Occupazione dell'Albania

7 ottobre 1939

 

Il 7 ottobre 1939 l’Esercito Italiano occupava l’Albania.

Si trattava di una mossa più di carattere politico che non dettata da una effettiva necessità militare, anche se indubbiamente il possesso dell’Albania poneva l’Adriatico sotto l’esclusivo controllo italiano, con la possibilità di chiuderne definitivamente l’accesso.   Inoltre sarà proprio dall’Albania che prenderanno le mosse dell’attacco contro la Grecia.   Si trattava di una mossa volta più a rispondere all’occupazione tedesca dei Sudeti avvenuta poco prima (data), anticipando quella che nel primo periodo della Seconda Guerra Mondiale sarà la “guerra parallela” voluta da Mussolini.

Inoltre si voleva anche far capire al resto d’Europa, e soprattutto alla Francia, che i Balcani rientravano nella sfera d’influenza esclusiva dell’Italia.  

Per il Regio Esercito non fu affatto un’impresa difficile, incontrò scarsissima resistenza e in breve tempo tutto il territorio albanese fu sotto controllo., con la fuga di re Zogu dalla nazione.  

Per quanto riguarda la Regia Marina, questa apparve davanti alle coste albanesi, al comando dell’ammiraglio Arturo Riccardi (futuro Capo di Stato Maggiore della Marina), con una squadra formata dalle navi da battaglia  Cesare e Cavour, dagli incrociatori pesanti Fiume, Gorizia, Pola, Zara, dagli incrociatori leggeri Abruzzi, Bande Nere, Garibaldi, dai cacciatorpediniere Alfieri, Baleno, Carducci, Da Recco, Folgore, Fulmine, Freccia, Gioberti, Grecale, Libeccio, Oriani, Saetta, Scirocco, 14 torpediniere e varie motonavi su cui erano imbarcati in totale circa 11.300 uomini, 130 carri armati e materiali di vario genere. 

Anche la Regia Aeronautica aveva disposto un ingente apparato aereo, composto da ben 384 aerei tra bombardieri S 79, caccia CR 32 e aerei da trasporto.  

Nonostante l’imponente spiegamento di forze messe in campo si trattò di un’operazione che non  rese necessari interventi diretti delle navi, se si escludono poche salve da 100 mm e da 120 mm sparate a Durazzo e a Santi Quaranta per ridurre al silenzio timidi tentativi di reazione da parte albanese. 

Per concludere si può ancora ricordare come l’occupazione dell’Albania fosse avvenuta nonostante il parere contrario del Re, che temeva il peggiorare dei rapporti con la Jugoslavia e le altre potenze europee.   Comunque al termine dell’operazione Vittorio Emanuele III ricevette la corona di Re d’Albania, che si sommava a quella di Imperatore d’Etiopia già ottenuta nel 1936.

 

 

Tipo di nave

# unità

Corazzate

2

Incrociatori pesanti

4

incrociatori leggeri

3

Cacciatorpediniere

13

Altre navi

14

Materiali

11.300 uomini, 130 carri armati

 

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