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L'arte contemporanea nella città
di Pistoia ha trovato prestigiosi e assai particolari spazi espositivi
nelle stanze del palazzo Fabroni, un tempo di proprietà alla famiglia
pistoiese di cui ancora oggi conserva il nome. Da alcuni anni si succedono nelle sale del piano nobile allo scopo
restaurate esposizioni che, promovendo i linguaggi più avanzati
dell'arte, vedono la presenza di alcuni tra i maggiori protagonisti delle
arte figurative italiane; tali mostre hanno contribuito alla formazione di
una collezione permanente d'arte contemporanea allestita nelle stanze del
secondo piano del palazzo. Le prime notizie dell'edificio risalgono alla
metà del XIV secolo quando il palagio, come si chiamavano i palazzi in
epoca medioevale, di ben più modeste dimensioni rispetto all'attuale era
costituito da una casa torre di proprietà della famiglia pistoiese dei
Dondori. Acquistata dai Fabroni ai primi del XVII secolo l'originaria
costruzione subì una radicale ristrutturazione. I nuovi proprietari la
ampliarono notevolmente aggiudicandosi le antiche case confinanti,
quest'ultime assieme alla torre costituirono il corpo principale del
palazzo una volta terminati i lavori. Delle costruzioni medioevali rimane
traccia in alcuni inserti in pietra e in mattoni messi in evidenza dal
recente restauro. |
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Il fronte antistante la romanica
pieve di S. Andrea ha andamento curvilineo secondo i canoni del manierismo
fiorentino reinterpretato nel Settecento e presenta tre diverse tipologie
di finestre sormontate da altrettanti tipi di frontoni: triangolare al
piano terreno, ad arco ribassato al primo ed infine spezzato al secondo.
Anche il portale d'ingresso, rimaneggiato agli inizi del Novecento, è
completato da un frontone spezzato che accoglie al centro il grande stemma
del casato: tre martelli sulla banda diagonale. In questo palazzo ebbe i
natali alla metà del Seicento il Cardinale Carlo Agostino e fu abitato
dai Fabroni fino alla metà del XIX secolo quando alla morte dell'ultimo
erede della famiglia fu acquistato dall'amministrazione comunale. Ha
conosciuto per lunghi anni usi impropri: è stato sede di una
Sottoprefettura e, durante il periodo fascista, della federazione
pistoiese del partito. Dopo l'ultimo conflitto mondiale ha ospitato per
una ventina di anni una scuola poi, una volta ultimati i restauri, è
stato destinato in parte a prestigiosa sede espositiva e in parte ad
uffici comunali. |
La collezione permanente |
Con la donazione delle opere da
parte degli artisti a cui Palazzo Fabroni - Arti visive contemporanee ha
dedicato le mostre succedutesi in questi anni, il patrimonio delle
collezioni comunali si è arricchito. La collezione è aperta al pubblico
nei periodi e con orari coordinati con le esposizioni del piano nobile.
Gli artisti rappresentati, con una o più opere, sono: F. Melani, G.Ruffi,
U.Buscioni, J.Kounellis, R.Ranaldi, L.Fabro, B.Bassiri, A.Garutti,
V.Messina, A.Pirri, Nunzio, M.Tirelli, R.Barni. A questi sono da
aggiungersi le opere dei pistoiesi Nigro e Nativi già da tempo proprietà
dell'amministrazione e una recente acquisizione di alcune opere di Agenore
Fabbri. |