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Secondo la
tradizione il giorno dell'Epifania dell'anno Milleseicento quattro
sacerdoti ed alcuni laici si ritirarono a vita comune nel convento presso
la chiesa romanica di S. Prospero. Dieci anni dopo il gruppo venne
riconosciuto mediante Bolla papale come Confermazione Apostolica della
Congregazione del SS. Crocifisso secondo l'Istituto Oratoriano. Soltanto
nella seconda metà del secolo la congregazione pistoiese decise di
abbracciare completamente l'Istituto di san Filippo Neri, e in
quell'occasione la chiesa venne intitolata a quest'ultimo. I lavori di ristrutturazione dell'interno dell'edificio precedentemente
promossi e condotti dall'architetto Domenico di Giovanpiero Marcacci ne
avevano già alterato il primitivo carattere romanico. Erano stati
aggiunti gli altari laterali in modo da favorire il culto dei Santi
secondo le indicazioni post-tridentine mentre l'altare maggiore, il luogo
del sacrificio eucaristico, occupò il centro dello spazio liturgico.
Nella chiesa, seppur piccola, sono presenti sei confessionali a indicare
come il sacramento della Confessione fosse importante per quest'Ordine e
come tali arredi fossero di gran uso nella stagione della Controriforma.
In questo stesso periodo il pittore senese Rutilio Manetti dipinse per
l'altare Balocchi, il primo sulla sinistra, l'Incoronazione di spine,
una composizione vicina al caravaggesco Orazio Gentileschi per l'uso della
luce. Un secolo dopo l'intervento architettonico la chiesa di S. Filippo fu di nuovo oggetto di mecenatismo. |
Il Cardinal Carlo
Agostino Fabroni, alto prelato della curia romana, fece alzare di un piano
l'aula della chiesa in modo da potervi ospitare la copiosa biblioteca che
aveva donato alla congregazione. Qualche anno prima, come si legge in un
cartiglio sopra la porta d'ingresso, aveva preso avvio la nuova
decorazione ad opera di sette pittori che adornarono le pareti con un
ciclo di otto storie della vita di san Filippo Neri. Uno solo tra
questi è pistoiese, Giovan Domenico Piastrini, lo stesso che, sempre per
volere del Cardinale, affrescò il vestibolo della Madonna dell'Umiltà.
Il pittore Giandomenico
Ferretti, importante interprete dello stile
rococò fiorentino, fu chiamato, una prima volta, ad affrescare la volta
della chiesa insieme al quadraturista Lorenzo Del Moro; e
successivamente, con il quadraturista Pietro Anderlini, ad affrescare la
cupola della tribuna, la cantoria e il coro. Questo ciclo è una delle
prove di maggior impegno dell'artista fiorentino. L'Ordine degli
Oratoriani pistoiesi fu sciolto nel 1808 in seguito all'occupazione
napoleonica. Oggi S. Filippo è regolarmente officiata. |
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