Capitolo vendessimo

Camminare secondo lo Spirito

 

Dio da sempre ha tracciato per l’uomo una strada; nell’A.T. il vero israelita era colui che camminava secondo la legge. Nel Nuovo Testamento, la strada non è più il camminare secondo la legge, ma camminare secondo lo Spirito….

Camminare secondo lo Spirito è anzitutto una grazia, un dono. … è seguire Gesù, il primo che ha vissuto con pienezza la vita dello Spirito. È condurre un’esistenza teologale, cioè in cui Dio è il punto di riferimento, un’esistenza tutta centrata su Dio. Qual è il nostro modo concreto di rapportarci a Dio nello Spirito? Qual è la via nuova è definitiva che Gesù ci ha aperto?

Nella nostra esistenza terrena, il modo di rapportarci a Dio si basa essenzialmente su tre dimensioni, tre parametri che sono fondamentali e sono la misura dell’autenticità della vita cristiana; questi sono la fede, la carità e la speranza, chiamate virtù teologali, perché ci rapportano direttamente a Dio, hanno come oggetto Dio stesso.

Il Concilio Ecumenico Vaticano II, riprendendo l’insegnamento di Paolo, vede la santità nell’esercizio delle tre virtù e propone come modello Maria: "ad imitazione della madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito santo, conserva verginalmente integra la fede, solida la speranza, sincera la carità" (Lumen Gentium, 64).

La vita dello Spirito è una vita d’amore.

L’agape ha un posto chiave, è la pienezza della legge e racchiude tutti gli altri doni dello Spirito… Agostino scrive: "Interroga il tuo cuore e se vi trovi la carità verso il fratello, sta tranquillo. Infatti non ci può essere l’amore senza lo Spirito Santo" (Agostino, Commento alla prima lettera di Giovanni, 6,3,10)

La vita dello Spirito è una vita di fede.

L’attività fondamentale dello Spirito è suscitare e sviluppare nei cristiani la fede in Gesù. "Nessuno può dire "Gesù è Signore" se non sotto l'azione dello Spirito Santo" (1Cor 12,3b); "Se uno riconosce che Gesù è il Cristo, il Messia, costui ha lo Spirito di Dio" (cfr. 1Gv 4,2). Qual è il centro della fede? È la resurrezione che a sua volta è il centro della rivelazione. … Nel mistero pasquale si è rivelato l’amore del Padre.

La vita dello Spirito è una vita di speranza.

Lo Spirito ci fa figli di Dio; san Paolo scrive: "avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio" (Rm 8,15s). Questo Padre non Lo vediamo ancora faccia a faccia, ma siamo tra il "già e il non ancora", aspettiamo "quando il Padre sarà tutto in tutti" (1Cor 15,28).

Ecco allora la necessità di tenere viva la speranza... Speranza, come afferma san Paolo, è sorgente di gioia (cfr. Rm 12,12). Agostino scrive: "Cantiamo qui l’alleluia, mentre siamo ancora privi di sicurezza, per poterlo cantare un giorno lassù, ormai sicuri... Qui cantiamo nelle speranza, lassù nella realtà... Canta e cammina" (Agostino, Sermo 256; PL 38, 1191-1193).

In un luminoso frammento di Eraclito vi si legge: "Senza la speranza non si raggiunge l’insperato. È infatti difficile da rintracciarsi e da raggiungersi". Sapendo che "la speranza non delude" (Rm 5,5).

Mi piace finire con una frase a mo’ di slogan di Forte: "Il cristiano è chiamato ad essere un credente, uno speranzoso, innamorato..." (Forte B., Piccola introduzione alla vita cristiana, Jesus, 1995, 17).