Gesù incontra un giovane morto (Lc 7,11-17) Prima parte
In tre occasioni gli evangelisti registrarono che Gesù con la sua parola risuscita i morti: nella casa dell'influente e rispettato capo della Sinagoga chiamato Giairo, risuscitando la figlia di appena dodici anni, narrata da tutti i tre sinottici (cf. Mc 5,21-43; Mt 9,18-26 Lc 8,40-56); a Betania, dove risuscitò Lazzaro, narrata solo da Giovanni (cf. 11,1-44); a Nain, riportando alla vita un giovane, riferita solo da Luca (cf. 7,11-17). Nell’Antico Testamento ci sono due episodi simili a questo di Luca: il profeta Elia ha ottenuto da Dio la risurrezione del figlio della donna vedova pagana di Sarepta che lo aveva accolto in casa (1Re 17,17-24) e il profeta Eliseo, dopo aver pregato, si è disteso sul figlio della Sunammita e lo ha richiamato alla vita (2Re 4,8-37). Analogamente a quanto avviene a Nain, il profeta Elia ha risuscitato il figlio unico di una madre che era vedova.
Il giovane morto Luca presenta un corteo funebre che esce città di Naim «veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova» (7,12). Questo corteo di morte si incontra col corteo di Gesù, vincitore della morte. Il giovane era “figlio unico”, questa è un’espressione tipicamente lucana, basta vedere “la guarigione della figlia di Giairo” 8,42 (unica figlia) e “la guarigione del ragazzo epilettico” 9,38 (unico figlio). Chi era il giovane? Sappiamo certamente che egli era orfano di padre, per cui gli mancava l’amore paterno, probabilmente il padre non l’ha conosciuto. Aveva solo la madre che lo amava più della sua stessa vita. Ora il giovane giacente su una barella, avvolto in un lenzuolo, viene portato alla sepoltura strappato alla vita sul fior dell'età. La morte di un giovane é un duro colpo per tutti, per malattia o per disgrazia, porta con sé consueti risvolti sociali: tutto il parentado, gli amici e i vicini, spesso l'intero quartiere o la città tutta vengono improvvisamente richiamati a interrogarsi sul senso e sul significato dell'esistenza. Il brillante futuro che prospettava la sua splendida gioventù era ormai troncato. Del giovane non sappiamo nulla, nemmeno il nome. Nulla del suo passato o la ragione che aveva causato la morte. Quanti sogni e progetti per il futuro, ma un giorno, senza preavviso, tutto crolla: arriva la morte. Ora viene portato nella bara tra il dolore, il pianto dei familiari e la madre. Il giovane, che doveva essere fonte di gioia per la madre, diventa motivo sofferenza. Quante volte invece di rispondere alle aspettative delle persone che ci amano li facciamo soffrire?
La madre del giovane Viene presentata “la madre”: è una che genera, senza vie di scampo, una vita che sicuramente finirà per vedere la tomba. Luca non dice perché questa donna è rimasta vedova. Perché dopo aver perso il marito ha perso anche l’unico figlio. Che cosa ha fatto per avere questi lutti. Essere vedova a quel tempo era una condizione che esponeva al rischio di perdere il proprio ruolo sociale, identità e dignità. Ora si era rotto l'ultimo filo che la legava al futuro: il figlio crescendo, avrebbe potuto esserle al fianco, ripopolare la casa con una famiglia. Questa donna è colpita per la seconda volta, dopo aver perso il marito che l’amava e la proteggeva, ora si vede privata anche del figlio. Con la morte del figlio muore anche la sua anima, cammina ora dietro quel figlio che aveva concentrato le sue speranze e si rende conto che ha perso tutto. Colpisce che la donna non dica neanche una parola: a parlare per lei sono le sue lacrime scorrono sulle gote per il figlio morto. Esse sono più eloquenti di tanti discorsi...
I quattro trasportatori Nelle quattro persone che portavano il giovane alla sepoltura vogliamo vedere i probabili responsabili della morte. Essi sono i vizi più frequenti della gioventù: l’alcol, la droga, il sesso e il denaro. Leggiamo sui quotidiani che giovani perdono la vita perché fanno abuso di alcol e sostanze stupefacenti. Spesso per i giovani divertirsi significa sballarsi. L’alcol e la droga danno allegria e felicità apparenti. In realtà degradano di giorno in giorno, fino a far perdere la ragione e il senso della responsabilità, defraudando i propri amici e parenti rompendo l’armonia. Il sesso viene visto come semplice strumento di piacere avulso da ogni legame sentimentale, ragion per cui si hanno rapporti sessuali con la ragazza o col ragazzo di turno. Il denaro fa credere che esso sia la cosa più indispensabile per la vita e che senza la ricchezza l’uomo non vale nulla. Di conseguenza lo si cerca con ansia, si è disponibile a fare qualsiasi cosa per averlo: rubare, prostituirsi… Il denaro produce sclerocardia, cioè, indurisce i cuori e si arriva a credere che solo le cose materiali danno felicità. |