Capitolo quindicesimo

"La gioia frutto dello Spirito Santo"

 

La gioia è un segno distintivo del regno messianico: "Si godrà e si gioirà sempre di quello che sto per fare" (Is 65, 18); "Gioisci, figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore..." (Sof 3,14-17); "Gerusalemme, spogliati della tua tristezza!" (Bar 5,1) perché con il Messia ci sarà "letizia e gioia, per sempre" (Bar 4,23). La gioia comincia con la nascita di Gesù: "vi annuncio una grande gioia: è nato a Betlemme un bambino" (cf. Lc 2,10). L’incarnazione di Gesù fu un’esplosione di gioia (Lc 2,18). Antonio di Padova diceva: con l'incarnazione tutto è sorriso, tutto è gioia. ... Paolo elenca fra il frutto dello Spirito Santo, la gioia (cf. Gal 5,22). Il testo della Volgata ne enumera dodici: carità, gaudio, pace, pazienza, benignità, bontà, longanimità, mansuetudine, fede, modestia, continenza, castità. Possiamo precisare che tre sono i frutti che sono in riferimento a Dio: la carità, la gioia, la pace. Sei sono in riferimento al prossimo: pazienza, benignità, bontà, longanimità, mansuetudine, fedeltà. Tre, infine, sono i frutti dello Spirito in ordine a se stessi: modestia, continenza, castità. …

L’uomo è felice solo in Dio, sorgente di felicità. Nel mondo contemporaneo non si ama Dio, ecco perché non siamo felici (Curato d'Ars). C’è persino chi sostiene che "non essere lieti è l’unico grande peccato del Nuovo Testamento" (Geyer Rittelmeyer). Luther King suggeriva: "Cercate Dio, trovatelo e fate di Lui una forza della vostra vita, senza di Lui la vita è un dramma senza senso. Ma con Lui possiamo passare dalla fatica della disperazione alla serenità della speranza. Con Lui possiamo passare dalla notte all'alba della gioia". …Si sa che la notte cova e annunzia l'alba. L'inverno annunzia la primavera. Dove è Dio ivi è cielo sereno. Quando si prende l’aereo, anche se è maltempo, si nota che sulle nuvole brilla sempre il sole. I cinesi lo affermano pensando alla tristezza. ... Paolo VI affermava "la nostra gioia nasce, vive, cresce in Dio. Egli è il Padre della gioia".

Nel tempo e nello spazio il luogo privilegiato per incontrare la gioia è certamente la comunità. Essa è la casa… possono essere applicate ad essa le parole di un antico inno liturgico armeno, che nel tessere l'elogio della chiesa esclama: "O Chiesa figlia dell'antica Sion, a te è disceso lo Sposo portandoti una corona che non appassisce. A te è disceso Cristo, ecco, tu sei la sposa magnificamente adorna di gloria, tu sei un tabernacolo pieno di gioia". …

La gioia nasce dall’aver incontrato il Signore risorto. I discepoli erano tristi dopo la morte del Maestro, ma quando "Egli si mostrò ad essi vivo" (At 1,3) ne provarono "grande gioia" (cf. Lc 24,41). E da fuggiaschi del venerdì santo divennero testimoni gioiosi del mattino di Pasqua.

Inoltre, la gioia è un'esigenza fisica: "un cuore allegro rende felice l'età, la tristezza dissecca le ossa" (Pr 14,30). "L'allegria prolunga la vita e dà salute" (R. Dall). Oggi vi è una scienza medica, la risoterapia, chi viene praticata in Svizzera, Francia, Stati Uniti ed in Canada, dove alcuni ospedali hanno allestito sale nelle quali si proiettano film comici, spettacoli di pagliacci, e si fanno ascoltare barzellette ai malati. ... Uno psicologo spagnolo, José Elias, sostiene che la risata è un antibiotico naturale e fa un’ipotesi curiosa: cioè la maggior durata della vita delle donne sia legata anche alla maggiore capacità di ridere. Insomma, se una volta si diceva: Il riso abbonda sulla bocca degli stolti, oggi sarebbe corretto affermare: Chi non ride non vive. Addirittura il teologo, Harvey Cox, ha affermato in forma simpatica: Il riso è il nostro modo di fare il segno della croce. Il riso è il nostro modo di dimostrarci cristiani. Riporta una affermazione di Cerfaux: "Il cristianesimo è stato un’esplosione di gioia, ed è ancora oggi per ogni anima entusiasmo di vivere... Chi non trasalisce fino in fondo nel suo essere, scosso da questa novità, non è cristiano" (Cerfaux L., La théalogie de la grâce solon St. Paul, in La Vie Spirituelle, n° 353 [1950], 5).