La solidarietà... un valore per tutti

-prima parte-

 

Come ho fatto per gli altri valori, anche per questo ho chiesto ai miei nuovi alunni di esprimersi sul valore della solidarietà. Vorrei fare una premessa necessaria poiché i lettori capiranno subito, dalla lettura dell’articolo, che il materiale umano con cui da quest’anno – cioè i ragazzi dell’“Isis Quarto” (ragioneria) - sto lavorando è totalmente diverso da quello che avevo a liceo Labriola.
Nella maggior parte degli attuali alunni, ho notato, che non vi è una profonda motivazione all’attività scolastica. Al dire il vero non vivono il percorso educativo in modo attivo e partecipativo, ma lo subiscono. Questo è un primo aspetto! Il secondo e che, purtroppo, l’ora di religione cattolica è vista come l’ora del “riposo” (se va bene) altrimenti del “fare ciò che si vuole”. Devo dire che non per colpa loro, ma perché per questi anni così è stata loro presentata e di conseguenza compito dello scrivente è prima di tutto “aiutarli a pensare”, appassionandoli alle tematiche ed all’itinerario educativo da me proposto.
Utilizzando la tecnica del brainstorming sul termine solidarietà è venuto fuori che la solidarietà è: aiutare gli altri, essere disponibili, fare elemosina, prendersi cura, fare volontariato, aiutare chi vivi un momento difficile, partecipare ai problemi, solidarietà vuol dire crescere nell’uguaglianza e nella giustizia, saper ascoltare...
Dobbiamo dire che alla solidarietà, come valore, fanno riferimento non solo i sindacati e altre organizzazioni dei lavoratori, non solo le Chiese cristiane, ma una pluralità di associazioni di vari orientamenti, partiti politici e governi. La solidarietà spazia dal mondo cattolico al mondo laico: per il credente e per il non credente. La solidarietà è un valore per tutti.
La dottrina sociale della Chiesa fornisce una definizione della solidarietà che può essere accettata da tutti «La solidarietà non è un sentimento di vaga compassione, o di superficiale intenerimento, per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti» (Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, n. 40).
Ma cos’è la solidarietà? Solidarietà deriva, sul modello del francese solidarité, dall’aggettivo italiano solidario, variante desueta di solidale. I termini hanno alla base l’espressione del latino giuridico in solidum, che indicava l’obbligazione da parte di un individuo appartenente a un gruppo di debitori di pagare integralmente il debito. Pertanto il suo significato risiede nell’aiuto concreto che si offre a chi è nel bisogno.
La solidarietà si esprime con l’amore nei confronti dell’altro che non significa fare l’elemosina, poiché la prima forma dell’amore è riconoscere che l’altro ha la mia stessa dignità e di conseguenza desidero per l’altro quello che desidero per me.
Sappiamo che per realizzarsi una persona ha bisogno di condividere sia i beni materiali che spirituali. Occuparsi del benessere altrui aiuta a costruire anche il proprio. Aiutare fa bene non soltanto a chi riceve aiuto, ma anche a chi lo fà. Conviene, in questa prospettiva, coltivare l’altruismo che nasce e cresce nell’adolescenza. La solidarietà va oltre i buoni sentimenti di compassione che spingono ad assistere i bisognosi, ma si manifesta in vari modi: collaborazione, aiuto a chi è in difficoltà, è un dovere verso gli altri, consapevolezza delle emergenze, accorgersi che il mondo non è soltanto nostro ma soprattutto dare una mano. Il dare è una gioia vera che unisce, ti porta ad essere insieme, ti ricorda che non sei solo. La solidarietà è un valore che tiene, se lo perdiamo, stiamo freschi, per questo motivo è da considerarsi un bene da preservare.
La maggioranza dei giovani svolge una qualche attività di volontariato, le indagini nazionali più accreditate documentano che sei su dieci svolge attività di volontariato. Inoltre si evince che il giovane che più partecipa è lo studente, e ancor più impegnato è lo studente-lavoratore, mentre la condizione di disoccupato presenta i livelli più bassi di partecipazione. I giovani che decidono di avvicinarsi al volontariato sono della convinzione che aiutare gli altri sia una tappa importante per la costruzione della propria personalità.
Rappresentano una preziosa risorsa per il miglioramento delle condizioni di vita di tante persone, che vivono in una condizione di malattia o di povertà materiale, spirituale e morale. Il loro entusiasmo e la loro voglia di fare possono generare processi virtuosi di cambiamento…