Capitolo terzo
Le azioni potenti di Gesù
(…) Gesù ha compiuto moltissime guarigioni, miracoli ed azioni potenti; l’evangelista afferma: "Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro" (Gv 20,30). Il suo stesso nome, Gesù, significa Dio salva… gli bastava una semplice parola: … "A te dico: alzati, prendi il lettuccio e vattene a casa tua" (Mc 2,11); ... Quale significato hanno guarigioni e miracoli? Indicano… che il regno di Dio è giunto (Mc 12,28) e che Dio è vicino all’uomo e vuole entrare in dialogo con lui. … La guarigione è parte essenziale del messaggio di Gesù, poiché Egli vuole dire che nella sua persona Dio si è fatto vicino in modo nuovo e definitivo. … Agli albori del cristianesimo i miracoli e le guarigioni accompagnavano la predicazione... "Altri guariscono gli ammalati imponendo loro le mani" (Retractationes, 12, 7; 13, 5.). Agostino dà prima un giudizio negativo… poi dà una impressionante testimonianza del fatto che avvengono guarigioni straordinarie (Cfr. De Civitate Dei, 22, 8.). Oggi parlare di guarigioni e di miracoli ha ancora senso? Nella mentalità scientifica dell’uomo moderno queste manifestazioni non sono neppure contemplate. Perché, poi, là dove vi è un fenomeno soprannaturale l’uomo corre? Basta dire che in tal luogo, tale persona o tale statua... E ci si organizza... Non dobbiamo soffermarci solamente e principalmente sulle guarigioni o miracoli in sé, ma dobbiamo attraversare il guado - come suggeriva il Card. Carlo M. Martini alla convocazione nazionale del RnS del 1988 a Rimini -, cioè andare al significato profondo dell’evento. Bisogna sapere che il vero pane non è quello moltiplicato, ma quello eucaristico; la vera luce non è quella restituita al cieco nato, ma quella battesimale. Anche qui, però, attenti a voler dare sempre e solamente un significato e non accettare il prodigio in sé. Posso testimoniare le meraviglie che Dio ha compiuto e compie nella mia vita. Sino all’età di 8 anni ero inchiodato, fin dalla mia nascita, su di un sediolone, ed avevo bisogno di essere aiutato a mangiare e bere, nel vestirmi, nel lavarmi... nei bisogni primari (Pisano F., Un cuore pieno di festa, in Rinnovamento nello Spirito 5-6(1996), 41). Ora invece sono baccelliere in teologia e supplente di religione nelle scuole medie inferiori e superiori della mia diocesi. Confesso però che per raggiungere l’attuale posizione ho dovuto lottare contro i pregiudizi e l’indifferenza altrui, talvolta questi atteggiamenti li ho trovati soprattutto in campo cattolico. Riporto stralci di un articolo apparso su Comunità mensile delle comunità ecclesiali di Base d’Italia, numero dedicato alla varie forme di diversità (…) e decisi di mettere in evidenza la soddisfazione nell’essere stato docente d’IRC, senza però nascondere le difficoltà trovate nel raggiungere tale traguardo. "Sono un giovane disabile … ho conseguito il titolo di Baccelliere. Nel '90 ho presentato la domanda presso la Curia di appartenenza, per essere immesso nella graduatoria per l’insegnamento della Religione Cattolica. E solo nel '96, dopo aver superato l’esame di idoneità, sono entrato in graduatoria. … Voglio riportarVi l'esperienza fatta presso l’I.T.F.S "Vittorio Emanuele II". Confesso però che avevo molte perplessità e persino un pò di paura quando presi servizio. Cosa avrebbe pensato il corpo docenti? E soprattutto cosa avrebbero pensato e come mi avrebbero accolto le alunne? Le mie perplessità sono subito svanite nel nulla. Ho avuto una bellissima accoglienza sia da parte dei colleghi che dalle alunne, con le quali ho stretto un sincero rapporto di amicizia e stima. …. Nel mondo laico, dall’esperienza vissuta, sembra che le cosiddette barriere architettoniche e non solo, si stanno frantumanto in tanti pezzi. Le vere barriere, soprattutto mentali, stanno proprio là, dove non avrebbero ragione di essere, dove si predica la tolleranza, l’uguaglianza, l’amore universale. E' proprio nel mondo cattolico che mi sono sentito addosso il diverso, l’incapace e fuoriluogo. Ho dato grande prova che hanno torto e se essere diversi significa stare dalla parte opposta sono contento di esserlo" (Pisano F., Diverso... è meglio!, in Comunità 5(1997), 6). |