Il giovane Davide si offre per combattere Golia

Il primo libro di Samuele, capitolo diciassette, riporta una delle vicende di una bellezza incredibile: il gigante Golia e Davide, lo si leggerebbe 10 volte! È un gioiello letterario ma è anche teologicamente così bello!

Dal campo dei Filistei è uscito Golia, uno di Gat, alto tre metri che urla agli israeliti: «Scegliete un uomo e mandatemelo contro. Se sarà capace di combattere con me e mi abbatterà, noi saremo vostri schiavi. Se invece prevarrò io su di lui e lo abbatterò, sarete voi nostri schiavi e sarete soggetti a noi» (1Sam 17,8-9). Golia, un uomo gigantesco per la corporatura, coperto di armi, allenato di forze, pieno di superbia, orgogliosamente provoca il popolo avverso a singolare tenzone, cioè che uno qualunque scelto nelle loro file venisse a combattere contro di lui e, con quel duello, si risolvesse la questione di tutta la guerra. La clausola da convenire e accettare era quella che, chi di loro due avesse vinto, si considerasse vincitrice quella parte da cui era provenuto il vincitore.

Il re Saul guarda il gigante e ha paura (cf. 17,11), Dio non soffia su Saul ed ora è come tutti gli altri uomini. Gli altri vedono che il re ha paura e con lui tutto Israele. Per ben quaranta giorni questo orgoglioso filisteo aveva sfidato l’esercito del re senza che nessuno osasse affrontarlo: tutti avevano paura e scappavano davanti a lui.

Ecco che in scena entra il giovane Davide che reagisce davanti all’umiliazione e coraggiosamente progetta d'avanzare contro il gigante, fiducioso non delle sue forze ma del nome del suo Dio. Dice a Saul «Nessuno si perda d'animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo filisteo». Saul rispose «Tu non puoi andare contro questo Filisteo a batterti con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d’armi fin dalla sua giovinezza». Davide aggiunse «Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell’orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo». Saul «Ebbene và e il Signore sia con te». Saul rivestì Davide della sua armatura, gli mise in capo un elmo di bronzo e gli fece indossare la corazza. Poi Davide cinse la spada di lui sopra l’armatura, ma cercò invano di camminare, perché non aveva mai provato. Allora Davide disse a Saul: «Non posso camminare con tutto questo, perché non sono abituato». E Davide se ne liberò (cf. 17,32-33.37-38).

Il giovane Davide ha il diritto di sottrarsi alla pesante armatura che gli vorrebbe imporre Saul, per prepararsi al confronto con le capacità creative che gli sono proprie. Davide pertanto si toglie l’armatura e «prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nel suo sacco da pastore che gli serviva da bisaccia; prese ancora in mano la fionda e mosse verso il Filisteo» (17,40). Il bastone e la fionda sono strumenti comuni ai pastori, perché se ne servivano sia come armi per difendersi dalle fiere, sia per lanciare qualche richiamo - più sensibile della voce – a pecore allontanatesi dal gregge o troppo pigre a seguirlo. Un sasso ben scelto e ben indirizzato, diventava un proiettile cui nulla resisteva, tanta era la violenza che un braccio robusto gli poteva imprimere. E anche all’uso di quest’arma,  come l’uso della cetra,  Davide aveva potuto tutto l’agio di esercitarsi nei lunghi anni passati col gregge. Tutto stava nella scelta dei sassi adatti: non troppo leggeri, non esageratamente pesanti, ma tonti e ben levigati, che potessero tagliare bene l’aria senza deviare dalla meta stabilità. Davide si avvia verso il gigante.

I giovani del nostro tempo devono essere avvertiti contro la seduzione dalla ideologia delle passioni tristi. Essa è congeniale a chi vuole la loro resa prima ancora di aver lottato. Cristo è la ragione per la quale possiamo sperare e quindi possiamo resistere. I giovani possono fare come Davide che, davanti Saul che voleva fargli indossare la sua armatura per combattere il gigante Golia, sceglie la propria armatura: la fede in Gesù Cristo. Golia, nel nome del Signore, sarà vinto e la sua forza non prevarrà. Il giovane Davide, infatti, va in battaglia contro il gigante portando con sé solo la fiducia nel suo Signore e i cinque sassi.