Incrociatori pesanti classe Trento :

Trento

Trieste


Trento

Unità      Trento   03 aprile 1929
     Trieste   21 dicembre 1928
Dislocamento a vuoto      10.511 tons
Dislocamento normale      13.548 tons
Dislocamento massimo      14.600 tons
Dimensioni l x l x p      197 m x 20.6 m x 6.8 m
Apparato motore      10 caldaie Yarrows, 4 turbine Parsons, 150.000 hp, 4 eliche
Velocità massima      35 nodi
Carburante      3.000 tonn
Autonomia      4.160 miglia nautiche @ 16 nodi
Armamento       
AN        8 x 203/50
AN / AA      16 x 100/47
AA         8 x 37/54
AA         4 x 13.2/76 mm
AN         8 tls 533 mm
Corazzatura massima  
verticale        70 mm
orizzontale        50 mm
torrette      100 mm
barbette      100 mm
torrione      100 mm
Aerei      3, con una catapulta a prua
Equipaggio      25 ufficiali, 756 sottufficiali e comuni

I due incrociatori pesanti classe Trento rappresentarono le prime realizzazioni della Regia Marina nell'ambito del Trattato di Washington, che pose dei limiti di armamento e tonnellaggio alle navi principali.
I vertici italiani per queste navi scelsero di privilegiare l'armamento principale e soprattutto la velocità, a scapito della corazzatura.   i Trento infatti risultarono essere bastimenti molto veloci, surclassavano tutte le realizzazioni estere contemporanee, ma furono poco protetti.
In realtà la velocità massima raggiunta alle prove, ben 37/38 nodi, era stata ottenuta con le navi ad allestimento ancora incompleto e non venne mai raggiunta in condizioni operative.   Tuttavia i Trento riuscivano a raggiungere agevolmente i 35 nodi di velocità massima.

Ben presto però i vertici della Regia Marina compresero che la corazzatura non era sufficiente e le realizzazioni seguenti posero rimedio a tale difetto.

Queste due navi furono anche per un breve periodo le ammiraglie della Flotta Italiana, dal momento che le vecchie corazzate non erano ancora state rimodernate e le nuove era ancora lì da venire.

Armamento

L'armamento principale si basava su 4 torri binate armate con cannoni da 203/50 mm Modello 1924.
Queste armi, adottate solamente da questi due incrociatori pesanti, sparavano un proiettile del peso di 125,3 kg ad una distanza massima di 28.000 metri, con una elevazione delle canne di 45 gradi.
La celerità di tiro andava tra 1,5 e 3,4 tiri al minuto.
Il problema principale di cui soffrirono questi cannoni per tutta la loro durata fu l'elevata dispersione delle salve, che peraltro era un difetto che accompagnava un po' tutte le artiglierie italiche.
In questo caso il problema era dato soprattutto dal posizionamento dei cannoni all'interno delle torri, molto vicini tra loro.
Durante la vita operativa si tentò di porvi rimedio riducendo la velocità d'uscita del proiettile e diminuendo il peso dello stesso, ottenendo parziali risultati.

Per l'armamento antiaereo principale vennero adottati 16 cannoni da 100/47, installati in numero di 16 in 8 postazioni binate.
Erano un'arma risalente al 1924, e derivata dal più vecchio 100/50 Skoda del 1910 utilizzato dall'Impero Austro-Ungarico durante la Prima Guerra Mondiale.
Tale cannone sparava un proiettile del peso di 13,8 kg all'altezza di 10.000 metri.   In funzione antinave il proiettile veniva sparato alla massima distanza di 15.240 metri con un'elevazione massima della canna di 45 gradi.

Completavano l'armamento antiaereo 8 armi da 37/54 e 4 mitragliere da 13.2/76, ottime armi sviluppate autonomamente dall'Italia.
Quella da 37 mm in particolare aveva una cadenza di tiro di 120 colpi al minuto, e sparava un proiettile del peso di 1,63 kg alla quota di 5.000 metri.

I Trento furono anche dotati di 8 tubi lanciasiluri da 533 mm.

Infine, queste navi furono dotate di catapulta per il lancio di aerei, collocata all'estrema prora, ed avevano una dotazione di tre aerei,  posti in una aviorimessa sottostante.

Corazzatura

I Trento, prima realizzazione nazionale di incrociatori pesanti cosiddetti di "tipo Washington", furono, come il loro contemporanei europei, soprattutto francesi, dotati di una corazzatura piuttosto leggera, privilegiando la velocità.

La cintura corazzata aveva uno spessore massimo di 70 mm, mentre la corazzatura orizzontale arrivava solo a 50 mm.   Le torri di grosso calibro, infine, erano protette da 100 mm di corazzatura, la stessa utilizzata per il ponte di comando.

In tutto erano dedicate alla protezione 888 tonnellate di dislocamento.

 

 

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