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La BIBLIOTECA FABRONIANA fu
ufficialmente istituita nel 1726 nei locali allestiti sopra la chiesa dei
SS. Filippo e Prospero in seguito alla donazione "inter vivos"
della ricca libreria del Cardinale Carlo Agostino Fabroni (Pistoia 1651-
Roma 1727), che già nel 1722 aveva avviato i lavori di ristrutturazione
dell'edificio e messo a disposizione beni per garantire il mantenimento e
lo sviluppo di una biblioteca che dovesse "sempre, et in perpetuo
servire a commodo, ed uso publico della città". I volumi del
Cardinale, consistenti "in circa Due mila quattrocento volumi in
folio, in mille ottocento cinquanta in quarto, et in due mila quattrocento
sessanta in altri sesti, appartenenti a Teologia Scolastica, Morale, e
Dogmatica, Istoria si ecclesiastica, come profana, Geografia, Filosofia,
Mattematica, Filologia, ed ogni altra sorte di varia erudizione sacra e
profana", furono trasportati da Roma fino alla foce del Tevere e da
qui via mare fino al porto di Livorno con la scorta di due galere voluta
addirittura dal Papa Benedetto XIII, per poi giungere a destinazione e
passare così sotto la gestione amministrativa della Congregazione dei
Preti dell'Oratorio di san Filippo Neri di Pistoia. L'apertura al pubblico
avvenne nel 1730 e già negli anni immediatamente successivi la biblioteca
venne acquistando un ruolo sempre più centrale nella città e per lungo
tempo fu ritenuta superiore all'altra grande biblioteca pistoiese, la
Forteguerriana, grazie alla bellezza architettonica del suo edificio, alla
rarità e alla completezza del suo patrimonio e alla luminosità delle sue
sale. Caratteristiche queste che tutt'oggi si rivelano agli occhi del
visitatore, oltre al fatto rilevante che l'ambiente ha mantenuto gli
arredi originali ed alcune opere scultoree e pittoriche di notevole
interesse artistico. |
Nel 1810, in seguito alla
soppressione della Congregazione dei Filippini, la gestione amministrativa
passò al Comune, che dovette però cederla all'indomani della caduta del
regime napoleonico, al Capitolo della Cattedrale, secondo quanto già
previsto nel lascito testamentario dello stesso Fabroni, Capitolo che ne
mantiene tuttora la competenza. Attraverso lo scalone d'entrata, decorato
da affreschi "trompe l'oeil", si accede ad un ampio atrio,
l'antica sala di lettura, dominato dalla statua del Cardinale Fabroni
eseguita dal pistoiese Gaetano Masoni. Ai lati della porta della
biblioteca due importanti gruppi marmorei, La "Nascita" e
"La Deposizione" di Augusto Cornacchini da Pescia e sopra un
cartiglio recante la scritta "Excomunicatio contra extrahentes"
ossia la scomunica per chi, prelevato un volume lo avesse portato fuori da
tale sala. Dal punto di vista architettonico la Fabroniana si presenta
come un grande salone dove i volumi sono collocati in scansie di noce
intagliate sormontate da un ballatoio praticabile che circonda tutto
l'edificio e che contiene altri libri. Ai quattro angoli della sala vi
sono i cosiddetti "stanzini" e nel mezzo ad essa due banchi di
noce indiano, uno dei quali è impreziosito da un crocifisso in bronzo,
che si trovavano nello studio romano del Cardinale. Per quanto concerne più
direttamente il patrimonio librario, occorre precisare che nel corso dei
secoli l'originaria donazione del Fabroni si è arricchita in parte per il
completamento dell'acquisizione della libreria del Cardinale dopo la sua
morte e per l'ulteriore donazione fatta nel 1869 dall'ultima discendente
femminile della famiglia Fabroni, la contessa Eugenia Caselli, in parte
grazie a nuove accessioni come la biblioteca dei Padri Filippini, una
sezione di quella dei Padri Francescani di Giaccherino e il più recente
lascito dell'avvocato pistoiese Tommaso Gelli del 1917. |
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La consistenza attuale del
patrimonio consta di circa 20000 volumi a stampa, tra i quali preziosi
incunaboli e oltre 400 manoscritti. Prevalgono i testi a carattere
religioso, ossia le edizioni della Sacra Bibbia di secoli diversi, opere
dei Padri della chiesa, storie ecclesiastiche, regole di ordini monastici,
studi agiografici, opere concernenti la Sacra Rota, documenti sul
giansenismo, sul Concilio di Trento e sulla Bolla Unigenitus della quale
il Fabroni si ritiene "quasi autore". Accanto ad essi, troviamo
poi un ampio fondo a carattere umanistico: classici latini ed italiani,
opere di storia e di storia dell'arte, opere giuridiche e filosofiche. Da
segnalare una importante raccolta dedicata alle missioni cattoliche in
Cina, nonché un ampio fondo geografico ed un più ristretto fondo
scientifico (sec. XVII-XVIII) costituito da opere di medicina, fisica,
scienze naturali, aritmetica e geometria. |