La ragazza che diverte e che si diverte

 

 

Il banchetto per il compleanno del re Erode era pronto. La festa era stata preparata in grande, erano invitati i più ricchi e influenti del regno. L’evangelista Marco ci presenta un gruppo composto da tre categorie secondo l'ordine di apparizione degli invitati: «Erode per il suo compleanno fece un banchetto per i grandi della sua corte, gli ufficiali e i notabili della Galilea» (6,21). I servi distribuiscono i diversi piatti e servono nelle coppe gli eccellenti vini. Arriva il re, tutti si mettono in piedi e alzano le coppe per brindare il festeggiato. Le coppe si svuotano, ma i servi rimettono vino e a poco a poco tutti i conviviali sono ubriachi.

 

Entra Salomè… fa divertire e si diverte.

All'improvviso si presenta sulla scena la figura di una giovane che muove provocatoriamente il suo corpo, ballando a tempo di musica. Il nome di questa ragazza non è qui menzionato; e non compare neppure nel Vangelo di Matteo, che racconta la stessa vicenda (cf. 14,1-12). Nelle Antichità giudaiche Giuseppe Flavio parla di una Salomè figlia di Erodiade (cf. AG, XVII 136-137). Quel giorno aveva impiegato più tempo del solito per prepararsi, per scegliere i gioielli più fini, la pettinatura più appariscente, il trucco appropriato e l'abito più trasparente per risplendere durante la festa. L’occasione era speciale. La ragazza, era bella, intelligente e ingegnosa; danzò in modo affascinante di fronte ad un gruppo di uomini lussuriosi, con la sua bellezza cattura l'attenzione degli invitati e diventa il diversivo del banchetto. L’esibizione «piacque a Erode e ai suoi commensali» (Mc 6,22). L’aspetto e l’atteggiamento di Salomè non era degno di una principessa, poiché danzare in quel modo era un lavoro riservato alle prostitute che usavano il loro corpo, nella danza e nel sesso, per tranne guadagno. Per questo motivo nel Medioevo si condanna la danza femminile, tanto che Giovanni Crisostonomo affermava: «Dove c’è la danza, là c’è il diavolo» (PG 58,491).

Salomè non ha più una sua dignità, altri dirigano la sua esistenza è diventata schiava della vanità, lussuria e della frivolezza. È cosciente di divertire i commensali, le piace vivere quel momento di gloria. Una brevissima riflessione. Oggi le ragazze usano la bellezza e la sensualità allo stesso modo di Salomè. Si fanno riprendere con il telefonino mentre si scambiano effusioni e non solo, per poi diffonderle in rete per avere un momento di gloria. Ma questa è gloria? Mercificare il proprio corpo per chi minuti di popolarità? Nell’esperienza di docente ho visto ragazze che non hanno pensato, in quel momento, a cosa andavano incontro e dopo quella bravata hanno perso la gioia di vivere.

Erode viene talmente impressionato dalla sensualità dei movimenti di Salomè, che arriva ad offrirle tutto ciò che ha. Entusiasmato da quell’esibizione promise: «”Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò”. E le fece questo giuramento: “Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno”» (Mc 6,22-23). Salomè di fronte a questa proposta era indecisa. Percorre il palazzo e incontra la madre; allora la esorta di darle un consiglio, le manifesta la sua inquietudine: «Cosa devo chiedere?» (6,24). La madre senza indugio le dà il consiglio tremendo «La testa di Giovanni il Battista» (6,25). Notiamo che la risposta della madre non le causa indignazione né ripudio. Senza battere ciglio, si presenta al re e come ricompensa non vuole "metà del regno", ma vuole, sopra un vassoio, la testa del Battista (cf. 6,26). È Salomè ha "perdere la testa" non usandola, accettando il consiglio. Che ne avrebbe fatto di una testa sanguinante? Che vantaggio ne avrebbe avuto? Non sarebbe stato meglio che gli avesse chiesto la "metà del regno"?

Alla richiesta fattagli davanti a tutti, Erode ne rimase rattristato, ma per il giuramento fatto pubblicamente, non volle rifiutare e ordinò alle guardie che gli fosse portata la testa del Battista. Il boia stacca la testa del Battista e la porta sul vassoio al re, questi la riceve ed immediatamente la dà alla giovane e ora con il premio nelle sue mani si diverte e porta il trofeo della vittoria alla madre.