Volgendo verso Porta Carratica, lungo Via del Can Bianco, si trova la Casa Puccini, ove si distinguono tra molti bei quadri, Andrea del Sarto, un bel Guercino e un paese a olio del francese Boguet. Il Tolomei evidentemente conosceva la collezione che i Puccini avevano raccolto presso la loro casa ma certamente non poteva immaginare quale inusuale destino essa avrebbe poi avuto. Passata in eredità all’ultimo membro della casata, quel Niccolò che fu un personaggio di spicco nella Pistoia del primo Ottocento per la sua originale figura di filantropo, fu destinata, assieme a tutti i suoi altri beni, alle istituzioni benefiche che lo stesso aveva istituito. Nella parete della casa, che apparteneva agli Arefuoli, è murato un antichissimo bassorilievo in pietra rappresentante un Cane, detto il Can Bianco: si ignora il perché fu qui posto; forse fu l’arme di qualche antica famiglia pistoiese ora sconosciuta. Scrive ancora il Tolomei: Dicesi per tradizione che quel fosse un cane scopritore co’ suoi latrati, alla fazione dei Bianchi, di una congiura dei Neri, e che quelli, per memoria di esso, e del partito cui favorì, ne volessero quivi perpetuare le forme, con l’obbligo convenuto col padrone della casa, di mantenerne bianco il colore. Quanta influenza abbiano avuto sulla vita cittadina le lotte tra le diverse fazioni traspare anche da queste leggende.