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L’aspetto
esterno della porta in una fotografia dei primi anni del XX secolo. La
porta fu abbattuta nel 1916. |
Bastione
della Sandraccia |
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La
“fortezza” di porta San Marco, detta della Sandraccia, è tutt'oggi visibile e ben
conservata. Essa rappresenta un’importante soluzione militare tardo
trecentesca con la realizzazione di un bastione avanzato rispetto alla
cortina muraria, molto simile ai rivellini in largo uso nel Cinquecento.
È però interessante constatare come la costruzione di strutture
difensive in elevato capaci di limitare i danni prodotti dalle nuove armi
da fuoco a Pistoia avvenga nell'ultima fase del Trecento. Questo complesso
fortificato fu realizzato a cavallo fra il 1370 ed il 1375 con soluzioni
eccezionali per l'epoca; esso si sviluppa a fianco della porta lungo la
via San Marco, sul lato sinistro uscendo da Pistoia, dove si trova la
piegatura di raccordo fra le mura civiche che provengono dall'attuale
viale Matteotti verso il viale Arcadia. La struttura presentava,
a fianco della porta San Marco, una torre in elevato con due monofore in
sommità che si aprivano verso la campagna; sui fianchi di questa torre si
notano ancora le feritoie strombate per l'alloggiamento degli smerigli che
difendevano la porta dal lato est, mentre sul lato opposto si hanno due
feritoie, anch'esse strombate, ma di dimensioni minori per l'inserimento
di bombardelle a canna lunga. Nella fortezza di porta San Marco, alla base
della torre, si ha una soluzione architettonica particolare ed innovativa;
per ottenere una difesa inerziale al tiro delle cannonate il bastione in
muratura fu costruito con una pianta a forma di cuore con i fianchi
rientranti. La struttura si articola intorno alla torre posta a difesa
della porta d'accesso di via San Marco. Il bastione presenta una scarpa in
muratura che si alza dal piano di calpestio con un inclinazione di 10°,
realizzata in ciottoli di fiume e calce aerea, e separata dall'alzato
della muratura da un redentone o bastone in pietra serena di altezza di 38
cm, attualmente interrotto per permettere l'apertura degli sporti dei
negozi. L'interno del bastione era realizzato con un terrapieno per
attutire le cannonate. Questa soluzione tipologica, mette in evidenza come
l'architettura fortificata italiana non sia nata dal nulla, ma abbia
subito quella lenta evoluzione che ha le sue fondamenta nell'architettura
romano-bizantina e arabo-normanna. Il bastione in origine fu concepito e
realizzato dai Romani all'inizio del I sec. d.C. come approdo portuale
marino. La sua funzione era quella di impedire lo sgretolamento delle
infrastrutture portuali dovuto alle mareggiate. Esso si compone degli
stessi elementi tipologici sia in pianta con il disegno a puntone, sia in
alzato con la scarpa, il redentone e lo spiccato in muratura sopra di
esso. Questo schema tipologico fu applicato dalla scuola dei Sangallo, di
Nanni Ungaro, di Sanmarino, di Leonardo per giungere fino a Buontalenti. |