Presentazione

     I Maestri scelti sono i protagonisti della stagione più luminosa dell'arte savonese, quella compresa fra gli anni '30 e il secondo conflitto mondiale. La loro pittura viene comunemente inclusa nel grande alveo del Novecento italiano,ma questa collocazione appare troppo approssimativa e rischia di disperderne i caratteri originali.Va intanto premesso che appunto intorno agli anni '30 questi Maestri avevano creato di fatto un sodalizio, che operava con unità di intenti, traendo ispirazione dall'ambiente naturale ed umano che li circondava.
     Soltanto assai più tardi, e precisamente nell'aprile del 1947, alcuni di questi protagonisti si costituirono formalmente in un gruppo, denominato "La Goletta", storicizzando in certo qual modo un'attività artistica ultra ventennale.
     In effetti, nella storia dell'arte savonese, non si era mai verificato un episodio avente aspetti tanto singolari, sia per la sua ampiezza, sia per la sua continuità e soprattutto per i suoi contenuti. Era la prima volta, infatti, che l'arte savonese si affermava in blocco sulla scena italiana, corredata di uno stile e di contenuti propri. A Savona, agli inizi del XX secolo, la cultura artistica era pressoché inesistente. La mancanza di manifestazioni d'arte e la scarsa informazione su opere e avvenimenti artistici rendeva problematico un contatto del pubblico con l'Arte.
     La situazione subì un radicale mutamento subito dopo il primo conflitto mondiale con la presenza di Carlo Leone Gallo e con l'arrivo al Santuario di Eso Peluzzi, entrambi provenienti dall'Accademia Albertina di Torino, più aperta alle nuove idee rispetto al clima artistico conservatore, che dominava l'Accademia Ligustica di Genova, presso la quale si erano formate fino a quel momento le generazioni artistiche savonesi. Con Gallo e Peluzzi il "paesaggio" diventa il tema centrale del quadro e l'emblema della conquistata libertà espressiva dell'artista, in un clima di rinnovamento dell'Arte. A questo punto inizia la storia di una nuova pittura che, richiamandosi alle esperienze della scuola di Rivara e dei "grigi" di Carcare, affermerà con Gallo, Peluzzi, Gambetta, Berzoini, Agostani, Collina e De Salvo, caratteristiche soggettive, che terranno la pittura savonese a debita distanza dalla retorica ufficiale dell'arte di regime.
     La comunanza di ideali non solo consolidò un rapporto fra gli artisti che andava oltre la pittura - confermando così l'esistenza di un nesso profondo fra pittura e costume di vita - ma indusse anche alla pratica di una comune frequentazione delle stesse località di lavoro: dal porto di Savona ai borghi marinari rivieraschi, da Albisola a Varigotti, dalle campagne della Val Bormida alle colline del Monregalese e delle Langhe, ove essi si recavano, nel corso delle stagioni, come in devoto pellegrinaggio ai luoghi di una Natura amata e prediletta. I loro ideali estetici erano concentrati sul grande racconto della Natura. Fu un racconto credibile: esiste infatti un legame molto stretto fra le certezze rassicuranti della Natura e la vita, anche se l'uomo contemporaneo stenta ormai a rendersene conto.
     La stessa ritrosia, tutta ligure, a farsi coinvolgere dall'enfasi delle ideologie del "Novecento", lungi dal suscitare postumi rimproveri di conservatorismo, va considerata un titolo di nobiltà della pittura savonese, se la collochiamo, come dev'essere giustamente collocata, nel suo particolare momento storico, vissuto da questi Maestri come necessità di un impegno teso al rinnovamento artistico di un ambiente ancora dominato da logore ideologie accademiche.
     Non sussistono dubbi sul valore artistico dei singoli protagonisti, come del resto ha attestato la critica italiana più esigente, da Mario Tinti a Raffaello Giolli, da Umbro Apollonio a Marziano Bernardi, da Orlando Grosso a Ugo Nebbia, a Podestà, Marchiori, Lo Duca, Zanzi, Borgese, Valsecchi; ma non sussistono incertezze neppure sul valore e sulla autonomia dei contenuti dell'evento stesso, che, come è stato già accennato, non può essere confuso col "Novecento", sia in considerazione del ruolo culturale svolto nella formazione della cultura artistica savonese, sia perchè, in tale ruolo, aveva seguito un proprio processo di sviluppo, portando avanti le esperienze ereditate dalla scuola di Carcare.
     Con Gallo e con Peluzzi nasce a Savona la moderna pittura degli accordi cromatici ottenuti nel rispetto di un tonalismo puro che, eliminato il chiaroscuro, traduce le ombre in colore. All'insegnamento dei suoi Maestri dell'Accademia torinese, Gallo aggiunse quel rigore professionale che gli consentì di bandire dal quadro tutto ciò che apparteneva al futile, alla retorica storica, sacra, mitologica, al decoro, al lezioso e a quella teatralità della messa in scena, presente ancora nei paesaggi della scuola di Barbizon e del Calame. Semplificò inoltre i dati della percezione visiva per rendere nitido il quadro e trasmettere una sensazione di quiete e di purezza, tanto lontana dall'idealismo dei neoclassici, quanto dal lirismo sentimentale dei romantici.

Franco Dante Tiglio


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