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La Pia Casa di Sapienza,
fondata nel 1473, con la donazione dei beni del Cardinale Forteguerri, ha
la sua prima sede in una casa di proprietà dello Spedale di San
Bartolomeo in Alpi, i cui beni, con quelli di altri tre Ospizi, sono
associati dal Comune di Pistoia al lascito del Cardinale. La Pia Casa è
una sorta di "liceo" gratuito che consente l'accesso tramite
borse di studio, all'istruzione universitaria. La fondazione che
amministra le rendite è guidata da un magistrato di cinque ufficiali,
come a Pisa, ove il collegio universitario della Sapienza è fondato nel
1472. Come molti altri esempi in Italia, la "Sapienza" ha
tipologia propria: un edificio per l'istruzione il cui schema planimetrico
è sistematizzato già da Filarete nel suo trattato redatto negli anni
sessanta del quattrocento. |
In un periodo caratterizzato
per Pistoia da una feroce guerra civile, durante il quale la primitiva
sede subisce un graduale processo di ampliamento, dopo sessanta anni dalla
fondazione, gli ufficiali decidono di far costruire una
"Sapienza" ed incaricano per questo Giovanni Unghero; nel settembre 1533 il cantiere è già iniziato ,
tanto che gli ufficiali dichiarano che è "chosa honorevole et
laudabile". |
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Giovanni Unghero (1490
c.a.-1546) architetto fiorentino, esperto in carpenteria lignea, ha la sua
formazione professionale presso la bottega di Baccio d'Agnolo e per
questo, è legato alla famiglia Bartolini, da cui riceve il suo primo
incarico pistoiese nel 1526, quando Zanobi, Commissario Generale per la
città di Pistoia, gli affida il progetto del suo palazzo sulla piazza del
Duomo. |
G.Vasari -
Cosimo I fra i suoi architetti - |
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Nel XVII secolo poche sono le
trasformazioni interne alla Sapienza, se si escludono quelle di
manutenzione straordinaria; sono costruiti nuovi depositi interrati per la
conservazione degli aridi provenienti dalle rendite della fondazione.
L'attività didattica subisce in questo secolo una probabile flessione,
poiché una stanza della Sapienza è concessa in affitto all'Accademia del
Disegno. |
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Nel 1743 gli ufficiali
stabiliscono la sostituzione della pavimentazione in pietra del loggiato .
Nel 1768 è redatto un primo progetto per la trasformazione del primo
piano al fine di sistemare degnamente la libreria che fino a questa data
è ospitata nelle due stanze della zona nord-est del piano terreno. Il
progettista incaricato della ristrutturazione è inizialmente Romualdo
Cilli che trasforma il collegamento verticale della Sapienza, mutando
l'antica "scala a stretta" nell'attuale "scala a
pozzo". Forse per la morte del Cilli il cantiere subisce un arresto
durante il quale si manifestano preoccupanti lesioni nell'edificio, per il
controllo delle quali giunge Leonardo Ximenes a redigere una perizia. La
ripresa del cantiere vede il completamento della libreria, come oggi la
conosciamo nella sua caratterizzazione architettonica dovuta
all'intervento di Giuliano Gatteschi, che probabilmente prosegue il
progetto di Cilli disegnando le scaffalature destinate ai libri, che ancor
oggi caratterizzano la sala di lettura. Appena concluso il cantiere il
governo granducale stabilisce che i beni della Pia Casa di Sapienza siano
amministrati dalla Comunità Civica, non si tengono più lezioni nella
scuola di Sapienza ma la libreria resta in attività; nel periodo
napoleonico si tenta d'istituire nuovamente la scuola, ma fino al 1815 non
ci sono segni di attività didattica, in quest'anno le lezioni riprendono
regolarmente finché nel Palazzo della Sapienza non è istituito il Liceo
Forteguerri. La convivenza tra un corso di studi regolari e l'aumento
delle dotazioni della biblioteca è segnata dalla necessità di spazi
sempre crescente, e dalle difficoltà di sistemare le aule per i
laboratori; ecco che le trasformazioni interne segnano nuovamente
l'edificio: l'aula di disegno, il laboratorio di fisica per "le
macchine fatte venire da Parigi". La mancanza di spazio è tale che
nel 1830 Marco Gamberai redige un progetto di rialzamento dell'edificio,
che la Deputazione non approva per mancanza di fondi. |
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La
sala di lettura oggi |
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Capitello
dell’ordine architettonico della sala di lettura |
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La
sala Martini |
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