Pitone di Piazzetta

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Illus/mo Pitone di Piazzetta

 

E' con immenso piacere che apprendo la notizia dell’ingresso nel web del mondo di Campiglia, piccola oasi +o- felice della ridente Valdelsa.

Il mio appunto non vuol essere polemico, anzi... Dopo i ‘70 che ci hanno visto in fasce e gli ‘80 dai capelli cotonati, siamo noi generazione dei ‘90 che hanno dovuto dare una sferzata a tutto l’immaginario giovanile, creando nuove mode, anche tristi, dalle boyband a Gigi D’Alessio, ma soprattutto, e qui penso di incarnare il pensiero di molti, riscoprendo gli antichi sapori della tradizione a noi tanto cara.

Ora io Campiglia la vivo di riflesso, in quanto sono un immigrato che si fa vedere di tanto in tanto in tal sito solo per essere a posto con la coscenza col Cutera ( sto scherzando ) o magari la mattina alle 7.30 per andare a pescare col suddetto Mugna e il non plus ultra Lopez...

Ma qui non volevo ribattere, sono passioni...Io volevo parlare invece degli antichi fasti dei giuochi da bar: ed ecco che mi presento su al barre e non ti scopro un ensemble di ragazzi mescolati a gente di una certa età che smoccola a ritrecino e bussa a picche. Tifo da stadio e ola per chi chiude intendo, con critici alla Sgarbi per una mancata chiusura o un’avvenuta incartatura a ramino (no, ti dico poker...). E’ una bella atmosfera, sicuramente, ma è anche una droga se ci pensi bene: venerdi scorso arrivo su previo appuntamento col Mugna che e già bello spalmato su seggiola da barre da scoliosi pre-adolescenziale e mentre si brucia le retine su un tris e un jolly che gli mette il dito medio, manco mi saluta e mi fa: " ora si va...". Preso dalle carte, intendo. Qualche volta ti ritrovo colleghi di Campiglia che sono espatriati in quel dell’Arturos, e molto maliziosamente chiedo loro dove sia il Nostro di cui sopra:" do voi che sia... BUSSO... BAMM!!!". Passano 20 mani più, che non sono 20 minuti, la gente offende i giocatori di ramino ( ti dico black jack) che non chiudono con n°2 jolly di mano, gli stessi talentuosi si insultano fra di se per uno scarto con scritto "prendimi che chiudo, buodiulo". Questo è il bello.

Ora io sto a Poggibonsi, ma come ben sai frequento il bar d’ULIGNANO, anzi il Circolo Arci/Casa del POPOLO, dove sono cresciuto (e non fate facile ironia) e dove ho vissuto la mia infanzia.

E’ vero, pomeriggi interi a giocare a biliardo, con le sponde che non girano, il panno che non si scalda e la barrista acida che sclera, sono un po’ da sfigati, ma ogni tanto una sana serata con gli amici può rivelare molte più sorprese di una sbornia al Bombo a tassellare tutte quelle gnorri che non si accorgono di essere tegami e si autorizzano a tirarsela (piccola polemica verso il mondo Femminile, nota dolente delle piccole realtà dei piccoli bar: anche a Ulignano non ci passa niente e non c’è neanche i’puzzo ).

Le donne, già...anche da noi a Ulignano ci sono quelle di quell’altri e vengono tutte categoricamente da fuori, le loro amiche ci vedono sempre molto volentieri ma mai, e dico mai, dentro al barre...

Questa è la nostra realtà e forse solo i nostri figli la potranno cambiare, ma ti chiedo: ne vale davvero la pena?

 

I’NERO

p.s. la galleria fotografica può essere arricchita se chiedi, in quanto sono in possesso di immagini inedite di taluni rappresentanti del barre di Campiglia.

 

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