facciata della chiesetta di San Michele all' "Arapezzana". Nulla si sa invece della lapide romana con iscrizione funeraria (la cosiddetta lapide di "Obidia") che si trovava un tempo murata nel convento e che fu prima trascritta dall'Antinori e poi riportata dal Mommsen nel vol. IX del Corpus Inscriptionum Latinarum col n. 3093.