CONCLUSIONE

                                      "Non rammaricarti se non ricevi subito da Dio ciò

                                       che gli chiedi; egli vuole beneficarti molto di più,

                                      per la tua perseveranza nel rimanere con lui nella

                                      preghiera"

(Evegrio Pontico, De oratione, 34; PG 79, 1173).

 

Al termine di questa ricerca si è constatata l’attualità del Rinnovamento in questo periodo storico in cui il laico nella Chiesa sta avendo un ruolo determinante. È, infatti, un movimento che coinvolge moltissimi laici, tanto che lo si può definire: "un movimento laicale". Bisogna dire che il Concilio Ecumenico Vaticano li è stato determinante per i fedeli laici. Qualche studioso ritiene che il Concilio abbia fatto una vera e propria "rivoluzione copernicana" su tale argomento. Basterebbe confrontare il significato che aveva il termine "laico" prima del Concilio per farsene un’idea. Laico, prima del Concilio, era in opposizione a "gerarchia". Il laico, afferma il Concilio, è un christifidelis. In questa definizione, si mette in evidenza quello che accomuna il laicato con la gerarchia, cioè il battesimo. Il Concilio insegna che i fedeli laici (christifideles laici), "i fedeli cioè che, dopo essere stati incorporati a Cristo col battesimo e costituiti popolo di Dio, e nella loro misura resi partecipi della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano" (Lumen gentium, 31).

Il nuovo Codice di Diritto Canonico specifica: "I fedeli laici sono coloro che, essendo stati incorporati a Cristo mediante il battesimo, sono costituiti popolo di Dio" (can. 207).

I laici, sino ad ora, secondo una immagine suggestiva, sono stati paragonati ad un "gigante che dorme". Fortunatamente, c’è stato il "bacio" (ricordo che i Padri della Chiesa definivano lo Spirito Santo anche come il "bacio") che l’ha svegliato, cioè l’intervento dello Spirito. Oggi i laici hanno diritto di ritrovarsi insieme per fondare dei gruppi o di costituirsi in gruppi e associazioni. Questo diritto lo afferma il Concilio: "Sono molte nella Chiesa le iniziative apostoliche che vengono costituite dalla libera volontà dei laici e sono rette dal loro prudente criterio" (Apostolicam actuositatem, 2-4). In quest’ultimo periodo la Chiesa sta dando molta importanza ai fedeli laici. Ricordiamo l’esortazione apostolica post-sinodale che delinea la figura del laico, la Christifideles laici di Giovanni Paolo II. In tale esortazione, il pontefice afferma che con i vari gruppi, associazione e movimenti, stiamo vivendo una "nuova stagione aggregativa dei fedeli laici" (CfL, 29), e se ne rallegra che "in questi ultimi tempi il fenomeno dell’aggregarsi dei laici tra loro" abbia assunto "carattere di particolare varietà e vivacità [...] accanto all’associazionismo tradizionale" (Ibid.). Tutto questo certamente è una epifania dello Spirito Santo per la Chiesa, così affermano i vescovi nel documento Evangelizzazione e testimonianza della carità: "La molteplicità e varietà di associazioni, gruppi e movimenti, che caratterizza oggi il laicato organizzato, costituisce un grande dono dello Spirito" (n. 29).

Il Rinnovamento nello Spirito può definirsi un movimento ecclesiale a caratterizzazione laicale in quanto formato, in modo prevalente, da fedeli laici. Afferma il Profilo teologico-pastorale: "La composizione dei gruppi rispecchia largamente quello delle chiese locali: professionisti, impiegati, operai, casalinghe, studenti, fanciulli ne fanno parte. Così vi si incontrano giovani e anziani, coniugati e celibi, sacerdoti, religiosi e religiose, nella proporzione in cui queste categorie si incontrano nell’insieme della Chiesa locale" (n. 7). Tutti hanno un ruolo determinante all’interno del movimento, senza distinzioni. A tal proposito il nuovo Codice di Diritto Canonico afferma: "Fra tutti i fedeli, in forza della loro rigenerazione in Cristo, sussiste una vera uguaglianza nella dignità e nell’agire e per tale uguaglianza tutti cooperano all’edificazione del corpo di Cristo, secondo la condizione e i compiti propri di ciascuno" (can. 208).

Questo libro non ha la pretesa di presentarsi certamente come un "manuale" di preghiera, in quanto il pregare s’impara pregando. Vuole essere, invece, di aiuto sia a coloro che non riescono a comprendere "lo stile" della preghiera nel Rinnovamento, che agli stessi aderenti del movimento stesso. Molte volte, e in diverse occasioni, è stato domandato come condurre un incontro di preghiera. In quest’ultimo tempo il Comitato Nazionale di Servizio ha invitato gli aderenti al Rinnovamento a riflettere sulla preghiera. Basti ricordare che il tema della VIII Conferenza Nazionale Animatori era proprio la preghiera; così anche nei corsi interregionali per animatori si è approfondita tale tematica. Anche la bibliografia edita dal RnS, ultimamente, è vasta su quest’argomento (Segnalo: Di Gennaro-Pesare, La preghiera comunitaria carismatica, RnS, Roma 1994; Langiulli N., Pregare gli uni per gli altri, RnS, Roma 1995). Il mio vuole essere un piccolo contributo che, unito agli altri, possa rischiarare i dubbi dei miei fratelli in Cristo, affinché possano avere con lui un rapporto più profondo e confidenziale. Sant’Ambrogio afferma: "Piacque a Dio salvare il suo popolo non nella dialettica, ma nella carità". Parafrasando il suo pensiero, oserei affermare: "Piacque a Dio salvare il suo popolo non nella dialettica, ma nella carità e nella preghiera".