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Sul finire dell'XI
secolo il Vescovo di Pistoia abbandonò l'edificio in cui abitava insieme
ai canonici della cattedrale e dette inizio ad una nuova costruzione nella
zona compresa tra la via Regia e la piazza antistante il Duomo. Questo
palazzo si presentava come un vero e proprio fortilizio, con una possente
torre angolare e la merlatura lungo tutto il suo perimetro specialmente su
Via della Torre. Il
luogo prescelto, essendo di notevole prestigio simbolico in quanto uno dei
più antichi della città come ancora oggi dimostrano i reperti
archeologici lì rinvenuti e visibili lungo il percorso archeologico
allestito al piano interrato, contribuiva a rafforzare il controllo
vescovile che già da tempo si esercitava in maniera diretta sulle attività
mercantili che si svolgevano nella piazza antistante. In occasione dell'investitura de feudo imperiali del vescovo
Rainaldo, l'imperatore Federico Barbarossa fu ospitato nel palazzo che
qualche anno prima era stato sottoposto ad alcuni lavori di rifacimento e
abbellimento. Il maggiore dei quali fu la decorazione ad affresco della
grande sala sinodale in cui vennero dipinte scene di battaglia delle quali
rimangono soltanto alcuni frammenti. Fu questo il periodo in cui la
residenza vescovile cominciò a trasformarsi in un vero e proprio palazzo
cittadino, perdendo quei caratteri difensivi che sono ancora in parte
visibili sul muro posteriore e sulla facciata successivamente nascosta dal
loggiato trecentesco. |
Quando alla metà
del XII secolo il vescovo Atto promosse il culto per san Jacopo si rese
necessaria la costruzione di un nuovo ambiente, la sacrestia, dove
conservare gli arredi e gli oggetti preziosi donati dai fedeli al Santo
Protettore. In epoca successiva sopra a questa fu costruita, per l'ufficio
della messa in privato del Vescovo, la Cappella di S. Niccolò. Di questa
cappella, prima affrescata e poi nel corso del tempo destinata a diversi
ed impropri usi, rimane visibile nella retrostante via del Duomo
l'insolita abside pensile in mattoni. Nel corso del Trecento il palazzo
subì profondi rimaneggiamenti che ne modificarono il fronte e l'alzato. I
lavori, pur conservando le strutture romaniche, incisero profondamente
sull'assetto del palazzo che fu ampliato e arricchito di un nuovo
prospetto archiacuto che inglobò lo scalone di facciata. Il palazzo da
quel momento divenne oggetto soltanto di piccole variazioni fino a quando
il vescovo Scipione de' Ricci, visto il cattivo stato e l'eccessiva
frammentazione degli ambienti, non decise di abbandonarlo per costruirne
uno nuovo. Da allora il vecchio edificio, ridotto ad abitazione privata,
ha subito non poche modifiche degli ambienti interni e, in parte, della
facciata principale. Un radicale restauro promosso dalla Cassa di
Risparmio di Pistoia e Pescia proprietaria dell'immobile ha restituito,
ripristinandone l'aspetto gotico, alla prestigiosa residenza il decoro che
essa ebbe nei secoli passati. Oggi il palazzo, oltre ad essere la sede di
rappresentanza dell'istituto di credito, ospita il Museo Capitolare e la
ricostruzione di un ciclo di pitture a tempera del pittore Giovanni
Boldini un tempo in una stanza della villa La Falconiera a Collegigliato
nei pressi di Pistoia. Dove per secoli si sono avvicendate le botteghe
oggi si trova lo sportello informativo dell'Azienda di Promozione
Turistica. |
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Sportello
di Informazione Turistica. |
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