Corsari italiani (virtuali)

 

Progetti prebellici

 

Dopo la Prima Guerra Mondiale, la cantieristica mercantile nazionale godette di una forte ripresa, e si videro così entrare in linea numerose navi mercantili moderne e grandi transatlantici veloci.   Alla luce di tali avvenimenti lo Stato Maggiore della Regia Marina, nel 1926, fu promotore di un decreto che stabiliva l'erogazione di un prestito a fondo perduto per la predisposizione di strutture adatte a rendere possibile un veloce armamento dei mercantili.  Tra le grandi navi adattate a questo scopo figuravano i grandi transatlantici Rex, Conte di Savoia, Conte Grande, Saturnia e Vulcania, solo per citare i più noti.   Tali unità sarebbero state armate, in caso di necessità, con 4 o 6 canoni da 152/45 ed oltre 6 mitragliere da 13.2 mm, con le relative apparecchiature per la condotta del tiro.


La RAMB II pronta per la consegna nel 1937

La filosofia italiana per l'utilizzo in guerra di mercantili armati stava però cambiando, da navi per la scorta ai convogli stavano diventando navi per la lotta corsara contro i convogli, esattamente ciò che fecero gli incrociatori ausiliari tedeschi durante la guerra.   Il primo progetto derivato da questa nuova linea di pensiero fu quello riguardante la conversione della motonave Arborea, nel 1936, durante la crisi con la Gran Bretagna provocata dalla guerra d'Etiopia.

La nave, di 4.969 tonnellate e 16 nodi di velocità, entrata in linea nel 1929, fu dotata di 4 cannoni da 120/40 e fu dotata delle installazioni necessarie per imbarcare due idrovolanti CANT 25 AR con le ali ripiegabili, ma per motivi di spazio non venne prevista l'installazione di catapulte, come avveniva invece sulle navi da guerra. 

Sempre nel 1936 lo Stato Maggiore stilò altri e più grandiosi progetti per la modifica delle quattro motonavi gemelle Barbarigo, Cortellazzo, Birmania e Volpi, unità in grado di sviluppare 14 nodi.   Le navi avrebbero imbarcato 5 cannoni da 120/45, 2 mitragliere da 13.2 mm, 2 lanciasiluri binati da 450 mm e 50 mine, inoltre sarebbero state dotate di un ricognitore IMAM RO 43, lo stesso in uso sulle unità maggiori della Regia Marina. L'anno seguente vi fu una lieve modifica del progetto, prevedendo l'imbarco di cannoni da 135/45, ma infine non se ne fece nulla.

 

RAMB

 


La RAMB IV sullo scalo a Trieste nel 1937

Le quattro unità R.A.M.B., chiamate così in quanto gestite dalla Regia Azienda Monopolio Banane, ma armate dal Ministero delle Colonie, si trovavano ancora sugli scali, nel 1937, quanto venne deciso di adattarle al futuro uso di navi corsare.

Si trattava di quattro unità moderne, da 3.667 tonnellate di stazza, da oltre 19 nodi di velocità, che sarebbero state destinate al traffico bananiero con la Somalia.


LA RAMB IV al varo a Trieste nel 1937

Le modifiche da effettuare ai bastimenti sarebbero state piuttosto limitate, con l'installazione di quattro cannoni da 120/40 e  due mitragliere da 13.2 mm senza l'uso di lanciasiluri né aerei.   Unità poco mascherabili, al contrario delle omologhe tedesche, avrebbero puntato molto sulla elevata velocità per disimpegnarsi dopo aver affondato i mercantili.

Nel 1939 però la Royal Navy aveva iniziato a progettare di armare i suoi mercantili con cannoni da 152 mm, il che rendeva inadatte i pezzi da 120 mm delle Ramb.   Consci di ciò, allo Stato Maggiore si decise di armare le nuove unità corsare Pietro Orseolo, Monginevro, Monviso e Monreale, le ultime tre all'epoca ancora sugli scali, con i più potenti cannoni da 152/40.   Le navi, unità da 5.500 tonnellate di stazza e 8.500 di portata con una velocità di 16.5 nodi, sarebbero state dotate di ben sei cannoni da 152/40, due cannoncini contraerei da 37 mm e due da 20 mm.   Avrebbero completato la dotazione due impianti lanciasiluri binati da 450 mm ed una dotazione di oltre un centinaio di mine.


La RAMB III in porto ad Ancona nella tarda estate del 1938

 

Ultimi progetti

 

Lo scoppio della guerra, nonostante avesse dimostrato l'inutilità di tale genere di navi almeno per l'Italia (ricordiamo che tutte le navi corsare tedesche vennero affondate entro il 1942, ad eccezione di una) non fermò i progetti di Supermarina per trasformare unità mercantili in corsare, tanto che ancora nel 1942 venne progettato di adibire a tale scopo la motonave Himalaya, che si trovava nella base oceanica di Bordeaux. Tuttavia a causa delle scarse qualità di questa nave, in particolare per quanto riguarda la velocità giudicata inadeguata, tale progetto venne ben presto abbandonato.

 

 

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