L'amicizia fra due giovani

Davide e Giona

 

L'amore di amicizia tra Gionata e Davide è probabilmente l'unico esempio che troviamo in tutta la Bibbia. Qualcosa di analogo, ma molto diverso, lo troviamo nel nuovo testamento si ha tra Gesù e Giovanni. Un'amicizia che è un vero, fortissimo amore, dove, però, tutto è nobile e sereno. Di fronte a questo rapporto amore/amicizia impallidiscono i sentimenti di amicizia delle coppie classiche di giovani quali Eurialo e Niso, Oreste e Pilade, Cloridano e Medoro.

Nell'amicizia tra i due giovani israeliti tutto parte da Gionata, Davide semplicemente gli corrisponde. Si tenga presente, inoltre, che Gionata è il figlio del re Saul e con molta probabilità ne sarebbe stato anche l'erede. Tuttavia la gloria e l'ascesa sempre più rapida di Davide non fa ombra all'amico

 

La nascita dell'amore

«Quando Davide ebbe finito di parlare con Saul, l'anima di Gionata si era già talmente legata all'anima di Davide che Gionata lo amò come se stesso. Saul in quel giorno lo prese con sé e non lo lasciò tornare in casa di suo padre. Gionata strinse con Davide un patto, perché lo amava come se stesso. Gionata si tolse il mantello che indossava e lo diede a Davide e vi aggiunse i suoi abiti, la sua spada, il suo arco le la cintura» (1Sam 18,1-4). In questo testo si parla della nascita dell'amicizia di Gionata per Davide. L'occasione di quest’amicizia è offerta dalle imprese del giovane Davide: ha già ucciso il gigante Golia ed è stato introdotto a corte. Saul gli ha chiesto chi fosse e lui lo ha informato di tutto (cf. 1Sam 17). L‘amore è ragione di vita, insostituibile e impagabile.

 

Gionata salva l'amico

L‘amore/amicizia che Gionata prova nei confronti di Davide è talmente grande che, cercherà in tutte le situazioni difficili, farà di tutto per salvare il suo amico. In 1Sam 19,1-7 si parla della decisione del re Saul di uccidere Davide, ma ad essa si oppone Gionata che parlò difatti a Saul, suo padre, in favore di Davide dicendo: «Non si macchi il re contro il suo servo, contro Davide, che non si è macchiato contro di te, che anzi ti ha reso un servizio molto grande. Egli ha esposto la vita, quando sconfisse il Filisteo, e il Signore ha concesso una grande vittoria a tutto Israele. Hai visto e hai gioito. Dunque, perché pecchi contro un innocente, uccidendo Davide senza motivo?» (19,4-5). Il motivo di questo intervento, da parte di Gionata, è perché amava profondamente Davide. Il verbo usato dall’autore biblico è hefez che significa esattamente «amare perdutamente». Proprio perché Gionata ama Davide mette in moto tutte le industrie dell'amore a tal punto che rivela il pericolo all'amico: «Guarda, mio padre ti vuole uccidere» (cf. 19,2). Stesso atteggiamento lo troviamo in 1Sam 20,1-39. Riassumiamo il testo: Davide ha capito che Saul lo vuole assolutamente morto; per questo si vede costretto a fuggire dalla corte. Allontanandosi però dalla corte il re se ne sarebbe ben presto accorto e avrebbe certamente domandato come mai Davide era assente da raduni in cui i ministri dovevano esser presenti. Davide ricorre allora all'amico: «Che ho fatto, che delitto ho commesso, che colpa ho avuto nei riguardi di tuo padre, perché attenti così alla mia vita?» (20,1). In questo secondo racconto, al dire il vero un po' in contrasto con il primo, Gionata si dimostra scettico: «Non sia mai. Non morirai. Vedi, mio padre non fa nulla di grande o di piccolo senza confidarmelo. Perché mi avrebbe nascosto questa cosa? Non è possibile!» (20,2) Comunque, giacché Davide insiste (cf. 20,3), Gionata s'incarica di esplorare le intenzioni di Saul. Nell'occorrenza della festa del plenilunio Davide manca il primo e il secondo giorno; al terzo giorno Saul dice: dov'è Davide? Gionata tenta di scagionarlo. Leggiamo dal versetto 27: «Saul disse allora a Gionata suo figlio: Perché il figlio di lesse non è venuto a tavola né ieri né oggi? Gionata rispose a Saul: Davide mi ha chiesto con insistenza di lasciarlo andare a Betlemme. Mi ha detto: lasciami andare, perché abbiamo in città il sacrificio di famiglia e mio fratello me ne ha fatto un obbligo. Se dunque ho trovato grazia ai tuoi occhi, lasciami libero, perché possa vedere i miei fratelli. Per questo non è venuto alla tavola del re. Saul si adirò molto con Gionata e gli gridò: Figlio di una donna perduta [è un eufemismo, potete immaginare quale altra parola sia stata pronunciata], non so io forse che tu prendi le parti del figlio di lesse, a tua vergogna e a vergogna della nudità di tua madre? Perché fino a quando vivrà il figlio di Iesse sulla terra, non avrai sicurezza né tu né il tuo regno. Manda dunque a prenderlo e conducilo qui da me, perché deve morire». Rispose Gionata a Saul suo padre: «Perché deve morire? Che ha fatto?». Saul afferrò la lancia contro di lui per colpirlo e Gionata capì che l’uccisione di Davide era cosa ormai decisa da parte di suo padre» (20,27-33).

Ora che Gionata ha capito che il padre Saul è deciso a tutto ne informa l’amico e lo invita a scappare. L'amicizia tra Gionata e Davide offre un modello stra­ordinario del vero amore, disinteressato e fedele.