Capitolo Settimo

CHI PREGARE?

LA PREGHIERA TRINITARIA

 

La preghiera cristiana è trinitaria. Dal momento che Dio esiste in tre Persone, ciascuna ugualmente divina e unita nel suo essere a Dio, la preghiera cristiana si rivolge a una delle tre Persone o a tutte e tre. Giacché la preghiera consiste nell’entrare consapevolmente in una personale intimità con Dio, e Dio esiste in tre Persone, la preghiera cristiana si indirizza alla Trinità: al Padre, o a Gesù, o allo Spirito Santo, o a tutti e tre.

La Trinità è una comunità di amore. Il Padre ama il Figlio, e il Figlio ama il Padre. Questo mutuo amore tra il Figlio e il Padre esiste come Persona divina ed è lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio come amore reciproco, e così Tommaso d’Aquino scrive che il Nome dello Spirito è Amore. Ancora, "il Padre e il Figlio ci amano nello Spirito Santo" (in SenI. 1, d.32, p. 1, a.3. cf. Somma teologica I, q.43, a.2c ad 3, a.3 ad 3. Somma Teologica I, q. 37, a. I ad 2, ad 3. Sent. I, d.31, q.a1. Contra gentiles, IV, c.21). Lo Spirito Santo è un dono di amore, mandato gratuitamente da Gesù e dal Padre. Così l’amore reciproco tra il Padre e il Figlio - lo Spirito che ci è mandato — unisce ciascuno di noi al Padre e al Figlio. Dio dimora in noi, lo Spirito Santo unisce ciascuno di noi sempre più intimamente al Figlio e a Dio Padre in una unione di amore. Quando lo Spirito Santo vive in me, io sono afferrato dall’abbraccio di amore che intercorre tra il Figlio e il Padre. Infatti amo il Padre con lo stesso amore con il quale lo ama il Figlio; e questo amore è proprio lo Spirito; e amo il Figlio in virtù di questo stesso Spirito, che è l’amore per me che procede da lui e dal Padre. Lo Spirito fa di me un membro della comunità divina, mi unisce alla comunità della Trinità a tal punto che, nel Figlio, divengo io stesso figlio adottivo di Dio Padre, fratello di Gesù, e membro di quella unità in Gesù che prende il nome di popolo di Dio, suo corpo, tempio dello Spirito Santo, tralcio dell’unica Vite. Uno dei Padri della Chiesa, Cirillo di Alessandria, vissuto tra il IV e V secolo, commentando l’insegnamento di Gesù riguardo "la vite e i tralci" (cf. Gv 15,5), sottolinea che noi partecipiamo alla natura divina di Dio quando rimaniamo in Gesù e nel suo amore, come tralci alla vite, perché "...infatti, lo Spirito Santo di Cristo ci unisce a lui (cf. 1 Gv 4,13) [...]. Come il tronco comunica ai tralci la qualità e la condizione della sua propria natura, così la sola Parola generata dal Padre dà all’umanità, e soprattutto a coloro che sono uniti a lui nella fede, il suo Spirito. Egli concede loro ogni santità, li rende parenti e partecipi della natura propria e di quella del Padre, li nutre d’amore e mette in loro la conoscenza di ogni virtù e bontà" (CLEMENTE ALESSANDRINO, PG 73, 331-334).

A questo punto io posso pregare, Gesù e il Padre mandano il loro Spirito Santo e, per mezzo dello Spirito, vengono in me e dimorano in me (cf. Gv 14,23). Questa divina coabitazione mi trasforma, lo Spirito mi fa nuovo e mi rende capace, per mezzo di lui vivente in me, di conoscere ed amare Dio in modo personale. La preghiera è, prima di tutto, grazia di Dio, dono suo. La mia preghiera, nonostante tutto il mio impegno, è un dono di Dio per cui io entro in una relazione interpersonale con lui, in cui io realizzo la conoscenza di Dio e mi rendo conto del suo amore per me. Bruno Forte ritiene la preghiera non è un moltiplicare vane parole come fanno i pagani. La preghiera non è un amare Dio quasi che noi sapessimo amare Dio. La preghiera è un lasciarsi amare da Dio. La preghiera è un nascondersi in Dio. D’ora innanzi ci serviremo del prezioso contributo del Forte per comprendere la dimensione trinitaria della preghiera cristiana (FORTE, Aspetti). Scrive: "Lo specifico della preghiera cristiana è che essa è preghiera trinitaria. Il cristiano non è colui che prega Dio, ma è uno che prega in Dio" (FORTE, Aspetti,19). Per il cristiano, pregare è stare per grazia in Dio per mezzo di Cristo. Pregare è un rivolgersi al Padre per Cristo nello Spirito.

"Pregare è lasciare che Dio diventi Dio in noi. Pregare è il tempo dell’Incarnazione di Dio in te, il tempo in cui li lasci ispirare, ti lasci trasformare, il tempo in cui impari a conoscere come egli è, vedendo quel che tu diventi" (L. Evely).

La preghiera, dunque, diventa il luogo privilegiato di incontro tra Dio che si dona e la storia dell’uomo con le sue attese, i suoi dolori, le sue gioie e le sue speranze. Troppo spesso abbiamo inteso la preghiera come un dovere verso Dio. Ma quella vera nasce dallo stupore dinanzi all’amore trinitario. Dunque la preghiera cristiana è esperienza di Dio nella Trinità, è pregare in Dio, ma ha bisogno della ricerca dell’uomo.

Se la preghiera è trinitaria, essa fondamentalmente comporta tre aspetti: la preghiera in rapporto al Padre; la preghiera per il Figlio; la preghiera nello Spirito.