Il giovane Davide in guerra contro Golia

 

Strategia di Davide per vincere                           

La vittoria di Davide contro Golia non si basa sulla sua forza e nemmeno sulla sua fionda da pastore, ma nella strategia che usa per abbattere il suo potente nemico. Egli sceglie accuratamente cinque pietre per la sua fionda. Saranno queste cinque pietre gli daranno la vittoria. Chiediamoci, allora, cosa significano queste cinque pietre per il cristiano del nostro tempo.

 

Prima pietra: sicurezza in se stesso

Davide afferma: «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo» (17,37). Il giovane ha fatto esperienza di aver vinto il leone e l’orso del deserto; dopo quest’esperienza egli sa di essere capace di vincere qualsiasi nemico. Qui Davide si mostra sicuro di sé: di fronte al potente, non si lascia né intimidire né si spaventa, decide invece di affrontare il nemico a faccia a faccia, giacché, se fugge da lui, continuerà ad attaccare le truppe del suo popolo. La sicurezza in se stesso è la forza del giovane Davide; purtroppo però ai nostri giorni sempre più spesso vediamo giovani insicuri.

 

Seconda pietra: lottare con le proprie armi, non con quelle di altri

Il re comprende che si tratta di una lotta impari, si trova di fronte a Davide che è appena un ragazzo. Nonostante ciò, ordina di rivestire Davide con le sue vesti: gli pongono un elmo di bronzo sul capo e gli fanno indossare la corazza. Cinge la spada sull’armatura, cioè gli consegna le proprie armi credendo che così il giovane può acquistare più sicurezza.

Davide cerca di camminare, ma con questo abbigliamento non ci riesce, allora dice «Non posso camminare con tutto questo. E se ne liberò» (38-39). Davide prende la sua fionda e sceglie, per affrontare Golia, cinque ciottoli che ripose nella sua bisaccia. Il giovane non volle lottare con armi di altri, ma con le sue. Non erano armi sofisticate né superiori a quelle del nemico, ma le più semplici ed ordinarie. Nella vita possiamo ottenere la vittoria non imitando gli altri, ma essendo ciò che siamo, con la nostra armatura, anche se appare umile.  

 

Terza pietra: non si lascia intimidire

Quando Davide e Golia furono faccia a faccia, scaturì la prima battaglia: La guerra psicologica. Il gigante Golia, convinto superbamente la sua superiorità, dice «Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?» (17,43). Golia lo disprezza, ma Davide non si lascia disprezzare. Notiamo come qui il gigante vuole abbattere l’autostima del giovane, ma Davide non lo consente,  egli sa in cosa risiede la sua forza e non si lascia intimidire dalle parole del nemico. Al contrario, prende più coraggio e proclama la sua vittoria ancor prima di entrare in battaglia «In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e staccherò la testa dal tuo corpo…; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele» (17,46-47). Davide sa che in quello stesso giorno, non un altro, sconfiggerà il nemico e già intravede chiaramente quello che farà di lui.

 

Quarta pietra: lottare nel nome di Dio

Davide dice al filisteo «Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele, che tu hai insultato»» (17,45).

Il pastore lotta nel nome di Dio. Importante in Davide è la consapevolezza che Dio è con lui ed è grazie a questa vicinanza di Dio che lui avrà vittoria. Il giovane pastorello non confida solo nelle sue forze e nelle sue capacità, ma nel nome del Signore degli eserciti. Questa guerra non è sua, ma del Dio di Israele.

 

Quinta pietra: farlo bene la prima volta

«Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse prontamente al luogo del combattimento incontro al filisteo» (17,48). Davide prende la prima pietra, la stringe nella sua mano, la colloca nella sua fionda e con mira precisa la conficca in mezzo alla fronte del filisteo che cade al suolo senza avere il tempo di agguantare la sua terribile spada. Davide non gli dà il tempo di difendersi e nemmeno di attaccare. Agisce bene alla prima volta. È più facile fare bene le cose fin dal primo momento, che correggere gli errori dopo. Il tempo è un fattore determinate in ogni battaglia; approfittare della prima opportunità è un imperativo. Davide prende poi la spada del filisteo e con essa gli taglia la testa.

 

… per noi oggi

Davide ci mostra la strategia per vincere nemici più potenti di noi. Se usiamo le cinque pietre del pastore di Betlemme possiamo vincere qualunque nemico che ci si presenta, per quanto potente sia.