Il valore del Natale per i giovani
 

 

Cos’è il Natale per i giovani? Come viene vissuto dai giovani? Queste sono le domande che ho proposto in alcune classi. Nel presente articolo non riporto tutto quello che è venuto fuori, ma ho fatto una sintesi inserendo le varie informazioni raccolte che mi sembravano più significative. Bisogna dire da subito che sicuramente difficile, per tutti, non subire il fascino del Natale che è certamente la festività più dolce e ricca di poesia che si possa immaginare. Anzi per alcuni ragazzi è la più importante per i cristiani, non sapendo che invece è la pasqua. Dalla pasqua, infatti, scaturiscono tutte le altre festività cristiane.
Nel presente articolo vorrei innanzitutto mettere in risalto il significato che il Natale aveva inizialmente: ricordare la nascita di Gesù Cristo. Questo è il vero significato di questa festa, così importante che si tramanda ormai da più di 2000 anni.
Oggi per la maggior parte degli adulti e dei giovani il Natale sta assumendo un significato di tipo consumistico, basato sul guadagno e sugli interessi.
In prossimità del Natale, come ogni anno, si parla già di programmi natalizi, di regali, di prenotazioni alberghiere, di alberi da allestire, di quanto si spenderà in doni e pranzi natalizi. Si pone l’accento sopratutto sugli aspetti esterni e consumistici.
La società dei consumi ha trasformato il Natale in un grosso business: la televisione ci investe con pubblicità di prodotti dai nomi impossibili senza i quali la nostra vita sembra non avere senso, le strade sono piene di luci e addobbi che ci attraggono come specchietti per le allodole.
Già Benedetto XVI più volte ha denunciato la minaccia della «cultura consumistica» che crea «falsi valori e modelli illusori, che vi vengono proposti e promettono di riempire la vita, mentre invece la svuotano». Come ha spiegato il Papa, «la cultura consumistica attuale» tende «ad appiattire l’uomo sul presente, a fargli perdere il senso del passato, della storia; ma così facendo lo priva anche della capacità di comprendere se stesso, di percepire i problemi, e di costruire il domani». Sempre Benedetto XVI durante l'Udienza del mercoledì in preparazione del Natale ebbe a dire che "il valore religioso del Natale non deve essere assorbito dai suoi aspetti esteriori".
Ma i giovani come reagiscono a questo edonismo dilagante? Parlandone in varie classi per preparare sia il presente articolo, ma anche i ragazzi al Natale, ho riscontrato che alcuni ragazzi rifiutano l’aspetto commerciale che presente l’attuale «cultura consumistica» e vorrebbero tornare a un Natale più vero e autentico, in sintonia con lo spirito cristiano. Al dire il vero, in un primo momento mi sono meravigliato, poiché immaginavo che per gli alunni il Natale fosse solo una bellissima occasione per non andare a scuola.
Per i miei ragazzi, invece, il Natale ho potuto constatare che ha diversi significati, hanno detto che può avere un valore religioso, ma può essere un’opportunità per stare insieme, per ricevere regali o anche per non andare a scuola.
Bisogna stare molto attenti poiché il Natale corre – se non è già così- il rischio di avere significato sociologico e filantropico venendo meno il vero suo significato che è teologico e cristologico. Mi spiego meglio.
È vero che c’è la volontà per molti ragazzi di tornare a un Natale dal sapore più autentico, meno falsificato dal materialismo e dal vortice dei consumi. Questo non significa bandire il fatidico Babbo Natale, renne, addobbi e quant’altro, tutte cose che senza dubbio contribuiscono a dare al Natale quell’atmosfera magica e diversa da ogni altro periodo dell’anno. Natale senza albero e senza regali non avrebbe quella particolare aria di festa. Tutti portano nel cuore il ricordo dei Natali di quando erano bambini, e quella particolare magia che accompagnava i giorni vicini al 25 dicembre, che era fatta anche di regali, di alberi decorati, di presepe, di pranzi abbondanti.
Conosco giovani che scelgono di vivere il Natale in particolari contesti di servizio e di carità ai poveri o in propri percorsi spirituali e allora chiaramente assume un significato diverso. Spesso gli alunni, ad esempio, fanno una grande raccolta di generi alimentari ed il frutto della raccolta viene portato dai giovani stessi a diverse mense cittadine per i poveri o famiglie povere. Solo così, dicono, si potrà assaporare il sapore di un Natale più sentito e autentico. Senza dubbio questo è vero, ma intravedo in questo modo di concepire il Natale solo un significato sociologico, cioè l’aspetto estetico che si viene a creare; quello filantropico (= amore per l’uomo), che ci porta a fare anche belle cose in aiuto di chi è nel bisogno. Tale filantropia è già da sola un grande contrassegno dell’umanità dell’uomo, e merita di essere in ogni caso incoraggiata e sviluppata. Certamente quest’ultimo è lodevole, ma il vero significato del Natale è teologico e cristologico. Pertanto il Natale ricorda un Dio che entra nella storia umana nella persona del suo Figlio unigenito Gesù.
È compito di tutti noi riscoprire il valore autentico del Natale; festeggiarlo nel modo giusto, vivendolo come giorno sacro nel quale i buoni sentimenti devono prevalere.