Navi italiane alla Francia

 

Incrociatori leggeri : Attilio Regolo, Scipione Africano, Pompeo Magno

Cacciatorpediniere : Oriani, Legionario, Mitragliere, Velite

Sommergibili : Giada, Vortice

Motosiluranti : 9 unità

Nave coloniale Eritrea

Motozattere da sbarco : 5 unità

Navi ausiliarie : 7 unità

Rimorchiatori : 12 unità

 

In totale si trattava di 48.621 tonnellate di naviglio, di cui 20.061 di unità da combattimento d'altura, per un totale di 43 unità.  A causa di necessità impellenti nelle colonie in Indocina, nel 1947 la Francia chiese al Governo italiano la consegna immediata della nave coloniale Eritrea e una nave cisterna nafta, dichiarandosi disposta ad accettarla anche in condizioni di non operatività, cosa invece prevista dal trattato di pace.   Il Governo accettò di buon grado le richieste, anche allo scopo di fornire un precedente all'aggiramento della clausola delle " operational condition " , e in breve le due navi, di cui si ricorda che la cisterna era già da tempo in gestione civile e l'Eritrea non aveva certo valore bellico, giunsero a Tolone, precisamente l'11 febbraio 1948.

L'Eritrea divenne il Francis Garnier, e venne inviato in Indocina dove prestò a lungo servizio come nave coloniale.   Venne radiato solo nel 1966.

Il Tarvisio, questo il nome della cisterna, fu ribattezzato Garonne e prestò servizio fino al 1959.

Intanto la Francia chiedeva che le consegne avvenissero quanto prima, mentre il Governo italiano cercava di fare in modo che queste non avvenissero mai.   Con le elezioni del 1948, che videro una larga maggioranza anticomunista al potere, videro però un cambiamento nella politica dell'Unione Sovietica, che avanzò anch'essa le proprie richieste e, come la Francia, non richiese le operational condition.  

Lo Scipione a Taranto il 27 febbraio 1947. La nave è ancora in armamento.

Nel luglio 1948 i due governi latini si accodarono per alcune modifiche all'elenco delle navi da consegnare.   Innanzitutto fu escluso l'incrociatore Pompeo Magno, che i francesi credevano afflitto da deformazioni dello scafo, che invece affliggevano il gemello Regolo, silurato nel 1942.   L'unità doveva però essere cannibalizzata a favore delle altre due unità della classe da consegnare.   Altri accordi riguardarono il fatto, molto importante per i francesi, che le navi andassero consegnate con una vasta dotazione di materiali, in grado di garantirne il servizio per anni, e per ottenere ciò furono disposti ad altre rinunce in fatti di navi.   In tutto la Francia rinunciò, oltre al Pompeo Magno, ai sommergibili Giada e Vortice e ad altre 21 unità per complessive 18.805 tonnellate.   A seguito di questo accordo la Marina italiana si attenne scrupolosamente ai patti del 48 e consegnò in breve tempo tutte le navi richieste, e procedette anche a cannibalizzare secondo le richieste francesi il Pompeo.(Scrive l'ammiraglio Rebuffel che di fronte alle loro richieste in merito l'ammiraglio Rubartelli disse " fareste meglio a rimorchiare il Pompeo Magno a Tolone restituendoci per posta ciò che non vi serve...).

L'Attilio Regolo a Tolone nel febbraio 1949

L'Attilio Regolo, rinominato Chateaurenault, e lo Scipione Africano, che divenne il Guichen, furono molto apprezzati e prestarono un lungo servizio nella Marine Nationale.   Vennero rimodernati negli anni 52 e 54, con modifiche soprattutto all'armamento ed alle dotazioni, che ridussero la velocità a 34 nodi, comunque molto elevata, e vennero radiati negli anni Sessanta.

Il Mitragliere, ora Jurien de la Graviere, venne radiato nel 1956, il Legionario, ora Duchaffault, e l'Oriani, ora D'Estaing, vennero radiati nel 1954.   Il Velite, ora Duperrè, prestò invece servizio fino al 1961.

La Garonne, ex Tarvisio, venne radiata nel 1959.

Ultima nave di dimensioni non trascurabili di cui si è parlato, l'Eritrea, ora Garnier, divenuta avviso coloniale, operò in Indocina, subì modifiche all'armamento, principale e secondario, e venne radiata solo nel 1966, ultima delle navi ex italiane a lasciare il servizio.

Si può dire che la Francia non fece un vasto uso delle unità ex italiane, anche a causa dello stato di conservazione, non va dimenticato che avevano tutte avuto un intenso utilizzo nel più grande conflitto mondiale della storia, e in totale la Marina francese riuscì ad armare per un significativo periodo solo i due incrociatori leggeri e la nave coloniale.

E' infine interessante annotare quanto scrisse l'ammiraglio francese Rebuffel a proposito delle navi italiane :

Gli incrociatori tipo Regolo sono dei bastimenti che raggiungono le 5.000 tonnellate a pieno carico, sono dotati di una bellissima artiglieria e possono correre a 40 nodi.  [...]   I quattro cacciatorpediniere sono delle belle navi da 1.600 tonnellate, molto riuscite e noi non ne disponiamo di uguali a seguito delle perdite che abbiamo subito in questa categoria.   L'avviso coloniale è certamente il più adatto di quelli di cui disponiamo attualmente.   Al momento attuale (1949) un incrociatore, un caccia e l'avviso coloniale sono in armamento e navigano con la più grande soddisfazione dei nostri marinai.