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(PK 1a serie)

THE MAKING OF - PkNA#26 "il tempo fugge"


Chi fa parte del PK team non si stupisce più di niente. Neppure che fare in sei il lavoro di uno sia... il doppio più difficile (e anche di più). L’ha sperimentato sulla propria pelle una mezza dozzina di giovani disegnatori, incaricati da Simone "Sommo" Stenti di disegnare tutti insieme un numero di PK.

È vero, c’erano già stati i due PK speciali, ma questa volta l’obiettivo non era un’antologia di episodi di per sé autosufficienti, collegati da una storia di raccordo. No, il diabolico Sommo voleva un’avventura di Pikappa normale e, proprio per questo, straordinaria. Gli stili dei sei disegnatori dovevano dare vita ad un corpo unico, senza che i cambi di mano fossero avvertibili.

Lo scopo di questa "missione impossibile" era dare una chance a giovani promesse del fumetto disneyano che avevano dimostrato talento e passione, ma che probabile non erano ancora pronti per affrontare la distanza di sessantadue tavole di un PK (impresa che ha messo a dura prova anche professionisti navigati).

Ma il primo ad accettare la sfida non è stato un disegnatore, bensì uno sceneggiatore, Tito Faraci. A lui è toccato l’onere e l’onore di architettare una trama nella quale i continui mutamenti di sfondi, costumi, generi e, soprattutto, stili risultassero naturali e addirittura necessari.

Dopo avere ricevuto la sceneggiatura, Ezio Sisto e Simone Stenti hanno convocato Tito Faraci e i sei disegnatori negli ormai leggendari studi della Disney, in modo da inventare e visualizzare insieme i personaggi e gli elementi comuni dell’avventura. Da questo incontro sono nati Malva, Vlad e la macchina del tempo portatile. Al termine della riunione, i disegnatori si sono spartiti la sceneggiatura (anche se tutti hanno letto tutto). Il resto è storia. Anzi, la storia...



--==[Le opinioni dei disegnatori]==--

"Per il mio episodio ho dovuto creare due personaggi forti, con un ruolo importante: la maga Zantia e il gigante di pietra. Era una bella responsabilità, ma più c’è da inventare... più mi diverto!"
[Graziano Barbaro]

"Lavorare nel PK Team era il mio sogno. Così, per mesi, mi ero allenato a disegnare i classici ambienti e personaggi della serie: la Ducklair Tower, gli evroniani, UNO, la Pikar... E invece mi è toccata la parte fantasy, e ho dovuto inventarmi tutto! E’ stata una bella fatica, ma anche una grande soddisfazione."
[Emilio Urbano]

"Per un disegnatore come me, abituato a storie "normali", i paesaggi più difficili sono stati il titolo e soprattutto il salto nel vortice temporale che chiude la mia parte. Comunque, è stato tutto molto divertente."
[Ettore Gula]

"Ormai sono diventata un’esperta nella Londra Vittoriana. Mi sono procurata un sacco di documentazione per disegnare un ambiente credibile. A questo proposito, l’automa meccanico mi ha fatto un po’ penare. stato difficile immaginare come sarebbe stato costruito un robot con la tecnologia di fine Ottocento."
[Roberta Migheli]

"La più grossa difficoltà è stata l’ambientazione, perché ovviamente non potevo procurarmi documentazione. Ho dovuto lavorare di fantasia, ispirandomi a foto di eruzioni vulcaniche... La mia parte era più corta, così mi sono occupato anche di tutte quelle strane vignette che caratterizzano tutta la storia, dove l’azione si ferma e ci sono i misteriosi commenti fuori campo."
[Stefano Turconi]

"La cosa che dà più soddisfazione è studiare inquadrature cinematografiche. In questo senso, la mia sezione era perfetta. Se dovessero propormi un intero numero... Be', mi ci butterei, anche se, considerando quanto ho faticato per una decina di tavole, alla fine rimarrebbe uno straccetto di Nicola Tosolini."
[Nicola Tosolini]




(da PKers #due - PkNA#26: IL TEMPO FUGGE)



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